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ELEMENTI PER LA DEFINIZIONE DELL’APPROCCIO TERAPEUTICO
STADIO infiltrazione, metastasi linfatiche, metastasi a distanza
GRADO
DISTRIBUZIONE estensione, sede, numero
VOLUME DELLA NEOPLASIA
CONDIZIONI APPARATO URINARIO SUPERIORE stasi, dilatazione, esclusione funzionale
Attenzione alla tendenza a riprodursi dei tumori, perché la vescica si ammala tutta al contrario ad esempio
del tumore del colon che se eradicato al massimo può recidivare sulla anastomosi (a meno che non ci sia
poliposi familiare). Nella vescica si ammala tutto l'urotelio perché, a causa di fattori genetici e acquisiti, si
perde il controllo dell'apoptosi cellulare, per questo motivo il tumore tende a recidivare, soprattutto nei
tumori a basso grado, e ciò comporta un mancato controllo dell'evoluzione della neoplasia vescicale che
può portare ad una cistectomia.
CENNI DI TERAPIA
Instillazioni endovescicali: terapie per tumori trattabili in modo conservativo, si usano dei
chemioterapici nei tumori a basso grado ed il bacillo di Koch attenuato per i tumori ad alto grado.
Cistectomia, nel caso in cui le terapie mediche non funzionino. È possibile ricostruire la vescica.
IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA
(piccolo richiamo di anatomia:
La prostata è un organo ghiandolare, impari e mediano, situato nella piccola pelvi fra la base della vescica e
il diaframma urogenitale, dietro la sinfisi pubica e davanti all'ampolla rettale. È attraversata a pieno
spessore, dall'alto in basso, dalla prima porzione dell'uretra (uretra prostatica) nella quale essa riversa,
durante l'eiaculazione, il proprio secreto (succo prostatico) tramite numerosi dotti escretori. Nella parte
postero-superiore è attraversata, obliquamente, anche dai condotti eiaculatori.
La prostata ha la forma di una castagna con la base superiore e l'apice inferiore; il suo asse non è
esattamente verticale, ma leggermente obliquo in basso e in avanti e incrocia a X quello dell'uretra,
formando un angolo di circa 20°. Di colorito grigio rossastro e di consistenza dura elastica, la prostata
appare molto piccola nel bambino e soltanto alla pubertà comincia ad accrescersi rapidamente
raggiungendo in media, verso i 20-25 anni, 3 cm di altezza, 4 cm di larghezza (in corrispondenza della base)
e 2,5 cm di spessore. Pesa in media circa 20 g.
Nella prostata si considerano una faccia superiore, una faccia anteriore, una faccia posteriore, due margini
laterali e un apice.
La faccia superiore (o base) ha una forma triangolare ad angoli molto arrotondati, con un lato
posteriore e due anteriori convergenti in avanti. Poiché il lato posteriore presenta nel punto di
mezzo un'incisura, la base della prostata assume nel complesso una forma a cuore di carta da gioco.
Nei pressi dell'angolo anteriore, la faccia superiore mostra il punto di penetrazione dell'uretra,
mentre più posteriormente è scavata da una doccia trasversale (ilo della prostata) nella quale
penetrano i dotti eiaculatori. La superficie compresa fra l'ingresso dell'uretra e l'ilo appare,
specialmente nel vecchio, un poco rilevata e corrisponde al cosiddetto lobo medio.
La faccia anteriore, quasi verticale, è uniformemente convessa, mentre quella posteriore, obliqua in
basso e in avanti, è percorsa nel mezzo da un solco longitudinale, spesso appena accennato, che la
suddivide in due porzioni (lobi laterali destro e sinistro).
I margini laterali sono arrotondati.
L’apice, tronco, circonda l'uretra nel suo punto di uscita dalla prostata.
La prostata è contenuta in un involucro fibroso (loggia prostatica) attraverso il quale contrae rapporti con gli
organi vicini; le pareti della loggia sono meglio definite posteriormente e lateralmente e possono essere
considerate, nel complesso, come un addensamento della fascia pelvica viscerale.
Anteriormente la prostata, coperta dalla porzione prostatica del muscolo sfintere striato dell'uretra e da una
sottile lamina connettivale (fascia preprostatica), corrisponde alla metà inferiore della sinfisi pubica alla
quale è unita da due fasci fibromuscolari (legamenti puboprostatici). Nello spazio fra sinfisi pubica e
prostata, ampio circa 2 cm, sono situati il plesso venoso pudendo e alcuni ramuscoli delle arterie pudende
interne immersi nel tessuto adiposo che colma lo spazio prevescicale.
Lateralmente la prostata è in rapporto con i fasci mediali del muscolo elevatore dell'ano (muscoli
pubococcigei) mediante l'interposizione del plesso venoso vescicoprostatico e di una lamina fibrosa
(aponeurosi laterale della prostata).
Posteriormente è in intimo contatto con la faccia anteriore dell'ampolla rettale, esistendo fra i due organi
solo la fascia rettovescicale. Ciò consente di palpare la prostata mediante l'esplorazione rettale.
Superiormente la base della prostata aderisce in avanti alla vescica urinaria nella zona del meato uretrale
interno e del trigono, mentre posteriormente è in rapporto con le ampolle deferenziali, con l'apice delle
vescichette seminali e con i condotti eiaculatori.
Inferiormente la ghiandola giunge in contatto con il diaframma urogenitale mediante il suo apice, il quale è
attraversato dall'uretra e dista 1,5-2 cm dal margine inferiore della sinfisi pubica.)
La prostata sviluppa una degenerazione da iperplasia benigna nel corso dell'età. Una volta si pensava che
tale processo cominciasse solo in tarda età, ma dopo l'avvento dell'ecografia transrettale si è capito che a 40
anni l'incidenza di microadenomi intorno all’uretra è già rilevante (questa situazione non corrisponde
necessariamente a malattia). L'IPB clinica ha una prevalenza che varia dal 14% (40 anni) al 40% (70 anni) e
dà manifestazioni cliniche significative. Questi dati sono un po' fuorvianti per quanto riguarda l'età giovanile
perché spesso vengono correlati disturbi ostruttivi con l' IPB, ma in realtà è il collo vescicale (sfintere
costituito da fibre muscolari della parete della vescica che si vanno ad intrecciare formando una sorta di
fionda muscolare che si apre e si chiude) che crea problemi di ritenzione. Lo sfintere del collo vescicale ha
un ruolo importante anche durante l'eiaculazione, permettendo la fuoriuscita del liquido seminale in senso
anterogrado: nella fase pre-orgasmica il liquido seminale arriva nell'uretra e rimane chiuso tra lo sfintere
striato ed il collo vescicale, nel momento orgasmico i muscoli del piano pelvico si contraggono più volte e,
affinchè esca lo sperma, deve aprirsi lo sfintere striato e rimanere chiuso lo sfintere liscio. Se lo sfintere
liscio si apre, lo sperma non esce e per gravità tende a cadere in vescica. Per questo motivo la asportazione
del collo vescicale durante un intervento chirurgico comporta una mancata eiaculazione. Un soggetto con
una patologia che coinvolge l'innervazione neurovegetativa, può avere come sintomo l'eiaculazione
retrograda; ad esempio la neuropatia del diabete può determinare questo fenomeno. Una ulteriore
condizione in cui si sviluppa una eiaculazione retrograda è l'ostruzione da stenosi uretrale: se un paziente ha
una stenosi dell'uretra o comunque una causa ostruttiva congenita come la “valvola uretrale” può verificarsi
eiaculazione retrograda (la valvola uretrale è una patologia in cui c'è un “flap” della mucosa che impedisce il
normale flusso di urina dalla vescica perché si apre durante la minzione; è quindi difficile da diagnosticare
tramite cistografia con mezzo di contrasto a meno che non si studi anche la fase di minzione). In caso di
ostruzione, le porzioni a monte tendono a dilatarsi; il collo vescicale è una struttura con resistenza limitata
(si contrae in modo tonico, lento) quindi se c'è una ostruzione comincia ad allargarsi e il paziente non vedrà
più lo sperma. Allo stesso modo, sintomi ostruttivi possono essere conseguenza di infiammazioni e infezioni
che determinano una sclerosi del collo vescicale; quindi attenzione alle uretriti o ad altre patologie
sessualmente trasmissibili che possono causare anche dopo anni la sclerosi del collo vescicale che diventa
fibrotico.
Ricapitolando, disturbi ostruttivi della minzione possono essere causati da:
IPB
Patologie del collo vescicale, come la sclerosi secondaria ad infiammazioni. Fare attenzione alla
mancata eiaculazione perché potrebbe essere segno di una patologia del collo vescicale, di una
neuropatia o di una patologia ostruttiva dell'uretra. Sono queste patologie che rendono i dati
statistici sull'IPB fuorvianti, soprattutto per l'età giovanile.
L’IPB provoca una riduzione del flusso urinario. Non bisogna però curare tutte le degenerazioni di
performance della minzione perché:
a 55 anni il 25% degli uomini nota riduzione della forza del getto urinario
le portate di flusso max sono correlate all’età, con picchi medi che diminuiscono di circa 2 ml/sec
per ogni decennio
l’aumento medio delle dimensioni della prostata è di 6 ml/decennio
L' IPB è caratterizzata dalla proliferazione delle cellule stromali (prima) ed epiteliali (poi) e dalla diminuzione
della morte cellulare programmata che porta ad accumulo di cellule nell’area periuretrale; secondo alcuni
studi dopo i 40 anni i meccanismi apoptotici si alterano, le cellule si accumulano e la ghiandola aumenta le
sue dimensioni; lo stesso meccanismo di apoptosi è alterato nello sviluppo tumorale. Il tumore della
prostata, come l'IPB è androgeno-dipendente, nel senso che lo stimolo alla crescita della ghiandola è il
diidrotestosterone (coinvolto anche nella caduta dei capelli) e non il testosterone. Gli androgeni sono
necessari per la proliferazione e differenziazione della prostata ed inibiscono la morte cellulare.
Nella prostata l'enzima 5a-reduttasi converte il testosterone in diidrotestosterone e la finasteride è un
farmaco che agisce inattivando la 5a-reduttasi, quindi usato anche per contrastare l'alopecia. (Il paziente
che assume finasteride, nel 5% dei casi può subire calo della libido, nell'altro 90% dei pazienti no e si
dimostra quindi che la libido a livello encefalico è innescata direttamente dal testosterone e non dal
diisrotestosterone). La finestaride agisce solo nei tessuti che esprimono 5a-reduttasi, pazienti che hanno
deficit genetici di tale enzima non svilupperanno mai IPB. Il ruolo degli estrogeni è sicuro ma poco chiaro;
sicuramente c'è una alterata interazione tra stroma ed epitelio, infatti normalmente lo stroma inibisce la
proliferazione ghiandolare. Sono coinvolti diversi fattori di crescita come: b-FGF, EGF, KGF, TGF-b, tuttavia
non ci sono dati clinici stabilizzati nel tempo. Sicuramente c'è un r