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CIGNE NOS VIRGI O DEI VAS MISERICORDIA TUA,

– –

Ci cinga, o Vergine vaso di Dio la tua Misericordia,

SICUT HOC VASCULUM CINGULUM GIGNIT TUUM

come questo vasello cinge la tua cintura

Anelito a chiarire quegli aspetti etici, spirituali, estetico/poetici che lo avevano guidato lungo i primi decenni. Lo

fa con 4 opere che definiscono la poetica, la meccanica e l’attuarsi della vita di quello che a lui interessa

l’amabile carità verso gli

veramente, ovvero amici e non (Vasari), verso le manifestazioni umane che erano parte

di un tutto, e in questo tutto poteva trovare una grande felicità.

Immagine di poetica legata al demone eros descritto da Socrate nel Simposio platonico. Coda felina e sandali

carattere mistico e girovago, povero ed amante della povertà. Caratteri che per l’eros platonico servono

rovinati:

per fare in modo che egli si offra a chiunque in qualsiasi situazione.

l’Eros

Questa offerta di sé si collega ad un eros particolare, ermafrodito aperto senza nessun rifiuto. Sapienza

indicata nel volto che non ha nulla di ispido e selvaggio, ma solo una pienezza di beatitudine. Questo

corrisponde all’essere ermafrodito in senso di ma eros in tutti i sensi, nell’amore per la

apertura, filosofia sempre,

perpetua (Platone). Platone lo mostra come una creatura ispida per scelta ma animata dalla psuche. E

Donatello rappresenta il volto secondo questi caratteri platonici attribuiti alla psuche, cioè di rinfrescare e

lo dichiara casto pur nella sua dimensione ermafroditica e nell’esposizione del sesso.

rinfrancare. Donatello

Castità indicata dalla cinturona (Cellini, elemento che si dà alle spose). Cinta che presenta papaveri contenenti

semi: addormentatori Aspetto del soma (corpo) che viene addormentato e tutto viene concentrato nella

che rinfresca. Per questo Donatello lo fa vincitore dell’insidia subdola, che egli calca con quelle scarpette

psuche

in cui è presente il segno più esplicito dell’essere figlio di Mercurio (primo elemento che sposta il discorso da una

lettera di commento dell’Ermafroditus dice: “Mercurio

considerazione etica ad estetica). Comparino Veronese, è

l’eloquenza” e questo si lega all’altro elemento musicale, l’arpa, unico elemento plausibile tra quelle dita che

”pizzicano” le corde della stessa. Il discorso si sposta nella poetica che si apre a tutto, legato all’Ars

poetica:

Poetica di Orazio: invito con l’arte ad esprimere il tutto, interiorità e corporeità, farlo con il suono dell’arpa  che

rimandano ad un altro elemento: scioltezza, che in Donatello crea quel collegamento fra tutte le cose e il tutto,

crei quella capacità di scendere nell’obbrobrio o salire alla bellezza mantenendo la continuità che ci ci riporta

alla musica che lega. Eros è un demone, e la sua funzione è quella di collegare cielo e terra.

Donatello passa molto agevolmente tra i toni bellissimi dei corpi intrisi di spirito che tendono al bene in sé, e

scenda però con altrettanta agevole potenza nella contrazione disperata che il male compie nell’animo e nel

corpo delle figure protese verso il male. In questo egli mantiene scioltezza che è il suo modo di collegare il tutto

a sé stesso. In questa scioltezza di cui parla Guarino, tornato a Roma (32-33) inserisce un aspetto platonico del

che inizia a prendere dei contatti che qualificheranno l’opera ultima di Donatello, i pulpiti

furor platonico

laurenziani.

Questa estetica del collegamento e dell’apertura corrisponde a quello che esprime la parte sommitale

dell’architettura dell’Annunciazione all’interno è rappresentata l’apertura di

Cavalcanti: patera sbaccellata,

un’umanità pronta a ricevere quello che è rappresentato lì vicino, cioè i semi dei baccelli che schizzano fuori da

quell’architettura immaginata come lo srotolamento di un nastro architettonico, raccolto intorno ai cilindri. Nastro

architettonico sul quale Donatello faceva appoggiare le zampe della candelabra, immagine della prosecuzione

della luce della candelabra in quel nastro e quindi in quei semi/baccelli.

di un’umanità

Immagine (meccanica) che riceve questo seme e da questo raccoglimento avviene la generazione

dell’alloro (è un sempre verde). E’ immagine di una

 simbolo della natura, perenne natura che, attraverso

questo lasciarsi inseminare, diventa eterna e svincolata dalla morte diventa così il segno della vittoria. Vittoria

che sul piano etico si esprime nell’essere utile all’innalzamento degli altri, e essere partecipi della comprensione

divina. Quest’ultima è rappresentate dalle rose: immagine della sapienza. Roselline selvatiche immagine della

sapienza, dell’andare attraverso i semi della natura all’origine della stessa.

Dichiarazione metodologica della meccanica auspicata da Donatello, è colta nel suo divenire perpetuo nella

un’immagine di freschezza istantanea

parte superiore: usa la plastica della terracotta dipinta per dare sul

rappresentata dai festoni d’alloro

divenire. Abbiamo il perpetuo discendere della luce/bene in sé nella natura,

retti dai demoni e quindi è resa eterna e divenuta sapiente.

Sotto l'architettura della scena centrale dell'opera esprime il primo attuarsi di questa dimensione di

inseminazione divina del corpo umano. Donatello pone l'immagine di Maria nell'attimo in cui il suo animo

attualizza nel corpo il superamento del primo momento di dubbio (inseminarsi) e che la porta a fuggire verso le

squame di serpe sulla lesena, che indicano la logica/ferinità della natura (inseminazione fisica della donna), ma

questo è un momento superato da Maria, che si rivolge indietro a guardare gli occhi dell'angelo, e ad indicare il

cuore--> accettazione nel cuore di questo seme, di questa verità che permette di collegare il tutto.

Questo fa sì che la cornice esprima come il principio dell'uomo discenda nella natura ferina (teste e squame,

lesena e capitello) e si accasino nella terra profonda come un seme, dal quale fuoriesce di nuovo quella eternità

naturale espressa dall'alloro. A questo corrisponde la gioia dei demoni ai lati che si aprono a questa situazione.

dall’anima da parte del

Ragionamento sulla poetica e meccanica dell'inseminazione spirituale bene in sé

(altrimenti corpo destinato alla morte), è verificato in due grandiose opere del '43, e '44 in cui questi stessi

demoni (che davano la poetica) festeggiano il completamento, il collegamento tra la divinità e l'uomo, e quindi il

completamento del tutto con le sue parti.

Donatello va oltre il concetto artistico di Guarino, e tocca invece l'aspetto del furor platonico.

Questa felicità dei demoni è vista come la vera fede, la vera religione, che corrisponde a una divinità creata che

elargisce beatitudine agli uomini.

Dalla base del Tabernacolo eucaristico di Roma (32-33); si confronta con il tema del corpus domini

Male che è nell’uomo che colpisce

(eucarestia) che Donatello collega al trionfo del male e alla morte del giusto.

anche altri giusti, come David, che pur aveva sconfitto il male.

Due complessi, fondamentale Roma nel 32-33 per Donatello. Perchè Roma rappresenta per lui un ritorno nella

città in cui fu con Brunelleschi nel primo decennio, ma un ritorno con è più profonde consapevolezze e altre

convinzioni. Rimane affascinato dalla forza della scultura romana e dalle architetture.

E dalla mancanza di rifinitura che la scultura romana, questo aspetto si ritrova nei due grandiosi Pulpiti, nei quali

compare per la prima volta uno stato di grazia ispirata. Questo può corrispondere al primo incontro che

Dialogo sull’arte

Donatello ebbe con Il dialogo dello Ione di Platone [cit.]. della poesia, arte del dire; 503e: "non

“se

per arte, ma per ispirazione divina", quando il poeta è invasato dalla divinità, e ciò può avvenire prima non si

è usciti di senno". Arte che rifiuta la geometria, l'intelletto, e si affida tutta alla divinità: uscito di senno--> Dio usa

l'ispirato demonico come un suo tramite.

534a: "oltre ogni freno razionale (intelletto, rifinitura) fa sì che il poeta si agita di bacchico furore, invasato dalla

divinità, attinge da un fiume di latte e miele". Tramite: demone che lega l'uomo all'eterno; latte e miele: paradiso.

Questo avviene ci dice Platone "appena il poeta coglie un'armonia e un ritmo": anche Platone lega questo tipo di

ispirazione alla musica, mezzo attraverso cui nell'Eros ermafrodito Donatello parla di arte. Una musica che è la

più incorporea (mancante di soma e carica di psuche, perché non ha forma visiva). La più carica di spirito,

perchè non ha forma visiva, e Platone dice quando il "poeta coglie armonia o ritmo, l'anima va fuori di sè e crede

di essere presente a ciò che narra".

Dagli anni 30 le opere di Donatello vivono internamente, e si possono comprendere se ci si mostra di essere

presenti davanti al fatto attualizzato. Ciò è importante nel pulpito pratese e nella cantoria fiorentina.

Donatello, Pulpito Pratese 1434

‘28

Pulpito: contratto iniziale nel da Michelozzo; figure con stemmi comunità pratese. Nel '34 Donatello riscrisse

il contratto in modo tale da escludere questa prima risoluzione e sostituirla con una danza ripetuta sei volte in

maniera di versa di queste figure alate.

Interviene la presenza massiccia degli esseri alati, leggeri, sacri che sono nello Ione visti come immagine della

poesia ispirata dalla divinità (Platone, Ione).

Si è passati attraverso un cambiamento: da un progetto fondato su valori esteriori, urbanistico; l'altro svincolato

spostato all’universalità.

da valori locali, Comprensibile solo passando dalla situazione precisa alla vicenda a cui

la situazione si riferisce.

Donatello è arrivato a questo anche grazie alla confidenza che aveva con i demoni fin dagli anni 20.

In base al testo del Cardini su Prato, il culto della reliquia della cintola della madonna è un culto che cresce tra

XIV-XV sec, all'interno di una ricerca difficile che Prato stava facendo per trovare identità rispetto a due

situazioni che non le davano autonomia, cioè l'essere sudditanea del Vescovo di Pistoia, e sul piano politico del

potere centrale di Firenze. Prato fu elevata a vescovato solo nella metà del 400 (50-60), sotto Pio II.

ci dice che questa reliquia fu il sigillo d’appartenenza della cintola pratese, e dei pratesi alla cintola, si fa

Cardini

carne della memoria e coscienza collettiva pratese”. Questo spiega perché nel pul

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Publisher
A.A. 2015-2016
169 pagine
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SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/02 Storia dell'arte moderna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher piccolina205 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia dell'arte moderna e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Gnocchi Lorenzo.