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QUESTIONE RELIGIOSA IN ROBINSON CRUSOE
Il racconto descrive la fondazione di un mondo di prosperità e di libertà con la benedizione della provvidenza. A fare emergere il protestantesimo puritano dell'opera sono in particolare tre temi:
- La conversione: abbandonato sulla sua isola deserta, Robinson si domanda perché Dio lo abbia trattato in quel modo. Mentre cerca un po' di tabacco in un baule scampato al naufragio, scopre una Bibbia. L'apre a caso e l'occhio gli cade sul versetto del Salmo 50 che dice: "Invocami nel giorno della sventura; io ti salverò, e tu mi glorificherai". Colpito da quella promessa, implora Gesù e viene visitato dalla grazia. Due modelli biblici illustrano la sua conversione: Giona, che viene vomitato sulla spiaggia, e il figlio prodigo, il quale fugge dalla casa paterna alla quale però finisce per fare ritorno.
- La provvidenza: accanto alla Bibbia, Robinson trova carta e matita. Ciò gli permette di tenere un diario e di registrare le sue esperienze. Questo atto di scrittura diventa un modo per lui di riconoscere la mano della provvidenza nella sua vita e di riflettere sulle sue azioni e decisioni.
- La preghiera: Robinson si rivolge spesso a Dio in preghiera, ringraziandolo per la sua salvezza e chiedendo la sua guida. La sua fede e la sua relazione con Dio diventano fondamentali per la sua sopravvivenza e per la sua capacità di affrontare le sfide che si presentano.
Glipermette di intraprendere un processo di rilettura per comprendere dov'è Dionella sua prova. Traccia due colonne, una per il male e una per il bene. A sinistra "Sono gettato su un'isola orribile e deserta, senza alcuna speranza discrive:liberazione". "Ma sono vivo; non sono annegato come tutti iA destra, continua:miei compagni di viaggio". Presto riempie la pagina e ogni volta che scrivequalcosa di doloroso, nell'altra colonna scrive un elemento positivo. Questocostante esercizio trasforma il suo modo di vedere la situazione e lo porta aconfidare nella provvidenza di un Dio che è al suo fianco nella prova.
- L'etica del lavoro: Robinson non si lascia abbattere né vincere dall'indolenza odalla pigrizia, e non smette di lavorare per migliorare la sua condizione. Tramiteil suo lavoro, raggiunge una relativa prosperità. Novello Adamo, Robinsonadempie la missione che Dio affidò al primo uomo di
Custodire e coltivare il giardino. Per condurre a buon fine la sua impresa, il naufrago non ha bisogno di intermediari: a fungergli da guida è la relazione personale con il suo Creatore. L'opera viene vista in sostanza come un trattato puritano sulla redenzione dell'uomo dal peccato.
I puritani avevano una visione molto semplice della religione. La loro visione era che l'uomo dovesse salvare se stesso dal peccato originale, riconquistando il paradiso "isola della attraverso il suo lavoro. L'isola sulla quale naufraga Crusoe in primis un' disperazione". Ma in modo graduale, attraverso le sue virtù di intelligenza e il duro lavoro Crusoe la trasforma in un paradiso del quale egli stesso è padrone. Essendo un puritano, le credenze religiose di Crusoe sono molto diverse da quelle della religione cattolica. Egli non chiede a Dio la salvezza ma se la guadagna lui stesso.
Isola: Robinson la chiamò "isola della disperazione".
L'isola è il luogo ideale per Robinson per mostrare le sue qualità e per dimostrare che lui merita di essere salvato dalla provvidenza di Dio. Robinson organizzò un impero primitivo sull'isola, prototipo dell'inglese colonizzatore. La sua permanenza sull'isola non è vista come un ritorno alla natura, ma come la possibilità di esplorare e dominare la natura. Stile: il romanzo mostra un approccio oggettivo agli eventi attraverso chiari e precisi dettagli. Defoe, nella descrizione delle qualità primarie, si concentrò sugli oggetti in particolare la loro solidità, estensione e quantità, piuttosto che su quelle secondarie quali colore, sapore, struttura. Il linguaggio è semplice e concreto per rinforzare l'impressione di realtà, trasmesso dalla narrazione in prima persona. Il romanzo è pieno di riferimenti religiosi, alla Provvidenza e alla salvezza. Può essere letto.come un'autobiografia spirituale, in cui l'eroe legge la Bibbia per trovare conforto e una guida, sperimentando il costante conflitto tra bene e male e tiene un diario per registrare gli eventi per vedere il volere di Dio in essi. Robinson prega Dio per essere liberato dal peccato piuttosto che essere salvato dall'isola. Ciò che Defoe esplora è il conflitto tra motivi economici e la salvezza spirituale e affrontare questioni mondane incompatibili con la fede religiosa e il benessere spirituale? I puritani trovano risposta facendo del loro meglio per incrementare i doni che Dio ha offerto loro come segno della sua grazia. SPIEGAZIONE DELLA PREFAZIONE: un editore senza nome ci spiega le ragioni per cui ci offre la narrazione che stiamo per leggere. Non menziona esplicitamente il nome "avventure di un uomo privato" o la storia di Robinson, ma descrive la narrazione come "storia giusta nei tempi moderni" che può essere utile per i lettori.fatti".e si concentra sul suo realismo quando lo chiamaEgli sostiene che è un racconto modesto e serie ed ha un valore educativo ci insegnaad onorare la Provvidenza. Nella prima edizione non era presente il nome di Defoeperché voleva far credere che Robinson fosse una persona realmente esistitaconvincendo il lettore della veridicità del narrato. Il titolo completo del romanzo"La vita e le strane sorprendenti avventure di Robinson Crusoe"sarebbe e nella primaedizione non era indicato il nome di Defoe come autore perché si voleva suggerirel'idea che Robinson Crusoe fosse una persona realmente esistita e che la storiaraccontata fosse realmente accaduta. La prefazione dell'editore, pertanto, costituisce ilvero incipit del libro. Facendo ora, però, una maggior chiarezza, possiamo dire che dalmomento che aveva delle figlie da maritare, si trovava nell'urgente necessità direalizzare, con la sua penna, qualche
Grosso guadagno. Allora la popolarità raggiunta dall'avventura di Selkirk gli fece pensare, quale argomento di viva attualità, il racconto della vita di un naufrago su di un'isola deserta. Si recò dunque dall'editore Taylor e, "La vita e le strane, come fece poi sempre, gli sottopose un lungo titolo sommario: sorprendenti avventure di Robinson Crusoe, di York, marinaio, che visse ventotto anni completamente solo in un'isola disabitata sulla costa dell'America, vicino alla bocca del gran fiume Orenoco, essendo stato gettato a riva da un naufragio nel quale tutti gli uomini perirono tranne lui solo; con un racconto di come, alla fine, venisse altrettanto stranamente liberato da dei pirati: scritto da lui stesso". Il Taylor accettò di dare a Defoe, su questo canovaccio, la commissione di un volume di 350 pagine; sul frontespizio del quale il nome dell'autore non apparve, perché, come accadde anche per le successive
Autobiografie fittizie stese da Defoe, il pubblico doveva credere dileggere delle memorie autentiche. Da ciò il tono semplice e documentario. La breve prefazione del Robinson Crusoe in tal senso è, quindi, un vero e proprio manifesto dell'apoteica di Defoe, il quale sa abilmente condensare ed armonizzare gli intenti dell'anonimo scrittore sopravvissuto al naufragio con un piano superiore, divino, quello della sapienza della Provvidenza che tutto dispone nella varietà delle circostanze. È il gioco della bugia che vuol farsi credere verità, dell'invenzione che inventa il reale: in sostanza Defoe deve ad ogni costo convincere i suoi lettori della veridicità del fatto narrato.
COMMENTO ALL'OPERA: Robinson Crusoe, dunque, è il naufrago della società pre-moderna che approda sull'isola della modernità, fermamente intenzionato ad imporre la propria norma alla natura, dimenticandosi di essere una parte di lei.
Ripetendotestardamente il medesimo errore dei suoi predecessori, lasciandosi travolgere da unbisogno compulsivo di controllare, di manipolare e di dominare ogni cosa. Anche se hasempre la Bibbia in una mano (ma il fucile nell’altra per legittima difesa lo trova nellanave con della polvere da sparo, simbolo del progresso tecnologico), in realtà nonconosce altro Dio che se stesso e, se pure riserva un omaggio formale a quell’altro,arrivando al punto di credersi sincero allorché lo prega nei momenti di maggioresolitudine e scoraggiamento, il suo è uno spirito essenzialmente laico, pragmatico,utilitarista, calcolatore. Robinson Crusoe è, quindi, un infelice che, da un lato, ignora lecause della propria infelicità; anzi, che ignora perfino la propria infelicità, perchél’ignoranza di se stesso è talmente abissale da spingerlo a nasconderla sotto il tappetodella sua coscienza e, dall’altro, che rinnova
incessantemente la sua guerra contro le cose, per cercare sollievo ad un male che non sa neppure riconoscere come tale.Robinson Crusoe è la parte oscura di noi stessi.
Personaggi: l'eroe, Robinson, appartenente alla classe media, è irrequieto e vuole trovare la sua identità come alternativa al modello fornito dal padre. La storia inizia con un atto di trasgressione, di disobbedienza, che culminò con il suo isolamento sull'isola dopo il naufragio. La vita di Robinson sull'isola sviluppa il problema della relazione tra individuo e società. Ma la società che Robinson crea non deve essere letta come un'esaltazione della società inglese del 18° secolo e i suoi ideali di individualismo e produttività. Defoe mostra che, sebbene Dio sia la prima causa di tutto, l'individuo può modellare il suo destino attraverso le azioni. L'uomo può superare i dubbi e modificare la realtà attraverso il.Il suo lavoro e l'interpretazione dei suoi successi nella luce della Bibbia e del volere di Dio. Robinson ha una prospettiva individualistica. Il suo oggettivo e razionale approccio alla realtà è dimostrato dal suo diario. I suoi progressi reinventano il processo di apprendimento della panificazione, della costruzione di navi, di carpenteria e agricoltura. Venerdì è il primo personaggio nativo ad essere rappresentato nei romanzi inglesi, lui è vivace e attraente. Nel momento in cui Robinson lo salva, gli insegna la parola "padrone", la cultura occidentale e a leggere la Bibbia, così Venerdì diviene il simbolo del colonizzato. Samuel Richardson 1689: nasce Richardson. - Pamela 1740: venne pubblicato, un romanzo che narra la storia di una cameriera insidiata dal suo datore di lavoro che alla fine sposa ed entra in società (era il suo obiettivo). Fu d'ispirazione per le lettrici, erano cameriere che si erano
prefissate lo stesso ideale.1744: Pamela fu il primo romanzo ad apparire in America.&b