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Riassunto esame Semiotica, prof. Pisanty, libro consigliato Morfologia della fiaba, Propp Pag. 1
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Aarne propone però la sua classificazione non come scientifica, ma come pratica, e in quest'ottica

ha un grande valore. Le fiabe possono infatti riportare più numeri, appartenere quindi a diverse

categorie legate al contenuto.

La classificazione è una delle prime e più importanti fasi dello studio scientifico.

Veselovskij ha individuato i motivi come soggetto. Il motivo può essere presente in soggetti diversi.

Per Veselovskij il motivo è primario, non il soggetto. Il motivo è per lui "l'unità non scomponibile

del racconto". Tuttavia gli esempi che egli riporta di motivo sono scomponibili.

Per esempio il motivo "il drago rapisce la figlia del re" è formato da elementi che possono essere

facilmente sostituiti (ad es. Il drago può essere sostituito col diavolo, con lo stregone, ecc).

Bedier propone invece, come schema rappresentativo delle fiabe, lo schema W + a + b + c / W + l +

m + n, dove W è la l'elemento costante presente in tutte le fiabe, mentre le lettere minuscole sono le

variabili.

Ad oggi, i modelli di Bedier e Veselovskij sono stati abbandonati.

Il libro di Volkov descrive le fiabe per motivi, tra cui sono annoverati le qualità degli eroi, il loro

numero, le loro azioni, gli oggetti. Ad ognuno di questi argomenti corrisponde un segno

convezionale (lettera o numero). Volkov ne elenca circa 250. Fiabe simili, ovviamente, danno luogo

a schemi simili.

Questo ci dice poco: tuttavia, come una lingua si basa su una grammatica (che ne è il substrato),

anche la fiaba deve appoggiarsi ad una struttura organizzata.

Quest'analisi morfologica è necessaria come base per altri tipi di analisi, come quella storica, o per

spiegarci l'apparente mistero celato dalla somiglianza tra fiabe provenienti da parti diverse del

mondo. Quest'analisi oscura e formale è necessaria per una comprensione reale.

2. Metodo e materiali

Il nostro lavoro verterà specificatamente sulle fiabe di magia, identificate da Aarne con i numeri da

300 a 749. Punteremo a definirne la morfologia, cioè una descrizione per componenti e sulla base

del rapporto delle parti tra loro e rispetto al tutto.

Nelle fiabe spesso troviamo personaggi diversi che ricoprono le medesime funzioni. In questo senso

è utile studiare la fiaba in base alla funzione dei personaggi.

Una prima analisi ci ha mostrato come la reiterazione delle funzioni nelle fiabe è soprendente.

La specificità dell'azione di un personaggio cambia, ma il ruolo che ricopre è fisso. Tale ruolo è

sostituibile ai motivi di Veselovski o agli elementi di Bedier. Le funzioni sono assai poco numerose,

al contrario dei personaggi che le hanno incarnate.

La fiaba è quindi multiforme, varia ed eterogenea da un lato, uniforme e ripetitiva dall'altro.

La definizione delle funzioni è quindi il punto di partenza; essa deve trascendere il soggetto e deve

essere rappresentata da un sostantivo che indica un'azione generale (fuga, divieto, ecc). Bisogna

inoltre posizionare una funzione all'interno della narrazione.

Una definizione di funzione: un atto del personaggio, ben determinato nell'ottica della sua

importanza per il decorso dell'azione.

Sottolineamo quattro tesi:

-Le funzioni sono quindi elementi costanti e fondamentali della fiaba.

-Il numero di funzioni nel racconto di magia è limitato. Poche le contengono tutte.

-La successione delle funzioni è sempre la stessa. Il "salto" di una funzione non infirma la

successione delle altre.

-Le fiabe sono tutte monotipiche (vedremo in seguito perchè).

Fiabe con le stesse funzioni sono "monotipiche". Sorprendentemente, si è scoperto che nessuna

funzione esclude la compresenza di quasiasi altra.

Tutto lo studio, puramente deduttivo, è stato condotto dalla fiaba 50 (la prima di magia) alla fiaba

151, includendo quindi tutte le fiabe magiche di Afasanev.

3. Le funzioni dei personaggi

Di ciascuna funzione forniremo: un breve compendio della sua essenza, una parola rappresentativa

ed un segno convenzionale (per permettere un facile confronto).

La serie di funzioni che indicheremo rappresenta la base morfologica della fiaba in generale.

Le fiabe iniziano con una situazione iniziale (in cui vengono elencati i membri della famiglia o il

futuro eroe), indicata con "i", a cui può seguire una delle varianti della funzione "e":

e: uno dei membri della famiglia si allontana da casa;

e1: un adulto/anziano si allontana;

e2: la morte dei genitori;

e3: un giovane si allontana.

Segue la funzione della proibizione, segno "q":

q1: non guardare nella dispensa (64), non uscire dal cortile (94), ecc.

q2: ordine o richiesta: portare la colazione (74), condurre il fratello nel bosco (173), ecc

ecc.

Molte fiabe sono composte da una serie di funzioni, che possiamo chiamare passi. Un nuovo

danneggiamento alla conclusione di una vicenda può creare una nuova fiaba concatenata alla

precedente. Non è tuttavia una ripetizione: è uno sviluppo.

Possiamo concludere che il numero di funzioni è estremamente limitato (31). L'azione di tutte le

fiabe conosciute si sviluppa nell'ambito di queste funzioni. Un gran numero di funzioni è disposto a

coppie (proibizione-violazione, investigazione-delazione, lotta-vittoria), ma esistono anche funzioni

isolate.

Lo schema da noi ricavato costituisce per le fiabe un'unità di misura. Rapportando le fiabe al nostro

schema permette di confrontarle tra loro in modo più semplice.

4. Assimilazioni. Casi di valore duplice per una stessa funzione

Abbiamo detto come le funzioni debbano essere svincolate dal personaggio che le esegue, ma

sottolineamo ora di come esse debbano anche essere trattate in modo indipendente da come

vengono eseguite. Talvolta funzioni diverse possono essere eseguite in modo identico. Questo

fenomeno è l'assimilazione dei metodi di esecuzione delle funzioni. In questo caso ci viene in aiuto

un'analisi basata sulle conseguenze delle azioni, più che sulle azioni in sè (es: se dopo una scelta tra

13 figlie o 13 cavalli si riceve il mezzo magico = D o prova da parte del donatore, se si ottiene il

matrmonio = S o compito difficile).

Un altro fenomeno possibile è il valore morfologico duplice nella stessa funzione: l'esordio B, per

esempio, può essere anche compito difficile S.

5. Alcuni altri elementi della fiaba

5.1 Elementi sussidiari per l'interconnessione delle funzioni

Le funzioni sono i componenti fondamentali della fiaba; oltre ad esse, però, esistono altri elementi.

Quando passando da una funzione ad un altra cambia anche il personaggio che la esegue, la fiaba

fornisce un sistema di informazioni, esteticamente valido, per "informare" il personaggio successivo

dell'accaduto ("Ivan il principe arrivò e portò con sè Marja..."), spesso tramite un passaggio di

informazioni tra i personaggi della fiaba.

5.2 Elementi ausiliari nella triplicazione

Spesso il numero 3 è ricorrente sia negli elementi della fiaba che nelle sue funzioni. Spesso

un'azione viene ripetuta 3 volte. Esistono elementi che non ricoprono alcuna funzione se non quella

di permettere la triplicazione di un'azione o di un oggetto.

5.3 Motivazioni

Per motivazioni intendiamo gli scopi dei personaggi che motivano le loro azioni. Sono meno

precise delle funzioni, e non sono mai formulate espressamente. I sentimenti e le qualità dei

personaggi non sembrano influenzare il corso dell'azione.

6. Ripartizione delle funzioni di un personaggio

Come si ripartiscono le funzioni in base al personaggio? Le funzioni si uniscono logicamente in

determinate sfere. Queste sfere, nel complesso, corrispondono agli esecutori. Sono le "sfere

d'azione". Nella fiaba possiamo trovare le seguenti sfere:

-sfera d'azione del cattivo (danneggiamento, combattimento, persecuzione);

-spera d'azione del donatore (peparazione alla cessione e cessione del mezzo magico);

-sfera d'azione dell'aiutante (trasferimento dell'eroe, eliminazione della sciagura, ecc);

-sfera d'azione della figlia del re (l'assegnazione di compiti difficili, il riconoscimento, il

matrmonio, ecc);

-sfera d'azione di chi manda (solo l'invio);

-sfera d'azione dell'eroe (comprende l'invio per le ricerche, la reazione alle richieste del donatore, il

matrimonio);

-la sfera d'azione del falso eroe (anch'essa include l'invio per le ricerche, la reazione alle richieste

del donatore).

Nella fiaba è perciò possibile individuare 7 personaggi.

Come si ripartiscono queste sfere secondo i singoli personaggi della fiaba?

Sono possibili tre casi.

-la sfera d'azione corrisponde con precisione al personaggio (eroe puro, aiutante puro ecc);

-un personaggio abbraccia più sfere d'azione (sia mandante che donatore: il padre che da la mazza

al figlio e lo invia);

-un'unica sfera d'azione si scompone nelle azioni di più personaggi (la persecuzione è attuata da 3

draghi rispetto che da uno solo, un personaggio viene messo alla prova da qualcuno ma viene

premiato da qualcun'altro).

7. Metodi di inserimento di nuovi personaggi nel corso dell'azione

Ciascun tipo di personaggio ha la sua forma di apparizione. Il cattivo appare due volte: la prima

improvvisamente, per poi scomparire, poi viene trovato dall'eroe. Il donatore si incontra

casualmente (es nel bosco), mentre l'aiutante magico è introdotto come dono. Invece il mandante,

l'eroe, il falso eroe e la figlia del re vengono introdotti nella situazione iniziale. Esistono però

eccezioni. Notiamo anche come i personaggi che ricoprono più funzioni vengono introdotti nelle

forme in cui iniziano ad operare.

Solitamente la situazione iniziale è caratterizzata dall'armonia e da un equilibrio che poi vengono

meno.

8. Attributi dei personaggi e loro significato

Abbiamo visto come la nomenclatura e gli attributi dei personaggi siano le variabili di una fiaba, e

di come essi siano svincolati dalle funzioni, risultando itercambiabili. Ovviamente è la cultura da

cui proviene la fiaba ad influenzarne gli attributi, in particolare il paganesimo, la religione e tutto

ciò che è antico.

Gli attributi dei personaggi vengono classificati secondo tre categorie: aspetto e nomenclatura,

peculiarità, abitazione.

Le scelte dei singoli attributi e dei personaggi stessi hanno profonde radici metaforiche, storiche e

religiose, ma non verranno analizzati in questa sede.

9. La fiaba come insieme

9.1 Metodi di combinazione delle fiabe

Possiamo ora scomporre un testo nelle sue componenti.

Possiamo chiamare fiaba qualsiasi svolgimento che da un danneggiamento A (o da una mancanza

a), attraverso funzioni intermedie, giunge fino al ma

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Publisher
A.A. 2013-2014
5 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pietrolicini di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Pisanty Valentina.