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Pubblicità e Manifesti Elettorali
Non sempre le iscrizioni degli ex voto presentano una costruzione linguistica corretta, spesso sono presenti abbreviazioni.
Ci sono due tipologie:
- Quella in cui compare solo il nome del candidato
- Quella in cui, accanto al nome, c'è un invito a votarlo (preghiera di "fare")
- Una sottocategoria in cui compaiono gruppi di privati e/o associazioni che propagandano il loro candidato
Data l'ampia autonomia di cui godevano le città romane e la vasta importanza dei magistrati, durante il periodo elettorale, le elezioni erano considerate un evento importantissimo.
Le città venivano tappezzate interamente di scritte propagandistiche, dipinte su muri intonacati per l'occasione, in nero o rosso.
Il testo era, nella maggior parte dei casi, molto stringato; solo in alcune circostanze presentava un invito più lungo a votare per un determinato candidato.
candidato (in questo caso era usata la formula "Oro vos faciatis", ovvero "vi prego di eleggere"). Potevano anche essere presenti elementi più originali facenti riferimento alle virtù del candidato. Spesso questi manifesti erano dipinti sulle pareti di un qualche noto e autorevole sostenitore del candidato per indurre a votare.
I testi potevano essere graffiti (i più conservati), dipinti con carbone, mattoni o altro materiale di fortuna. Vi era una squadra addetta all'esecuzione dei manifesti: i programmatur scriptores.
- Scriptor (colui che scriveva il manifesto; a volte adempiva al compito da solo)
- Dealbator (colui che preparava la parete)
- Lanternarius (colui che reggeva la lanterna per illuminare)
- Adstans (semplice aiutante)
Tutti i membri della squadra, che agivano di notte quando la città era più tranquilla, venivano assunti per l'occasione ma, nella restante parte dell'anno, svolgevano altri compiti.
lavori.Una volta terminata la campagna questi manifesti non venivano cancellati.Una categoria da ricordare in questo capitolo è quella degli ostraka, vale a dire cocci di vaso rottosui quali venivano scritti i nomi di coloro che dovevano essere "ostracizzati" (ovvero espulsi dallacittà). 4 Serena TrovatoScienze Della ComunicazioneGli ostraka erano diffusi in Grecia, per quanto siamo a conoscenza della loro versione romana dettapetalismo (in quanto i nomi degli esiliati venivano scritti su foglie, dette appunto petala).Non tutti erano in grado di scrivere, rilegavano quindi il compito a coloro che erano in grado; si puòaddirittura supporre che venissero fatti cocci prestampati da distribuire a coloro che non erano ingrado di leggere e scrivere.Solitamente veniva messo solo il nome, a volte erano però presenti anche parole di biasimo oqualcosa che definisse meglio il personaggio.Lo spoglio dei cocci veniva fatto in presenza degli arconti e irisultati resi pubblici attraverso un araldo.Graffiti
Ci sono due diversi tipi di epigrafi:
- Quelli privati che esprimono i sentimenti dell'autore (scritte d'occasione, ingiurie, scherzi, avvisi di affitti, graffiti di stampo erotico)
- Testi ufficiali redatti su commissioni su appositi scriptores (es. iscrizioni elettorali)
Gli esempi più significativi ci vengono da Pompei dopo che l'eruzione del 79 D.C. li ha fossilizzati. La lingua utilizzata è lontana dal registro classico.
Iscrizioni Sportive
La cultura sportiva nel mondo antico era connessa alla dimensione religiosa, ai riti funebri, ai riti di fondazione delle prime città e, a volte, anche agli aspetti politici.
Le testimonianze ci vengono sotto forma di ceramica figurata, di rilievi ed iscrizioni e di statue in bronzo e in marmo.
In Grecia esistevano i giochi olimpici, le cui gare si svolgevano davanti al pubblico con regole ben precise e facevano
del vincitore un elemento importante, usato a volte anche come strumento di propaganda politica. L'importanza dei giochi olimpici è sottolineata anche dal fatto che per secoli il tempo veniva misurato a partire dalla prima Olimpiade (776), dando ad ogni periodo di quattro anni il nome del vincitore della gara di corsa. Durante le Olimpiadi venivano rappresentate le opere dei tragici e dei comici, venivano sospese le guerre (per consentire agli atleti e ai tifosi di raggiungere Olimpia, città considerata sacra a partire dal 570). I giochi si tenevano tra la metà di Agosto e la metà di Settembre e duravano cinque giorni, di cui il primo e l'ultimo erano completamente dedicati alle preghiere agli dei. Nei tre giorni di gare si tenevano: le gare equestri e il pentatlon, le gare di corsa, quelle di lotta e il pancrazio. A partire da Alessandro Magno e alla conseguente divisione della Grecia assistiamo al declino dello sport. A questo va aggiunto che, nel 300/250 A.C., Roma.diviene centro politico e militare. Anche nel mondo etrusco/italico lo sport aveva carattere originariamente religioso con delle eccezioni: gli italici fecero dei giochi un elemento d'obbligo di qualsiasi evento pubblico e privato, gli etruschi lo intendevano come un vero e proprio spettacolo (le loro manifestazioni presentavano un carattere cruento e si concludevano con la morte dei protagonisti). Nel mondo romano lo sport divenne espressione di spettacolo e di strumento di produzione degli organizzatori. Più volte, a partire da Augusto si cercò di riportare in vita le antiche tradizioni greche senza successo. Lo stesso Augusto, dopo aver dato vita ai collegia iuvenum (collegi dove si curava l'educazione dei giovani delle classi sociali più alte), cambiò rotta organizzando feste più vicine al gusto dei cittadini. Le iscrizioni, la maggior parte delle quali, come già detto, sono state rinvenute a Pompei, non riguardavano solo gli atleti ma anche i
Serena Trovato
Scienze Della Comunicazione
Capitolo 7
Defixiones
Definizione: testi incisi su tavolette, per la maggior parte di piombo, contenenti maledizioni atte a inchiodare i propri nemici al volere delle divinità inferne.
Le tavolette venivano ripiegate su loro stesse e inserite nelle tombe di defunti che avevano il compito di far giungere la missiva alla divinità destinataria.
Vi erano diversi tipi di defixiones:
- Giudiziarie (affari legali)
- Amatorie (dominio erotico)
- Agonistiche
- Contro i calunniatori e i ladri
- Contro gli avversari e i concorrenti economici
Presentano uno o più nomi di individui seguiti dalla menzione della madre, il verbo che esprime la maledizione, il nome della divinità che deve eseguire le richieste, l'elenco delle parti del corpo che si intendono colpire e l'indicazione di ciò che deve capitare.
A volte sono anche
Presenti segni oritratti della persona maledetta. Queste tavolette sono presenti nel mondo greco, comprese le colonie dell'Italia meridionale, in quello romano, italico, celtico e semitico. Uno dei testi più antichi è quello sulla statua da Tell Fekheriye, a nord-est della Siria, datata al IX secolo A.C., con iscrizione bilingue. Da Selinunte e da altri siti siciliani provengono numerose defixiones che costituiscono un unicumsia quantitativamente sia per l'epoca cui appartengono (VI - V sec a.C.). Alcune si presentano solo come una lista di nomi, altre esplicitano le maledizioni, altre ancora sono giudiziarie contro accusatori o testimoni. Si nota a volte una confusione nell'uso di lettere di diversi alfabeti greci, dovuta probabilmente al sopraggiungere di questi da varie località attirati prima dai tiranni e poi dalla rifondazione democratica della città.
Parte Seconda 7 Serena Trovato Scienze Della Comunicazione
Capitolo 1 Slogan
Definizione:
Espressione sintetica, coniata con fini persuasori, usato tanto in campo politico, quanto in campo pubblicitario
Caratteristiche dello Slogan:
- Brevità
- Eliminazione di elementi ridondanti
- Richiamo alla cooperazione del destinatario per l'interpretazione del messaggio
- Utilizzo di temi e argomenti vicini al grande pubblico
- Riferimento a valori universali
- Il verbo è frequentemente omesso
- Utilizzata la prima e la seconda persona, singolare o plurale (l'utilizzo del "noi" rafforza il rapporto tra emittente e destinatario e coinvolge il lettore in un comune sentire)
- Utilizzo di verbi all'imperativo, dell'indicativo o dell'infinito in luogo dell'imperativo
- Utilizzo del presente in luogo del futuro
- Costruzione verbo + aggettivo che, così facendo, è in funzione avverbiale
- Non c'è nominalizzazione (Es. "Attacco all'euro!", non si dice chi è che lo attacca,
Un buon slogan è in grado di convincere il destinatario, per questo motivo i suoi contenuti sono tratti dall'attualità. Si tratta di una comunicazione "da uno a molti" senza possibilità di feedback, che sfrutta per lo più il canale scritto. Tuttavia lo slogan presenta anche caratteristiche del parlato dialogico, recuperate attraverso accorgimenti grafici e di punteggiatura che mimano elementi paralinguistici come i gesti di intonazione.
È raro che uno slogan si trovi in isolamento; spesso è racchiuso in quello che G. Klein definisce "testo chiuso" (ovvero il contorno linguistico - grafico). Ad esempio: dato che tutti i partiti politici cercano di fare leva sui temi generali cari al pubblico, lo slogan appare non connotato politicamente (lo slogan di Berlusconi dice di volere le stesse cose di quello di Pro-vocazione sociale, ma con un diverso stile comunicativo). Inoltre, lo slogan può essere accompagnato da immagini, colori e altri elementi visivi che contribuiscono a veicolare il messaggio in modo più efficace.
8 Serena Trovato Scienze Della Comunicazione