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Metodologia del Servizio Sociale:
La m.s.s. da un lato segue il percorso generale di ogni altra scienza per giungere ad
una conoscenza scientifica, dall’altro possiede una propria specifica metodologia. Gli
oggetti d’analisi sono rappresentati da situazioni sociali irripetibili e multidimensionali.
La m.s.s. presenta idoneo grado di scientificità in quanto partendo dall’intuizione giunge
alle ipotesi, sottoponendole alla loro verifica empirica attraverso la validazione della
pratica.
Modello sistemico relazionale:
Pensare in maniera sistemica significa creare una mappa mentale procedendo per
diversi livelli sistemici. Il msr prescinde dal processo metodologico e dalla relativa
scansione in fasi
E’ legato all’operatività del S.S., si sviluppa in Italia dagli anni ’80 a partire dalla
riflessione sulla teoria generale dei sistemi di von Bertanlaffy e dalla sua applicazione
nell’ambito della terapia familiare.
L'utilizzo di un approccio sistemico facilita/rafforza gli atteggiamenti professionali quali
l'accettazione e l'autodeterminazione.
Consente al professionista di raccogliere le informazioni fornite dai soggetti,
collegandole in un'ipotesi che dia senso ai loro comportamenti e che sia funzionale al
cambiamento.
Il msr pone attenzione costante sull’ambiente (sia a livello micro, sia a livello macro), al
contesto entro cui si manifesta il problema e alle relazioni familiari.
Le informazioni raccolte vengono collegate ad un’ipotesi di tipo sistemico che possa far
acquistare un significato relazionale ai comportamenti dei vari attori.
Strumenti utili dal punto di vista grafico sono: il genogramma (che consente di
visualizzare le diverse generazioni, i rapporti di parentela e gli eventi critici) –
l'ecomappa (che consente di vedere la famiglia in relazione con altri sistemi del
contesto sociale).
Nella verifica dei risultati possono essere applicati i concetti di informazione e
retroazione, di omeostasi e cambiamento, in quanto consentono non solo di cogliere i
risultato finale, ma di effettuare eventuali correzioni al processo.
Modello unitario centrato sul compito: (già presente)
Modello problem solving:
Questo modello, elaborato da Perlman, si sviluppò negli anni `40-`60 e trovava i suoi
fondamenti teorici nelle teorie sia psicoanalitiche che nel cognitivismo.
L’idea di fondo definisce l’uomo come un soggetto in uno
stato di insoddisfazione perenne (bisogni), che per poter essere soddisfatto si
ritrova a dover affrontare un continuo processo di soluzione dei problemi.
Quando, però, l’efficacia
personale e sociale iniziano ad incontrare delle difficoltà, l’individuo non riesce a trovare delle
soluzioni alternative al problema, causandogli un senso di impotenza e insolubilità. In
tal caso il ruolo dellassistente sociale consiste nell’aiutare l’utente a comprendere, accettare e
rielaborare il problema, insegnandogli ad usare le risorse disponibili in modo sempre diverso ed
efficace.
Non sempre i fallimenti di una persona dipendono da lei, ma anche dall’ambiente sociale con
cui interagisce e con cui l’assistente sociale deve entrare in contatto.
L’ambiente, infatti, può diventare la fonte di molte informazioni non pervenute durante il
colloquio individuale con l’utente. Le domande servono per appurare in maniera obiettiva i fatti.
Multidimensionalità:
Il S.S. territoriale italiano ha sempre una visione e un’ottica tridimensionale/trifocale, in
quanto si pone nel punto d’intersezione fra l’utente, l’ente, e la comunità allo scopo di
sostenere i legami tra loro esistenti perché possano essere funzionali ad una
promozione personale e sociale delle persone.
Presa in carico: (già presente)
Progetto: (già presente)
Modello della razionalità assoluta.
Modello della razionalità limitata→problem solving.
La progettazione comunicativa.
Processo di aiuto: (già presente)
È un processo diretto a promuovere l’acquisizione di nuove strategie per la soluzione di
un problema.
È un processo di empowerment che incrementa la competenza personale.
Dal punto di vista metodologico utilizza la logica del “lavorare per progetti”.
Relazione d’aiuto: (già presente)
Segretariato sociale:
È un servizio rivolto a tutti i cittadini e alla comunità locale teso a informare sull’efficacia
del sistema dei servizi.
Fornisce notizie pertinenti sulla reale situazione locale – aiuta la corretta utilizzazione
delle risorse – funge da osservatorio.
Si diffonde a partire dagli anni 60’/’70 a seguito dell’aumento della tensione sociale
dovuta ai fenomeni migratori interni, e alle oggettive difficoltà per le persone
nell’accedere alle risorse dei servizi.
Segnalazione:
È un’azione tramite la quale informazioni relative ad un problema, una situazione, una
persona vengono sottoposte all’attenzione di soggetti competenti in materia.
Si distinguono i seguenti tipi di segnalazione:
Segnalazione da cittadini→ questi possono appartenere al sistema familiare o esserne
estranei.
Segnalazione anonima→ può essere verbale (telefonica) o scritta. Comporta la
necessità di valutarne il livello di affidabilità.
Segnalazione fra organizzazioni→ si realizza tra i diversi servizi e istituzioni. Deve
essere formale e scritta.
Segnalazione da e per l’autorità giudiziaria→ quando è l’autorità a segnalare si ha un
mandato autoritativo che obbliga l’intervento. Quando è il servizio a segnalare si ha una
dimensione di tutela di un minore o di un adulto incapace.