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L’ INTEGRAZIONE TRA TEORIA E PRATICA
- L’ACCENTO SULLA GLOBALITA’ DELLA PERSONA UMANA considerata
- singolarmente e in rapporto all’ambiente.
La PROCEDURA METODOLOGICA di studio e valutazione delle situazioni,
- di intervento psicosociale, nonché l’uso di tecniche specifiche (colloqui,
visita dom..) capaci di dare identità al ruolo professionale.
L’AZIONE PER IL CAMBIAMENTO delle situazioni disfunzionali personali e
- ambientali mediante l’uso integrato delle forze positive presenti nella
società, per il raggiungimento di nuovi equilibri vitali in senso evolutivo.
Alcuni fenomeni verificatisi nel tempo nel SS italiano:
Il MOVIMENTO A SPIRALE che si è prodotto nella concettualizzazione del
- SS come ampliamento di obiettivi e di possibili campi d’azione per
rispondere a sempre più numerosi e complessi problemi sociali, con
rapido passaggio dall’analisi di implicazioni psicosociali individuali a
quelle della famiglia, dell’ambiente socio-culturale, fino a quelle del
sistema politico, economico, giuridico.
Il MOVIMENTO DI SESTABNILIZZAZIONE successivamente creatosi nella
- pratica del SS, giacchè l’esigenza di ampliare il campo di osservazione, di
retroagire a informazioni sempre più numerose e complesse, ha prodotto
una proliferazione do obiettivi e di funzioni sempre più ampi e, a un certo
punto, incontrollabili da parte degli operatori sul campo.
Le RESISTENZE del sistema istituzionale rispetto alle istanze di
- cambiamento sostenute dal SS con fiducia nel valore dei suoi scopi,
malgrado la disuguaglianza delle forze operative e l’assenza di peso
politico.
Il notevole bagaglio disciplinare alla base del curriculum non era più sufficiente
a spiegare e ad affrontare i nuovi fenomeni come quello della devianza, delle
nuove povertà. Inoltre, il metodo di lavoro, in particolare il CASE WORK
insegnato e diffuso in Italia spesso come manuale di istruzioni pratiche, aveva
bisogno di approfondimenti teorici e di elaborazione autonoma o addirittura
andava superato con altre metodiche, per consentire agli AS di operare in una
realtà in trasformazione e per di più, messa in discussione e sovvertita da
movimenti ideologici e socio- politici con nuove istanze avanzate da attori
sociali emergenti.
Negli anni ’70: crisi della professione con momentaneo senso di perdita
dell’identità.
Da questa crisi, il SS italiano riemerge negli anni ’80 con un nuovo
interesse per i suoi fondamenti teorici e metodologici e con una più
matura collocazione nel sistema dei servizi socio- sanitari, anche in
virtù del movimento politico culturale connesso con l’avvento delle
Regioni, la promulgazione di nuove leggi sociali, l’avvio delle grandi
riforme e un più aperto dialogo con altre professioni.
Il SS italiano nel suo cammino di professionalizzazione si è dovuto confrontare
inizialmente con il modello burocratico assistenziale vigente cui ha
contrapposto, nel tentativo di innovare la prassi, i modelli teorici e metodologici
americani, pur rilevandone i limiti di applicazione nel contesto culturale
italiano.
Seguendo un percorso storico, osserviamo come le scuole in Italia abbiano
adottato in primo luogo i metodi operativi senza particolare approfondimento
delle teorie ispiratrici e come solo dopo gli anni ’80, si sia aperto un maggior
interesse per l’analisi teorica.
Sebbene le Conferenze internazionali di SS contribuiscano, fin dal 1928 a
diffondere nel mondo il concetto di SS come azione professionale e come
modalità per l’organizzazione dei servizi di assistenza, l’Italia non ne recepisce
appieno il messaggio trattandosi di contenuti sociali elaborati in paesi
democratici e protestanti senza riscontro nella cultura italiana e nel regime
politico del tempo.
Quando, nel 1945, al termine della II GM, di fronte a gravi problemi di
ricostruzione civile ed economica si impone l’urgenza di organizzare la
distribuzione dei soccorsi provenienti da organizzazioni internazionali, in part
UNRRA (UNITED NATIONS RELIEF AND REHABILITATION ADMINISTRATION) e
altresì di ricostruire la rete assistenziale, l’Italia si trova impreparata non
disponendo di tecnici dell’assistenza. Tra il 1945 e il 1950 nascono le prime
scuole per AS senza riconoscimento giuridico, con finanziamenti e orientamenti
ideologici diversi.
Al di la delle differente impostazione IDEOLOGICA, le scuole condividono
problemi di fondo che ne condizionano l’attività, in quanto devono confrontarsi
con la tradizione assistenziale, non professionale, nonché con le istituzioni
burocratiche. Una svolta all’orientamento teorico e metodologico delle scuole
viene impressa dalla V Conferenza internazionale di SS a Parigi nel 1950,
dedicata al dibattito sulle metodologie professionali, in particolare sul CASE
WORK, presentato come metodo che conferisce al SS un’ impostazione
scientifica in quanto elaborato con l’apporto delle scienze umane, realizzato
attraverso precise tecniche, trasmesso mediante una formazione
teorico-pratica.
Tra il 1950 e il 1960 corsi di metodologia, ripartiti in CORSI FONDAMENTALI:
case work, group work, community organization e CORSI AUSILIARI: ricerca
applicata al servizio sociale, amministrazione e organizzazione SS.
CASE WORK: l’entusiasmo suscitato in Italia dal case work, non era
- disgiunto da atteggiamenti di perplessità sulle reali possibilità di
diffondere il metodo nella realtà dei servizi italiani, cioè in un contesto
culturale diverso da quello americano e per di più gravato da enormi
problemi socio- economici. Nel tentativo di applicare il case work nella
pratica, ci si trovava di fronte all’incomprensione dell’apparato
burocratico.
GROUP WORK: il lavoro di gruppo finalizzato a promuovere il
- funzionamento sociale dell’individuo sviluppando la sua capacità di
cooperazione, di accettazione delle diversità socio culturali, in Italia,
verso il 1954 sembrava corrispondere in modo puntuale alle esigenze di
nuovi servizi, es i CENTRI SOCIALI. Nel nostro paese difficoltà per
insufficiente esperienza di vita associativa in senso democratico, alla
visioni privatistica della famiglia e alla rigidità dei suoi ruoli, alla carenza
di strumenti culturali per diffuso analfabetismo.
COMMUNITY ORGANIZATION. Alla fine degli anni ’50 è cominciata in Italia
- una revisione critica del case work con spostamento dell’interesse verso
la dimensione collettiva del SS e l’accoglimento di nuovi metodi, quale il
SS di comunità. Non tutte le scuole accolgono questa sollecitazione, né il
metodo si sviluppa con autonomia professionale e diffusione applicativa,
anche per le difficoltà che gli operatori si trovano a dover fronteggiare:
scarsità di tradizioni comunitarie, società ancora classista,
ideologizzazione dell’azione sociale.
RICERCA APPLICATA AL SS: questo metodo diffuso nelle scuole italiane
- dopo il 1958 a opera di esperti americani, viene presentato come
strumento di supporto al lavoro dell’AS in quanto finalizzato alla raccolta
sistematica e organizzata dei dati e all’interpretazione dei fatti sociali. La
validità del metodo si è rivelata soprattutto a livello di formazione degli
AS in quanto strumento per sviluppare la capacità di analisi e di
conoscenza della realtà, per ridimensionare le interpretazioni
eccessivamente psicologiche del case work, per fornire la premessa
logica al lavoro sociale nel senso di una preliminare comprensione e
interpretazione delle condizioni socio ambientali in cui si innestano i
problemi individuali e collettivi, per sperimentare la partecipazione
democratica , poiché nella ricerca vengono coinvolti i fenomeni studiati.
Poco applicata da AS.
ORGANIZZAZIONE E AMMINISTRAZIONE DEI SS. Definito come processo
- di traduzione della politica sociale in SS. Le scuole hanno ne colto gli
aspetti orientativi e formativi per sensibilizzare gli AS alle problematiche
amministrative dei servizi e favorirne quindi un adeguato
comportamento, per offrire agli AS uno strumento di conoscenza circa gli
ineliminabili aspetti amministrativi e organizzativi propri del SS
professionale inserito nella struttura di un ente.
Solamente verso gli anni ’80 sono apparsi in Italia diversi studi afferenti allo
studio teorico del SS americano, in cui l’esame permette di inquadrare, a
grandi linee, la coerenza evolutiva in rapporto al progresso delle scienze
sociali. Gli autori si sono ispirati prevalentemente alle teorie psicologiche
affermatesi in un determinato periodo storico scegliendo, tra le varie correnti di
pensiero, quelle che meglio potevano contribuire a fornire una base teorica al
SS.
Il SS, generalmente, si presenta come fruitore di teorie da cui prende ciò che
serve all’attività pratica e ciò che meglio si adegua ai suoi principi umanitari e
personalistici. Ne risulta un uso diffuso e sovente parziale delle varie teorie
dove il rigore del riferimento teorico e la coerenza ad esso cede il passo alle
esigenze della pratica e alle istruzioni per il fare.
Risulta chiaro che il SS si è sempre ispirato a teorie che danno importanza alla
persona.
Il SS ha trovato un positivo aggancio con la psicologia solamente con
l’affermarsi delle TEORIE DELLA PERSONALITA’, fondamentalmente la
psicoanalisi, che presentavano un orientamento più pratico rispetto alla
psicologia accademica e proponevano nuove variabili chiave per capire il
comportamento umano. I teorici della personalità, infatti, erano convinti che la
comprensione del comportamento umano poteva ottenersi solo attraverso lo
studio della persona nel suo ambiente naturale e non più in pratiche di
laboratorio.
I riferimenti teorici dei principali modelli operativi , che hanno avuto
accoglienza in Italia, si possono raggruppare in alcuni filoni significativi:
Modelli derivati dalle teorie psicanalitiche
- Modelli derivati dalle teorie ecologiche-sistemiche.
-
I concetti alla base del SS individuale sono dinamici. Cambiano, crescono, si
sviluppano in quanto si modellano sulle esperienze e le conoscenze nuove
che col tempo vengono fatte. (Hamilton)
I MODELLI DERIVATI DALLE TEORIE PSICANALITICHE sono stati
elaborati con riferimento alla psicoanalisi classica e alla psicologia
umanistica. In quest’ultima corrente convergono i cultori di varie teorie
derivate dalla psicoanalisi, ma più aperte al sociale.
Il riferimento alla psicoanalisi classica è presente nella SCUOLA
DIAGNOSTICA sviluppatasi in Usa tra il 1930 e il 1940. Tale scuola ha
perfezionato il modello teorico del case work sul paradigma
studio-diagnosi-trattamento, prevalentemente centrato sulla pe