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Test del concetto del nuovo prodotto
È il primo investimento che l’impresa deve compiere nel processo di sviluppo.
Si tratta di sottoporre la descrizione del concetto del nuovo prodotto a un
opportuno gruppo di utenti target per misurare il grado di accettazione.
Può essere effettuata in forma neutra o in forma di annuncio pubblicitario
fittizio, presentando il nuovo prodotto come se esistesse già. Il primo metodo è
più semplice da attuare e consente di evitare l’ostacolo dell’influenza,
difficilmente controllabile, esercitata dall’elemento creativo dell’annuncio.
L’annuncio pubblicitario invece riproduce meglio le circostanze d’acquisto del
futuro prodotto e rende più realizzabile il test del concetto. Una somma di
risposte positive inferiore al 60% del totale è ritenuta insufficiente, almeno nei
settori dei beni di consumo.
I risultati di un test di concetto vanno tuttavia interpretati con cautela,
soprattutto quando l’idea è molto nuova. Spesso i clienti non sono capaci di
dire in anticipo cosa piacerà o non piacerà loro. Le misure basate sulle
intenzioni d’acquisto non sono sempre buoni indicatori del grado di convinzione
degli intervistati circa le capacità del prodotto di risolvere problemi. Per ovviare
questo problema è suggerito l’analisi dei risultati basandoli sulla misurazione
dei bisogni percepiti e delle intenzioni d’acquisto ottenendo una valutazione più
attendibile del tasso d’accettazione del prodotto.
Analisi congiunta
Rappresenta un’alternativa più elaborata al test di concetto, consiste nello
studiare l’influenza delle caratteristiche fisiche e percettive di un concetto di
prodotto nuovo sulle preferenze dei consumatori. I dati raccolti sono semplici
classifiche di preferenza delle varie combinazioni di concetti, ciascuno dei quali
formato da un diverso assortimento di caratteristiche.
Analisi di business e programmazione di marketing
Una volta sviluppato e accettato il concetto di prodotto da parte della direzione
generale, è al marketing che spetta quantificare le opportunità di mercato e lo
sviluppo di programmi di marketing alternativi.
In primo luogo è opportuno stimare il volume di vendita che potrà essere
realizzato nei primi tre anni di lancio. Tenendo conto della dimensione del
mercato potenziale del segmento target, quale volume di vendita o quota di
mercato si potrà raggiungere in base alle diverse ipotesi di budget di
marketing.
I metodi soggettivi dipendono dal sistema informativo aziendale, ma anche
dall’esperienza, dalla capacità di giudizio e dalla conoscenza accumulata in
modo più o meno informale dall’impresa.
Gli studi di fattibilità hanno invece lo scopo di raccogliere le informazioni
mancanti sul campo, interpellando direttamente i potenziali clienti, distributori
ecc…
Nei test di mercato si osservano i comportamenti d’acquisto per come si
manifestano realmente in un ambito più reale.
I tre metodi non sono esclusivi e possono essere utilizzati congiuntamente,
soprattutto quando l’incertezza e il grado di novità del prodotto sono notevoli.
L’evoluzione nel tempo della domanda di un prodotto nuovo sarà diversa a
seconda che si tratti di beni strumentali che si acquistano una sola volta, di un
bene durevole o di prodotti soggetti ad acquisto ripetuto.
La domanda di un bene durevole si suddivide in domanda di primo acquisto e
domanda di sostituzione.
Nel caso di prodotti soggetti ad acquisto ripetuto ( domande di primo acquisto
e riacquisto) si può applicare il teorema per scomporre la quota di mercato e
formulare una previsione sulla quota tendenziale di un nuovo prodotto.
La prima componente è costituita da un tasso di penetrazione della marca
definito come il totale cumulato di primi acquisti.
Gli acquirenti che hanno provato il prodotto esprimono il tasso di acquisto
ripetuto sotto forma di percentuale sugli acquisti totali nel settore di
appartenenza.
La terza componente è costituita dal tasso d’intensità o indice del livello
d’acquisto esso pone a confronto le quantità medie acquistate dai clienti della
marca con le quantità medie acquistate dall’acquirente della categoria di
prodotto.
La quota di mercato prevista è data dal prodotto dei tre valori qui sopra.
La progettazione del piano di lancio di un nuovo prodotto, per essere efficace,
deve basarsi su una buona conoscenza del processo di adozione
dell’innovazione seguito dal gruppo target di consumatori.
Il processo si scompone in sei fasi:
1) conoscenza: il potenziale cliente scopre l’esistenza del prodotto
2) comprensione: si basa sulla conoscenza e rappresenta la concezione che
l’individuo ha del prodotto
3) atteggiamento: predisposizione dell’individuo a valutare un oggetto presente
nel suo ambiente
4) convinzione: l’individuo sviluppa un atteggiamento favorevole si convince
che il prodotto è superiore
5) prova: utilizza il prodotto in una piccola quantità
6) adozione: decide di adottare l’innovazione e continua ad riacquistarla o
usarla.
Il ritmo di diffusione dipenderà dalla natura dell’innovazione. Sono stati
identificati cinque fattori che influenzano la velocità di diffusione.
• Vantaggio relativo misura in cui l’innovazione è considerata superiore alle
alternative esistenti
• Complessità grado di difficoltà associato all’idea o al prodotto nuovo
• Compatibilità grado d’inserimento dell’innovazione nelle abitudini dei
potenziali consumatori
• Comunicabilità facilità di trasmettere al potenziale utilizzatore l’essenza
dell’innovazione
• Verificabilità capacità dell’innovazione di essere provata su scala ridotta
prima dell’acquisto
Esistono tre fonti d’incertezza: l’incertezza sulla reale consistenza dei vantaggi
annunciati, sui costi di adozione (resistenza al cambiamento) e l’incertezza
sulle evoluzioni tecnologiche future e sulla durata del ciclo di vita
dell’innovazione.
Rogers propone di classificare coloro che adottano un’innovazione in cinque
categorie in base al tempo necessario all’adozione, la distribuzione si avvicina
ad una normale. Le categorie di utilizzatori sono gli innovatori, gli adottanti
precoci, maggioranza precoce e maggioranza tardiva e i ritardatari.
Quanto più il nuovo prodotto è originale e apporta una soluzione innovativa al
soddisfacimento di un determinato bisogno, tanto più esso è sensibile al
prezzo. Il prezzo di lancio è allora fondamentale e condiziona il successo
commerciale e finanziario dell’operazione.
La strategia del prezzo di scrematura consiste nel vendere in nuovo prodotto a
un prezzo elevato, rivolgendosi volutamente all’estremità superiore della curva
di domanda, in modo da garantirsi rapidamente rientri finanziari consistenti
dopo il lancio. Quando si ha motivo di ritenere che il ciclo di vita del nuovo
prodotto sarà breve o che il prodotto verrà rapidamente imitato dalla
concorrenza, una politica di prezzo basso non consentirebbe di far fruttare
l’operazione. Per risultare efficace questa strategia richiede grandi investimenti
in pubblicità e promozione: quando l’impresa non dispone della liquidità
necessaria applicare prezzi elevati costituisce una forma di finanziamento che
permette di generare le risorse necessarie alla strategia di lancio.
La strategia del prezzo di penetrazione consiste, invece nel praticare prezzi
bassi per occupare una quota di mercato rilevante fin dall’inizio. Si adotta un
sistema di distribuzione intensivo con un’ottica più commerciale che
finanziaria. La domanda deve essere elastica al prezzo su tutta la curva, non
esiste un segmento da privilegiare. Esistono possibilità di economie di scala e
se il prodotto è minacciato da una forte concorrenza a brevissima distanza
dall’introduzione ha ragione ad applicare prezzi bassi in quanto costituiscono
una barriera molto efficace.
Per il lancio di un nuovo prodotto esistono tre livelli di rischio:
• Primo livello è il punto di pareggio semplice la nuova attività esce dalla
fase di perdita e entra in quella di guadagno
• Secondo livello punto d’equilibrio globale, le entrate globali attualizzate
coprono le spese globali attualizzate
• Terzo livello punto d’acquisizione del capitale produttivo, la nuova attività
genera un surplus finanziario
Capitolo 14: La gestione della marca
La marca è un nome, un termine, un simbolo, un design o una combinazione di
questi elementi, che ha l’obiettivo di identificare beni e servizi di un venditore o
gruppo di venditori, differenziandoli da quelli dei concorrenti.
Alcune marche si differenziano principalmente per le qualità tangibili, mentre
altre basano la loro diversità su attributi intangibili. Tutte le marche forti sono
comunque registrate nella mente dei consumatori con una serie di associazioni
razionali ed emotive.
Una marca è percepita dal potenziale cliente come un paniere di attributi e di
associazioni mentali che, insieme, formano gli elementi distintivi dell’identità di
marca. L’integrazione di questi elementi conduce a una misura del valore
globale percepito di una marca per un determinato cliente potenziale, che può
essere interpretato come un indicatore della probabilità di acquisto della
marca.
Le caratteristiche oggettive sono gli antecedenti degli attributi tangibili ed
intangibili ossia quelle specifiche tecniche che producono gli attributi o
vantaggi perseguiti e che costituiscono la “scheda tecnica” di una marca.
Per attributo s’intende il vantaggio o beneficio ricercato dal cliente e utilizzato
come criterio di selezione. I clienti in genere prendono in considerazione
molteplici attributi per valutare una marca: si può trattare di attributi funzionali
e tangibili ma anche di attributi intangibili. Gli attributi possono essere
classificati in base all’impatto che hanno sulla soddisfazione del consumatore
distinguendoli in attributi di base, di performance e eccitanti/ delizianti.
• Gli attributi di base sono fattori must che un prodotto deve avere per
essere accettato dai consumatori, questi attributi vengono definiti anche
fattori soglia
• Se si aumentano gli attributi di performance la soddisfazione del
consumatore aumenta sempre più
• Gli attributi eccitanti rappresentano benefici inaspettati e molto
apprezzati, se non ci sono aumentano l’insoddisfazione se ci sono
favoriscono un aumento della so