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I disturbi e i rumori sono interferenze o barriere che impediscono o disturbano
la comunicazione durante le fasi del procedimento comunicativo. Nasce
l’interpretazione sbagliata, il messaggio può essere male organizzato. Quello
che comunichiamo all’altro è ciò che l’altro ha capito non ciò che pensiamo di
aver comunicato.
Le barriere sono causate da fatti oggettivi legati al canale come interferenze,
fenomeni psicologici o/e percettivi, insufficienza di informazione. Il modo in cui
viene percepito il messaggio con ricorso agli stereotipi e pregiudizi, percezione
selettiva, cioè gli schemi di riferimento che limitano il modo di percepire gli
eventi, status di chi comunica, carenze d’ascolto, imperfezioni di linguaggio,
malintesi linguistici e il fenomeno della saturazione, cioè eccessivo
affaticamento del soggetto ricevente. Ci sono barriere di carattere psicologico
collegati allo stato d’animo o all’ambiente circostante, lo stimolo concorrente,
la tensione ambientale, la tensione del soggetto, l’ignoranza del mezzo di
comunicazione. Per rimediare bisogna riflettere sulla situazione, porre
domande direttive e valutative, esprimere con precisione semantica il
pensiero, saper comunicare efficientemente e accompagnare le parole con i
gesti.
Il colloquio professionale di servizio sociale
Il colloquio professionale di servizio sociale con cui l’ assistente sociale.
entra in relazione con la persona è volto a instaurare una relazione
significativa con la persona, cogliere le informazioni, formulare le valutazioni,
ci saranno interventi per promuovere il coinvolgimento e la partecipazione
della persona nella comunicazione. Una buona parte è improntata sull’ascolto,
bisogna dare spazio all’altro, capire l’altro. È una forma specializzata di
comunicazione, non è totalmente direttiva ma nemmeno deve essere lasciata
al caso. L’interazione è volta a raggiungere uno scopo scelto coscientemente e
il contratto deve essere stipulato in base a questo obiettivo. È un mezzo per
esprimere il processo d’aiuto.
Le caratteristiche:
il conduttore è l’ assistente sociale ed è lui che organizza il setting che
- rappresenta un processo di conoscenza reciproca.
La fase di accoglienza è
mettere a proprio agio la persona,
• conversare brevemente su argomenti generali,
• analizzare l’invitante,
• valutare la sua motivazione al cambiamento;
• la fase di sviluppo si concentra nel stimolare la persona a parlare di sé,
- interagire emotivamente in modo efficace e soddisfacente;
saper affrontare argomenti spiacevoli;
- durante la conclusione bisogna attenuare l’intensità prima di chiudere il
- processo, ricapitolare i temi trattati e puntualizzare il contratto.
Le tecniche sono sempre formalmente organizzare, preparate prima dell’inizio
del colloquio. Le espressioni d’interesse possono anche essere non verbali.
La capacità d’ascolto, l’abilità relazionale, saper comunicare la stima, la
fiducia. L’ascolto è lo strumento di gestione relazionale.
Con la persona si hanno tre possibilità:
accettare la sua comunicazione,
- rifiutarla
- o squalificare la persona.
-
Quest’ultima può avvenire attraverso la contraddizione, cambio di argomento,
lo sguardo rivolto altrove ecc.
Osservare per cogliere elementi che non vengono verbalizzati, serve per
incrementare le informazioni; la tecnica della restituzione:
l’ assistente sociale restituisce i messaggi che ha ricevuto, dopo deve
• operare una selezione di contenuti.
Le tecniche per formulare le domande sono la chiarezza e contenuto,
controllare il tono della voce, porre le domande in modo relazionale. Le
domande da evitare sono a risposta unica, quelle che suggeriscono già la
risposta, più domande insieme con perché, come, che cosa ecc.
Colloquio e discussione
I tipi di colloquio sono:
informatici o di segretariato sociale, brevi per codificare la domanda,
• domande formulate in modo da non indagare o invadere, di tipo informatico,
creare un rapporto, fornire informazioni chiare, valutare la corrispondenza
tra domanda e strumenti che può offrire. Questo colloquio è offerto a tutti i
cittadini che necessitano di informazioni;
colloqui valutativi per elaborazione di valutazione professionale, di
• eventuali progetti di aiuto; restituire alla persona gli elementi di valutazione,
illustrare il percorso;
colloqui di negoziazione per raggiungere un accordo tra le parti con due
• punti di vista differenti sull’affrontare la situazione; L’ assistente sociale si
presenta come mediatore;
colloqui di trattamento psicosociale per progetti di aiuto
• metodologicamente orientati;
colloqui terapeutici;
• colloqui di indagine psicosociale con le prognosi del problema;
• colloqui di consulenza per fornire chiarimenti professionali ai cittadini.
•
Colloqui e setting
Il setting è lo spazio all’interno del quale avvengono dinamiche e processi
interpersonali. Può essere la sede del servizio per garantire l’accoglimento, la
continuità di contesto e controllo allo stesso tempo; può essere il domicilio
della persona con i rispettivi fattori di influenza come familiari, amici, oggetti
significativi ecc.; può essere una struttura ospedaliera. Altra variabile da
tenere presente è il tempo, si deve sempre rispettare la puntualità, il tempo
deve essere ben organizzato e finalizzato.
È necessaria la registrazione, cioè trascrivere le informazioni di carattere
generale durante il colloquio, e alla conclusione svolgere la vera registrazione
di tutti i contenuti significativi; il tempo tra il termine dell’incontro e la
registrazione deve essere il più breve possibile.
La visita domiciliare
La visita domiciliare avviene quando è necessario conoscere e approfondire
aspetti relazionali, la vita della persona e della sua famiglia. In questo caso è
la persona ad avere il controllo della situazione, dietro ci deve essere un
attento progetto verificabile nel suo impatto.
Le tecniche fondamentali sono l’osservazione e il colloquio, agire in logica
progettuale; bisogna valutare da chi è richiesto il servizio, se la persona è
impossibilitata a recarsi nella sede del servizio, se è opportuno l’intervento
multidisciplinare. Necessità di rispettare l’orario stabilito.
Le finalità sono il completamento delle informazioni, la verifica di tali,
l’osservazione e l’esame.
Capitolo 4
Documentazione come strumento professionale
Comunicare attraverso al documentazione
Documentare per trasmettere informazioni, ogni documento deve avere un
contenuto, un destinatario, un fine; serve per favorire i processi di verifica, di
controllo ecc. Il controllo è una parte di aiuto: la documentazione permette
l’efficace circolazione di esperienze e di materiale, la memoria costituisce
l’identità professionale, è un luogo di memoria viva. Rivisitare ogni percorso,
possibilità del dialogo tra professionisti, auto riflessione aiuta a mantenere una
posizione di maggiore equilibrio, maggiore consapevolezza del proprio mondo
interno.
La cartella sociale è una della tipologie più usate di documentazione; vi è la
documentazione di esercizio e la documentazione di governo. La prima
rappresenta il processo di aiuto, per facilitare soluzioni ai problemi e tenere
sotto controllo l’intervento; gli strumenti sono la cartella sociale, i verbali, le
relazioni di varia destinazione. La documentazione di governo attiene
all’organizzazione della struttura, ha dati e informazioni necessarie per
l’operatività, le informazioni che servono per programmare le attività e
valutare i progetti. Documentazione orientata a facilitare l’esercizio
professionale e quella orientata a produrre informazioni utili per il governo del
servizio e dell’organizzazione.
Cartella sociale professionale è uno strumento per rappresentare il
processo di aiuto; p una raccolta di informazioni utili per la valutazione della
situazione dell’utente, definizione di obiettivi ecc. Si annota tutto ciò che si sta
facendo, ciò che è stato fatto e ciò che si farà. Garantire la qualità delle
prestazioni, è un veicolo di informazioni interprofessionali e interorganizzative,
è necessario usare uno schema standard e uniforme, evidenziare il punto
chiave. È utile unificare la modulistica di un intero servizio per garantire la
continuità. Deve sempre includere i dati base, la situazione socio ambientale.
Familiare, economica, sanitaria e culturale, i problemi sociali, i progetti
individualizzati di intervento, in diario di processo di aiuto, i risultati raggiunti
ecc. è un insieme di modulistica di gestione con inserto professionale,
amministrativo.
Relazione scritta di servizio sociale: documento tecnico professionale di
competenza specifica di a.s., riassume dati essenziali da comunicare a un
preciso destinatario. È un resoconto scritto di fatti. Una copia deve essere
inserita nella cartella sociale. Ci sono relazioni si apertura di un caso, altre atte
a riferire un indagine svolta, o un aggiornamento su una situazione. Sono
indicazioni utili per la realizzazione del progetto di intervento. Ci deve essere
sempre il destinatario, il contesto e l’oggetto della relazione, lo scopo e la
finalità della relazione. Contiene elementi informatici, valutativi, descrittivi,
propositivi e di scambi relazionali.
La registrazione del colloquio dell’ assistente sociale
Diario dell’attività giornaliera è l’agenda del singolo professionista in
collegamento con l’agenda del servizio; l’a.s. registra i fatti principali, le
riflessioni, le idee, le comunicazioni.
Verbale: descrizione di ciò che è stato detto in una riunione; è un atto
amministrativo ed è uno strumento di controllo, non deve rilevare valutazioni
e giudizi.
Il Sistema informativo socio assistenziale
Sistema informativo: insieme organizzato di processi atti a gestire
informazioni, fornisce quelle necessarie a un soggetto che ne necessità per
svolgere la sua funzione. Sono metodi e procedure formali e informali, un
insieme di parti collegate tra loro: informazioni, procedure per trattamento dei
dati, le persone per il supporto delle procedure, mezzi e strumenti utilizzati.
L’ assistente sociale è inserito in un complesso sistematico di rapporti che
influiscono e condizionano la sua attività: i rapporti con l’utente, con gli altri
operatori, c