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CAPITOLO IV: Il corpo tra dissoluzione e manipolazione
McLuhan aveva affermato che i media sono l’estensione del corpo umano.
A più di quarant’anni da questa affermazione, possiamo dire che la corporeità dell’uomo si trova sottomessa a
dure diverse riduzioni in relazione ai media:
decorporeizzazione: assistiamo ad un apparente superamento del corpo consentito dalle tecnologie
elettroniche con l’affrancamento dei limiti spaziotemporali e la possibilità di raggiungere luoghi virtuali,
di dialogare con interlocutori lontanissimi.
La televisione, più di cinquanta anni fa ormai, ha portato alla rottura delle barriere sociali e familiari
precedenti, ovvero una distinzione marcata tra i ruoli maschili e femminili e tra “grandi” e “piccoli”: la tv
ha radicalmente mutato i confini tra casa ed esterno e di conseguenza la percezione dei ruolo e delle
loro possibilità da parte di giovani e adulti, uomini e donne.
Internet ha ulteriormente cambiato il panorama: esso rappresenta un “terzo luogo” indipendente dalle
coordinate spaziotemporali del mondo reale e ha realizzato una dimensione chiamata “realtà virtuale”
corpo virtuale.
in cui è possibile essere presenti non fisicamente, ma attraverso l’assunzione di un
Uno dei primi esempi di realtà virtuale è rappresentato da “Second Life”, un programma che permette
di acquistare un appezzamento di terra, costruirvi sopra una casa e iniziare così una seconda vita
virtuale. Oggi il suo utilizzo si è molto ridimensionato e in compenso sono nate altre esperienze di
mondi virtuali, sia per utilizzo ludico sia per la ricostruzione di ambienti reali.
Questa parzialità del coinvolgimento corporeo diretto nella fruizione dei nuovi media ha moltiplicato le
diverse identità
possibilità di creare di sé, portandola a un’opportunità insieme di moltiplicazione e di
parziali,
totale sganciamento dai diversi contesti esperenziali. Queste identità sono solitamente in
monomediali,
quanto vengono assunte solo per il tempo limitato della comunicazione mediale; sono
in quanto si costruiscono perlopiù sulla base di elementi verbali scritti; sono generatrici di
polarizzazione di gruppo perché si definiscono senza altri riferimenti sociali esterni e comportano
quindi posizioni che tendono ad essere estremizzate.
esaltazione del corpo: il corpo viene ridotto a mera materia, viene frammentato e sfruttato nelle sue
valenze più superficialmente edonistiche. moda:
Queste due tensioni si intersecano in maniera peculiare nella sfera della la figura della modella ha
infatti coniugato la tensione ad esibire il corpo e quella alla sua dissoluzione e alla sua negazione. Da un lato
la moda ha sempre condizionato la mostra dei suoi prodotti, nelle sfilate e nei servizi fotografici, tanto da
rendere parte preponderate dei propri messaggi l’esibizione della loro corporeità longilinea, stretta e allungata
e impostandola come archetipo di bellezza nella nostra cultura; dall’altra parte, l’inseguimento di questo
modello, irraggiungibile, porta alla negazione e alla mortificazione del corpo stesso.
Negli ultimi anni, inoltre, abbiamo assistito alla proliferazione di ginnastiche, diete, operazioni di chirurgia
riprogettazione del corpo
estetica tutte mirate ad una e che manifestano un interesse per il corpo alimentato
dalle immagini di “perfezione” rilanciate dai media. Per fortuna, però, negli ultimissimi anni possiamo vedere
come questa idea di “fitness” si stia evolvendo nel concetto di “wellness”, il quale considera anche dimensioni
psichiche e relazionali, con il richiamo a componenti del benessere che non tengono più conto solo delle
apparenze esteriori, ma di tutto il rapporto dell’uomo con il suo mondo.
forme di erotismo e di pornografia
L’esibizione e il vero e proprio uso del corpo si ha nelle varie che
rappresentano una parte non indifferente del mercano massmediale. La pornografia, in realtà, costituisce una
forma dell’illusione della comunicazione onnipotente, in quanto mostra tutto ciò che è visibile, ma nulla di ciò
che è essenziale. Di conseguenza essa genera un sentimento di frustrazione, in quanto promette una
sensazione di pienezza e di realizzazione che non viene mai mantenuta, rimandata e soddisfatta.
il pudore:
Un altro tema connesso a quello del corpo è il pudore viene definito come un sentimento
specificatamente umano di protezione e di difesa, al servizio dello sbocciare dell’amore.
La radice del pudore è l’istintiva vergogna umana per ciò che non è interiore, per ciò che sfugge alla naturale
regolazione dell’intelligenza e dell’affettività e si mostra come dipendenza esclusiva da condizioni esterne e
materiali. Questo spiega perché dove c’è amore vero il pudore naturalmente scompare e viene “riassorbito”
dall’amore: amare e considerare la persona amata come oggetto di godimento si escludono infatti a vicenda.
La vergogna, quindi, forma di difesa contro un tale atteggiamento, scompare nell’amore perché perde la
propria ragione d’essere.
CAPITOLO V: Giovani, amore e identità di genere
Internet ha reso le persone protagoniste e in particolare i giovani si sono accorti delle grandi opportunità di
partecipazione e condivisione offerte dalla rete, come dimostra il crescente successo dei social network tra gli
adolescenti.
Tuttavia, le conseguenze di una fruizione sempre più libera, istintiva, legata all’impulso del momento non sono
però soltanto positive: oltre a rendere disponibili contenuti inadeguati o dannosi, la Rete può provare sui
giovani navigatori anche effetti negativi “ a lungo termine”. Ad esempio, i ragazzi si abituano a ragionare in
modo associativo, dimenticano l’impegno e la concentrazione e, iperstimolati da immagini, notizie e
suggestioni, non riescono più a mettere a fuoco una gerarchia di valori. Internet quindi a lungo andare
vuoto di relazioni vere e di esperienze.
determina un
Inoltre, il vero obiettivo della comunicazione di rete, come è evidente dai profili dei social network, è quello di
esibire se stessi: cercando di costruire un profilo che ci faccia risultare più accettabili, graditi e più desiderabili
è difficile realizzare un vero incontro con l’arte.
Come abbiamo visto nel capitolo precedente, Internet è responsabile di un processo di esteriorizzazione e al
contempo di dissociano del corpo che, nel caso dei giovani e degli adolescenti, creano difficoltà ancora più
evidenti. In loro, infatti, deve avvenire l’interiorizzazione del proprio essere uomo o donna, che richiede la
nascita e la difesa dell’intimità, tempo e spazio per la riflessione e la presa di coscienza del proprio ruolo e
l’interiorizzazione della propria sessualità. I media, invece, giocano generalmente su una continua e
superficiale stimolazione del desiderio sessuale, proponendo simulacri che annullano le dimensioni personali,
relazionali, affettive e creative della componente sessuale e ostacolano proprio quella maturazione necessaria.
Se Internet ha esasperato la fruizione casuale e reattiva tipica della televisione di flusso, con tutte le sue
Web nuova televisione
conseguenze culturali e antropologiche, il e la hanno favorito un movimento di segno
apparentemente opposto: tra i giovani è nato un tipo di fruizione del contenuto audiovisivo del tutto nuovo,
di culto”.
ovvero la fruizione attenta, fedele e quasi maniacale del “prodotto A metà degli anni ’90, l’avvento di
nuove serie televisive americane che presentavano aspetti di rottura con la precedente tradizione di lunga
rivalutazione del prodotto televisivo seriale
serialità ha dato via a un processo di (quality tv) da parte di
pubblico e critica. Il pubblico amante di questi telefilm presenta un target non numerosissimo, ma pregiato per i
pubblicitari: esso è composto da giovani (1524 anni) e giovani adulti (2540 anni). Questo pubblico nei nuovi
racconto multilineare e multistrand
telefilm trova un che si distribuisce su più personaggi, un ispessimento
psicologico dei caratteri, una maggiore complessità della trama e un incremento di verosimiglianza. Tutti questi
elementi agganciato lo spettatore, lo coinvolgono su vari livelli, da quello estetico che ci permette di
rispecchiarci nei personaggi e di crescere con loro a quello cognitivo, in quanto sono costituiti di intrecci e
vicende complesse che costituiscono una sfida all’intelligenza e alla memoria dello spettatore.
In questo modo giungiamo ad una fruizione del prodotto entusiastica e totalizzante, che determina quel
fandom,
sentimento che anima i ovvero gruppi di appassionati che commentano telefilm in rete, nelle chat e
traducono le puntate prima che arrivino in Italia. Il motore principale di queste pratiche di fandom è costituito
dimensione pedagogica:
dalla ognuno di noi cerca infatti una guida, un concentrato di esperienza che gli sia
d’aiuto per districarsi nella suo quotidianità; lo spettatore si identifica nel personaggio attraverso l’empatia, quel
processo per cui lo spettatore si lascia assorbire dalla vita interiore di un personaggio, partecipa alle sue
emozioni e del suo mondo come se fosse il proprio.
spettacolarizzazione del privato:
Negli anni ’90 si assiste alla l’uomo qualunque diventa protagonista di un
vero e proprio genere televisivo, prima dei talk show, poi nei reality show e in particolare nel suo sottogenere di
emotainment (emotional entertainment) che tratta di vicende sentimentali ed emozioni (regina del genere:
Maria De Felippi). In questi programmi la messa in piazza dei propri sentimenti più intimi non è vissuta come il
prezzo da pagare per ottenere qualcosa, ma come il vero scopo della partecipazione al programma, un modo
efficace per attirare su di sé l’attenzione. La curiosità del pubblico è inoltre alimentata da una struttura
narrativa che sfrutta tutti gli espedienti della soap, magistralmente orchestrati dalla padrona di casa del
programma. talent show
Un altro tipo di programma che sta riscuotendo molto successo tra i giovani negli ultimi anni è il in
tutte le sue declinazioni (Saranno Famosi, Amici, XFactor,…): l’aspetto iniziale interessante era rappresentato
dalla gara tra i talenti in gara, ma poco a poco i talent si sono sganciati da questo aspetto e la dimensione più
chiacchiera,
importante è diventata quella della della discussione tra allievi e insegnanti.
Con questi pochi esempi vediamo come la televisione per i giovani, che dovrebbe proporre ideali veri, non ha
né la voglia né le risorse culturali per ideare proposte che vadano al