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FORMA DEL SILENZIO

Nei casi di procedimenti che si avviano per istanza di parte, può essere che si usi il silenzio nel senso che la PA potrebbe, per semplificare, dare la sua risposta al privato. Ci sono dei casi in cui il silenzio deve essere interpretato come SILENZIO-ASSENSO O ACCOGLIMENTO (se decorso un certo termine la PA non risponde, si intende il silenzio a favore, come se avesse accolto la richiesta). A volte il silenzio è da intendere come SILENZIO-RIFIUTO o RIGETTO, quindi la richiesta è stata respinta. Sempre in virtù del principio di legalità, non è la PA che stabilisce se usare o no il silenzio ma è la legge che permette l'uso del silenzio. Per sapere se c'è il silenzio e come va inteso, si torna alla comunicazione dell'avvio del procedimento: in questa comunicazione viene anche specificato che può essere prevista la modalità del silenzio, quindi gli interessi interessati sanno che ci.

Potrà essere l'utilizzo del silenzio e con quale significato andrà inteso. Con questa disciplina del 90 c'è un'altra novità, ovvero l'obbligo della motivazione, già accennato prima, il provvedimento amministrativo deve espressamente indicare la causa per cui la decisione viene assunta.

DIRITTO DI ACCESSO/DI PRENDERE VISIONE DEGLI ATTI: è un diritto che prima del 1990 non esisteva e che è stato creato ex novo, è proprio il culmine di questo percorso che aveva intenzioni di garantire democrazia e trasparenza. È un diritto che si può esercitare solo una volta che si è concluso il procedimento amministrativo, quindi dopo la fase dell'integrazione dell'efficacia, quando il cittadino è venuto a conoscenza del provvedimento.

Mentre la presentazione di memorie scritte è una facoltà che si può esercitare mentre il procedimento si sta svolgendo e che permette ai...

privati di incidere sulla volontà che ancora deve formarsi in seno alla PA, diverso è il diritto di accesso. È un diritto che spetta a specifici soggetti, solo quelli che possono dimostrare di avere un interesse rispetto al provvedimento adottato, e a questi soggetti viene riconosciuta la possibilità di chiedere alla PA di mettergli a disposizione tutti gli atti interni al procedimento, quegli atti amministrativi in senso stretto. Quindi se ci sono stati dei verbali di una seduta di un organo collegiale, dei pareri, delle valutazioni tecniche. Il privato può acquisirne delle copie. Questo è un diritto introdotto nel '90 con finalità difensive, cioè mettere a disposizione più strumenti rispetto al solo provvedimento amministrativo qualora un soggetto volesse andare a contestare quel provvedimento amministrativo. Irrobustisce in questo modo la sua difesa -> il ricorso è costruito in modo più solido se può

Prendere visione di tutto l'iter e di tutti i passaggi. L'accesso è fatto per colui che riceve un provvedimento amministrativo che prevede per lui effetti sfavorevoli. Entro 60 giorni però il soggetto può provare a contestare davanti a un giudice quel provvedimento amministrativo e, affinché l'impugnazione sia più solida, può esercitare il diritto di accesso.

Es. la PA deve chiedere pareri per un determinato procedimento ma non l'ha fatto. Gli unici atti cui la PA può rifiutare l'accesso sono quelli coperti da segreto per preservare certi interessi e per tutelare dati personali.

SINTESI: la legge riduce le distanze tra PA e privato cittadino, si pensa sempre però che la PA sia sopra noi.

TIPOLOGIA DEI PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI

DISPENSA DIRITTO PUBBLICO | Alessandra Grandi

AMPIATIVI: è un provvedimento ampliativo la decisione della PA che produce un ampliamento della sfera giuridica dei privati.

La nostra sfera giuridica risulta ampliata quando noi possiamo tenere un comportamento che fino a quel momento non potevamo tenere (es. patente) oppure se entra nella sfera giuridica un bene che prima non c'era. Tra questi ci sono le concessioni (provvedimenti con cui la PA consente a un privato di effettuare un'attività in nome del soggetto pubblico traendone dei profitti), tra cui quelle delle autostrade, oppure bar/ristoranti che mettono i tavoli sul marciapiede che fa parte del demanio pubblico. Ai privati non costa quasi nulla. RESTRITTIVI: è un provvedimento restrittivo la decisione della PA che produce un restringimento della sfera giuridica dei privati. Alcuni provvedimenti restrittivi sono le sanzioni che derivano dal codice della strada oppure dell'autorità garante oppure anche l'espropriazione, provvedimento con cui l'amministrazione toglie la proprietà a un soggetto privato e quel bene entra nella sfera pubblica.

carattere ampliativo e restrittivo si definisce dal punto di vista dei privati e non della PA.

GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA: si ricollega all'inoppugnabilità.

Se i provvedimenti amministrativi sono viziati, violano cioè la legge e vengono meno al principio di legalità, possono recarci un danno.

CAUSE DI ANNULLABILITÀ: vizi di legittimità. Sono le patologie che può presentare un provvedimento amministrativo, sono delle violazioni della legge. Sono motivi che possono essere utilizzati da chi chiede di annullare un provvedimento amministrativo e sono presupposti che potrebbero portare all'annullamento di un provvedimento amministrativo ma solo qualora il soggetto privato che viene colpito da quel provvedimento lo richieda. Non determinano in automatico la sua nullità. O il soggetto interessato fa valere le cause di annullabilità o nessun altro le può far valere. Il provvedimento dopo 60 giorni non è più

contestabile.Cause:

  • Incompetenza: vizi relativi al soggetto (autorità amministrativa che ha il potere di adottare un atto). Si verifica quando un atto proviene da un'autorità amministrativa che non ha il potere per adottare quell'atto, la legge non attribuisce il potere di adottare quel provvedimento.
  • eccesso di potere: vizio che sorge facilmente quando c'è ampia discrezionalità da parte della PA. Colpisce l'elemento causa, l'interesse pubblico che il provvedimento è obbligato a perseguire -> con quel provvedimento non sta soddisfacendo l'interesse generale ma interessi parziali. Quindi l'autorità ha usato un potere attribuito dalla legge ma soddisfa un interesse che non è generale, esce quindi dal suo potere che è quello di portare alla realizzazione un interesse collettivo. Non è un vizio facile da riconoscere e ci sono alcuni SINTOMI: contraddizione tra motivi e dispositivo
(cioè che il provvedimento amministrativo dispone, ordina, comanda al soggetto privato);
  1. violazione di legge: carattere residuale, nel senso che se il giudice ha percezione che ci sia un vizio nel provvedimento non riconducibile ai primi due, allora sarà per violazione di legge. Rientra in questo il mancato rispetto del procedimento amministrativo -> vizi procedurali che si riconducono a questa categoria.

RICORSO GIURISDIZIONALE

Se il soggetto privato riceve un provvedimento amministrativo rispetto il quale vuole reagire, dovrà dimostrare che in quel provvedimento è presente uno dei tre vizi sopra riportati. Lo sforzo è quindi di dimostrare che ci sia uno dei tre vizi. Bisogna capire in quali casi il soggetto si rivolge al giudice, quale è la lesione che può far valere, e poi a quale giudice si rivolge.

Le situazioni soggettive che un provvedimento amministrativo potrebbe comprimere sono:

  • diritto soggettivo: posizione di vantaggio

Piena e autonoma, sono tutti i diritti che discendono dai contratti. È degna di tutela nei riguardi sia dei privati che della PA;

interesse legittimo: situazione soggettiva che sorge in capo ai privati quando si rapportano con la PA. È l'interesse di cui è portatore il privato che entra in un rapporto con la PA ed è una situazione soggettiva che è caratterizzata dall'essere strettamente collegata al perseguimento di un interesse generale. È tutelata da una norma giuridica che in prima battuta va a preservare un interesse generale e che indirettamente può dare tutela anche ad interessi parziali in capo a soggetti privati che prendono il nome di interesse legittimo. L'interesse risulta soddisfatto solo se compatibile con l'interesse generale.

Es. patente: quando iniziamo la pratica, attiviamo un procedimento amministrativo volto a far emettere dalla PA la licenza di guida.

Quando ci rivolgiamo alla PA, noi non abbiamo un diritto soggettivo ma siamo portatori di un interesse legittimo, interesse che potrà essere soddisfatto subordinatamente alla tutela dell'interesse della collettività. L'interesse fa capo a noi singoli individui ma è incorporato in una norma che in prima battuta tutela l'interesse generale. Es. espropriazione: la proprietà è un diritto che può essere estinto ai sensi art. 42, che afferma che se la PA pensa che un terreno sia utile per la collettività, può essere espropriato. Il soggetto non ha un diritto soggettivo ma un interesse legittimo. Davanti al giudice può dire che l'interesse della collettività può essere perseguito senza perdere la sua terra. Es. se una delle libertà costituzionali viene compressa da un provvedimento della PA, il privato può cercare di dimostrare a un giudice che la PA non doveva agire in quel modo.

Perché il suo è un diritto pieno che può far valere nei confronti di tutti. Art. 13: libertà dagli arresti/libertà personale -> siamo arrestati per volontà della PA e non del giudice, viene leso un diritto soggettivo. Nel nostro ordinamento è previsto un sistema dualistico: ci sono due giudici che giudicano gli atti della PA e questo sdoppiamento di giurisdizione si spiega sulla base delle due situazioni giuridiche: se viene leso l'interesse legittimo dobbiamo rivolgerci al giudice amministrativo, se viene invece leso il diritto soggettivo dobbiamo rivolgerci al giudice ordinario. L'unico che può arrivare ad annullare (eliminare) il provvedimento amministrativo illegittimo è il giudice amministrativo (verifica se c'è una delle 3 cause e, in caso, annulla il provvedimento della PA. ANNULLARE=eliminare). Il giudice ordinario invece ha l'obiettivo di andare a tutelare il privato cittadino, mentre il

garantire il principio di legalità della PA, ma piuttosto risolvere le controversie tra le parti in base alle leggi vigenti. Il giudice amministrativo, invece, ha il compito di controllare l'attività della PA e verificare la conformità delle sue decisioni alle norme di legge. Inoltre, il giudice amministrativo può annullare gli atti amministrativi che risultano illegittimi, mentre il giudice ordinario può solo dichiarare l'illegittimità di un atto senza poterlo annullare direttamente.
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A.A. 2021-2022
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SSD Scienze giuridiche IUS/09 Istituzioni di diritto pubblico

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lorenzsola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto pubblico e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Raffiotta Edoardo Carlo.