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CONTENUTO).
Il segno non è una cosa, ma una relazione sociale e culturale. Gli oggetti reali non significano nulla
finchè non vengono percepiti dall’interprete.
INTERPRETANTE: è un secondo segno che interpreta un altro segno. E’ una qualunque altra
rappresentazione riferita allo stesso oggetto.
Il signficato di un segno sta quindi in un altro segno che lo interpreta e ciò dà origine alla catena
infinita della SEMIOSI ILLIMITATA. Pensare è quindi collegare dei segni.
SEGNI:
- ICONICI: l’espressione è sotto un certo aspetto simile al proprio contenuto (ritratti,
caricature). L’iconicità di un segno si accompagna sempre a un certo margine di
convenzione. Solo ad esempio le copie di un giornale sono davvero identiche. Quindi non si
può dire che esistono segni iconici veri e propri ma solo segni complessi in cui l’aspetto
iconico è predominante: UMBERTO ECO nel ’75 li ha definiti IPOICONE.
- INDICALI: si basano su una connessione fisica o una traccia (firme, calchi, per certi aspetti
anche le fotografie). Anche qui ci sono convenzioni. Possono anche mentire (vedi i
fotomontaggi), quindi non c’è garanzia a priori di verità, ma a questi segni viene cmq
assegnato un potere di credibilità.
- SIMBOLICI: E’ il tipo di relazione segnica più importante, e in sua assenza non ci sarebbe
legame tra siginificante e significato. Sono ARBITRARI, e ci obbligano a un regime
grammaticale molto stretto. Il campo per eccellenza è quello dei codici.
ARBITRARIETA’: ci sono due aspetti.
- ARBITRARIETA’ VERTICALE: in ogni segno arbitrario significante e significato sono
legati solo in maniera storica. Ad esempio il codice dei semafori.
- ARB. ORIZZONTALE: i significanti servono solo a differenziarsi reciprocamente.
DENOTAZIONE: rapporto significante-significato semplice e diretto.
CONNOTAZIONE: quando invece il significante vuole esprimere qualcosa di più ampio e vago.
Secondo l’analisi semiotica la connotazione è un effetto di una certa configurazione. Avviene
quando un segnale denotativo diventa significante di un altro segnale connotativo (ad esempio una
colomba vuol dire anche pace, non è solo un animale).
Accade però anche che un intero segno diventi non più significante, ma significato di un altro
segno: si parla di METASEGNI. Possono trasmettere “istruzioni per l’uso” del segno stesso. Ci
sono segni particolari, detti PARATESTI, che sono ad esempio i titoli e gli indici dei libri, che
appunto delimitano il msg e forniscono istruzionu sulla sua natura. Nel capitolo 3 si dice che il
paratesto è un meta segno che serve a suggerire al lettore come ritagliare un testo e secondo che
modalità leggerlo. Si dividono in PERITESTI (messaggi che si trovano nel volume stesso del testo)
ed EPITESTI (messaggi esterni, ad esempio le recensioni di un libro).
CAPITOLO 3. STRUTTURE
ASSE SINTAGMATICO (del processo): serie di tutti gli elementi congiunti. C’è contiguità
spazio-temporale tra gli elementi comunicativi. Va segnalato che ogni singolo processo risponde
comunque a norma e vincoli. La struttura è a caselle o slot (pagina 40), è una concezione
strutturalista.
ASSE PARADIGMATICO (del sistema): c’è possibilità di interscambio tra gli elementi della
comunicazione. Funziona per somiglianze, la struttura è a ramificazione.
La “forma” imposta dai due assi su un certo campo comunicativo è la STRUTTURA di questo
campo.
STRUTTURALISMO: è la proposta di applicare le nozioni di struttura ed è il metodo che privilegia
le relazioni di opposizioni nei contenuti positivi dei singoli elementi. Ha avuto grande sviluppo
specie negli anni ’60 e ’70.
SOSTANZA: la materia linguistica. FORMA: il modo in cui…
PIANI CONFORMI: organizzati alla stessa maniera. PIANI BIPLANARI: non conformi.
MONEMA: elemento più piccolo del processo, capace di portare autonomamente un significato.
Continuando la scomposizione, gli elementi minimi che influenzano il significato sono i FONEMI
(per stabilire le differenze tra fonemi si usano i TRATTI PERTINENTI). Sul piano del contenuto
l’oggetto corrispondente al monema è il LESSEMA o SEMEMA (i cui componenti minori sono i
SEMI, che si dividono in SEMI FIGURATIVI cioè le figure del mondo, SEMI ASTRATTI, che non
hanno un corrispettivo sensibile, e SEMI TIMICI, che usano anche la categoria
EUFORIA/DISFORIA, che sono i sentimenti positivi e negativi di noi stessi. Il rapporto
EUFORIA/DISFORIA è detto OPPOSIZIONE TIMICA, vedi pag. 113. I semi possono anche
essere NUCLEARI cioè dei tratti specifici o CONTESTUALI cioè dipendono dal contesto in cui il
lessema è inserito. La combinazione tra nucleare e contestuale è il SEMEMA). Non c’è invece un
oggetto corrispondente ai fonemi.
SEMANTICA: studio del significato.Tre filoni:
- Uno di derivazione filosofica, si pone di definire le condizioni logiche che consentono a un
enunciato di dire qualcosa di vero sul mondo.
- Una semantica cognitica, o teoria della comprensione.
- Una che interessa più da vicino la semiotica, elabora un metodo per descrivere il piano del
contenuto dei linguaggi. Secondo tale filone il significato di un segno si determina in quanto
porzione del piano del contenuto del sistema. Quindi si assume il significato come UNITA’
CULTURALE, che va studiata nella sua organizzazione con le altre unità.
QUADRATO SEMIOTICO (pag. 55): risale ad Aristotele ed è stato poi studiato da Greimas, che ha
creato il “quadrato di veridizione”, che applica il quadrato al tema dell’essere e del sembrare,
importante nell’ambito nartrativo. Rappresenta il funzionamento oppositivo dell’asse del sistema.
Un altro quadrato di interesse pratico è quello di Floch, che classifica diversi tipi di pubblicità.
TESTO: qualunque frammento del processo che sia trattato come testo da qualcuno, è l’oggetto
concreto della comunicazione. Chi decide di trattare come testo un certo fenomeno diventa
destinatario. DA UNA SEMIOTICA DEL SEGNO A UNA SEMIOTICA DEL TESTO. Peirce
ricorda come i segni sono SEMPRE in relazione con altri segni.
Nella comunicazione il testo è un luogo di conflitto e negoziato, perché mette a confronto le
intenzioni di chi lo prepara e quelle di chi lo riceve.
C’è dimensione COTESTUALE quando un testo rimanda o si riferisce ad altri testi. Si parla di
INTERTESTUALITA’. Il concetto di testo è comunque astratto.
TYPE: il tipo astratto di qualcosa di cui i TOKENS sono singole occorrenze concrete (come la
singola pronuncia di una certa parola).
FONETICA: scienza fisica dei suoni che studia il modo in cui sono fatti i singoli suoni.
FONOLOGIA: cerca di individuare i fonemi, cioè i modelli di suono.
TOPIC: è l’argomento del testo, che ne riassume il contenuto semantico. La scelta e il livello di
analiticità di un topic dipende in parte dalla competenza enciclopedica del lettore. Quando un lettore
prende in mano un testo nuovo vi è TOPICALIZZAZIONE, cioè si seleziona da subito il campo
semantico nel quale muoversi.
Quando una struttura semantica è già inerente al testo stesso (cio+ c’è un percorso di lettura
coerente) si parla di ISOTOPIA, che per Algirdas Greimas è “un insieme di categorie semantiche
ridondanti che rendono possibile la lettura uniforme della storia”. I testi che consentono più di un
percorso di lettura sono detti PLURI-ISOTOPICI (ad esempio la parola “credenza” è sia la religione
che un mobile. Un testo artistico può essere interpretato in più modi). MONOISOTOPICO è invece
ad esempio il semaforo rosso.
ENCICLOPEDIA: complesso di conoscenze e credenze sul mondo condiviso in un certo tempo e in
una certa società. Può essere anche falsa e inesatta, ma ci si fida sempre.
CAPITOLO 4. STORIE
INTRECCIO o TRAMA: aspetto invariante della storia. Un certo corso di eventi raccontati in una
successione definita. L’ordine non sarà in generale quello naturale e cronologico (ad esempio nei
gialli si parte dal delitto).
FABULA: i fatti sono esposti nel loro ordine cronologico e causale.
STRANIAMENTO: l’interprete è “spaesato” di fronte alla trasgressione dei canonici codici
linguistici. Vuol dire estrarre le cose percepite dal loro contesto abituale (in una poesia posso usare
le allitterazioni ecc…).Questo concetto viene introdotto a inizio ‘900 dai FORMALISTI RUSSI,
che erano interessati a capire COME funzionava un testo letterario: per loro tutto ciò che è
straniamento è arte. I formalisti russi hanno anche introdotto fabula e intreccio, è stato in particolare
Tomasevskij.
E’ di Tomasevskij l’idea che sia possibile individuare nel testo alcune componenti tematiche
elementari chiamate MOTIVI. La fabula è quindi l’insieme dei motivi nei loro rapporti causali e
temporali, l’intreccio è l’insieme degli stessi motivi nella successione in cui sono dati nell’opera.
A seconda dei rapporti che intercorrono tra durata della fabula e durata dell’intreccio abbiamo
quattro forme di movimento narrativo:
- ELLISSI: il tempo dell’intreccio è zero.
- SOMMARIO: tempo intreccio minore di quello della fabula.
- SCENA: tempi uguali.
- PAUSA: tempo fabula zero.
Superficie:
- VARIABILE: caratteristiche come la musica di un testo, le scelte lessicali, le inquadrature di
un film.
- ESPRESSIVA (o MANIFESTAZIONE LINEARE): il livello della pura espressione. Da
subito il lettore prova a interpretarla in base a codici e sottocodici di cui dispone.
FOCALIZZATORE: il personaggio il cui punto di vista orienta l’azione narrativa. In base a come
viene usato ci sono tre tipi diversi di racconto.
- A FOCALIZZAZIONE ZERO: il focalizzatore è onnisciente e non coincide con nessuno dei
personaggi.
- A FOCALIZZAZIONE INTERNA: la prospettiva narrativa concide con uno o più dei
personaggi. Si divide in fissa, variabile e multipla.
- A FOCALIZZAZIONE ESTERNA: racconto oggettivo.
Il narratore può quindi essere:
- EXTRADIEGETICO: voce narrante impersonale che non compare nel testo. E’ di primo livello.
Al secondo livello è INTRADIEGETICO e al terzo è METADIEGETICO.
- ETERODIEGETICO: Non prende parte agli eventi di cui parla.
- OMODIEGETICO: partecipa come personaggio nella storia che racconta.
Colui che riceve il racconto del narratore è il NARRATARIO.
MONDI POSSIBILI: sono dei costrutti culturali, vengono costantemente valutati sullo sfondo del
mondo della nostra enciclopedia attuale. Il lettore deve quindi essere flessibile per capirli. Sono di
quattro tipi:
- VEROSIMILI: possiamo concepirli senza modifi