vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Equazione di Michaelis Menten:
v= velocità [S]= concentrazione substrato [S ]
Vmax
=
v ]
Km+[ S
Inizialmente abbiamo un andamento rettilineo in quanto la concentrazione del substrato è bassa e
K è molto più grande di S che diventerà irrilevante , quindi non la considereremo al
m
denominatore. V = S
o
Quando la concentrazione del substrato è maggiore di Km , quest’ultimo diventa irrilevante ,
quindi V = V
0 max
Catalisi enzimatica: con essa si ha l’interazione tra substrati (rottura di legami) con la successiva
formazione del prodotto. In qualsiasi parte l’enzima si troverà in parte in forma libera (se la
concentrazione del substrato è bassa) e in parte in forma associata al substrato (quando la
concentrazione del substrato è alta). Successivamente all’ultimo caso l’enzima ritorna in forma
libera per formare il prodotto. Le costanti di equilibrio definiranno il valore di Km.
K = velocità di formazione o demolizione di S sia in forma libera che non libera.
m • Se un enzima ha una debole affinità per il substrato, k2 > k1 e Km è più elevato; l’enzima
è più portato a dissociarsi dal substrato;
• Se l’enzima ha alta affinità con il substrato (si raggiunge in fretta la velocità massima),
Km sarà basso perché k1 > k2 (Km è più basso in quanto k1 si trova al denominatore).
• Se v= v /2, Km sarà uguale alla concentrazione del substrato.
max
Grafico di Lineweaver-Burk: è l’equazione inversa di quella di Michaelis Menten che crea un
grafico inverso. Determina in maniera più accurata i parametri Km/Vmax (pendenza). Si ottiene
una retta che intercetta -1/Km, mentre avremo una pendenza che intercetta 1/Vmax.
Inibitori:
- Irreversibili: modificano l’attività di un enzima in maniera definitiva; es. il diisopropil
fluorososfato interferisce con l’attività di un enzima riducendo la sua capacità di catalisi
impedendo l’ingresso del substrato a cui l’enzima dovrebbe legarsi; si lega con enzimi che
presentano residui amminoacidici che contengono residui solfidrici.
Acetilcolinesterasi: degrada il neurotrasmettitore acetilcolina per impedire un’eccessiva
stimolazione nervosa.
- Reversibili: il loro effetto può essere cancellat o ; possono essere competitivi (gli effetti degli
inibitori possono essere rimossi a causa dei loro legami deboli aumentando la concentrazione del
substrato; secondo il grafico B slide 17 la velocità massima è sempre la stessa, mentre Km
aumenta perché la presenza dell’inibitore diminuisce l’affinità con il substrato) o non competitivi
(l’inibitore non compete più col substrato specifico in quanto non si lega più al sito catalitico
dell’enzima ma su un’altra porzione, modificandolo a livello conformazionale e riducendo l’attività
catalitica (inibizione alosterica); secondo il grafico B slide 18 Km non varia, ma la velocità
massima diminuisce.
Le vie cataboliche, rappresentate da diverse reazioni biochimiche, possono essere regolate
attraverso il meccanismo feedback: il prodotto finale (Z secondo grafico slide 19) può regolare
l’attività del primo enzima della via metabolica per mantenere l’equilibrio della cellula
(omeostasi, per cui tutti i composti prodotti o demoliti devono avere concentrazione equilibrata,
onde evitare patologie). Una concentrazione troppo elevata di Z blocca il primo enzima della via
metabolica (feedback negativo o meccanismo di regolazione retroattivo, l’ultimo enzima blocca il
primo enzima della via metabolica).
Via ramificata: un enzima può essere l’intermedio di due diverse vie metaboliche; il prodotto Y
cambia la conformazione agendo sull’enzima E3, mentre Z su E5.
Bioenergetica e tipi di reazioni biochimiche
Funzioni del metabolismo: tutti gli organismi cellulari devono produrre lavoro per poter svolgere
le loro funzioni e possono fatturare energia da diverse fonti (es. Fotosintesi, in cui si cattura
l’energia dal sole per modificarla e convertirla in un’altra forma di energia; degradando sostan z
e
nutrienti ricche di energia; convertendo molecole delle sostan z e nutrienti della cellula stessa ;
tramite polimerizzazione – formando proteine, acidi nucleici e polisaccaridi; sintetizzando e
degradando biomolecole che svolgono funzioni specializzate della cellula, come lipidi di
membrana, messaggeri).
Come ottengono gli atomi di carbonio gli organismi?
Essi vengono ottenuti in maniera diversa in base a organismi autotrofi (che si nutrono da sé;
organismi fotosintetici, che usano l’anidride carbonica per formare composti organici – zuccheri-
che saranno utilizzati dagli organismi eterotrofi) ed eterotrofi (ottengono gli atomi di carbonio per
formare composti con dei legami con contenuto energetico). La forza che traina il processo sarà la
luce solare.
Ciclo dell’azoto: le piante e i batteri sfruttano l’ammoniaca o i nitrati solubili mentre i vertebrati lo
ottengono sotto forma di amminoacidi o altri composti azotati.
Respirazione: process i cellular i metabolici che avvengono negli organismi eterotrofi in presenza di
ossigeno.
Vie cataboliche e anaboliche
In ogni trasformazione di energia avremo una perdita di energia chiamata energia libera e un
aumento di energia non utilizzabile che viene dispera sotto forma di calore.
La bioenergetica è lo studio quantitativo delle trasduzioni energetiche (trasformazione di energia
da una forma a un’altra che avviene all’interno della cellula) che avvengono in processi metabolici
divisibili in due vie:
- Vie cataboliche: i processi catabolici consistono nella ossidazione/demolizione di sostanze
nutrienti assunte soprattutto durante l’alimentazione (carboidrati, lipidi, proteine) in strutture più
semplici (monomeri) per ricavare energia sotto forma di molecole di ATP (molecola per eccellenza
per assunzione di energia) e trasportatori di elettroni quali NADH, NADPH e FADH2.
- Vie anaboliche: i processi anabolici (detti anche vie di sintesi) hanno meccanismo contrario, ossia
consistono nella formazione di polimeri (molecole di grandi dimensioni) a partire da piccoli
monomeri richiedendo energia.
Tra le vie cataboliche e anaboliche troviamo le vie intermedie, in cui si ritrovano i metaboliti
intermedi con un peso molecolare minore e si formano dal substrato del prodotto; queste
producono energia chimica.
Leggi della termodinamica
• a
1 legge della termodinamica: in qualsiasi modificazione fisica o chimica la quantità
totale di energia dell’universo resta costante; l’energia può cambiare forma o essere
trasferita da una zona all’altra ma non può essere n é creata n é distrutta ;
• a
2 legge della termodinamica: l’entropia tende ad aumentare e l'universo tende a essere
sempre più disordinato.
Abbiamo tre entità termodinamiche:
- energia libera di gibbs (G): variazione di energia libera che esprime la quantità di energia in
grado di compiere lavoro (trasformare una molecola in un altra molecola) durante una reazione a
temperatura e pressione costante;
-valore positivo: reazione endoergonica e il sistema guadagna energia sotto forma di ATP ;
-valore negativo: reazione eso
ergonica e la reazione rilascia energia ;
- entalpia: riflette il tipo di legami di agenti reattivi e i prodotti;
- valore positivo: reazione endotermica, assunzione di calore;
- valore negativo: reazione esotermica e rilascio di calore.
- entropia: espressione quantitativa della casualità e del disordine di un sistema
ΔG= ΔH – T x ΔS
La maggior parte di reazioni che si svolgono nella materia vivente appartiene a una delle seguenti
categorie generali:
• reazioni che formano un legame carbonio-carbonio o che lo spezzano;
• riarrangiamenti interni (un gruppo funzionale può essere spostato da un atomo all’ altro),
isomerizzazioni ed eliminazioni;
• reazioni che implicano la formazione di radicali liberi;
• trasferimenti di gruppi chimici (es. Gruppo acetilico);
• ossidoriduzioni (presenti in grandi quantità nel catabolismo).
- Legame covalente carbonio-carbonio o rottura:
Possiamo avere due situazioni: scissione omolitica (la rottura del legame comporta la condivisione
di un elettrone da parte di ciascun atomo e si formano radicale e atomo di idrogeno ) o eterolitica
(un solo atomo trattiene i due elettroni e forma carbanione e protone se è il carbonio a trattenerli,
carbocatione e ione idruro se è l’idrogeno e carbanione carbocatione se la rottura avviene tra due
atomi di carbonio.
Interazioni tra nucleofili ed elettrofili
Nucleofili: gruppi funzionali ricchi di elettroni e capaci di donarli
• l’ossigeno, carico negativamente agisce da specie nucleofila e lo ritroviamo in un ossidrile
non protonato o acido carbossilico ionizzato;
• sulfidrili;
• carbanione;
• gruppo amminico non carico;
• imidazolo;
• ione idrossido.
Elettrofili: gruppi funzionali poveri di elettroni che li attirano
• Il carbonio può agire da nucleofilo o elettrofilo a seconda dei gruppi con cui è legato ; se si
lega all’ossigeno quest’ultimo fa da nucleofilo e il carbonio da elettrofilo;
• gruppo imminico protonato: il carbonio può agire da elettrofilo in quanto gli elettroni del
doppio legame possono essere condivisi dall'azoto;
• gruppo fosfato: si lega a 4 atomi di ossigeno e subisce l’attacco nucleofilo da parte di un
gruppo r;
• protone.
Proprietà gruppi carbonilici
Il carbonio è l’elemento maggiormente presente nelle molecole;
Una sua proprietà è la risonanza: fenomeno che permette di rappresentare una molecola con più
strutture, le quali differiscono soltanto per la disposizione degli elettroni all’interno della
molecola. La capacità di una molecola di dar vita a questo fenomeno comporta la formazione di
ibridi/composti più stabili (valido anche per le immine e ioni metallici o acidi generali). Ciò si può
applicare anche a reazioni nelle vie metaboliche e in questo caso si ha la formazione di un legame
carbonio-carbonio con condensazione aldolica: il carboanione agisce da nucleofilo e attacca un
gruppo carbonilico elettrofilo;
Condensazione di claisen: al posto del gruppo R vi è un gruppo CoA-S (un coenzima A); il legame
carbonio-carbonio viene rotto con la decarbossilazione di un beta-chetoacido : si forma un
carboanione stabilizzato da un gruppo carbonilico che va incontro alla formazione di un ibrido di
risonanza.
Tutti i processi comportano allo stato di ossidazione del carbonio livelli sempr