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Criteri di tollerabilità del rumore

T1 p ( )= ⋅ ⋅ ⋅ τ∫⎢ ⎥L 10 log deq ⎢ ⎥2T⎣ ⎦p0 rifL AOvviamente, è possibile considerare anche e, cioè, un livello equivalente in scala eAeqscrivere: ⎡ ⎤τ2AT p ( )1= ⋅ ⋅ ⋅ τ∫⎢ ⎥dL 10 logAeq ⎢ ⎥2T⎣ ⎦p0 rif 4SENSAZIONE SONORACapitolo 1111.3 Criteri di tollerabilità del rumore

È ormai da tempo accertato che gli effetti dannosi del rumore sull'uomo rappresentano un problema assai sentito dalla società sia per i risvolti sociali ed economici che per la crescente diffusione del fenomeno. Gli effetti prodotti dal rumore sull'organismo umano sono molteplici e diversi in relazione alle caratteristiche del fenomeno sonoro, ai tempi e alle modalità d'esposizione ed anche alla risposta soggettiva degli individui interessati. Una graduazione degli effetti porta a riconoscere diversi livelli classificabili come: fastidio o annoyance, allorché si avverte una sensazione

generica di disagio- prodotta dall'intrusione del rumore;disturbo uditivo- , quando si riscontra un'obiettiva alterazione delle condizioni psicofisiche;danno uditivo- , quando si verifica una alterazione, totalmente o parzialmente permanente, che può essere accertata da un punto di vista clinico.

In generale, non è possibile parlare d'assuefazione al rumore poiché l'esposizione prolungata produce effetti d'accumulazione che determinano danni crescenti nel tempo. La presunta assuefazione è indice dell'avvenuta riduzione delle capacità uditive e quindi una minore sensibilità agli stimoli dannosi del rumore. Non è possibile stabilire univocamente né un procedimento di rilevazione della causa del disturbo (rumore e sue caratteristiche) e neppure una metodologia di indagine atta a riscontrare il danno prodotto sull'uomo. Non vi è dubbio, tuttavia, che gli elementi che hanno maggiore incidenza

Sul disturbo acustico

Il disturbo acustico è determinato principalmente dal livello di pressione sonora e dal tempo di esposizione. Per valutare la tollerabilità dei rumori, è necessario considerare anche la durata del rumore, il suo andamento temporale (continuo, intermittente, a carattere impulsivo) e il rumore di fondo generato da altre fonti acustiche. La definizione di criteri di tollerabilità assume grande importanza a livello legislativo e legale.

I criteri di tollerabilità utilizzati nella pratica si basano sulla misura del rumore come livello equivalente in dB(A) fornito dal fonometro e sull'attribuzione di un indice al rumore che può essere desunto dalla forma del suo spettro sonoro.

Nel primo caso si fa riferimento alla pesatura attuata dalla scala fonometrica dello strumento, mentre nel secondo caso si attribuisce un indice al rumore.

Sensazione sonora

Capitolo 5

11NRnumerico (Noise Rating) ad un particolare spettro si può anche evidenziare in qualibande di frequenza un eventuale intervento di correzione acustica sia più conveniente. Come si può osservare dal diagramma, ad ogni curva, simile a quella dell'audiogramma normale, è assegnato un indice. Le modalità di utilizzazione di questi diagrammi prevedono di riportare lo spettro sonoro del rumore in esame sul diagramma stesso. Al rumore si attribuisce un indice pari a quello caratterizzante la curva di riferimento NR sovrastante lo spettro misurato. A titolo di esempio, nella figura si è tracciato lo spettro di un rumore misurato in banda NR NR = 70d'ottava; l'indice che lo individua è come si può osservare dalla figura. È importante notare come l'indice del disturbo potrebbe essere notevolmente ridotto se fosse possibile intervenire con interventi tecnici sui singoli livelli sonori della banda 2000 [Hz] e 500 [Hz].

Destinazione Indice NR Livello sonoro [dB(A)]
Sale per concerti, teatri NR 25 25-30
Appartamenti, scuole, ospedali NR 30 30-40
Sale per conferenze NR 35 30-35
Soggiorno NR 40 35-40
Uffici, ristoranti NR 50 40-45
Officine, laboratori NR 60 35-40

Cenni sulla normativa per il rumore nelle aree urbane

11.4 legge n° 447

La del 1995 "Legge quadro sull'inquinamento acustico" ha definito gli indirizzi generali entro i quali la Stato e Regioni devono emanare tutta una serie di decreti attuativi in tema d'inquinamento acustico nell'ambiente esterno e nell'ambiente abitativo. Gli argomenti affrontati nei decreti spaziano dalla definizione dei valori limite d'immissione.

esterno complessivi e da singole sorgenti, valori limiti d'attenzione equalità, tecniche di rilevamento dell'inquinamento acustico e anche prescrizioni alrequisiti acustici passivi degli edificiriguardo dei . immissione sonora nell'ambienteSi può accennare ai i livelli massimi peresterno e negli ambienti abitativi . Al riguardo dell'ambiente esterno il territorio6 zonecomunale deve essere preventivamente suddiviso in riconoscibili dalla classe dizonizzazione acusticadestinazione d'uso che ad ognuna compete. Tale atto " " è un attotecnico-politico di governo del territorio poiché ne disciplina l'uso e ne vincola lei limiti massimi dimodalità di sviluppo. A ciascuna zona sono, quindi, attribuitiimmissione sonora da parte di tutte le sorgenti presenti espressi in termini del livelloLequivalente limite diurno e notturno.AeqLa tabella che segue riporta le zone e i limiti fissati. 7SENSAZIONE SONORACapitolo

11Limiti massimi L [dB(A)]AeqClassi di destinazione d'uso del L Tempo diurno L Tempo notturnoAeq AeqterritorioI Aree particolarmente protette 50 40II Aree prevalentemente residenziali 55 45III Aree di tipo misto 60 50IV Aree di intensa attività umana 65 55V Aree prevalentemente industriali 70 60VI Aree esclusivamente industriali 70 70

Per quanto riguarda, invece, la valutazione del disturbo, causato da immissionenegli ambienti abitativi criterio, la normativa prevede il riferimento ad unsonoredifferenziale inteso come differenza tra il livello di rumore ambientale e il livello dilivello di rumore ambientalerumore residuo. Il è il livello equivalente che si misura conlivello dila sorgente disturbante in funzione durante un intervallo di tempo T, mentre ilrumore residuo corrisponde al livello sonoro equivalente che si misura durante unintervallo di tempo T in assenza della sorgente o sorgenti disturbanti. a + 5 dB(A)Le differenze da non superare tra i citati livelli

sono rispettivamente pari per3 dB(A)il periodo diurno e + per quello notturno.

SENSAZIONE SONORA

Capitolo 1111.5 Cenni sulla propagazione del suono in assenza e in presenza di ostacoli.

Aspetti importanti in campo urbanistico, ad esempio, per valutare il livello di pressione sonora prodotto da sorgenti presenti all'interno di una zona residenziale (industrie, linee ferroviarie, autostrade ecc.).

11.5.1 Propagazione in campo libero sorgente sonora

In figura è rappresentata una sorgente sonora puntiforme isotropa che, pertanto, emette onde sonore secondo superfici sferiche.

Si noti che un elemento del fronte d'onda, a sufficiente distanza dalla sorgente (in assenza d'ostacoli), può essere considerato come un'onda piana che si muove in linea retta, la cui propagazione può essere rappresentata graficamente mediante raggi sonori normali ai fronti d'onda stessi, come rappresentato nella precedente figura.

11.5.2 Propagazione del suono in presenza di ostacoli

Quando

Un'onda sonora interagisce con ostacoli si verificano alcuni importanti fenomeni dipendenti dalla lunghezza d'onda del suono e dalle dimensioni dell'ostacolo:

  • diffrazione;
  • riflessione;
  • rifrazione.

Diffrazione

Si supponga di considerare inizialmente onde marine anziché sonore. Si consideri, da punto di vista qualitativo, la situazione rappresentata nelle figure a) e b) e cioè la diga di un porto investita da onde di un mare in tempesta. Se nella diga è presente un'apertura di lunghezza d, l'ampiezza del comportamento, oltre la diga, delle onde (lunghezza d'onda risulta λ. λd/d è notevolmente diverso in relazione al rapporto Quando il rapporto è λd numericamente grande (e cioè l'apertura è grande rispetto alla lunghezza d'onda la situazione si presenta come rappresentato in figura a, mentre nel caso opposto come rappresentato nella figura b.

SENSAZIONE SONORA

Capitolo 11

d . P. P Figura

Figura 1: Nel primo caso, la propagazione delle onde oltre l'apertura può essere descritta geometricamente in modo molto semplice mediante raggi vettori. In particolare, la diga crea un'ombra proiettata pressoché netta come rappresentato nella figura (a), per cui le acque possono essere considerate calme. Figura 2: Nel secondo caso, quando le dimensioni dell'apertura sono paragonabili alla lunghezza d'onda delle onde incidenti, l'apertura stessa diventa un insieme di punti di origine di onde sferiche secondarie. Pertanto, non si forma più una significativa "ombra" di calma esercitata dalla diga: le perturbazioni ondose aggirano l'ostacolo. Questi fenomeni di diffrazione sono comuni a tutti i tipi di onde e, pertanto, si verificano anche nel caso delle onde sonore. Nella situazione rappresentata in figura (che si riferisce al caso in cui la lunghezza d'onda di un'ondasonora siamo molto più piccolo delle dimensioni dell'ostacolo) la propagazione delle onde sonore viene ad essere nettamente delimitata con formazione della zona d'ombra ove il suono non è percepibile. In genere, almeno per i suoni che rientrano nel campo medio-basso delle frequenze udibili, quando cioè le lunghezze d'onda risultano paragonabili alle dimensioni geometriche dell'ostacolo, la zona d'ombra risulta molto meno.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
14 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/10 Fisica tecnica industriale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mkb89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Acustica applicata e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Ferrara o del prof Prodi Nicola.