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La teoria di Peirce

Peirce è considerato il fondatore della corrente filosofica del pragmatismo americano e uno dei padri fondatori della semiotica. Nella sua opera "Collected papers" si trovano varie definizioni e noi ne analizzeremo in particolare due.

Prima definizione: "Un segno, o representamen, è qualcosa che per qualcuno sta per qualcosa sotto qualche aspetto o capacità."

Per Peirce, il representamen è un sinonimo di segno ed è qualcosa che sta per qualcos'altro per qualcuno.

  • Questo significa che per Peirce qualsiasi cosa può essere un simbolo, ad esempio se si vede del fumo lo si può interpretare come un segno che ci sia anche del fuoco.
  • Anche i concetti astratti e i pensieri possono essere dei segni.
  • Il segno è un oggetto sostitutivo, ogni cosa che può stare per un'altra cosa è un segno.
  • È necessario che ci sia qualcuno che colga la

La relazione tra il segno e ciò che il segno rappresenta, quindi la connessione tra ciò che significa e ciò che è significato è molto soggettiva, dunque una cosa sta per un'altra cosa solo per qualcuno. C'è sempre qualcuno che attribuisce a qualche cosa un certo senso sulla base delle sue esperienze di vita ad esempio. Se non c'è nessuno che interpreta non ci può essere la relazione segnica.

Il representamen sta per l'oggetto non sotto tutti i possibili aspetti, ma soltanto rispetto alcuni aspetti decisi da una scelta pertinente. Quindi il segno non è il perfetto equivalente dell'oggetto ma seleziona soltanto alcune proprietà semantiche trascurandone altre. Basti pensare alla rappresentazione stilizzata dell'uomo, è abbastanza evidente che quest'insieme di linee rappresenti in modo stilizzato un essere umano, perché ha le parti fondamentali del corpo dell'essere umano.

anchese tutti sappiamo che l'umano ha altre caratteristiche e altri organi ma cibastano questi per riconoscere nel segno un essere umano. Un segno che è una replica perfetta è inutilizzabile basti pensare alla mappadi Borges che voleva essere sempre più dettagliata fino a diventare unamappa in scala 1:1 che ricoprì l'intero reame.

Peirce: semiosi

La semiosi è un concetto importante per Peirce perché indica il processo di produzione e dicircolazione del senso, come già detto questo processo richiede un interprete che sia in grado diriconoscere un segno e di attribuirvi un significato.

Seconda definizione

"Un segno o representamen, è un Primo, che sta in una tale autentica relazione triadica con unSecondo, chiamato il suo Oggetto, da essere in grado di determinare un Terzo chiamato il suointerpretante."

Peirce propone un modello triadico, e questa è una grande differenza rispetto all'approccio

Di Saussure che pensa in termini binari (significato e significante). Per Peirce invece gli elementi sono tre, e questa rappresentazione prevede che il segno sia un Primo che sta in una relazione triadica con altri due elementi: il Secondo ovvero l'oggetto a cui il segno si riferisce e il Terzo ovvero l'interpretante che è un secondo segno che serve per interpretare il Primo.

Esempio: Un medico vede delle macchie rosse sulla pelle di un bambino (Primo o segno), queste macchie indicano una malattia e quindi il medico le interpreta come un sintomo che sta per il morbillo (Secondo o oggetto), allora a questo punto il medico dovrà fare la diagnosi e dirà alla madre che suo figlio ha il morbillo e quindi la parola "morbillo" fungerà da Terzo o interpretante.

Esempio: Io sto parlando con un interlocutore che non conosce molto bene l'italiano, e ad un certo punto uso la parola "cane" che sta per un certo oggetto (mammifero, quadrupede), in questo caso il mio interlocutore potrebbe non capire il significato di "cane" e quindi avrei bisogno di un Terzo, cioè un altro segno, per spiegargli il significato di "cane".

casol'interpretante sarà l'animale cane e quindi basterà fargli vedere la foto di un cane. Interprete ed interpretante È molto importante non confonderli, l'interprete è il qualcuno per il quale un segno sta per il suo oggetto (al di fuori della relazione triadica), invece l'interpretante è un secondo segno che si mette in relazione con il Primo (segno). L'interpretante (Terzo) - È un secondo segno che ci serve per conoscere l'oggetto; - Non è necessariamente un segno verbale ma è ogni altra rappresentazione riferita allo stesso segno, può anche essere una rappresentazione mentale come un'idea che noi associamo ad un determinato oggetto. La semiosi illimitata Come si può dedurre dall'esempio del cane, si può creare una catena di interpretanti che si crea per associazione mentale. Cane (representamen) -> Dog (primo interpretante) -> animale domestico (secondo interpretante) -> amico fedele (terzo interpretante) -> amore incondizionato (quarto interpretante) -> ecc.

interpretante) ->Rex (terzointerpretante) -> Pastore tedesco (quarto interpretante)

Pensare è necessariamente connettere segni in un'infinita catena di associazioni di idee che per noi viene naturale costituire anche se alle volte non ne siamo del tutto consapevoli, ovviamente non sono illimitate ma possono esserci moltissimi interpretanti.

La Gioconda

Nella nostra cultura il quadro di Da Vinci gode di particolare fortuna e ha una catena di interpretanti che non si è ancora interrotta.

Questi sono tutti segni che interpretano il segno primo, reinterpretando in vari modi, come la parodia, il segno primo della gioconda.

La semiosi illimitata è un concetto interessante nell'analisi della cultura, per esempio può essere nello studio dei fenomeni della comunicazione di massa, infatti il fatto che a un segno ne corrisponde sempre ad un altro implica che la cultura produca una sequenza ininterrotta di interpretazioni radicate sulle interpretazioni.

precedenti.

Esempio

Supponiamo che avvenga un evento di cronaca e che il primo a darne notizia sia un canale televisivo, in questo caso ci sarà un tg con un video (primo interpretante), poi la notizia viene ripresa dai giornali che ne fanno un articolo (secondo interpretante), da qui scaturirà un dibattito alla radio, uno sui social e uno in TV.

Approfondimento sulla semiosi illimitata

Lettura del saggio “Santi, meme e identità” di G. Marino e G. Visso.

PEIRCE: CLASSIFICAZIONE DEI SEGNI

Bisogna partire dalla prima definizione studiata: “Un segno, o representamen, è qualcosa che per qualcuno sta per qualcosa sotto qualche aspetto o capacità.”

Non esiste una relazione di perfetta equivalenza tra il segno e il suo oggetto ma esistono diversi tipi di relazioni segniche, e a seconda del tipo di relazioni segniche si possono distinguere tipi di segni diversi.

Peirce presenta varie classificazioni di segni ma noi ci concentreremo sulla distinzione

tra: icone, indici e simboli.
  • Le ICONE sono segni il cui representamen è simile all'oggetto, quindi c'è una relazione di somiglianza tra il segno e l'oggetto;
  • Gli INDICI sono segni il cui representamen ha una connessione fisica o causale con l'oggetto;
  • I SIMBOLI sono i segni che hanno una relazione arbitraria con l'oggetto.

Icone

Sono dei segni in cui il segno è legato all'oggetto da una relazione di somiglianza, bisogna tenere in conto che la somiglianza perfetta non esiste, infatti un segno non è un perfetto equivalente di un segno. Quindi non esistono pure icone ma solo segni in cui l'aspetto iconico prevale, perciò a livello teorico sarebbe più corretto parlare di ipoicone.

Somiglianza: Non solo la perfetta somiglianza non esiste ma in realtà l'idea stessa di somiglianza non è così scontata come si pensa, infatti in geometria la similitudine è la...

proprietà di due figure che sono uguali sotto tutti gli spetti tranne che per la dimensione. L'idea di somiglianza ripresa dalla geometria può sembrare un po' arbitraria, prendiamo per esempio la Tour Eiffel e uno dei souvenir che la rappresentano, per noi adulti è scontato dire che si assomigliano ma invece per un bambino potrebbe non esserlo. Nelle icone la relazione tra segno e oggetto è data da una somiglianza percepita come oggettiva dal gruppo sociale che usa il segno ma che può non essere universale. La "Dama con l'ermellino" di Da Vinci. Di fronte a segni come il ritratto di "Dama con l'ermellino" di Da Vinci siamo portati quasi spontaneamente a pensare che sia un segno somigliante alla dama stessa, ma non pensiamo che si tratta anche del risultato di una drastica selezione di tratti pertinente, infatti i ritratti riproducono solo alcuni caratteri di una persona come i lineamenti del viso, ma ci sono

molte caratteristiche che non vengono riportate, basti pensare al fatto che il ritratto è bidimensionale e non viene riprodotto tutto il corpo. La caricatura Siamo portati a pensare che la caricatura sia un'enfatizzazione di alcuni tratti somatici a volte deformandoli, eppure nella nostra cultura siamo abituati al genere e pensiamo che siano somiglianti ma non è così. Le caricature selezionano dei tratti pertinenti, e in questa caricatura si può vedere che cosa il disegnatore ha selezionato ed enfatizzato ovvero: gli occhi e il sorriso che sono molto grandi; e questo si fa anche per veicolare un certo messaggio, per esempio comunicando l'immagine di un personaggio gioviale e semplice. L'iconicità, dunque, è sempre connessa a un certo grado di convenzionalità. Il Papa, essendo una figura molto conosciuta, ha una moltitudine di interpretanti e ci può far capire che le icone si differenziano tra di loro perché sono.caratterizzate da diversi gradi di somiglianza. In questa immagine si può vedere una statua dedicata al Papa in Argentina che è molto precisa e pure tridimensionale, quindi ha un grado di somiglianza molto altro rispetto alla foto o alla caricatura.

Cattedrale di Notre Dame

I critici di allora non avrebbero riconosciuto la somiglianza tra il vero e il dipinto mentre noi oggi ci rendiamo conto che dal punto di vista della visione artistica della realtà la cattedrale di Monet assomiglia a quella reale.

Indici

Un indice è un segno causalmente o fisicamente connesso con il suo oggetto, e riceve il suo senso da esso.

L'indice come anche le icone sono oggetti motivati, ovvero che la relazione tra segno ed oggetto non è totalmente arbitraria, per l'indice però la corrispondenza è creata da una contiguità fisica o causale.

I pronomi personali oppure il fatto di puntare il dito verso un oggetto sono degli indici per

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrochesta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Ponzo Jenny.