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GLI EFFETTI DELLA GUERRA IN ITALIA
La ricostruzione in Italia
Circolazione cartacea è esplosa e ha provocato l'inflazione fino al '47 (nel 1938 abbiamo 33,5 miliardi di lire in
circolazione; nel 1947 ve ne sono 795 miliardi).Indennità di occupazione della RSI a favore delle truppe tedesche
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stanziate nel Centro-Nord. Le AM-lire: mezzi monetari messi a disposizione delle truppe d'occupazione senza
alcun accordo preventivo con l'Italia.
La sistemazione monetaria è un processo lento: nel giugno '45 al Brennero vengono recuperate un po' di riserve
della Banca d'Italia (23 t di oro, 1\4 di quelle asportate nel 1943). Il controllo della circolazione ritorna alla Banca
d'Italia, con a capo Luigi Einaudi, solo nel febbraio 1946. Continuano anche gli obblighi per il pagamento delle
truppe alleate in Italia.
Inflazione pesantissima. Impennata nel 1943 e crescita fino al 1947 (nel 1944 il costo della vita aumenta del
345%); tra il 1938 e il 1945 aumentata di 20 volte e aumenta di 52 volte tra il 1938 e il 1947.
Cause: cospicue emissioni, calo della produzione e degli scambi a causa della difficoltà dei trasporti, mercato nero,
debolezza dell'azione politica (si alleano tutte le forze antifasciste ma con proposte di ricostituzioni molto differenti
e quindi manca unità e inoltre il clima politico è molto complesso)
Bilancia dei pagamenti. Pesante squilibrio e carenza di dollari; svalutazione della lira
I danni di guerra. La campagna del grano produce la metà nel 1945 di quello che produceva prima (tra il 1936 e il
1939); la produzione industriale è il 25% di quella prodotta prima. I danni prevalenti nel Centro-Sud che è uno
scenario di guerra non solo per i bombardamenti (come il Nord) ma e anche campo di combattimento delle
armate. Bisogna anche riconvertire l'industria bellica. C'è anche il problema di decidere cosa fare delle imprese a
partecipazione statale come AGIP e IRI ( che essendo statali sono state preda di guerra anche fuori dal territorio
nazionale come per il petrolio in Siria); la produzione acciaio della Finsinder cala da1 milione di tonnellate del 1938
a 140 mila del 1945. Altissimi danni al patrimonio edilizio e ai trasporti
Il settore messo peggio è quello dei mezzi di trasporto in cui viene distrutto o danneggiato il 60% delle strade statali
e il 90% delle linee ferroviarie elettriche. Calano quindi i mezzi di trasporto è c'è una forte crisi di tre settori:
- marina mercantile: siamo senza navi dopo che negli anni '30 avevamo un commercio florido e quando
importiamo i beni adesso dobbiamo pagare il trasporto. Il tonnellaggio trasportato al 1939 è di 3,5 milioni, al
1945 è di 0,43 milioni
- distrutto i 2\3 del materiale rotabile
- trasporto aereo: l'industria viene fatta morire perché una clausola del trattato di pace è che non possiamo
sviluppare l'industria aeronautica
Mancano le materie prime in particolare il carbone (le aziende possono disporre del 45% del carbone di cui hanno
bisogno) e cade anche la produzione di energia elettrica con conseguenze enormi(tra il 1941 e il 1945 diminuisce
del 40% la produzione di energia). Il settore tessile con lana e cotone invece ha subito pochi danni ed è l'unico che
può contare ancora sull'afflusso regolare di materie prime e poi per un certo periodo cresce perché manca la
concorrenza estera.
I problemi sociali. Disoccupazione: tornano i soldati che erano al fronte e che devono essere riassorbiti nel sistema
ma il lavoro è molto poco, anzi, le aziende stanno licenziando. Poi migliaia di italiani devono lasciare le colonie,
come l'Istria, non più di possesso italiano. Le tensioni sociali sono altissime (de Gasperi diceva 'imparate una
lingua e andatevene') ma anche l'emigrazione è difficoltosa perché gli Usa chiudono le porte agli emigrati e si
giunge a sottoscrivere accordi con Venezuela, Argentina, Cecoslovacchia (in cambio di carbone) e dovunque ci sia
una possibilità si emigrazione. La situazione è esplosiva nelle campagne dove vi è enorme sottoccupazione. Vi
sono tutte le premesse perché si ripetano gli scontri del primo dopoguerra.
Inoltre calano ulteriormente i consumi nel 1945: ad esempio, rispetto al 1936-1949, calano pro capite i consumi del
60% per le carni, 34% per frumento, 64% per zucchero e le calorie pro capite passano dalle 2650 degli anni
prebellici alle 1737 del '45.
Le politiche dell'emergenza
Si ammette che si è ad un punto in cui si sta cercando di reggere sperando che la situazione migliori e non si
aggravi (si dice che si sta 'sbarcando il lunario'). Si fanno alcuni interventi ma poco efficaci:
- si vieta il licenziamento ma le aziende non hanno lavoro per i lavoratori;
- scala mobile e Cassa integrazione;
- avvio della ricostituzione materiale;
- ricerca di aiuti e sbocchi per emigrazione accordandosi con altri paesi
Gli aiuti americani in Italia tra il 1945 e il 1947
Trasferiscono in oro il rispettivo delle Amlire emesse
ARAR = Azienda Alienazioni Residuati: si pensava che sarebbe stata una guerra di logoramento e quindi gli Usa
hanno compiuto un accantonamento enorme di materiale per l'equipaggiamento dell'esercito e queste merci
accantonate vengono regalate al governo italiano che spesso li rivende ricavando soldi
Aiuti dell'Unrra che contribuiscono anch'essi al 'fondo lire' con 581 milioni.
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Nasce nel 1946 la Mediobanca con l'unione dei capitali delle tre banche miste (Banco di Roma, Banca
Commerciale Italiana e Credito Italiano )perché questo ente inizi di nuovo a fare crediti a medio-lungo termine che
le altre banche non potevano svolgere. Nascono anche luoghi di attività finanziarie e vengono creati istituti
specializzati nel credito a medio lungo termine nell'alveo delle casse di risparmio e delle banche popolari.
9 dicembre
Dibattiti sulla ricostruzione:
imprese a partecipazione statale o controllate dallo Stato. IRI: diffusa l'opinione secondo cui andrebbe eliminata,
mentre alcuni difendono la formula IRI per un paese che, se lasciato completamente in mano a privati, fa fatica a
trovare i capitali per sviluppare l'industria. L'idea degli imprenditori: in primis ci sarebbe l'idea di smantellare il
controllo statale il più possibile in favore dell'impresa privata ma Angelo Costa (ligure che ha interessi molteplici
nel settore dell'olio, che ha come centro la Liguria, nel sistema delle navigazione…) e gli imprenditori da lui
guidati pur desiderando smantellarla sanno che non vi sono risorse adeguate per farlo (nessuno poteva in quegli
anni permettersi di comprare le azioni delle imprese dell'IRI) e quindi per ora vogliono mantenere l'IRI a patto che
le sue attività cerchino di adeguarsi alle attività dei privati senza fare loro concorrenza. L'IRI aveva partecipazioni
in imprese private e le imprese private avevano partecipazioni dell'IRI; sia i privati che hanno azioni sia i
rappresentanti dell'IRI si ritrovano tutti nella confindustria e con lo stesso contratto per i lavoratori (sia quelli che
lavorano in imprese statali che private). Altra questione è quella della siderurgia e dell'approvvigionamento del
petrolio e le ricerche petrolifere: si pensava che in Padania ci fossero riserve di petrolio e il problema è chi le
deve ricercare? La Confindustria vuole che l'AGIP venga venduta per far intervenire nel settore i privati (che però
avrebbe significato l'arrivo dei privati americani che detenevano quasi il monopolio nel settore) per questo altri
volevano lasciare il controllo del' AGIP allo Stato poiché non volevano lasciare questo settore strategico
(collegato ad altri settori come chimica, meccanica…) a stranieri.
l'altro dibattito è come bloccare l'inflazione
L'inflazione
Due sono le possibilità per bloccare l'inflazione
• una possibilità fa riferimento al mondo cattolico e alle sinistre con Scoccimarro che propone di fare come in
Belgio cambiando la moneta in circolazione: si sarebbero sostituite le lire e nel momento in cui si sarebbe fatto si
avrebbe operato un prelievo fiscale proporzionale (più si porta lire da cambiare più si paga) anche per colpire chi
aveva fatto profitti di regime e di guerra
• reagisce a questa proposta Luigi Einaudi, governatore della Banca d'Italia (e tutti i liberali) con la Confindustria e
tutto il mondo delle imprese, delle associazioni, dei partiti e del partito di maggioranza (in particolare il leader de
Gasperi): in questo modo si andrebbe a colpire il quarto partito (dei risparmiatori e degli operatori eonomici che
avevano sostenuto il regime),mentre in suo parere questo è un mondo che va rassicurato perché scommetta
sulla nuova democrazia, di cui si ha ancora timore (motivo politico); l'altra ragione è di tipo economico perché
questi risparmiatori devono investire i loro capitali e quindi non si devono far pagare troppe tasse. Quindi Einaudi
opta per un politica deflativa.
Svolta del 1947. Si opta per la seconda possibilità per questioni politiche ed economiche. La prima questione
politica è la firma dell'accordo di pace che è molto punitivo perché si perdono tutte le colonie e l'Istria dove
vivevano molti italiani e Trieste, e si devono pagare molte riparazioni. La seconda questione politica è l'inserimento
dei patti Lateranensi nella Costituzione: questo avrebbe tranquillizzato i cattolici. La ragione economica è che si
annunciano gli aiuti del piano Marshall: si avranno gli aiuti ma in cambio gli americani chiedono la sistemazione
dell'inflazione.
Comunisti e socialisti intanto vengono estromessi dal partito nel IV governo de Gasperi; alla rottura dell'alleanza
Einaudi lascia il controllo della Banca d'Italia per andare al Ministero del bilancio e la Banca va in mano a
Menichella, un liberale (liberali hanno in mano molto), e si interviene con manovra deflativa anche a costo di gelare
l'attività economica. Le manovre:
- aumentato il costo del denaro e quindi il TUS (dal 4 al 5,5% ) che interrompe le manovre speculative
- si interviene nel settore bancario obbligando le banche di destinare a riserva una parte delle liquidità
(diminuisce denaro sul mercato)
- sanare bilancio dello Stato
Gli effetti. L'effetto positivo è cambiare le aspettative degli operatori economici e diminuire l'incremento dei prezzi.
L'inflazione viene domata ma si passa a un denaro più difficile: meno denaro da investire, crisi della borsa e nei
titoli azionari, maggiore disoccupazione, meno produzione (contenimento dell'attività economica). Il paese è però in
condizioni di aderire al piano Marshall.
Un'altra manovra, che avviene in contemporanea, è quella sul cambio. A fine guerra fu fissato dagli americani
100lire=1dol