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decisione. QUESTE NON PREVEDONO LA NECESSITA’ DI RATIFICA DA PARTE DEI PAESI
MEMBRI. regolamento
Regolamenti e direttive sono norme di carattere generale. Mentre il
contiene già tutto per poter essere applicato dagli stati, organi interni allo stato, e
direttiva
tutti i cittadini. La è un atto di portata generale e si rivolge a tutti gli stati
membri e non verso i privati. Per gli stati la direttiva come atto giuridicamente
vincolante è obbligato il risultato da raggiungere ma non è indicato il modus operandi
per arrivare al risultato. Quindi vengono adottati con decreti legislativi che danno
esecuzione alle direttive. La commissione deve vigilare sull’applicazione della direttiva
da parte degli stati.
L’Europa dagli anni 90 ha spinto gli stati a trasformare alcuni monopoli pubblici in
mercati liberi, questo è avvenuto tramite direttiva da parte dell’UE. Ha avviato il
grande processo delle LIBERALIZZAZIONI. Come ad esempio il mercato dell’Energia,
Trasporti, telefonia e telecomunicazioni settori in cui una volta lo stato era
decisione
monopolista. La si distingue dai regolamenti e dalle direttive in quanto al
soggetto destinatario, è una decisione che riguarda un singolo soggetto o stato o
privato.
La differenza i trattati e le norme derivate è che i primi devono essere ratificati,
mentre le norme derivate non necessitano la ratifica.
In che ambiti è competente l’Unione Europea?
Il trattato di Lisbona ha chiarito elencandone la ripartizione tra competenze degli stati
e dell’Unione europea. Gli stati hanno ceduto la sovranità attribuendone la
competenza all’unione europea su:
unione doganale: le dogane sono presenti all’esterno del paese
regole della concorrenza e regolamento dei mercati interni
politica monetaria
conservazione delle risorse biologiche del mare
politica commerciale comune
Sono escluse da queste materie come l’industria e l’agricoltura ma che sono
classificate come materie di competenza concorrente tra Ue e Stati. Competenza
concorrente significa che fino a che l’Ue non produce norme vincolanti su queste
materie i singoli stati sono liberi di poter legiferare su queste materie.
Una materia affrontata dal diritto europeo è la protezione dei consumatori.
L’Ultimo ambito è previsto per le materie per cui è previsto un coordinamento non
giuridicamente vincolante da parte dell’UE e che quindi rimane la piena sovranità dello
stato. L’UE è un ordinamento a fini generali e non costituisce uno stato in quanto non
è capace di dare risposta ad ogni nostro bisogno, ha competenze limitate cedute dagli
stati. Diritto pubblico dell’economia:
Descrive l’intervento che i pubblici poteri possono esercitare nei confronti delle attività
economiche. Perché i pubblici poteri devono interferire sulle attività economiche? È un
diritto di derivazione europea. L’ambito di interesse è circoscritto anche se la realtà da
cui partiamo è quella in cui gli operatori economici nei sistemi di mercato
intraprendono l’attività a fine di lucro, ovvero di creare valore aggiunto. Gli operatori
economici ,per come sono nate le economie di mercato, sono soggetti privati che con
risorse finanziarie avviano attività economiche con l’obiettivo di ottenerne un
guadagno rispetto alle risorse investite. Il mercato è il luogo dove i soggetti economici
si incontrano e gli interessi si intersecano, questo funzionerebbe in modo ottimo
quando garantisce il massimo interesse a tutti gli operatori, ma il mercato non è in
grado di allocare in modo ottimo la ricchezza, da qui la necessità avvertita nello scorso
secolo che avvenga una correzione dei mercati da parte dei pubblici poteri. In questo
senso si intende come intervento pubblico nell’economia le decisioni delle
amministrazioni pubbliche tramite diritto che vuole correggere le disfunzioni del
mercato con l’obiettivo di garantire una migliore allocazione delle risorse.
All’inizio dello sviluppo delle economie capitalistiche era la teoria economica liberista:
ovvero il mercato funziona in modo ottimo senza interferenza del potere pubblico. Nel
passaggio storico dell’800 nascono le libertà economiche, che sono descritte nelle
prime costituzioni concesse, come d esempio l’affermazione del diritto di proprietà.
Con l’affermarsi del processo di industrializzazione nasce invece la libertà di scambio
nei mercati. Le libertà economiche non sono state inventate dalla nostra costituzione
del 48 bensì dalle costituzioni concesse dell’800. Nel 1946 si era posto il problema di
come trattare le libertà economiche: se continuarle ad intendere come nella vecchia
costituzione oppure se integrarle a valori economici attuali.
Ad esempio nei paesi del socialismo reale non esistevano le libertà economiche come
il diritto di proprietà, non erano state adottate perché contrastava il principio di
eguaglianza.
Nel 1946 viene disegnato nella costituzione un sistema economiche fondato sulle
libertà economiche di tradizione e disciplinandolo con correttivi di interventismo
pubblico: dall’art 42-43-44 viene chiamata Costituzione Economica, è un nucleo di
disposizioni dentro la costituzione che descrive il modello economico adottato.
È una economia di mercato con correttivi di interventismo pubblico, ovvero un
sistema misto alle origini la si interpretava in un certo modo che oggi è diverso. Si
deve capire come oggi vediamo il rapporto tra il mercato e i vari ordinamenti come
stato, UE, autonomie locali.
Le disposizioni della costituzione economica hanno subito una diversa interpretazione
dagli anni 90 in poi.
Sono cambiate profondamente le modalità di intervento che erano previste alle origini.
diritto di proprietà,
L’art 42 descrive il interpretato in modo diverso rispetto al diritto
privato. L’anteposizione della parola pubblica è già un segnale, i pubblici poteri hanno
la proprietà di beni economici. Questi possono appartenere a Stato, enti pubblici e
privati. Si capisce già la natura del sistema misto: l’idea che ci siano dei beni che
devono appartenere alla comunità e l’idea che i beni siano dei privati devono
convivere insieme. ( le libertà sono descritte a partire dagli art 13, descrive le
caratteristica di inviolabile). Ma all’art 41 questa libertà non è inviolabile ma sarà la
legge descrive come noi ci vediamo riconosciuta, limitata, o sequestrata la proprietà.
La proprietà può essere modellata dai pubblici poteri anche se a garanzia vi è che sia
la legge che deve occuparsi di descrivere come acquisiamo la proprietà e come viene
limitata.
La legge che disciplina l’acquisto della proprietà prevede che sia riconosciuta la
proprietà:
-per contratti
-per successione.
Il Codice civile descrive su quali beni esiste il godimento: sulla proprietà immobiliare si
può esercitare l’affitto tramite il contratto di locazione. Una legge in materia di
locazione può stabilire la durata degli affitti. Un soggetto se vuole modificare la
proprietà deve avvisare la PA poiché esistono dei vincoli come normative per la salute
pubblica.
All’ultimo comma dell’art 42 prevede che la legge stabilisce i limiti : l’uso del privato
della proprietà non deve andare contro l’interesse collettivo sociale. L’art 42 riconosce
espropriazione
il diritto di proprietà in una chiave di lettura sociale. L’ è il meccanismo
per cui un bene privato entra nella sfera della proprietà pubblica per motivi di
garanzie:
interesse generale, questa deve essere corredata di
1. ovvero che il parlamento stabilisce quando deve verificarsi una espropriazione,
ovvero fondamentale una norma primaria.
2. Deve essere chiaro l’interesse generale che guida l’espropriazione, deve essere
funzionale al perseguimento di interessi generali che possono legittimare il fatto
che i privati siano espropriati
3. Viene previsto un indennizzo al privato: è oscillato molto nella storia, all’inizio
l’indennizzo era solo simbolico mentre al momento con la sentenza della Corte
di Strasburgo ha previsto che l’indennizzo deve essere quasi pari al valore del
bene.
Il soggetto privato andrà al TAR per poter far valere il proprio interesse legittimo. Se il
giudice amministrativo decide in nome dell’interesse generale.
L’ultimo comma dell’art 42 descrive il passaggio di proprietà con la successione:
anche la successione è regolata dalla legge dello stato e lo stato può vantare un diritto
sulla successione ovvero la tassa. L’idea che sta dietro alla disposizione sul fatto che è
un modo di acquisto di proprietà che non dipende dal lavoro, allora la successione ne
condivide una parte con la collettività. La base ideologica dipende poi dalla
disposizione del legislatore.
L’art 41 è il nucleo forte del diritto pubblico nell’economia. È una disposizione che
descrive come i pubblici poteri possono intervenire nei confronti del mercato: la libertà
di iniziativa economica è la libertà di attività di impresa a scopo di lucro. Molte attività
economiche non prendono la forma di attività di impresa. Si riconosce che i privati
possano avviare una attività economica senza sottostare a vincoli, ostacoli o
limitazioni e adempimenti che condizionino l’attività. Visto che il passaggio storico
aveva visto il fascismo con la sua limitazione delle libertà dei privati il carattere di
libertà di iniziativa economica ha senso…
All’art 41 vengono elencate due categorie di limiti: comma 2 individua i limiti negativi
mentre il comma 3 individua i limiti positivi. I limiti sono qualcosa che limita l’attività.
LIMITI NEGATIVI nel senso che l’attività economica deve evitare di comprimere e
violare dei valori che l’ordinamento considera più importanti dell’attività
economica, sono questi valori:
1. Sicurezza: il lavoratore non sia in pericolo
2. Libertà : il lavoratore non deve essere limitato nella libertà
3. Dignità umana:
Il profitto del privato non può essere generato a discapito di questi valori: gli standard
di sicurezza se non rispettati compromettono la sicurezza del lavoratore.
LIMITI POSITIVI: All’ultimo comma dell’art 41 la legge determina i programmi e
controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere
indirizzata e coordinata a fine social