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LIBRO FERRARIO COMPARAZIONE CON IL MIO MATERIALE

Cap.1- Il metodo nel ss: un processo continuo di...

Ogni professione, rispetto alla realtà, sviluppa un'attenzione metodologica e proprie modalità d'intervento, che

• discendono da assunti teorici e da rielaborazioni di esperienze pregresse.

La padronanza di un metodo sostanzia la professionalità.

• Il metodo definisce un percorso, che articolato secondo criteri opportuni (procedere razionale), conduce al

• raggiungimento di obiettivi predefiniti (mete prefissate).

L'attenzione metodologica si traduce in processi sia di apprendimento e applicazione, sia di di messa in crisi e

• riapprendimento. Il metodo unisce quindi all'aspetto normativo, indicante la via maestra, una componente di

potenziale rinnovamento. Il possesso di una normativa si intreccia con la continua verifica, che ne produce la

rigenerazione.

Cause dello sviluppo incerto del pensiero metodologico nella professione di as in Italia:

• 1) lo storico ed elevato contenuto pragmatico della professione comporta una crescita debole delle

componenti di riflessione e ricerca, elementi basilari per il rinnovamento di un metodo.

2) la professione non ha ancora espresso proprie regole operative forti che definiscano l'azione. La

professione si ispira esageratamente alla logica della disponibilità, del fare immediato, tipica dell'azione

volontaria.

3) la collocazione dell'as in contesti organizzativi residuali, fa sì che ad egli non sia riconosciuta una

posizione di rilievo nell'organizzazione nonostante sia gravato da rilevanti responsabilità sociali. Inoltre la

subalternità talvolta riscontrata rispetto ad altre professioni, hanno portato ad interrogarsi sull'autonomia

riflessiva e operativa del ss.

I modelli nel servizio sociale La crisi degli anni '60 da luogo ad una serie di orientamenti che raggruppano

• approcci classici e approcci innovativi.

Approcci classici:

1) Orientamento psicosociale: diffuso a partire dagli anni '30, adatta lo schema psicodinamico alla

relazione d'aiuto.

2) Orientamento funzionale: poco successivo agli anni '30, evidenzia temi importanti quali la

funzione dell'ente, il ruolo dell'as, la volontà di cambiamento...

3) Orientamento problem solving: è centrato sull'apprendimento di competenze risolutive rispetto a un

problema.

Approcci innovativi:

Per quanto riguarda le matrici teoriche

1) Si passa da riferimenti psicosociali a teorie sistemiche/cognitiviste/comportamentiste.

2) Si passa da riferimenti monoteorici a riferimenti pluriteorici.

Per quanto riguarda le caratteristiche dell'aiuto

1) Si passa dalla pratica di un intervento prolungato a prese in carico più limitate nel tempo.

2) Si passa dall'assunzione da parte del as di un atteggiamento non direttivo ad uno direttivo.

I modelli tendono a diversificarsi sempre più in rapporto a tipiche situazioni di difficoltà.

In Italia l'attenzione ai modelli di ss si colloca negli anni '80/'90, in un periodo di riattivazione della riflessione

metodologica e di rilancio della professione.

Sempre in Italia tendono a diffondersi approcci di natura olistica in grado di valorizzare il lavoro di caso e al

tempo stesso sviluppare la circolarità tra i diversi aspetti dell'azione professionale. In questa direzione si sono

diffusi: I modelli sistemici – I modelli di rete – L'approccio unitario centrato sul compito...

Cap.2- Un modello unitario centrato sul compito

L'approccio unitario centrato sul compito si colloca all'interno dei modelli olistici, che considerano e

• affrontano le problematiche sociali nei loro aspetti individuali e collettivi. Si qualifica come orientamento di

ricerca sia nella pratica, sia nei riferimenti teorici.

In Italia i prodromi del modello corrispondono a partire dalla seconda metà degli anni '60, quando si assiste al

• diffondersi di una maggiore considerazione riguardo la “centralità della persona” in cui l'as intreccia il

lavoro con i singoli all'azione di adeguamento delle risorse e promozione sociale, per arrivare ad un suo

sviluppo durante gli anni '80, quando l'istituzione dei servizi di territorio, e l'inserimento al loro interno degli

aass, creano una situazione di congruenza con un approccio integrato.

L’approccio unitario è stato possibile grazie allo sviluppo dei servizi pubblici territoriali che hanno dato luogo

• a tipologie di intervento di prevenzione e di cura.

La dimensione collettiva viene particolarmente accentuata, così come il riconoscimento della soggettività.

• L’A.S. nei confronti della persona:

- Assume un’ottica bifocale (opera nei confronti della persona e dei soggetti del suo contesto).

- Realizza interventi multipolari (opera in direzione della persona, della sua realtà e del servizio di

appartenenza).

Essere centrati sul compito richiama ad una concentrazione operativa su campi praticabili per realizzare

• interventi fattibili.

Operare per compiti richiede:

-L’elaborazione mentale ed emotiva del ruolo, dello specifico servizio...

-La pratica della progettazione, ossia la costruzione di un progetto globale d'intervento.

-L'abitudine a definire responsabilità e incarichi.

I riferimenti fondanti del modello unitario sono rappresentati dalle teorie ecologiche-sistemiche e dalle teorie

• cognitiviste.

- L'individuo e l'ambiente: il modello unitario sposta l'attenzione dai processi intrapsichici alle

dinamiche interattive fra i soggetti. Poiché si sviluppa tra persona e ambiente

un continuo processo circolare adattivo-trasformativo, le difficoltà che i

soggetti manifestano sono legate alla qualità dei contesti.

- Una visione dell'uomo: il cognitivismo, superando una visione deterministica del comportamento

come prodotto di cause esterne o interne, concepisce l'azione come frutto di

motivazioni, intenzioni e scelte.

L'azione professionale è vincolata all'esame di realtà, in quanto la tendenza a lavorare su problematiche

• differenti può portare a realizzare progetti utopici e realisticamente poco fattibili.

L'esame di realtà consiste in un'operazione conoscitiva che per oggetto appunto l'analisi e la considerazione dei

contesti in cui si gioca il ruolo professionale. Tali contesti analizzati per: .coglierne le caratteristiche

significative .considerare le aree e i fattori di rischio .considerare le difficoltà e le risorse offerte.

Le relazioni d'aiuto sono di natura promozionale e abilitante, e si fondano sulla collaborazione della persona

• e/o dei soggetti significativi.

Il progetto definisce un assetto organizzativo dell'intervento professionale. Si traduce in compiti operativi

• fattibili.

Il progetto si focalizza su un aspetto riconosciuto come problematico per la persona; l'obiettivo e definito nelle

sue caratteristiche e nello spazio temporale attraverso la realizzazione di azioni (compiti) concordati e inseriti

nel contratto.

Il lavoro di rete è l’insieme degli interventi di connessione di risorse e strategie atte a produrre relazioni

• finalizzate a produrre benessere nelle persone e nella collettività.

A livello metodologico si distinguono:

1)Lavoro di rete a indirizzo terapeutico

2)Lavoro a indirizzo organizzativo

3)Lavoro a indirizzo comunitario

4)Lavoro a indirizzo relazionale.

Strategie di compito e di rete: tali strategie uniscono l’azione individuale a quella collettiva. Compito

significa attività realizzabile e verificabile. L’A.S. percepisce le domande degli utenti e ove possibile le traduce

in interventi utili ma limitati.

Operare per compiti richiede:

1) La pratica della progettazione per ambiti

2) L’abitudini a negoziare responsabilità e incarichi

3) La definizione di regole e protocolli.

Le strategie di rete invece offrono all’A.S. gli strumenti per attivare e potenziare dei soggetti collettivi sul

territorio.

Il setting definisce le condizioni di esercizio di una professione, rivestendo funzioni di orientamento e

• contenimento. Comprende gli elementi strutturali della situazione, il relativo processo, e l’atteggiamento

assunto dall’operatore.

Le parole chiave della professione:

1)Relazione (educativa,promozionale,collaborativa)

2)Collocazione all’interno di contesti organizzativi

3)Funzione tra bisogni,risorse,problemi e istituzioni

4)Agente di cambiamento (autorealizzazione delle persone e qualificazione degli ambienti).

Cap.4- Relazioni nel ss professionale

La relazione d’aiuto nasce da una domanda legata ad un bisogno non soddisfatto. Può essere definita come

• l’insieme delle azioni professionali indirizzate al rapporto con la persona, con il contesto e l’organizzazione di

appartenenza. Attraverso essa l’A.S. favorisce i processi evolutivi. In merito a ciò, l’A.S. deve saper: ascoltare

– tenere un atteggiamento empatico e maieutico – fare da specchio.

La relazione di aiuto si sostanzia nel processo di aiuto, tramite il quale il S.S. percepisce i problemi e ricerca le

• soluzioni adeguate; si fonda su un clima di fiducia e di partecipazione reciproca verso un obiettivo comune.

In situazioni di alto coinvolgimento emotivo come queste, è utile ricorrere al concetto di “neutralità della

• relazione professionale” che indica un atteggiamento di partecipazione e immedesimazione nella situazione

dell’utente ma poi un distacco mentale per non assumersi personalmente i problemi altrui. Questo

atteggiamento potrebbe apparire come improduttivo, in realtà consente uno stato di ricostruita lucidità sulla

base di una compresione profonda.

Una relazione di aiuto si differenzia per:

• - la centralità attribuita alla persona (interessi, bisogni...).

- gli obiettivi che assume.

- l'essere fondata su obettività e consapevolezza.

La relazione d’aiuto è triadica

• (operare in un servizio, dentro una politica sociale, in rapporto con diversi soggetti).

L’A.S. sviluppa anche rapporti di collaborazione con colleghi della stessa o di altre professioni, configurandosi

come esperto delle comunicazioni tra i diversi soggetti e dando luogo all’agire comunicativo.

La dispartà di potere presente nella relazione di aiuto lascia il posto, in un contesto di collaborazione non

• scontata, ad una sostanziale pariteticità in termini di autonomia dei soggetti.

Il problema può essere considerato come una “condizione indesiderabile”. Esso corrisponde alla rottura

• dell'equilibrio fra la persona e l'ambiente e si manifesta come situazione di incoerenza fra bisogni, aspettative,

capacità e opportunità.

I problemi p

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Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher demidov di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Metodi e tecniche del servizio sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cellini Giovanni.
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