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HIIC.
Il comportamento è “tenuto insieme” da due tipi di tratti ricorrenti: le rime dei versi centrali di ogni strofa, da un lato, e le
rime tra gli ultimi versi di tutte le strofe, dall’altro. Esso è invece “spezzato” dal cambiamento finale dei primi versi di tutte
le strofe. Sono due aspetti che si articolano da tra loro, e tra i quali di crea una tensione. Ogni strofa appare autonoma in
apertura, unitaria al suo interno e partecipe dell’insieme in finale.
Della natura.
La prima quartina sembra proporre una cornice. Nebbia e mare possono fungere da puro quadro di riferimento. Quasi
come a dire: “Siamo in autunno”. Tutta la quartina è “contenuta” tra i due soggetti dei predicati: la nebbia e il mare. Sia la
nebbia che il mare sono caratterizzabili, per la loro estensione orizzontale, ma nello spazio che essi occupano vengono
valorizzati gli aspetti legati alla verticalità. La quartina è simmetrica rispetto ad un chiasmo centrale (“sale e sotto”). Da
una parte, il verticale (la nebbia) percorre la linea dal basso verso l’alto; dall’altra l’orizzontale (il mare) si colloca sotto.
Nebbia e mare si contrappongono secondo “attivo/passivo”: la nebbia è un’agente di un’attività che consiste nel salire sui
colli; il mare, al contrario, è paziente di un’agire che subisce passivamente gli effetti.
“vento” = aria
“mare” = acqua
“colli” = terra
“nebbia” = acqua/aria.
Della cultura.
Se manteniamo fermo il riferimento agli elementi figurativi fondamentali che organizzano la materia ritroviamo la
possibilità di operare alcune associazioni.
Aria = “anime” = spirito
Terra = “vie del borgo” = cultura
Acqua = “vino” = natura
(L’investimento figurativo che il testo opera sui tratti materiali elementari.)
Ciò che è avvenuto è l’intervento di un quarto elemento: il fuoco. La sua funzione diventa d’ora in poi centrale. L’odore si
comporta come la nebbia, nel senso che è esso l’attore dello spostamento e che è esso a percorrere lo spazio. Un secondo
quadrato risente dell’intervento del fuoco. E’ vero che “l’odore” si leva dai tini, è ancora più vero “l’odore” percorre le vie del
borgo secondo un andamento orizzontale. Sul piano tematico esso ricongiunge un “basso” naturale, ad un “alto”
spirituale. Così, tra la prima e la seconda strofa, si è creato un cambiamento di quadro, una sorta di passaggio dalla natura
alla cultura.
Ciò che nella quartina precedente ci era apparso un avvicinamento dei suoi poli all’interno della scena culturizzata, diventa
ora il “girare” su se stesso dello spiedo. Entrambi gli attori statici della terza quartina si trovano collocati “su”…: lo spiedo
gira “su” i ceppi accesi e il cacciatore sta “su” l’uscio. Lo spiedo si presenta secondo un’orizzontale mossa da una rotazione.
Il cacciatore, al contrario si presenta secondo la verticale della postura. Ancora va detto che lo scoppiettio si oppone al
fischio come l’acqua all’aria. Il fuoco è un operatore duplice, legato alla morte nel caso della cottura dello spiedo, legato alla
vita nel caso dell’abitazione scaldata dall’uscio della quale si leva il fischio vitale di un essere umano. All’interno di uno dei
due poli semantici (natura e cultura) allestiti rispettivamente dalle due quartine precedenti, all’interno delle cultura essa
manifesta la comparsa e la coesistenza di due nuovi poli semantici (morte e vita) che essa contiene simultaneamente e che
distribuisce sulle due copie di versi mostrandone anche metricamente la tensione oppositiva.
Della morte.
Nella quarta strofa si assiste all’elevazione della nebbia riscaldata, del fischio intenzionale e dello sguardo dell’attore. Torna
di scena il movimento: gli uccelli e i pensieri che lasciano il borgo per raggiungere il luogo dove muore il sole. Sia nella
natura che nella cultura lo spazio e la scena costituivano i luoghi di un’individuazione determinata: ora, nella visione, gli
attori perdono il loro ancoraggio alle situazioni e diventano “esuli” della natura, della cultura. Il sentimento della morte è
vissuto tutt’altro che tragicamente. Se ci atteniamo al livello figurativo dobbiamo riconoscere che l’ultima quartina si
ricongiunge alla prima grazie al valore che torna ad assumere l’elemento aereo. Si tratta di un ritorno alla natura: ritorno
trasfigurato in quanto prodotto dall’immaginario.
Un percorso narrativo.
San Martino si muove all’interno della coppia di contrari “ euforia/disforia”.
1. Disforica è la prima quartina. Lo si intuisce da “
irti”, “ urlare”.
2. La seconda quartina può essere considerata non-disforica. E’ proprio la sua funzione, quella di negare la disforia
della prima. Nonostante la presenza del &nbs