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X X
k = k + (n + 1) = + (n + 1) =
2 2
k=1 k=1 4
che è esattamente l'espressione che dovevamo ottenere. Quindi possiamo concludere
che la proprietà vale per ogni maggiore di 1. Per chiarire facciamo un ulteriore
n
esempio, considerando la seguente serie:
n n(n + 1)(2n + 1) (1.8)
X 2
k = 6
k=1
Usiamo il principio di induzione per vericare la validità della proprietà per ogni
maggiore di 1. Per prima cosa verichiamo la validità per (ovviamente
n n = 1
dovremo ottenere 1): ·
n(n + 1)(2n + 1) 1(1 + 1)(2 1 + 1) (1.9)
=⇒ =1
6 6
A questo punto dimostriamo per induzione che:
n+1 (n + 1)(n + 2)(2n + 3) (1.10)
X 2
k = 6
k=1
Avremo chiaramente, operando in modo analogo all'esempio precedente:
n
n+1 n(n + 1)(2n + 1) (1.11)
X
X 2 2
2 2
k + (n + 1) =
k = + (n + 1)
6
k=1
k=1 2
2n + 7n + 6
n(2n + 1) (1.12)
+ (n + 1) = (n + 1)
= (n + 1) 6 6
Il polinomio di secondo grado in ha due radici distinte pari a e quindi
−2 −3/2
n
può essere fattorizzato come segue: 3 (1.13)
2 )(n + 2) = (2n + 3)(n + 1)
2n + 7n + 6 = 2(n + 2
sostituendo si verica la validità della proprietà per da cui segue la validità
n + 1
generale per ogni maggiore di 1.
n
1.2 Algebra elementare delle serie
In questa sezione introduciamo le due proprietà fondamentali di base delle se-
rie numeriche che torneranno utili in seguito. Queste due proprietà riguardando
essenzialmente la delle serie numeriche ovvero:
linearità ∞ ∞ ∞ (1.14)
X X X
± ±
(a b ) = a b
n n n n
n=0 n=0 n=0
∞ ∞ (1.15)
X X
(ca ) = c a
n n
n=0 n=0
con . In termini più rigorosi, la condizione di linearità impone che se due
∈
c R
serie numeriche di termini generali e convergono rispettivamente ad e
a b A B
n n
(cioè per molto grande tendono ad assumere i valori e ) allora anche una
n A B
loro combinazione lineare con coecienti e converge e in particolare converge a
c d
. Chiariremo questi concetti nella prossima sezione in cui introduciamo il
±
cA dB
concetto di convergenza. 5
1.3 Convergenza
Per denizione il della successione delle somme parziali è il carattere della
carattere
serie associata. Quindi diremo che la seguente serie:
∞ (1.16)
X a n
k=0
è convergente e ha somma se la successione:
l n (1.17)
X →
s = a l
n k
k=0
allo stesso modo la serie diverge se la successione delle somme parziali diverge. Così
ad esempio la serie ormai familiare: ∞ (1.18)
X k
k=0
diverge in quanto la successione: n n(n + 1) (1.19)
X
s = k =
n 2
k=0
ovviamente diverge al crescere di . E' chiaro che se la successione delle somme
n
parziali è irregolare, ovvero non converge e non diverge ma oscilla in un intervallo,
anche la serie associata sarò irregolare. Enunciamo ora un teorema molto impor-
tante in quanto ci fornisce una condizione necessaria per la convergenza, e quindi
rappresenta il primo step nello studio della convergenza di una qualsiasi serie:
: Condizione necessaria anché la serie converga ad è:
∞
P a l
Teorema k
k (1.20)
→
a 0
k
quando tende a innito.
k : Scriviamo:
Dimostrazione (1.21)
s = a + a + . . . + a +a n
n 0 1 n−1
{z }
| s n−1
da cui: (1.22)
−
a = s s
n n n−1
Se la serie converge allora ed essendo:
→
s l
n (1.23)
≤ ≤
s s l
n−1 n
allora anche , quindi possiamo scrivere:
→
s l
n−1 (1.24)
− → − →
a = s s l l 0
n n n−1
6
: Sia monotona. Allora la serie è regolare ovvero o
∞
nk
P P
s = a a
Teorema n k k
k
converge o diverge.
: Sia non decrescente per cui:
s
Dimostrazione n (1.25)
≥ − ≥
s s =⇒ s s 0
n+1 n n+1 n
ed essendo si avrà:
−
s s = a
n+1 n n+1 (1.26)
≥ ∀n
a 0
n+1
quindi la serie o converge o diverge.
Per chiarire l'utilità di questi due teoremi prendiamo in considerazione la seguente
serie numerica: ∞
1 (1.27)
X cos k
k=0
possiamo fare la seguente osservazione:
1 1 (1.28)
≤ ∀n
0 < 1 =⇒ cos > 0
k k
la successione delle somme parziali è di conseguenza monotona quindi la serie è
regolare. Tuttavia osserviamo che:
1 (1.29)
6
= 1 = 0
lim cos k
k→+∞
quindi la serie non converge ma diverge in quanto non è soddisfatta la condizione
necessaria di convergenza.
1.4 Serie fondamentali
Prima di entrare nel dettaglio dei criteri di convergenza è comodo introdurre alcune
serie che incontreremo più volte nella trattazione successiva, in quanto ci accorge-
remo che spesso, nello studio concreto della convergenza, ciò che si prova a fare è
maggiorare la serie con cui si lavora con una serie di cui si conosce già il carattere.
Partiamo allora con il considerare la seguente serie:
∞
1 (1.30)
X n(n + 1)
k=1
la serie potrebbe convergere in quanto il termine generale va a zero per . Per
→ ∞
n
vericarlo procediamo come segue:
∞
n
1 1
1 (1.31)
X X −
= =
n(n + 1) k k + 1
k=1 k=1
1 1 1 1 1 1 1
− − − −
= 1 + + + ... +
2 2 3 3 4 n n +1
1
−
=1 n +1 7
allora per avremo:
→ ∞
n ∞
1 (1.32)
X =1
n(n + 1)
k=1
questa serie è nota come . Una serie analoga ma con comporta-
Serie di Mengoli
mento del tutto dierente è la seguente:
∞ 1 (1.33)
X k
k=1
detta . Essa è una serie divergente anche se soddisfa la condizione
Serie armonica
necessaria (ma non suciente) di convergenza. Si può dimostrare che la sua succes-
sione di somma parziali è asintotica a e in particolare vale la seguente relazione
log n
nota come formula di Eulero-Mascheroni
n 1 (1.34)
X = log n + c + ε n
k
k=0
dove è una costante (di Eulero-Mascheroni) pari a circa 0.5, mentre è un
c ε n
innitesimo che soddisfa: 1 (1.35)
0 < ε <
n n
La serie armonica può essere generalizzata con la seguente espressione:
∞ 1 (1.36)
X
ζ(s) = s
k
k=1
assumendo il nome di . Dimostreremo che essa converga se e
serie Zeta di Riemann
solo se .
s > 1
Consideriamo ora la seguente successione: (1.37)
2 3 n
s = 1 + q + q + q + . . . + q
n
questa successione di somme parziali da origine ad una serie detta Serie geometrica
di ragione . Il termine generale tende a zero se e sole se . Questa è
n −1
q q < q < 1
una condizione necessaria e suciente anché la serie:
∞ (1.38)
X n
q
k=0
converga. : Consideriamo la seguente successione:
Dimostrazione (1.39)
2 n
s = 1 + q + q + . . . + q
n
moltiplichiamo ambo i membri per :
q (1.40)
2 3 n n+1
qs = q + q + q + . . . + q + q
n n+1
−
1 q (1.41)
n+1
− − 6
s qs = 1 q =⇒ s = q = 1
n n n −
1 q
8
allora avremo che, quando :
−1 < q < 1 1 (1.42)
→
s n −
1 q
quando , la sua potenza diverge all'innito quindi anche la serie
q > 1 (n + 1)
converge. Quando , per pari la serie diverge a , mentre per dispari
−1
q < n +∞ n
a . Quando , è 0 o 1 rispettivamente se è dispari o pari. Mentre
−∞ −1
q = s n
n
quando è evidente che la serie è la somma di inniti termini pari a 1 e quindi
q = 1
diverge. 9
10
Capitolo 2
Criteri di Convergenza
In questo capitolo enunceremo una serie di criteri utili per studiare la convergenza
delle serie numeriche; ogni criterio verrà accompagnato dalla sua dimostrazione e da
alcuni esempi attraverso la quale cercheremo di chiarirne l'applicabilità.
2.1 Criterio del confronto
Si considerino le due seguenti serie numeriche:
∞ (2.1)
X a n
n=0
∞ (2.2)
X b n
n=0
entrambe a termini positivi o nulli, ovvero . Sia inoltre .
≥ ≤ ≤
a , b 0 0 a b
n n n n
Allora si ha che: diverge;
diverge allora anche
i) Se ∞ ∞
P
P b
a
n n
n=0 n=0
ii) Se converge allora anche converge.
∞
∞ P
P b a n
n n=0
n=0
La dimostrazione è molto semplice e intuitiva, infatti basta tenere presente della
relazione , per la quale si ha:
≤ ≤
0 a b
n n ∞ ∞ (2.3)
X X
≤
s (a) = a b = s (b)
n n n n
n=0 n=0
per cui posto: (2.4)
→
s (a) +∞
n
è evidente che anche divergerà. D'altro canto, se si ha:
s (b)
n (2.5)
→
s (b) l
n
allora: (2.6)
≤ → →
s (a) s (b) l =⇒ s (a) l
n n n
11
essendo regolare. Un corollario a questo criterio è il così detto
s (a) criterio del
n , secondo il quale, se le due serie (2.1) e (2.2) sono tali per cui:
confronto asintotico (2.7)
≥ ≥
a 0 b 0
n n
e è asintotico a per (in simboli: ), allora le due serie hanno
→ ∞ ∼
a b n a b
n n n n
stesso carattere. Questo criterio è molto utile nel valutare la convergenza di una
serie quando si è a conoscenza del comportamento di una sua serie asintotica; ad
esempio se si ha: ∞ 5 2
−
n 2n (2.8)
X 7 2
3n + 5n
n=1
si nota che per il termine generale:
5 2 5
−
n 2n n 1 (2.9)
∼ =
a =
n 7 2 7 2
3n + 5n 3n 3n
poiché la serie: ∞ 1 (2.10)
X 2
n
n=1
è una serie armonica convergente, allora ne deduciamo che anche la serie (2.8) con-
verge. Facciamo un altro esempio applicando questa volta il più generale criterio
del confronto; consideriamo la serie:
∞ 1 (2.11)
X √ 3
n log n
n=1
√
sia e sia tendono a innito quando tende a innito. Tuttavia sappiamo
log n n n
che il logaritmo a qualsiasi potenza è un innito di ordine inferiore rispett