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LETTERATURA
Abbiamo già visto che vi è una forte influenza dell’illuminismo, che a sua volta porta ad un
rinnovato interesse per la cultura classica europea (in Europa si parla di Classicismo). Vi è poi un
aspetto che diventa fondamentale, ossia quello della lingua: i maggiori letterati russi iniziano a
domandarsi quale potrebbero essere i principi di creazione di una lingua letteraria russa. Fino a
quel momento, salvo rarissime eccezioni, la lingua usata in letteratura era stata quella slavo-
ecclesiastica, ma adesso ci troviamo di fronte ad un popolo che vuole affermare la sua importanza,
e senza una lingua nazionale lo stato unitario manca di qualcosa.
Al dibattito sulla lingua nazionale partecipano due figure principali: Vasilij Trediakovskij
(Василий Тредиаковский) e Michail Lomonosov (Михаил Ломоносов). Queste due figure sono
interessanti poiché sono разночинец , ossia di ceto differente. E’ interessante sottolineare che
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cominciano ad apparire figure di intellettuali di altissimo livello, che non sono nobili: Kantemir era
un nobile aperto a nuovi principi, mentre Trediakovskij e Lomonosov sono veramente quegli homini
novi che Pietro sognava per la sua Russia.
Trediakovskij era figlio di un pope e, tramite il sostegno di borse di studio, riesce a diplomarsi
all’Accademia slavo-greco-latina. Successivamente, ispirato da Pietro I, percorre a piedi l’intera
Europa deciso a conoscere la cultura europea fino alle sue radici; quando torna in Russia, alla
fine degli anni 20, comincia la sua carriera letteraria come traduttore ed intellettuale. Lomonosov
era invece figlio di un pescatore e anch’egli si appoggia a varie borse di studio per riuscire a
diplomarsi. Queste due figure sentono fortemente la problematica della creazione di una lingua
russa, e hanno delle visioni in evoluzione differenti. Trediakovskij, inizialmente esaltato
dall’esperienza Europea, sostiene fortemente la diffusione della lingua francese, ma capisce poi
che una lingua nazionale è necessaria: come primo esperimento traduce in lingua russa il testo
francese “Voyage de l'isle d'amour” di Paul Tallement. L’obiettivo di Trediakovskij è quello di
creare artificialmente una lingua letteraria, lo slavo-russo.
Trediakovskij parte da una considerazione per cui in Russia esiste una diglossia tra lo slavo
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ecclesiastico e il russo colloquiale: partendo da questa duplice ripartizione, si può sviluppare una
lingua letteraria a sé stante, tendendo conto del fatto che essa deve slegarsi dalla lingua popolare.
Lomonosov appoggiava invece l’idea opposta, ossia quella del bilinguismo, per cui lo slavo
ecclesiastico poteva essere considerato lo stile elevato della lingua russa, mentre quella colloquiale
poteva essere considerata lo stile basso: l’incontro tra i due stili avrebbe portato alla nascita della
lingua letteraria, senza dover crearne una nuova artificiale. Per affermare queste idee, Lomonosov
pubblica nel 1757 una “Grammatica della lingua russa” (российская грамматика), in cui
spiega la ripartizione tra le lingue tramite diversi criteri . Come criteri egli prende in
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considerazione:
- la materia, ossia ciò di cui deve parlare lo stile: lo stile alto è adatto per parlare delle imprese
eroiche, lo stile basso agli avvenimenti ordinari e comici, mentre tutto ciò che sta nel mezzo
di questi due estremi è lo stile medio.
- il linguaggio (ornatus), per cui per le imprese eroiche servono sfarzo e un vocabolario
selezionato, per lo stile basso serve una sintassi estremamente semplice unita alle forme
colloquiali, e anche in questo caso lo stile medio è dato dalla mancanza degli estremi.
- il ceto, ossia la posizione sociale del personaggio: nello stile alto è sempre un eroe, un nobile
o Dio, nello stile basso si parla di gente comune o di animali, invece lo stile medio comprende
favole, epigrammi e canti della commedia.
Разночинец: nei fatti questo termine designa letteralmente “chiunque non appartenga al ceto nobiliare”.
10 Diglossia: la diglossia è una specifica forma di bilinguismo in cui le due lingue disponibili sono in un
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rapporto gerarchico e complementare.
Vedi la tabella negli appunti.
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IL VERSO POETICO
Al tema della lingua si collega anche quello del verso poetico. Gli stessi protagonisti dello scontro
sulla lingua letteraria studiano anche come creare il verso russo, che fino a quell’epoca non era
esistito: la forma metrica utilizzata era considerata innaturale per la lingua russa.
Intorno al 1664 arriva in Russia un monaco bielorusso di nome Symeon
Polotsky (Симео́ н По́ лоцкий), che introduce il verso sillabico, la cui fonte
d’ispirazione era il verso sillabico polacco. La lingua polacca tende ad avere l’accento
fisso sulla penultima sillaba, mentre in russo l’accento è mobile: scrivere quindi dei
versi in russo seguendo la struttura di quello polacco diventa estremamente
innaturale. I versi maggiormente utilizzati nella poesia sillabica erano одиннадцати
сложник e тринадцати сложник (endecasillabi e tridecasillabi).
Sia Trediakovskij che Lomonosov tentano di introdurre delle alternative rispetto al verso sillabico;
Trediakovskij introduce quello che viene considerato il cardine della nuova teoria versificatoria, la
versificazione sillabo-tonica. Tenendo conto del fatto che nella lingua russa l’accento è mobile,
egli introduce il concetto di стопа́ (piede), grazie a cui l’andamento della lettura si concilia
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maggiormente con la lingua (Trediakovskij predilige principalmente le unità bisillabiche, e anche
le cesure hanno una posizione quasi fissa). Lomonosov, invece, sostiene che questo nuovo verso
sia in qualche modo migliore rispetto al precedente, ma ancora caratterizzato da una certa rigidità:
per lui il limitarsi all’uso di versi composti da unità bisillabiche continua ad essere un grosso
limite, e anche con le cesure bisognerebbe essere più liberi.
Anche Kantemir vuole partecipare allo “scontro” sull’innovazione del verso poetico: nel trattato
Письмо Харитона Макентина к приятелю о сложении стихов руссиских (epistola di
Chariton Makentin ad un amico sulla composizione dei verso russi) si configura come una sorta
di tradizionalista, sostenendo che il verso sillabico non sia un verso superato, ma che lo si possa
rinnovare grazie all’influenza dei versi inglesi ed italiani.
Del confronto letterario tra questi tre autori ci resta soprattutto il trattato del 1752 di
Trediakovskij, intitolato Способ к сложенью российских стихов (Metodo per la composizione
dei versi russi), dove egli ripensa alle sue prime teorie sul verso e arriva ad una sorta di
conciliazione tra le due idee e quelle di Lomonosov. Questo testo diventa importante poiché, a
partire dal quel momento, tutti coloro che si cimenteranno con la poesia russa si confronteranno
con esso.
Bisogna precisare che l’importanza dell’opera poetica di Trediakovskij passa più per le sue
traduzioni e i saggi sulla teoria del verso, che per la composizione delle sue odi; non a caso una
delle sue opere fondamentali è la traduzione in russo del testo Les Aventures de Télémaque (Le
avventure di Telemaco) del francese Fénelon, la Тилемахида. Caso inverso è quello di Lomonosov:
di origine poverissime, parte in svantaggio rispetto ad altri suoi colleghi, ma la sete di sapere e il
suo ingegno gli permettono di fare carriera molto velocemente, al punto che diventerà fondatore
dell’Università Statale di Mosca (Московский государственный университет, 1755).
La produzione poetica di Lomonosov si può suddividere in tre categorie principali:
- la prima è l’esaltazione del potere di Caterina, che deve essere celebrata in quanto
sovrana illuminista che prosegue il sogno iniziato da Pietro;
- la seconda è formata dalle odi di carattere filosofico-religioso-scientifico (es. Ода на взятие
Хотина, 1739): Lomonosov da una parte è uno scienziato interessato a studiare i misteri
Стопа́ in metrica il piede è un’unione di due o più sillabe brevi e lunghe, che costituivano la misura del
13 :
verso, andando a creare un determinato andamento melodico.
della natura, ma questa natura ha un creatore. Essere uno scienziato non gli impedisce di
credere nell’esistenza di Dio, anzi l’armonia della natura lo rende ancora più grato in questa
figura, poiché vi è una totale fiducia nell’armonia dell’universo ; questa fiducia si esprime
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tanto in testi come Вечернее размышление божием величестве (Meditazione
vespertina sulla magnificenza di Dio), quanto in epistole curiose come Письмо о пользе
стекла (Epistola sull’utilità del vetro), poiché riesce a coniugare la piacevolezza e
l’ottimismo della riflessione filosofica con l’entusiasmo per la bellezza della natura esaltata
dalle scoperte scientifiche. Ogni scoperta scientifica diventa un mezzo per confermare
l’esistenza di Dio.
- vi è infine tutto l’aspetto dell’elaborazione della lingua russa, sia in ambito letterario che
quotidiano. Scrive quindi la Grammatica russa, e i vari saggi che determinano poi la querele
letteraria con Trediakovskij.
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Lettura e analisi dell’opera: Colloquio con Anacreonte
Разговор с Анакреоном (1771)
Nell’opera “Meditazione vespertina…” possiamo notare la descrizione puntuale e poetica del creato, quasi
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come se Lomonosov si guardasse intorno e descrivesse ciò che vede: egli ha fiducia nei mezzi della scienza,
ma sostiene che alcuni misteri siano insondabili, per cui l’origine di tutto rimane Dio.
Uno dei documenti europei più famosi che rimane come fonte di riferimento per la querele sulla
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versificazione L’Art poétique di Nicolas Boileau.
Anacreonte è un poeta greco del IV-V secolo d.C., divenuto molto popolare nel 700 per i suoi
componimenti che descrivevano la piacevolezza della vita e della convivialità, l’amore e l’amicizia:
la sua vena edonistica era apprezzata soprattutto nelle corti europee.
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Lomonosov finge di intrecciare un dialogo con Anacreonte, immaginandosi delle composizioni
scritte con lo stile del poeta greco, alle quali fa seguire le sue risposte.
Nel pezzo iniziale troviamo Lomonosov chiede ad Anacreonte di intercedere presso un pittore
famoso per dipingere quello che secondo lo scrittore russo è il ritratto più vero e significativo
della madre Russia, un ritratto che ricorda la statuaria greca e le figur