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LOMBALGIA

Il principale test si basa sul segnale elettromiografico e individua pazienti più soggetti a sviluppare lombalgia. Si inseriscono 4 elettrodi al paziente e gli si chiede di flettersi in avanti e poi tornare nella posizione iniziale. Si è registrata l'attività mioelettrica degli erettori spinali e si confrontano i valori con quelli fisiologici. Tale esame può essere utile in ambito lavorativo, per stabilire se una data posizione e un certo carico lombare possa portare allo sviluppo di lombalgia. Esistono due tipologie di trattamenti: conservativo o chirurgico. Vi sono linee guida nazionali per il trattamento di deformità del rachide che si basano sui parametri visti.

TRATTAMENTI CONSERVATIVI

Si tratta di esercizi individualizzati per migliorare il controllo neuromotorio e la respirazione. In alternativa si possono applicare ortesi di tipo spinale (busti, corsetti), le quali sono classificate in base al distretto che interessano. Le ortesi possono

Dare supporto dinamico o controllo funzionale o statico della postura. Queste possono essere CTLSO, TLSO o LSO. Alcune ortesi sfruttano il movimento ciclico della respirazione per applicare un momento che corregga la deformità e riallinei le vertebre. La modalità di produzione dei corsetti in materiali termoplastico è l'utilizzo di garze per individuare la corretta fisionomia del paziente. Si usa in genere il principio dei tre punti di appoggio.

A livello cervicale si distinguono collari (immobilizzazione parziale del collo, materiale soffice che riduce ampiezza articolare), ortesi Halo o Minerva (per fratture di vertebre cervicali e quindi necessità di impedire qualsiasi movimento) e immobilizzatori sterno-occipitali-mandibolari (per bloccare anche la mandibola).

TRATTAMENTI CHIRURGICI

Per soggetti con eccessive deformità si opta per trattamenti invasivi. Nel caso di cifosi si opta per viti peduncolari e barre (osteotomia di diverso grado), nei casi di...

scoliosi espondilolisi si effettua artrodesi con barre e viti percutanee, nell'ernia del disco si rimuove il disco stesso e nei casi di osteoporosi si inietta PMMA (vertebral augmentation). 3ANALISI CINEMATICA D EL CAMMINO IN SOGGETTI SANI E CON MALATTIA DIPARKINSON Analisi da una popolazione di bambini, giovani adulti, anziani e con Parkinson. Protocollo dimarkerizzazione total body, con particolare attenzione a quelli su C7, sul punto di massimacifosi e sulla spina iliaca. Prova di standing per 60 secondi, poi di walking e infine dicalibrazione anatomica. Le variabili analizzate sono: lunghezza del rachide, angoli di cifosi elordosi e inclinazione del tronco nel piano sagittale. Il coccige è stato individuato con unmarcatore ricostruito virtualmente. Il risultato nelle prove di standing evidenzia l'aumentodell'angolo di cifosi, soprattutto nei soggetti con Parkinson. Anche nell'angolo di lordosi edel tronco i soggetti con Parkinson risultano avere la

condizione più gravosa. Nel cammino, lunghezza del rachide e angolo di lordosi sono in controfase, quindi la variazione di lunghezza del rachide dipende dall'angolo di lordosi e non di cifosi. A livello cinematico si rileva una grande difficoltà e rigidità di movimento nei soggetti con Parkinson.

ORTESI DELL'ARTO SUPERIORE

Le ortesi sono definite come dispositivi esoscheletrici applicati esternamente a segmenti del corpo con funzione di limitare o assistere il movimento. A differenza delle protesi, le ortesi non sostituiscono l'arto ma lo accompagnano nella sua funzione.

Scopi delle ortesi:

  • Immobilizzare parzialmente o totalmente un'articolazione o un segmento corporeo;
  • Prevenire o correggere deformità;
  • Equilibrare sbilanciamenti a scopo preventivo;
  • Limitare il campo di movimento, definendone il campo di mobilità;
  • Facilitare una funzione;
  • Vicariare funzioni motorie assenti;
  • Controllare la direzione del movimento.
  1. movimento;
  2. Ridurre il dolore;
  3. Ridurre il carico gravanti sull'arto patologico (funzione di sostegno, principalmente per ortesi di arto inferiore).

Considerando le funzioni delle ortesi, possiamo distinguere approcci:

  1. Approccio di tipo diretto, l'ortesi agisce sui momenti e sulle forze, assiali o trasversali, agenti su un'articolazione.
  2. Approccio di tipo indiretto, l'ortesi modifica il punto di applicazione e la linea d'azione della normale al terreno.

Ortesi per arto inferiore: FO, AFO, KO, KAFO, HO, HKAFO.

ORTESI DELL'ARTO SUPERIORE

Ci occuperemo in particolare di ortesi che coinvolgono mano, polso, gomito e spalla. Queste sono classificate secondo normativa ISO e, inoltre, secondo altri criteri:

  1. Porzione anatomica coinvolta
    • HO hand orthosis;
    • WHO wrist hand orthosis;
    • EO elbow orthosis;
    • EWHO elbow wrist hand orthosis.
  2. Caratteristiche strutturali
    • Statiche o di postura, facilitano l'immobilizzazione (favorire un movimento e limitarne).

Uno antagonista), prevengono viziature da paralisi e migliorano la spasticità;

Statiche o di postura seriali, modellabili in diverse fasi, consentono di mantenere in allungamento le parti molli interessate da una perdita di estensibilità;

Funzionali o terapeutiche, assistono l’esecuzione del movimento stabilizzando uno o più segmenti articolari e scheletrici (ad esempio un’ortesi EO per sopperire alla debolezza dei muscoli flessori del gomito agisce con l’applicazione di un momento articolare);

Dinamiche, possiedono un supporto statico che limita un movimento non desiderato e da un supporto mobile che favorisce l’escursione articolare nella direzione opposta.

3. Temporalità dell’applicazione

- Temporanee, portate in determinati istanti della giornata;

- Definitive, portate per la quasi totalità delle ore del giorno.

4. Azione esercitata

- Preventive, prevengono l’eventuale presenza di deformità;

- Facilitanti,

facilitano l'esecuzione del gesto motorio;

Sostitutive, sostituiscono il distretto corporeo d'interesse.

PAZIENTE CON EMIPLEGIA

Considerando ora l'arto superiore di un paziente con emiplegia (patologia dovuta a un'assenza di comunicazione tra SNC e sistema muscolare), che avrà un lato corporeo con controllo ridotto rispetto all'altro.

La conseguenza è che si ha una prima fase di totale flaccidità del muscolo, seguito da rotazioni muscolo-tendinee (braccio ruotato internamente e leggermente addotto, gomito flesso e avambraccio prono, polso e dita flesse). Si usano in questi casi ortesi di posizionamento, ad esempio a livello del polso per evitare che rimanga totalmente flesso.

L'obiettivo delle ortesi per questi soggetti è:

  1. Stabilizzare un tratto articolare;
  2. Sostenere un segmento d'arto;
  3. Ridurre il dolore;
  4. Migliorare l'estetica;
  5. Ridurre le retroazioni muscolo tendinee;

L'ortesi deve essere:

  1. Funzionale;
  2. Estetica;

Pratica da indossare;

Poco ingombrante e prodotta su misura per il paziente;

Esteticamente accettabile;

Igienica (necessario consentire sempre alla cute del soggetto di respirare;

Economica (il nomenclatore tariffario contiene i prezzi massimi cui possono essere venduti i dispositivi, il Sistema Sanitario Nazionale fornisce un dispositivo all'anno).

MATERIALI

Le ortesi vengono in genere costruite con materiali termoplastici. Delle garze gessate vengono disposte in corrispondenza del distretto anatomico di interesse ottenendo il calco negativo. Quindi si cola il gesso per avere il calco positivo e poi si inserisce il materiale termoplastico. Questi materiali sono molto modellabili se scaldati. Spesso vengono incorporati cuscinetti in gomma piuma nelle zone in cui si rischia maggiormente di danneggiare la cute. Anche il metallo è molto utilizzato ma ad oggi, soprattutto per arto inferiore, si preferiscono materiali compositi in fibra di carbonio, molto leggeri.

Possono anche essere stampate in 3D, in seguito a scansione laser invece che acolata in gesso.

Esempi:

  1. Ortesi per prima commissura per soggetti con artrite reumatoide con uno spillo che mantiene la direzione della forza nella direzione corretta;
  2. Ortesi pro-estensione delle articolazioni metacarpo-falangee o interfalangee prossimali;
  3. Ortesi di Weniger con anello in tessuto e cavi che trazionano le dita;
  4. Ortesi per stabilizzazione del polso;
  5. Ortesi di gomito in neoprene, che permettono di ridurre l'epicondilite;
  6. Ortesi braccio-avambraccio, principio dei tre punti di fissaggio;
  7. Ortesi per prevenire la sublussazione della spalla (la spalla è un'articolazione poco congruente, quindi la testa dell'omero non è perfettamente inserita all'interno della cavità glenoidea).

PROGETTO GIFT

Inclusione sociale del bambino nel contesto scolastico-sportivo attraverso la validazione di una nuova ortesi per bambini con emiplegia. Le ortesi AFO in genere

Sono sviluppate solo per la deambulazione; quindi, è esclusa dalla prescrizione d'uso la corsa.

Il contesto clinico di riferimento è quello di soggetto con PCI, in particolare emiplegia odiplegia con forte asimmetria. E la popolazione è pediatrica, dai 5 agli 11 anni. I bambini presi in considerazione camminano con il piede in equino a causa di eccessiva attività dei plantarflessori e di una bassa o nulla attivazione dei dorsiflessori.

La deambulazione risulta inefficiente in quanto non avviene contatto con il tallone, non viene assorbito lo shock, la stabilità è ridotta e il push-off non può essere generato efficacemente.

La corsa richiede un maggior dispendio energetico rispetto alla deambulazione, che comunque è un'attività faticosa per soggetti con emiplegia.

Nella corsa si può aumentare la lunghezza del passo (non possibile per questi soggetti) o aumentare la cadenza (maggior numero di passi al minuto).

Analisi

del cammino con ortesi e senza ortesi: angoli relativi, momento e potenza di anca, ginocchio e caviglia. L'articolazione più corretta, sia nel lato compromesso sia in quello meno patologico, è la caviglia. L'ortesi permette di correggere il contatto iniziale del piede che altrimenti non avrebbe il tallone appoggiato. La potenza al push-off desiderata sarebbe maggiore di quella senza ortesi ma si tratta di una richiesta non soddisfatta. Si è anche valutata la rigidezza articolare in combinazione di ortesi e arto. La stiffness della tibiotarsica risulta essere minore per il soggetto senza ortesi. L'analisi del cammino è anche stata effettuata con treadmill nel cammino in piano, in salita e in discesa. Sono poi stati eseguiti test meccanici sulla sola balestra e analisi con marker sulla sola ortesi per analizzare il carico che vi
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
11 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-INF/06 Bioingegneria elettronica e informatica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _chiaraf_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Valutazione Funzionale e Riabilitazione Motoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Politecnico di Milano o del prof Frigo Carlo Albino.