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Le strategie competitive di base
Combinando il tipo di vantaggio competitivo e l'ampiezza del mercato di sbocco (sistema competitivo) si ottengono 4 strategie di base:
- Leadership di costo (vantaggio di costo e mercato ampio);
- Differenziazione con SP singolo o multiplo (vantaggio di differenziazione, mercato ampio);
- Focalizzazione orientata ai bassi costi (vantaggio di costo e nicchia);
- Focalizzazione orientata alla differenziazione (vantaggio di differenziazione e nicchia).
Le risorse aziendali e le competenze distintive
Le competenze distintive sono risorse peculiari di un'azienda, non facilmente imitabili e utili per configurare SP particolarmente apprezzati dai clienti.
Le risorse aziendali sono classificabili in:
- Strutture produttive ed efficienti, efficienti sistemi di gestione del personale;
- Conoscenze di business diffuse nel personale;
- Relazioni di cooperazione e comunicazione interna;
- Rapporti di fiducia e cooperazione con i clienti;
- Patrimonio di
scambio.Alcune teorie riguardanti il prezzo sono:
- La relazione tra prezzo e quantità domandata;
- L'elasticità della domanda;
- La relazione tra quantità domandata e i ricavi totali;
- La scelta del prezzo ottimale.
Le quantità vendute non dipendono solo dal prezzo, ma da molti fattori tra cui: il prezzo dei beni fungibili o complementari, il reddito dei consumatori, gli investimenti in comunicazione.
L'ELASTICITÀ DELLA DOMANDA AL PREZZO
È la sensibilità della quantità domandata alle variazioni di prezzo, calcolata relativamente ad un prezzo di partenza.
Si indica con il simbolo Ꜫ e si misura rapportando la variazione % della quantità in corrispondenza di una variazione % di prezzo. Il valore di Ꜫ risultante dalla formula indica la % di variazione della domanda che corrisponde ad una variazione dell'1% del prezzo.
Considerando il valore assoluto dell'elasticità, (ossia non tenendo conto
delsegno negativo al denominatore dato dal fatto che la quantità diminuisce all'aumentare del prezzo), a valori elevati corrisponde una più elevata sensibilità del prezzo: Per valori compresi tra 0 a 1 la domanda si definisce anelastica (o rigida); Per valori superiori a 1 la domanda si definisce elastica. Le quantità vendute non dipendono solo dal prezzo, ma sono influenzate anche da: - Prezzi dei beni complementari – variazioni del prezzo di un bene influenzano dalla stessa direzione la domanda dei suoi beni complementari (es. software e hardware; benzina e autovetture); - Prezzi dei beni fungibili – variazioni del prezzo di un bene influenzano nella direzione opposta la domanda dei suoi beni fungibili (es. scooter e ciclomotori di piccola cilindrata); - Investimenti in promozione commerciale (es. pubblicità). Per rappresentare la domanda di mercato – o aggregata – con una singola curva, occorrono due assunzioni (ipotesi).o semplificazioni): che i beni offerti siano traloro perfettamente sostituibili e che il prezzo sia uguale per tutte le aziendedell’offerta.
Quando la curva di domanda rappresenta la domanda di una singola azienda, leassunzioni possono essere rimosse ma si presentano differenze in base alcontesto: concorrenza perfetta, concorrenza basata su differenziazione,monopolio…
In ogni caso, la curva di domanda della singola impresa presenta sempreun’elasticità superiore a quella domanda aggregata.
LA CURVA DEI RICAVI TOTALI
La curva dei ricavi totali è una curva prima ascendente e poi discente (ponendo ilprezzo in ascissa); i ricavi totali, pur in presenza di riduzioni di quantità, pereffetto dell’aumento del prezzo, prima aumentano e poi si riducono, presentandoil punto di massimo dove l’elasticità è pari a 1.
LA SCELTA DEL PREZZO OTTIMALE
Se la scelta del prezzo ottimale si fonda sull’obiettivo della massimizzazione deiricavi,
l'analisi della curva dei ricavi consente di individuare il prezzo (che massimizza i ricavi). Se la scelta del prezzo ottimale si fonda sull'obiettivo di massimizzare il risultato reddituale operativo, allora è necessario sovrapporre i ricavi ai costi e individuare la soluzione migliore rispetto all'obiettivo.CAPITOLO 11
DIMENSIONI E MODELLI AZIENDALI
Vi sono ragioni economiche che spingono le aziende ad assumere certe dimensioni per poter produrre grandi volumi di beni standardizzati. Le scelte di standardizzazione riguardano non solo i beni offerti, ma soprattutto i processi e le componenti dei prodotti (da semplici pezzi a moduli). Ovviamente oltre a queste ragioni vi sono anche dei motivi politici e sociali (es: standard di telecomunicazione). Il principale vantaggio della standardizzazione è quello di aumentare l'efficienza (riducendo i costi), ma presenta anche inconvenienti: standard normativi o di fatto riducono gli incentivi all'innovazione (e,Per loro natura, gli standard si modificano nel medio/lungo periodo); Prodotti uniformi possono non soddisfare la domanda e scatenare guerre di prezzo.
Contraltari alla standardizzazione (da cui passa la crescita dimensionale) sono:
- La flessibilità, che indica la capacità dell'azienda di adeguarsi ai mutamenti dell'ambiente;
- La varietà, ossia l'ampiezza dell'offerta rivolta ai consumatori.
Dunque, l'azienda deve fare scelte per bilanciare vantaggi e inconvenienti di standardizzazione, flessibilità e varietà.
Mi conviene puntare ad un aumento Economie di scala e di assorbimento dei volumi prodotti e venduti dalla mia della capacità produttiva azienda? Quali sono i vantaggi connessi a maggiori volumi di produzione?
Devo ampliare la gamma di prodotti Economie di raggio d'azione (o di scopo) offerti? Quali sono i vantaggi connessi alla vendita di prodotti diversi che condividono almeno in parte la struttura?
produttiva aziendale? Quanto è grande il vantaggio, in termini di costi, di un mio concorrente presente da più tempo sul mercato e con volumi complessivamente più elevati prodotti? Quali attività/componenti/fasi della transazione, Punto di pareggio e Rischio Operativo mi conviene svolgere internamente e quali far realizzare esternamente? Come è probabile che si possano modificare i volumi di vendita se modifico il prezzo del mio prodotto? Qual è il prezzo da applicare per ottenere certi volumi di vendita minimi? Data l'attuale struttura aziendale, qual è il fatturato minimo da conseguire per non andare in perdita? Cosa succede se decido di acquistare macchinari più costosi e automatizzati? SCELTE DI DIMENSIONAMENTO Perché in certi settori le imprese sono tutte di grandi dimensioni (es. farmaceutico, bancario, trasporto)?ECONOMIE DI SCALA
Le economie di scala (EDS) sono le riduzioni di costo unitario dell’output prodotto dovute all’incremento della capacità produttiva (scala) dell’azienda, dato un certo grado di utilizzo della capacità stessa.
EDS = CUZ-CUX (CUZ: costo unitario di produzione impianto Z; CUX: costo unitario di produzione impianto X – Z<X)
All’aumentare della capacità produttiva, alcuni elementi non aumentano (costi fissi) diminuendo i costi unitari. In altre parole, all’aumentare delle dimensioni della capacità produttiva, ho un risparmio di prezzi per output prodotti.
Le fonti delle economie di scala sono:
- Indivisibilità di alcuni componenti;
- Proprietà geometriche dei contenitori;
- Maggiore efficienza degli impianti di maggiori dimensioni;
- Maggiori produttività degli input per effetto della specializzazione (es. commesso tuttofare vs. cassiere, salumiere, ecc.).
panettiere…)Minori costi d’acquisto (forza contrattuale vs fornitori).
Le diseconomie di scala sono aumenti del costo unitario dell’output prodotto conseguenti ad un incremento della capacità produttiva. Questo fenomeno è dovuto a:
- Aumento dei costi di trasporto;
- Costi di organizzazione connessi alla maggiore complessità organizzativa;
- Capacità di assorbimento e dimensioni del mercato, nonché grado di penetrazione attuale;
- Andamento della domanda e conseguente rischio di non saturazione della capacità produttiva.
ECONOMIE DI ASSORBIMENTO
Lo sfruttamento di economie di scala implica l’incremento di una data capacità