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PROVA DEL TRIANGOLO ROVESCIATO*
Se il punto è l’oggetto della conoscenza e le linee sono le
rappresentazioni (sempre più dettagliate), tra l’oggetto e la
rappresentazione ci sarà sempre uno spazio, tra me e l’oggetto
ci può sempre essere una rappresentazione ulteriore. Tuttavia
questo è obiettabile in quanto astrazione aritmetica (il tempo
teoricamente divisibile all’infinito, non è infinito).
INTERPRETANTE
Interpretante è il segno che viene creato nella mente di colui al quale si
indirizza la relazione segnica primaria, è l’effetto veicolato dal segno, la
determinazione di un’idea nella mente di una persona. L’interpretante va inteso
quindi come un effetto mentale e non come la persona dell’interprete.
Vengono proposte diverse classificazioni dell’interpretante: per esempio
Interpretante Immediato (rappresentato nel primo momento dell’interpretazione),
un Interpretante Dinamico e un Interpretante Significato/Normale (l’effetto
prodotto dalla mente dal segno dopo un sufficiente sviluppo di pensiero).
Quest’ultimo viene denominato Interpretante Logico, è un effetto mentale che
costituisce il significato stabilito dei concetti generali. L’Interpretante
Logico non è un segno (altrimenti necessiterebbe di un ulteriore
interpretante), ma al contrario è un effetto mentale, un cambiamento di
habitus/habit change. Cambia il modo di agire nei confronti dell’oggetto. Per
esempio il Cognac: veniva usato come medicinale, finchè non si scoprì che
poteva provocare svenimento.
Il significato di un concetto è definibile come l’habitus prodotto da tale
concetto. L’Interpretante Logico Finale, il termine ultimo a cui tende
l’interpretazione, non è un oggetto ma un habitus.
IL PRAGMATISMO
Il pragmatismo è una corrente che ritiene la concezione di un oggetto essere la
concezione dei suoi possibili effetti. Significato di un oggetto è tutto ciò
che posso fare con esso: posto un elemento (chimico) in una data situazione
succede che…
Il pragmatismo di Peirce è percepibile nel fatto che il significato non è un
azione, ma una legge di risposta per cui a certe percezioni possibili si
risponde secondo determinati orientamenti.
Pierce stesso nel 1905 coniò il termine pragmaticismo per rivendicare
l’autonomia della sua posizione. Il punto principale di disaccordo è nella
differenza tra azione concepibile (in cui risiede il significato per Pierce) e
azione. L’azione per Pierce è un individuale (secondità), mentre il significato
è una terzità, un generale.
LE FORME DELL’INFERENZA
Secondo Pierce ci sono tre modi di ragionare, tre argomenti:
- deduzione: ragionamento che muove nella direzione premesse -> conclusioni,
l’applicazione di una regola generale ad un caso particolare. Per esempio:
tutti gli uomini sono mortali, anche quell’uomo è mortale. Oppure so che nel
sacco ci sono solo fagioli bianchi, quindi se estrarrò un fagiolo questo sarà
bianco.
- induzione: l’argomento sintetico che produce leggi generali. Si parte dal
caso e si arriva alla regola. Non so di che colore sono i fagioli nel
sacchetto, ma ne estraggo alcuni e sono bianchi, quindi concludo che sono tutti
bianchi. Può essere sottoposto a correzioni.
- abduzione/argomento originario: si formula la regola generale sulla base di
ipotesi – non della ripetizione del risultato. Sono di fronte ad un evento e
devo fare delle ipotesi in modo da poter vedere l’evento come caso di una
regola generale che prima non avevo. Per esempio: c’è il sacco di fagioli e
fuori una manciata di fagioli bianchi, posso ipotizzare che i fagioli siano
stati tolti dal sacco. Così lavora la scienza di fronte a dati empirici. Per
esempio Keplero che vide che i punti della traiettoria dell’orbita di Marte
assomigliava a un ellisse, e concluse con questo ragionamento. La sua abduzione
era chiamata a trovare una regola, una corrispondenza geometrica (l’ellissi).
Anche quando studiando una nuova lingua straniera incontriamo una parola nuova
e cerchiamo di capirne il significato usiamo l’abduzione.
Principio guida dell’abduzione è la possibilità: non sono mai spiegazioni
certe. L’abduzione è l’unico argomento che da origine a una nuova idea, e ha
carattere iconico in quanto i fatti osservati manifestano similarità con i
fatti asseriti nella conclusione.
l’abduzione è secondo Pierce l’unico argomento che produce effettivo
avanzamento della conoscenza.
ALCUNE QUESTIONI E OSSERVAZIONI CRITICHE
a) L’influenza di Hegel
Per il ritmo triadico che pervade la realtà secondo Pierce. Anche se sono
riprese da categorie Kantiane, percepiamo anche un influsso hegeliano. Un
importante differenza è che se in Hegel le prime due categorie sono solo
momenti da superare nella terza, in Peirce esse sono irriducibili l’una
all’altra.
b) L’oggetto e l’interpretante
Fermandosi all’interpretante, Pierce non spiega come si costruisce il rapporto
della mente con i segni: Pierce non da una teoria della conoscenza ma sono una
teoria dell’interpretazione. È vero che la nostra conoscenza è mediata da
segni: anche il concetto è un segno, ma la sua peculiarità è di essere un segno
completamente trasparente. Vanno fatti due tipi di obiezioni:
1) non si spiega come si comprende
2) non si rende ragione del rapporto fra soggetto e oggetto da conoscere,
quindi è più che altro una teoria dell’interpretazione.
è vero che per spiegare devo ricorrere ad altri segni e posso protrarmi a mio
piacimento, ma questa non è comprensione: se non comprendo non posso spiegare.
È vero che la comprensione è sempre perfettibile, ma si tratta di una qualità
della conoscenza.
c) l’abduzione
Non sembra dissimile alla dimostrazione quia, che partiva dagli effetti per
trovare una causa.
1) L’oggetto e l’interpretante: Peirce descive come si passa da un segno a
un altro segno, ma non ci spiega il rapporto tra il nostro intelletto e i
segni, come noi concepiamo i segni? Non lo spiega.
2) Rifiuto dell’intuizione: bisogna accettare un primo che generi la
conoscenza, altrimenti non si capisce come la conoscenza possa cominciare.
Serve l’intuizione per poter cominciare la conoscenza dell’esistente.
3) Peirce non elabora una teoria della conoscenza, ma una teoria della
comunicazione, perché altrimenti avrebbe dovuto spiegare il rapporto tra
soggetto conoscente e oggetto conosciuto.
In conclusione, l’interesse della semiotica di Pierce sta soprattutto nel suo
essere una semiotica generale, che non è modellata su un particolare sistema di
codici, ma è aperta ad ogni tipo di semiosi, in qualsiasi dimensione essa si
attui; mette giustamente in rilievo l’importanza del processo di
interpretazione, l’ipoteticità e la componente creativa che c’è in molta
ricerca scientifica, la complessità del rapporto fra sistemi di segni (anche il
linguaggio verbale) e il mondo, ma anche la sua necessità, contro ogni
tentativo di autofondazione del linguaggio.
Tuttavia è una semiotica che non può essere accettata come compiuta teoria
della conoscenza, né come teoria della realtà.
Greimas
OBIETTIVI DELLA SEMIOTICA STRUTTURALE GENERATIVA
Alla base di questo indirizzo di studi, intrapreso in particolare dalla
Scuola di Parigi, c’è l’elaborazione di una terminologia specifica.
Ci sono due costanti su cui il pensiero di Greimas si è concentrato:
1) le condizioni generali al darsi del senso, il comparire nel mondo di
entità che significano. In altri termini spiegare le condizioni del
senso (significato), mettere a fuoco che i soggetti comprendono il mondo
che li circonda.
2) il sistema teorico generale è sempre assunto in funzione dei testi.
Egli rende il senso calcolabile: le condizioni del senso possono essere
formalizzate e tradotte in modo logico-matematico, come se ci fosse un
algoritmo per spiegare il senso prodotto dal testo.
Si chiama Semiotica Strutturale Generalista perché:
- strutturalista: ogni elemento del sistema si definisce per contrasto
con tutti gli altri che costituiscono il sistema. A è tale perché non è
B… è strutturalista perché è uno sguardo più sulla langue che sulla
parole: sul sistema delle condizioni del senso più che sull’atto del
comunicare. È strutturalista anche l’idea che il soggetto sia parlato
dal sistema, l’obbedienza del soggetto al sistema.
- generativa: spiega come il senso si produce, si genera, come il testo
si deve presentare per produrre senso. Il senso si genera con
l’interazione di elementi del sistema attraverso operazioni di calcolo
quasi logico-matematiche. Quando ci imbattiamo in un testo ne ricaviamo
il significato confrontando i tratti in superficie (film = immagini,
dipinto = tratti colorati).
METAFORA DELLA PASTA SFOGLIA: ci sono sfoglie di condizioni logiche
dietro al testo con cui ci confrontiamo.
Metafora della radiografia (prof. Braga): la radiografia dei testi
fotografa le condizioni dei testi che non si vedono a prima vista ma
sono contenute nei testi. In un testo con una logica, queste
caratteristiche sono sempre sottese.
- testualista: per mettere a fuoco le condizioni bisogna studiare il
testo, poi estendere la categoria al mondo. Anche il testo è da
considerare come testo. Per esempio un seguace di Greimas, Flosh, studia
il comportamento dei pendolari della metropolitana, come se fosse un
testo: ognuno produce un senso in contrapposizione agli altri.
- impronta narrativista: qualsiasi testo produce significato in quanto
ha in sé elementi del racconto: ruoli narrativi, obiettivi, prove e
ostacoli in uno schema logico (anche se il lettore non se ne accorge).
Greimas porta a nuova fortuna la narratologia, la storia del racconto
con l’analisi delle funzioni di Propp.
METAFORA DELLA RICETTA DELLA ZUPPA AL PESTO (del Senso I): il testo è
comprensibile perché fra le righe si struttura come una narrazione,
anche nel caso della ricetta della zuppa al pesto. C’è un protagonista
che cucina, un obiettivo, prove/ostacoli, strumenti.
IL PERCORSO GENERATIVO DEL SENSO
Serve a spiegare l’insieme delle condizioni logiche stanti le quali i
testi sono comprensibili.
Il percorso generativo del senso si struttura su 3 livelli.
La freccia indica il senso, da quello più profondo a quello più
superficiale. Si parte dal livello