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CHARLES PEIRCE

Filosofo americano, prima che semiotico, 1839-1914, padre della pragmatica. Ha un’esistenza

legata all’ambiente universitario statunitense ed è il fondatore della semiotica angloamericana

contemporanea. E’ un autore nella produzione cartacea a-sistematico cioè scrisse moltissimi

articoli brevi su argomenti scientifici più vari. Il fatto è che anche se questo non è dichiarata, lui a

monte ha una visione sistematica. La sua produzione saggistica è frantumata perciò questo è

difficile da fare emergere. Quello che si sa del suo pensiero si vede da una raccolta di articoli dal

titolo Collected Papers. Questa raccolta non tiene in considerazione il criterio cronologico. Si ha

quindi l’idea che all’inizio ha una visione d’insieme e che dopo si è evoluta. È un semiologo, la sua

vita è legata alla scienza prima che con la filosofia. L’elemento principale della sua formazione

filosofica fu lo studio della Critica della ragion pura di Kant. Con la scienza perché il padre

Benjamin è astronomo e scienziato di fama. Pierce farà l’università ad Harvard, si laureò in chimica

nel 1862 : anni della filo della scienza e teoria della specie. In quegli anni il sistema era quello di

classificare. Egli infatti fa la classificazione dei segni. Insegnò dopo la laurea ad Harvard la filo

della scienza ma anche conduce attività di ricerca scientifica per un’agenzia di ricerche americana

(cost survey). Nel 1865\68 pubblica una serie di saggi ed alcun articoli che a lungo sono stati

impropriamente considerati, tutta la sua semiotica è stata letta dai suoi articoli attorno al 68. Questi

saggi sono chiamati anticartesiani perché in questi saggi si oppone all’idea di “intuizione” così

come teorizzata da Cartesio. Questo è importante perché egli dice che la nostra conoscenza del

mondo non dipende dalla concezione immediata delle cose ma è sempre mediata da idee e ogni

nostra conoscenza è mediata da altre idee, non ho un inizio immediato con un oggetto perché ho

altre idee che influenzano la mia conoscenza di quell’oggetto. Sono considerati i saggi ideali per

considerare la sua semiotica. Negli anni 70 del XIX secolo, Pierce fonda e frequenta il

metaphysical club, club di intellettuali in cui liberamente si discute di quello che si sta studiando.

Lui ama l’idea di comunità scientifica. Il criterio della condivisione e dell’accordo della comunità

degli addetti su significato di una certa nozione, si ha un’idea base per Pierce. È un’attitudine

gratificata in lui venendo assunto ad insegnare nella Jhonoptis university : principale centro di

ricerca degli USA. Nel 1884\85, perde il lavoro lì (non si sa perché) e da lì conduce un’esistenza

emarginato dal mondo in cui sin dall’infanzia si sentiva inserito. Questo è importante perché l’idea

si shock, di impatto e scontro con la realtà che ti si impone ha un’importanza per la sua semiotica

che riconsiderò l’idea che i segni siano separati dalla realtà. Una tipologia di segni che in Pierce si

caratterizza per avere uno scontro diretto con la realtà. La semiotica cognitiva di Pierce: secondo

lui le idee che abbiamo in testa sono null’altro che segni, che la nostra cognizione passa sempre

per i segni e che la nostra comprensione è un ricavare nuovi segni da segni precedenti. Non esiste

forma di conoscenza umana che non passi per segni e idee. I significati che abbiamo in testa che

ci permettono di capire noi e il mondo sono idee.

Cos’è un segno: è una definizione triadica ovvero ci sono sempre tre elementi. I tre elementi sono

l’oggetto del segno, il segno sé stesso e l’interpretante che è l’idea che si forma in testa alla

persona quando riceve il segno. Un segno è qualcosa che sta a qualcuno per una persona per

qualcos’altro sotto qualche rispetto o capacità. Questo punto di vista si chiama ground. Questo

segno crea nella mente della persona un segno equivalente o più sviluppato : interpretante del

primo segno. C’è sempre un interpretante che è il concetto, l’idea.

Il segno: ho un oggetto ovvero squadra dell’Inter. Un segno che rimanda a questo oggetto può

essere l’unione dei miei colori che sono il nero e l’azzurro oppure può essere un segno dello

stesso oggetto il profilo di José Murino. I due segni posso dare luogo a interpretanti diversi. Il primo

segno può accendere il senso della divisa sociale, se vedo il secondo segno mi viene in mente il

capitano che solleva la coppa dei campioni. Gli interpretanti sono diversi. Segni diversi dello

stesso oggetto : interpretanti diversi. Posso partire dallo stesso segno che mi fanno venire in

mente la stessa cosa. Lo starnuto è il segno di qualcosa ossia stato di malessere però può

accendere interpretanti diversi o che sono malato o allergia. Il segno genera interpretanti diversi a

seconda della persona e genera interpretanti che arricchiscono la prima idea aggiungendo dati.

Questo è il modello teorico usato per spiegare come funziona la comprensione umana. La

circolazione sociale dei significati ossia come si formano e circolano nel sociale in un ambiente

mediatizzato. Segno: foto di due politici : genera interpretazione di quell’incontro. Nuova alleanza

oppure conferma di un gossip che circolava già. Interpretazione genera nuova interpretazione nei

segni dei contenuti dei media. Terza cosa : l’ermeneutica di un testo cioè il progredire delle

interpretazioni di un significato di un certo testo.

Il suo pensiero è sistematico ma non ben disposto perché diffuso in molti articoli. Ogni conoscenza

che abbiamo è mediata da segni, non c’è un rapporto diretto tra oggetto conoscitivo e quello della

conoscenza. Ci sono sempre di mezzo dei segni. Ci sono anche dei segni dopo, che si innescano

a questo processo perché là dove c’è un segno ce n’è sempre un altro perciò a sua volta da

questo ne nascerà un altro, e così via.

Classificazione dei segni:

Pierce propone una matrice di classificazione stilando una mappa dei tipi di segni che ottiene

incrociando due terne di coordinate. La prima sono le così dette faneroscopiche da fanero che in

greco significa ciò che appare e presenta la mente, con le categorie si può dipartire tutto ciò che

esiste nel mondo e tutto ciò che appartiene all’essere ricade in una delle tre dimensioni. Queste tre

dimensioni sono quelle della primità della secondità e terzità.

• La primità è la dimensione di tutto ciò che è possibile e che non è ancora è la dimensione

del puro qualitativo è la dimensione di tutto quello che è immediato nascente e fresco, della

sensazione per come la ricevi e per come la puoi pensare dal punto di vista qualitativo. La

seconda categoria è quella dell’esistenza quindi vi rientra tutto ciò che esiste e perciò porta

con sé delle qualità, è la dimensione del fatto in cui vi rientra tutto ciò che riguarda l’impatto

con l’esterno e diverso da noi, ciò che ci porta a doverlo accettare è la realtà che ci risulta

innegabile in quanto ci dice dei no, è la dimensione della spinta. La terza dimensione

rientra tutto ciò che risponde ad una legge, tutto ciò che è collegamento e mediazione

razionale, che ha a che fare con la ragione e con leggi macinate dalla ragione. La primità è

la categoria del possibile e potenziale e del puro qualitativo di ciò con cui l’oggetto ci si

presenta è la categoria del presente.

• La secondità è la categoria del fatto e di ciò che esiste è quindi la categoria del passato

perché è qualcosa che esisteva già.

• La terzità del ragionamento e legge quindi è la categoria del futuro. Le altre tre coordinate

sono i tre elementi della relazione segnica che sono: il segno, l’oggetto a cui il segno

rimanda e l’interpretante. Se si incrociano le due terne di coordinate ci formano le nove

tipologie di segno secondo Pierce.

Posso considerare un segno per come è in sé stesso quindi potrà ricadere a seconda di com’è

nella teoria della primità, secondità, terzità, oppure lo considero in base al suo rapporto con

l’oggetto e così potrà ricadere ancora nelle tre categorie di prima. Posso considerarlo per il tipo di

interpretate che genera quindi ancora nelle tre categorie. I segni sono come si intrinsecano. Ci

possono essere delle qualità che fungono da segni (es. colori nero e azzurro possono essere in

quanto qualità funzionare da segni di qualcosa).

• Qualisegno : non può agire effettualmente come segno finché non è incarnato, ma la sua

incarnazione non ha niente a che fare con il suo carattere di segno. E’ un segno costituito

da una pura qualità.

• Sinsegno : è una cosa o un evento fattualmente esistente che è un segno. Preso una sola

volta, ossia segni che incarnano i qualisegni.

• Legisegno : è una legge che è un segno. Instaura un rapporto di significazione.

La terna centrale è come Pierce classifica i segni a seconda di che cosa fonda il rapporto del

segno con l’oggetto (di qui quel segno è segno), che cosa fa sì che il segno possa essere segno

dell’oggetto. Un segno può essere segno di qualcosa perché gli assomiglia perché c’è un rapporto

di analogia con l’oggetto. In questo caso ha un segno iconico. Egli distingue tra icone e ipoicona.

• Icona è l’immagine di quei tratti che possono fare la somiglianza con qualcos’altro, ma

questo qualcos’altro non è richiesto per il suo essere ciò che è.

• Ipoicona sono i tratti incarnati nell’oggetto. E’ la tipologia dei segni che possono essere

segni di qualcosa perché hanno un rapporto di vicinanza con il loro oggetto ma soprattutto

perché da quell’oggetto sono stati modificati. La fotografia prova l’esistenza dell’oggetto

(secondità), invece un ritratto non conoscendo la persona che non conosco, mentre l’indice

(secondità) mi prova l’esistenza dell’oggetto, l’icona (primità) non prova l’esistenza

dell’oggetto. Questa categoria è importante in Pierce ma in generale per la semiotica e per

discipline che studiano il linguaggio.

• Indice : è un segno che si riferisce all’oggetto che denota in virtù del fat

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A.A. 2017-2018
6 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher girlorange di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Fumagalli Armando.