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Inoltre le scene hanno una propria struttura, proprio come la storia generale:

hanno un movimento, sono strutturate in tre atti con un chiaro inizio, un

mezzo, un finale e spesso una prima e una seconda svolta.

Un ulteriore elemento è rappresentato dalla sequenza delle scene: più

stretto è il rapporto tra le scene, più la storia scorrerà e più chiaro sarà il suo

fulcro.

In numero di scene in una sceneggiatura può variare, ma solitamente si va

dalle 75 alle 100 scene: alcune saranno corte (establishing scenes), mentre

altre si svilupperanno da 1 a 4 pagine.

Un altro elemento importante è rappresentato dal contrasto, ovvero dal legare

due scene con immagini molto morti (contrasto luce ombra  parco giorno;

strana notte). Le scene possono contrastare in umore (scena d’amore

passionale in contrasto con una discussione in un parco) oppure in lunghezza

(scene lunghe in contrasto con scene corte, scene visive con scene di dialogo,

scene d’interni contro scene d’esterni).

Ciò che può essere motivo di lentezza è il fatto che le scene non siano ben

collegate tra loro: se le scene non sono ben collegate tra loro e alla spina

dorsale della storia un film perde direzione e attenzione del pubblico. Inoltre

può anche essere che ci sia poca escalation o potenziamento drammatico

all’interno della singola scena.

Quindi, mentre osserviamo le nostre scene dobbiamo chiederci: ognuna di

queste scene ha motivo di esistere nella storia? La maggior parte di loro spinge

verso il culmine?,…

Capitolo VI: creare una sceneggiatura compatta

Il film hanno bisogno di unità e compattezza: tale scopo si raggiunge attraverso

l’uso del preannuncio e delle gratificazione, i motivi ricorrenti, la ripetizione e il

contrasto.

Vediamo uno ad uno:

preannunciare: è un segnale visivo o una parte di dialogo che è usato

− per preparare un’azione o un’informazione che viene poi confermata più

avanti nella storia. Un esempio di preannunciare in un film giallo è dato

dal zoomare della macchina su un coltello che più tardi sarà usato come

arma di delitto. La maggior parte dei film usa questa tecnica  es, “la

regina d’Africa”: Charlie parla del fortino che devono superare prima di

andare a silurare la Louisa, preannunciando i pericoli che correranno

scendendo lungo il fiume pag. 90 – 91 – 92 – 93);

leit-motiv: è un’immagine, un ritmo o un suono ricorrenti che vengono

− usati attraverso il film per approfondire e dare dimensione alla trama e

aggiungere ordito al tema.  Es.”Lo Squalo”: in ogni momento in cui lo

squalo si avvicina sentiamo lo stesso suono dam-dam-da;

“Ghostbusters”: il leit-motiv dei leoni, che appare sotto varie forme, che

più tardi diventano i cani di Zul; “Il testimone”: leit-motiv del grano  i

cambiamenti nell’uso dell’immagine del grano simboleggiano i

cambiamenti che sia J, Book che la comunità subiscono nello svolgersi

della storia.

ripetizione: un’immagine o qualsiasi cosa che si ripete è una ripetizione

− (dialogo, suono, caratteristiche del personaggio, combinazione di tutti

questi elementi). Ad esempio, se si sta scrivendo una storia su un

alcolizzato si può dare questa informazione in vari modi: farlo vedere

bere, mentre dorme per smaltire la sbronza, in una casa piena di bottiglie

vuote, per strada mentre si trascina, e così via;

contrasto: il contrasto consente allo sceneggiatore di giocare sugli

− opposti e di aiutare il pubblico a capire i rapporti mostrando le differenze

tra una parte della storia e l’altra. I contrasti possono essere utilizzati per

mostrare la differenza nei personaggi, nelle scene, negli ambienti, negli

orditi, nell’energia. Es. “Lo squalo”  frivolezza e divertimento sulla

spiaggi con la morte di un bagnante pochi momenti dopo; “Via col vento”

 contrasto tra la prima parte e la seconda parti che contrastano il tipo di

vita che se ne è andata via col vento.

Parte II: lo sviluppo dell’idea

Capitolo VII: renderla commerciale

Tre elementi sono alla base di una sceneggiatura di successo: commercialità,

creatività e struttura della sceneggiatura.

La possibilità di una vendita può essere descritta come quell’insieme di

elementi che fanno sì che ci siano persone che vogliono investire in un film e

che fanno ritenere che ci siano delle discrete possibilità che abbia successo.

Certamente avere nel cast personaggi come Maryl Streep e Robert Redford (La

mia Africa) aumenta le possibilità di successo, ma generalmente le persone

vanno a vedere un film perché parla di loro: essi si identificano in qualche

modo con i personaggi e la storia e ne entrano in rapporto. Tuttavia, entrare

in rapporto con il pubblico è spesso difficile e per aiutarci possiamo utilizzare

una tecnica chiamata “clustering”, il cui significato è “raccogliere a grappolo”:

mettete l’idea dentro a un cerchio e poi provate a pensare a tutte le

associazioni che avete con questa idea, in questo modo emergeranno alcune

idee: alcune sembreranno più interessante di altre e comincerete a vedere i

rapporti tra un’idea e un’altra.

La maggior parte dei film di grande successo esprimono un’idea di base che ha

un’attrazione universale per il pubblico e ne cattura l’attenzione.

Una delle idee prevalenti in molti film di successo è, ad esempio, “Il trionfo del

diseredato” (Rocky, Karate Kid,..), in quanto anche noi qualche volta ci siamo

sentiti diseredati e tutti vogliamo abbattere le circostanze avverse.

Un altro tema che ha significato universale è “la vendetta” (Ispettore

Callaghan).

Alcuni temi sono particolarmente importanti per certi gruppi di età: circa il 60

% che pubblico che va al cinema, ad esempio, ha dai 13 ai 30 anni ed è questa

la ragione per cui vengono prodotte molte storie di crescita e di identità come

“Risky business”, “Breakfast club” e “Stand by me”.

Quindi, la maggior parte dei film di successo hanno un tema universale che li

mette in rapporto con il pubblico, ma molti di questi hanno successo perché

hanno un tempismo perfetto: “Il grande freddo” è uscito mentre quelli che

avevano vissuto negli anni ’60 erano abbastanza vecchi da provare nostalgia

per quegli anni passati; “War games” è uscito quasi nello stesso tempo in cui

erano apparse sulla stampa numerose storie di ragazzi che riuscivano a

collegarsi con i computer militari.

I temi si adattano, quindi, anche al periodo storico in cui si sta vivendo: negli

anni ’80 vennero prodotte numerose sitcom centrate sul nucleo familiare (I

Robinson, I Jefferson,…), mentre negli anni ’90 vengono prodotti film basati su

temi che emergono in questo periodo, come l’ecologia (film su Chico Mendes), i

messaggi sulla non-violenza (Gli spietati) e le problematiche dei quarantenni

che vivono in una grande città (Grand Canyon).

Il lato personale nel trovare il rapporto con il pubblico è composto da due

elementi:

descrittivo: ci dice “com’è”, il film raggiunge un determinato successo

- perché fa eco delle esperienze del pubblico tutto sembra vero (Do you

remember love? The burning bed,..);

prescrittivo: descrive “come noi vorremmo che fosse”, ci mostra i nostri

- ideali e molti di questi sono film di “eroi”, che si comportano come noi

vorremmo essere  noi viviamo attraverso questa persona, ben sapendo

che non è veramente la realtà.

Molti film entrano in rapporto con il pubblico su entrambi questi livelli.

Il famoso psicologo Maslowe ha elaborato una gerarchia dei bisogni umani in

sette punti, che spiega e chiarisce che cosa ci spinge, che cosa vogliamo e qual

è la posta in gioco se non riusciamo ad ottenerlo.

Sopravvivenza: è un tema sentito da tutti in quanto essere umani e,

1. inoltre, i film che ne trattano funzionano bene in quanto tendono ad

essere altamente drammatici (Un tranquillo weekend);

Salvezza e sicurezza: una volta che i bisogno psicologici di base sono

2. stati assicurati, la gente ha bisogno di essere in un posto sicuro e

protetto. Molti film hanno sfruttato questo tema, come “Le stagioni del

cuore”, ma anche Western in cui pionieri o pellegrini cercavano un posto

dove sentirsi al sicuro;

Amore e appartenenza: la gente ha bisogno di avere rapporti umani e

3. a questo bisogno si risponde in film diversi in maniere diverse  “My Fair

Lady” – “Il testimone”: tema dell’accettazione in un gruppo; “La mia

Africa”: ricerca del compagno perfetto e bisogno di appartenere a

qualcuno; sitcom “I Robinson” – “La casa nella prateria”: creazione di una

famiglia e bisogno di calore;

Stima e rispetto di se stessi: la gente vuole essere apprezza per le

4. sue capacità e per i contributi che dà alla società.  Luke Skywalker in

“Guerre stellari”; James Bond);

Bisogno di conoscere e di capire: in qualità di essere umani abbiamo

5. un desiderio naturale di sapere come funzionano le cose e di capire come

stanno insieme. (Ritorno al futuro, La macchina del tempo, Frankenstein,

…);

Estetica: abbiamo anche il bisogno di equilibrio, del senso di ordine nella

6. vita, di un senso di essere in contatto con qualcosa di più grande di noi.

Questo può essere definito come un bisogno estetico o spirituale che

talvolta spinge gli individui verso un’esperienza religiosa (Bernadette,

Giovanna d’Arco) o a un’esperienza con la natura (Mai gridare al lupo);

Autorealizzazione: tutti noi abbiamo bisogno di esprimerci, di

7. comunicare chi siamo e di comunicare il nostro talento e le nostre

capacità. I bisogno di autorealizzazione sono simili ai bisogno di stima e

rispetto, ma l’autorealizzazione ha bisogno di un passo in più, in quanto

appartiene all’autoespressione e non importa che venga riconosciuto o

premiato pubblicamente. Una cosa è dipingere per vincere un premio,

diverso è dipingere perché non possiamo farne a meno al di là del

riconoscimento. Il bisogno di autorealizzazione può riguardare gli artisti,

gli atleti, ma anche ai bisogni della personalità (“Momenti di gloria”:

bisogno di correre).

In un film possono essere più di uno dei temi appena elencati: “Il testimone”

funziona sul bisogno di sopravvivenza, di amore, di appartenenza, stima e

rispetto di se stessi; “La regina d’Africa ha come posta l

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A.A. 2013-2014
21 pagine
9 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Ibiscorosso di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Fumagalli Armando.