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a- CONDIZIONI DI INTENTI AUSPICABILI
La precisazione dei contenuti e dei termini del contributo che il
b- servizio può dare
L’azione in un CAMPO LIMITATO, che sia adeguato alle risorse
c- complessive messe in gioco, la definizione di OBIETTIVI PARZIALI,
traducibili in compiti concreti e in TEMPI DETERMINATI
L’IMPEGNO DEL SOGGETTO vincolato ad accordi presi nella
d- relazione, cionvolto nel limitato campo d’azione e sostenuto
nell’operatività attraverso diverse forme di stimolo e di
incoraggiamento
Il RINFORZO DELLE ACQUISIZIONI e dei mutamenti
e- L’uso di prassi di VERIFICA DELL’OPERATO a sostegno dell’intenzione
f- costruttiva del soggetto.
La limitazione del campo, del tempo e dei compiti , rende praticabile e
incisiva l’azione, che si sviluppa in base alla concentrazione delle
potenzialità della persona e che consente di apprendere nuove modalità
operative non in modo automatico e ripetitivo, ma passando attraverso la
RIFLESSIONE PERSONALE.
Il percorso compiuto insieme può essere ripensato e rielaborato, dando
spessore all’esperienza in modo da far crescere la consapevolezza della
persone e, contestualmente, la percezione da parte dell’operatore della
propria efficacia.
La preoccupazione di influire positivamente sull’andamento delle
situazioni prese in carico e di agire con tempestività, può impedire
all’operatore di cogliere gli elementi essenziali di processi risolutivi per
diversi motivi:
Può rivolgere un’attenzione inadeguata alla persona e ai suoi
- sistemi- risorse reali e potenziali
Può attribuire scarsa considerazione alla volontà del soggetto o darla
- addirittura per scontata
Può sottovalutare l’importanza di un coinvolgimento nei passi da
- compiere, realizzando non tanto un rapporto di impegno reciproco,
ma piuttosto una relazione protettiva, direttiva, al di là del
necessario.
Il percorso di presa in carico prevede fin dall’inizio la partecipazione della
persona o la possibilità di obbligo ad un rapporto con il servizio per motivi
di tutela sociale; tuttavia, anche in questo caso, è ricercata la
partecipazione della persona durante tutto il processo.
Dalla manifestazione della richiesta l’AS accoglie il soggetto e raccoglie
informazioni; se la persona è disponibile allo scambio mette in gioco i
materiali necessari, l’AS li restituirà per favorire prese di coscienza e
verificare la sua comprensione, quindi disporrà degli elementi
indispensabili per collocare la richiesta; qualora invece la persona non
fosse disponibile a dare gli opportuni chiarimenti e a contestualizzare, l’AS
ne sottolineerà il significato, prevedendo anche l’eventuale uscita dal
servizio.
Proseguendo poi dalla riformulazione restituita, discussa e concordata con
la persona, si elabora la scelta del campo di intervento, se la scelta del
campo è condivisa, si passa alla definizione degli obiettivi.
È essenziale che a ogni passo si richieda l’adesione della persona e si
restituiscano i contenuti delle comunicazioni, per evitare di procedere da
soli, avanti ma inutilmente, adeguando il ritmo e attribuendo ad ogni
momento un rilievo attraverso la riflessione, che valorizza l’episodio di
servizio. Questo continuo ritorno consente all’AS di calibrare le
comunicazioni alle risorse ed alla disponibilità della persona,
differenziando i livelli di coinvolgimento, in relazione al soggetto e
personalizzando l’intervento attraverso un processo di accompagnamento.
L’AS deve tener conto delle varietà di situazioni considerate, imparando a
differenziarle, nonostante la consuetudine con scenari comunque marcati
da negatività possa produrre effetti di eccessiva omogeneizzazione.
Inoltre, pur lavorando con le due realtà persona/ambienti e sulla loro
reciproca interazione, l’AS investe in relazione alle potenzialità presenti nei
due campi. Infatti, laddove il soggetto è provvisto di risorse ed esprime
intenti risolutivi, l’AS si orienta a potenziare le capacità elaborative ed
operative riscontrate, aiutandolo a muoversi secondo strategie di compito.
Quando le risorse della persona sono limitate o essa presenta
caratteristiche di rilevante cronicità, la prospettiva di formulare progetti di
cambiamento può essere molto ridotta e l’AS dovrà spostare il fuoco
dell’intervento prevalentemente o anche esclusivamente dalla persona
verso il contesto vitale, poiché è lì che occorre aumentare la competenza
gestionale.
I compiti dell’AS si modificano secondo le situazioni e si articolano in
attività a volte alternative a volte complementari:
Considera le risorse dei mondi vitali e assume come bersaglio
- dell’intervento il rinforzo e lo sviluppo o la costruzione di un SISTEMA
DI SUPPORTO. In questi casi il lavoro per e con la rete costituisce
senza dubbio il compito fondamentale dell’AS
Può “combinare” intorno alla persona una SERIE DI RISORSE, di cui
- diventa temporaneamente il soggetto ordinatore, in attesa di
individuare, se possibile, un referente nel contesto di vita
Definisce un eventuale PROGETTO DI PRESA IN CARICO rivolto alla
- persona, finalizzato a piani di sopravvivenza
Offre al contesto sociale in cui la persona è inserita la propria
- disponibilità a svolgere una funzione di sostegno, di esperto e di
costante PUNTO DI RIFERIMENTO, sotto diverse forma
Oltre all’AS anche la rete è invitata e aiutata a lavorare sul compito con
obiettivi, che vengono discussi al suo interno e con l’AS stesso, il quale
viene ad assumere in questo caso la funzione di chi “aiuta ad aiutare”.
Nei casi in cui il soggetto è obbligato a sottoporsi ad un intervento per una
decisione di un organismo di giustizia, l’AS può lavorare su un compito in
parte predefinito, che si delinea all’interno di una funzione di prevalente
controllo e responsabilizzazione, a protezione di minori.
La lealtà costituisce la premessa incontestabile sia per un’azione di
controllo rispettosa, sia per una richiesta di supporto da parte di altri
soggetti in un processo di mutamento di codici comportamentali.
La relazione tende a potenziare le capacità della persona in modo diverso,
in rapporto alle fasi che precedono e seguono il CONTRATTO:
Nella fase precedente, la considerazione del soggetto si traduce
- prevalentemente in ASCOLTO E DISPONIBILITA’
Quando è stato stipulato il contratto, l’AS impegna il soggetto
- attraverso MODALITA’ PIU’ DIRETTIVE ED ENERGETICHE,
accompagnando l’attività o la riflessione mentale che si realizza su
aspetti limitati, ricaricando la persona, evocando la soggettività
operante all’interno di una calda relazione.
L’utilizzo di tempi limitati facilitano una relazione che non appare gratuita
e disorientata.
Il TEMPO costituisce una dimensione scarsamente considerata nel lavoro
sociale, non focalizzata come risorsa da investire, ma piuttosto come
qualcosa che manca.
Gli investimenti differenziati di tempo portano a distinguere tre casi:
A TEMPO DEFINITO: sono presenti delle capacità e delle risorse nel
- soggetto, ma devono essere riattivate o rinforzate all’interno di
processi di adattamento o di presa in carico che sono già avviati.
ARTICOLATI SUL LUNGO PERIODO: sono situazioni di elevata
- complessità e rilevante grado di dipendenza, in carenza di risorse
disponibili , nelle quali tuttavia è opportuno concordare con la
persona dei percorsi di impegno definiti nel tempo con fasi di stacco
e lontananza dal servizio, che attenuino il senso di dipendenza e
diano la percezione di piccoli traguardi raggiunti.
A TEMPO NON DEFINITO: sono casi di protezione sociale
-
Alcuni recenti approcci metodologici hanno accentuato la rilevanza
dell’elemento temporale nel processo di aiuto, considerando la limitazione
e la strutturazione come fattore incentivante le capacità delle persone e i
dinamismi del cambiamento a fronte delle infruttuose prese in carico
prolungate, che suscitano facilmente la dipendenza e l’attesa.
GENERALIZZARE L’APPLICAZIONE DEL TEMPO BREVE o meglio “definito”,
in quanto anche casi complessi possono beneficiare di progetti focali a
tempo limitato, poiché la separazione da un progetto all’altro consente alla
persona di sperimentarsi senza il supporto dell’operatore e di non vivere la
condizione di continua dipendenza.
La scansione in fasi si articola secondo tempi definiti.
L’evento che conduce l’AS ad interferire con la situazione di vita di una
persona per occuparsene può essere rappresentato da:
Una domanda spontanea
- Un obbligo di intervento
- Una forte sollecitazione di terzi
- Una segnalazione.
-
La fase iniziale di contatto con il servizio, consiste nella considerazione
della domanda rivista alla luce dell’intreccio persona ambienti: mentre l’AS
necessita per orientarsi di conoscenze, che si arricchiranno poi lungo il
processo di scambio, la persona, fornendo elementi necessari, rivisita la
propria situazione.
La considerazione di questa fase induce a riflettere su diversi aspetti che
sono rappresentati da:
Ciò che all’interno del servizio precede e riguarda la domanda della
- persona
Ciò che nella vita della persona preesiste alla domanda
- I compiti che l’AS viene a svolgere, derivati dagli obiettivi specifici
- che caratterizzano questa fase, per approfondire poi l’evento del
CONTATTO tra mondo della persona da una parte e realtà del
servizio dall’altra, realizzato attraverso il rapporto con l’AS.
OBIETTIVI E COMPITI. La prima fase nella relazione di aiuto può essere
definita da 4 parole chiave: DOMANDA, ACCOGLIMENTO, COMPRENSIONE,
ORIENTAMENTO.
Assume infatti diversi obiettivi, da cui discendono i COMPITI dell’AS in
rapporto alla persona, che riguardano da un lato l’ACCOGLIMENTO del
soggetto, dall’altro L’ANALISI E COMPRENSIONE DELLA DOMANDA. Essa
viene collocata nel quadro situazionale e confrontata con la “domanda di
ruolo” che il servizio esprime nei confronti dell’AS in relazione alla
situazione specifica, per ORIENTARSI quindi ed ORIENTARE verso un campo
elettivo di impegno comune.
Le due persone, soggetto e operatore, costruiscono nello scambio un
imbuto orientativo che limita il campo delle aspettative e delle richieste o
escono da un imbuto restrittivo della proposta iniziale della persona per
arrivare comunque a focalizzare: conclude, infatti, la prima fase del lavoro
professionale la SCELTA o l’imminent