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MATERIA SEMIOTICA RAPPORTO ESTERNO (concreto)
È la forma che dà significato alla materia.
Materia segnica: stratificazione del linguaggio Fe Fc (funzione semiologica interdipendente). Il segno è necessariamente biplanare.
La biplanarità è un principio per riconoscere cosa è segno e cosa è semiotica. C'è segno dove individuiamo espressione e contenuto. Ciò distingue la semiotica dalla logica, ove vi è solo espressione. Il segno si articola in conformazioni o articolazioni.
Mosca:
Fe = articolazione della sostanza fonica (it., fr., ingl.,)
Fc = città, bastimento, insetto. È la conformazione o l'articolazione di una percezione o visione del mondo della Sc.
La concezione di segno fatta da Hjelmslev è più analitica rispetto a quella di Saussure: il segno rimanda al suo interno prima di rimandare all'esterno. La forma del segno è data dalle sue relazioni arbitrarie tra significato e significante.
Fracontenuto e immagine acustica. La materia apre all'infinito della semiosi. Il concetto di categoria risale alla filosofia aristotelica. Per categoria nella semiotica strutturale si intende una relazione tra due membri tra i quali esistono relazioni di dipendenze e indipendenze. Trascurare le funzioni che costituiscono la categoria significa spostarsi su un terreno aprioristico non pertinente per la semiotica. Ogni categoria è composta di due o più membri. Hjelmslev ci dice che una stessa categoria può formare sistemi diversi. La categoria dei casi differisce di lingua in lingua, ciò che vale per la categoria, non vale anche per qualsiasi sistema. Non tutte le forme di vita o comunicazione realizzano lo stesso sistema di segni. Per Hjelmslev non esistono categorie e segni assoluti. Per una teoria dei segni è importante individuare il principio generale che governa le diverse realizzazioni. Per individuare questo principio bisogna studiare il linguaggio.
sua relazione con altri segni. La semiotica studia i segni e le loro relazioni all'interno di un sistema di comunicazione. I segni possono essere di diversi tipi: linguistici, visivi, gestuali, ecc. Ogni segno ha un significato che viene interpretato da chi lo riceve. La comunicazione avviene attraverso l'uso di segni e la loro interpretazione. La semiotica si occupa di analizzare e comprendere i processi di comunicazione e di significazione.La forma di un sistema segnico è determinata dalle sue relazioni interne ed esterne. Questa è una visione globale della semiosi. In Hjelmslev, la dicotomia langue e parole diventa una tricotomia. In Saussure, i termini langue e parole sono categorie realizzate.
Langue = Forma pura o schema (sistema di possibilità, categorie realizzabili): cenemi - "apparato fonico in grado di produrre qualsiasi suono di ogni lingua possibile"
Forma materiale o norma (materializzazione del sistema): fonemi
Parole = Uso; atto effettivo del parlare - "sostanza"
Per una economia della scienza, Hjelmslev ha ridotto questi tre termini a due: lo SCHEMA/langue e l'USO/parole. Schema e uso sono in rapporto di determinazione:
Schema = C Uso = V
L'uso varia ed è l'uso che concretizza la forma. Il rapporto tra semiologia e semiotica è ET ET e non OUT OUT. Nella semiologia, l'interesse è individuare le dipendenze e le indipendenze di un sistema segnico.
Nella semiotica si studiano gli aspetti di interpretazione, gli usi e i valori; è il luogo della riflessione etica. Questa distinzione va fatta sulla base della riflessione sul linguaggio di Hjelmslev. Il testo è un intreccio tra Fe e Fc, è un processo di comunicazione. Una lingua non è normativa, una lingua è capace di tradurre, è approssimazione esprimibile (pag.128). Per avere una conoscenza scientifica dei processi comunicativi bisogna vedere come si applicano le funzioni a un determinato sistema segnico. La traduzione investe per intero il processo comunicativo, essa può essere: - endoverbale: traduzione da una lingua verbale come l'Italiano ad un'altra lingua come l'Inglese e viceversa. - intersemiotica: traduzione da una lingua verbale ad una non verbale e viceversa. Es.: tradurre una formula matematica in inglese e viceversa, oppure trasporre un romanzo in un film. Nel processo di traduzione è importante lacapacità di interpretazione. Nella traduzione c'è l'influenza dell'interpretazione. La traduzione ha una funzione maieutica, cioè è possibile ricavare nuovi significati dal messaggio di partenza. La traduzione è l'anima della produzione comunicativa e della produzione del senso. È ancora un parlare comune, una costante che caratterizza la mente umana, costante perché pur nelle sue realizzazioni diverse, resta comunque esposta ad altre formazioni nuove. Definire la lingua come struttura vuol dire definirla come forma prescindendo dalla materia (v. pag. 84). Al tempo di Saussure la semiologia non c'era, si sentiva solo l'esigenza. I cinque tratti che ci aiutano a capire quando c'è linguaggio sono: 1) Biplanarità: comprende il piano dell'espressione e del contenuto. 2) Biassalità: comprende il piano sincronico (per Saussure) o del sistema (per Hjelmslev) e costituisce la Langue. IlIl piano diacronico (per Saussure) o del processo (per Hjelmslev) costituisce la Parole. La parole si sviluppa nel tempo con la linearità del significante. Il processo è immediatamente osservabile, da esso si può partire per osservare il sistema.
Contenuto ed espressione sono connessi dalla commutazione. La prova di commutazione fa sì che espressione e contenuto non siano riducibili a un solo piano e la loro relazione individui delle entità semiotiche.
Nel sistema e nel processo esistono relazioni ben definite che noi non possiamo stravolgere.
Non c'è corrispondenza biunivoca tra elementi d'espressione e elementi di contenuto. Questi elementi sono ulteriormente scomponibili in glossemi. Ogni fatto linguistico non è un fatto caotico, ma una stringa di unità disposte con cura. La metodica della semiotica è quella della relazione. Quando scriviamo o parliamo a qualcuno, prima di farlo instauriamo un dialogo con noi stessi.
Cioè, elaboriamo il messaggio in base a chi abbiamo di fronte. Immaginiamo un lettore ideale a cui rivolgerci. Morris cerca di unificare la scienza dei segni sotto la comportamentisica, Hjelmslev invece, di elaborare una teoria dei segni verbali e non verbali. Oggi si potrebbe parlare di oinè semiotica, cioè di una prospettiva comune nello studio dei segni. La risposta non è mai neutra, è sempre connotata. Anche nell'interpretazione non c'è neutralità. Il linguaggio non è qualcosa di divino, esso è profondamente umano e profondamente storico. Gli animali hanno un sistema fisso di comunicazione, la mente degli animali è formale. Il linguaggio crea partecipazione. (v. Bachtin, pag.142-146). Bachtin dice che il linguaggio non è nato per il pensiero astratto. Il linguaggio è nato dai bisogni più elementari, più materiali, quindi il linguaggio nasce dalla materia, nella vita. Le persone sono
uniche e questo le rende emotivamente differenti e vivono un evento in modo del tutto unico. Il dialogo non è un mezzo, ma un fine autonomo della vita, non è il preludere dell'azione, è l'azione stessa. Noi agendo, comunicando, incontrandoci con gli altri, scopriamo noi stessi. Quindi l'espressione dell'essere ci rivela nella pratica chi siamo, al di là della nostra identità o forma. Al centro della vita c'è l'Io che si rivela e si apre all'altro. La prassi dialogica è l'Etica. Le differenze ci sono, ma quello che bisogna evitare è l'indifferenza. Non differenza indifferente, ma differenza non indifferente. L'essenza del linguaggio, della comunicazione è l'ideologia, cioè la presa di posizione. La colorazione è la connotazione cioè una qualità che attribuiamo al messaggio. L'ideologia si può cogliere nelle relazioni sociali. Il
linguaggio è ideologia soltanto nella semiosi umana. Due organismi biologici in un ambiente esclusivamente naturale non generano nessun fatto linguistico, perché essi non generano una società ed è la società che attribuisce al simbolo un significato ed è nella società che si dà ideologia. L'uomo può sottrarsi al suo ambiente, l'animale no. Non basta la nascita biologica per definire l'essere umano ci deve essere anche la nascita sociale (la nascita biologica deve accompagnare per forza la nascita sociale). La nascita sociale ci viene riconosciuta da altri. I segni verbali e non verbali sono sempre riempiti di un contenuto, di un significato ideologico quotidiano. Il segno provoca sempre un interpretante di comprensione rispondente. (Volosinov, pag.146-147)
Nella comunicazione se chi corregge una bozza è quello che l'ha anche scritta, a volte, non vede gli errori grammaticali perché è guidato dal senso.
si pone fuori. Noiabbiamo distinto un modello del segno, un modello della semiosi e un modello delmessaggio. Il modello del pacco postale corrisponde al modello del segno. Nel campodella semiotica possiamo distinguere gli studi di semiotica del codice a cuicorrisponde il modello del segno e il modello del messaggio. Il modello del codiceera una norma, una costituzione:
A B
significante significato
Successivamente si ebbe una svolta, uno spostamento dall’enunciatoall’enunciazione. Dal codice astratto all’uso del codice. Wittgenstein disse che ilsignificato dipende dall’uso. Bachtin sposta l’attenzione dalla langue alla parole,perché per lui era importante l’aspetto ideologico. Sulla base dei tentativi fatti, dallafilosofia del linguaggio e dalla linguistica generale nel inquadrare il campo diapplicazione del linguaggio, Vosinov individua due indirizzi fondamentali:
- Oggettivismo astratto: egli colloca la scuola di Ginevra, in particolare
DeSaussure e tutta la linguistica razionalistica precedente.