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ARIOSTO

Appartiene per nascita e formazione culturale alla zona periferica del Rinascimento italiano, da

questa corte periferica (corte Estense, che ha come simbolo della cultura medievale il castello)

muove al centro e diventa uno degli autori più rappresentativi dell’epoca.

Si deve distinguere tra l’Orlando furioso e le opere minori [rime del tardo Quattrocento, ma non

allineate al petrarchismo; commedie che riportano in auge la commedia regolare latina; satire

ispirate alla lezione di Orazio] è autore che si muove all’interno di un filone umanistico.

L’Orlando rimette in circolazione il genere del poema cavalleresco, frutto del tardo medioevo.

Utilizza una forma rendendola allo spirito del Rinascimento, nel quale rimarrà impresso e del quale

diventerà caratteristico parte però da un genere che non ha nulla a che vedere con le linee

fondamentali del Rinascimento.

Nasce nel 1574 formazione umanistica molto bella.

Spirito classicheggiante dell’Otium, in linea con la poetica oraziana.

Tre versioni dell’Ariosto dell’Orlando: 1516, 1521, 1530.

Liriche varietà di registri, si ritroverà anche nel poema, erano esercizi per lui, non pensa ad una

possibile diffusione.

Bembo acquista un’autorevolezza tale da condizionare la cultura entra nel pieno Rinascimento

nonostante fosse veneziano. Per questo Ariosto non pensa ad una diffusione delle sue liriche, che

non rispecchiano il modello di petrarca.

Teatro del mondo come metafora e letteralità si dispiega completamente nell’Orlando Furioso

senso del recitato dei personaggi.

Fonda la commedia regolare cinque atti preceduti da un Prologo, principio umanistico di ripresa

della lezione dei classici.

Endecasillabo sdrucciolo dodici sillabe, dipende dall’accento che è sulla terzultima.

Lena mondo della cortigianeria, amori facili.

Rinascimento non è epoca di codificazione moralistica, tratti pagani mescolati alla cattolicità della

società.

Forte libertà di sguardo dell’Ariosto, intorno alle questioni amorose gioco di forma, fuori dalla

psicologia, gamma di desideri che si intrecciano.

Compone sette satire di vario argomento, straordinaria raccolta di rivendicazione al mondo

letterario, sul valore della letteratura. Passo forte verso quella specie di separazione tra i due

mondi della storia e dello spirito conta più quest’ultimo che è quello letterario, letteratura incarna

lo spirito, l’intelligenza, la sensibilità che diventano parola.

Orlando Furioso Benedetto Croce: “Poema dell’armonia, mostra la sua propensione e l’affetto

verso il ritmo dell’universo.”

Senso fortissimo della varietà delle cose, che si muovono all’interno di un tutto unico.

Fondamentale è il senso estetico, valore della percezione estetica delle cose estetica nel mondo

greco è fondativa per il loro pensiero e i loro ideali, senso del bello. Dei della Grecia non era

importante fossero veri, era importante che fossero belli.

Senso dell’artistico che plasma la nostra civiltà e trova nel Rinascimento una forte ripresa, diventa

il modo di intendere da cui non si può prescindere nell’Ariosto sguardo estetico sul mondo, da

cui può derivare una senso puro della superficie [non è tanto per i contenuti, che sono secondari,

conta la fascinazione estetica bisogna seguire il flusso della storia].

Contenuto è subordinato al fatto umano del mondo come opera d’arte personaggi vengono visti

come forme estetiche.

Momento solenne, glorioso del Rinascimento italiano vita come opera d’arte. Diverso da Tasso

che è pensoso, teologico, sublime, vive le contraddizioni dell’epoca, ha la gravità dell’epilogo.

L’Orlando è un romanzo policentrico, segue l’arte dell’intreccio sulla scia del Boiardo serie di

formidabili digressioni, di fili ripresi dai cantari trecenteschi. Formidabile ironia nel poema, che

ruota intorno al meccanismo del desiderio di conquista.

Estrema contabilità e scioltezza dell’ottava ariostesca.

Pazzia umana come motore della storia è causata dalla rincorsa del desiderio.

Forte senso del giocoso, dell’esistenza come gioco. Non è poema dai contenuti simbolici, il poema

ariostesco si presenta come una superficie, è letterale. Predominio della superficie estetica che

vale per se stessa (Tasso non sarà così).

Ci sono anche repentini cambi di scena, forte senso di contiguità di eventi distanti. Orlando arriva

solo nell’ottavo canto, pur essendo uno dei protagonisti conta di più l’insieme.

Forte senso della condizione umana, nella perdita di umanità di Orlando c’è la diversificazione tra

ciò che è virtù umana e ciò che smarrisce della condizione di dignità. Perdita dell’umano è una

riflessione su ciò che è uomo.

Si può parlare di imbruttimento di Orlando nella perdita del senno, degradazione estetica oltre che

intellettuale il bello si manifesta come valore, come cortesia.

La morale stessa rientra in questa questione, sempre nel senso ariostesco.

Religiosità formale di Ariosto, che ha il senso della forma è un punto di partenza, ognuno

interpreta formalmente la sua adesione. È importante perché legata al culto, che è forma

[religiosità diventa liturgia].

Sorriso di Ariosto nel dire si alla vita, che possa poi diventare una forma vivibile per l’uomo che ne

diventa artefice.

TASSO

Tasso, ultimo grande nella letteratura italiana medievale. Si chiude un’epoca della letteratura e

bisognerà aspettare per avere ancora figure così grandi.

1595 muore Tasso.

Saggio di Giovanni Macchia sui ritratti del Tasso dall’età romantica in avanti ci sono molti dipinti

a lui dedicati, interesse che fomenta la ritrattistica fantasiosa, Tasso presentato come un omino

sofferente [Macchia smentisce questa visione era uomo imponente, sorte di cavaliere cortigiano

nel senso descritto dal Castiglione].

Teorizza il poema eroico si pensa subito alla Gerusalemme Liberata.

Tasso però è notevole anche nelle Rime e nei Dialoghi [opera straordinaria di pensiero].

Primo grande esempio straordinario di intellettualità tutta sensibile, sentire che entra nella

riflessione. Intelligenza quasi ostacolata da questa grande percezione delle cose, sente il dolore

soggiacente nella realtà umana. Tasso è straordinario anche nelle sue raffinatezze, culto della

forma, della scenografia.

Sigismondo tragedia dal gusto nordico e shakespeariano, si collega con temi e forme del grande

dramma elisabettiano. Diventare poeta teologo nell’ultima parte della sua vita, idea di poeta

platonico, poeta ispirato che racconta le grandi vicende a fondamento di un culto, di una religione,

di una civiltà.

Linguaggio del Tasso lingua alta, molto colta, lingua manierata a differenza di Ariosto, è una

lingua molto studiata. Linguaggio ricco, consapevole di tutta la storia del volgare, con latinismi,

grecismi, lingua che vuole essere alta, non semplicemente letteraria, sente in ogni parola la

poeticità, la sfida, sente una profonda tensione verso l’artisticità della parola e del costrutto.

Tasso sente profondamente il tramonto di un’epoca e vive in modo drammatico e personale il

dissolversi di quel luogo ideale che è stata la corte rinascimentale era stata punto forte di

riferimento, piccolo eden culturale, costituiva una garanzia di civiltà.

Avvento della riforma, si entra in una logica diversa, quadro culturale totalmente diverso da quello

rinascimentale, modello forte di cultura che imponga un modo di essere, non era solo

ammonimento morale.

Tasso è dentro tutto questo, è parentabile con gli ultimi superstiti del Rinascimento come Bruno e

Campanella si avverte senso della lacerazione, della sfera che va in frantumi, alternanze

psicologiche del Tasso, stati nevrotici e psicologici del personaggio.

C’è nel suo modo di essere un po’ fuori del mondo una capacità di recitare se stesso, gusto della

teatralità della propria individualità.

Tendenza del mondo come sogno nel Tasso, in molti momenti recita la sua parte.

Nasce a Sorrento nel 1544, suo padre era poeta al servizio del principe di Salerno.

Contatto con accademia degli Eterei, per la quale scriveva versi in cui si dimostra il notevole

talento del Tasso modello paterno influisce sulla sua attività letteraria.

1576: si autodenuncia come eretico [vuole mettersi alla prova, primi segnali della malinconia di

Tasso fa tutt’uno con un grande senso di sé e un desiderio di gloria, di essere annoverato fra i

grandi].

Tasso è incarnazione estrema del Rinascimento italiano in un momento in cui questo stava

scomparendo.

Manso nel 1621 scrive la prima biografia fantasiosa del Tasso.

1581: prima pubblicazione della Gerusalemme liberata, senza il consenso dell’autore poi la

ripudia e scrive la Gerusalemme conquistata che ottiene scarso successo.

Lascia circa 1700 liriche, mai organizzate in un canzoniere, lascia stupendi madrigali, ha un

formidabile senso metrico, verso del Tasso ha una forte scorrevolezza e un profondo culto della

parola.

Tre sezioni di versi: amorosa (più considerata), encomiastiche, spirituali.

Tasso è un grande poeta dotto ed erudito in linea con lo spirito rinascimentale, pur nell’estrema

vivacità dell’agire di questi letterati, periodo in cui girano molto le idee e le conversazioni.

1573: Aminta, favola pastorale. Favola boschereccia, pastorale nel senso latino di azione scenica;

fabula è la traduzione di mitos in greco. Dramma in versi endecasillabi e settenari in cinque atti

canonici. Aminta tenta di suicidarsi dalla rupe per amore classico topos greco, innamorati si

gettavano dalla rupe di leuca.

Favola esalta l’età dell’oro, età del mito, età fuori dalla storia.

Atteggiamento critico verso arti politiche distanti dall’autenticità di questo mondo, critico verso la

realtà storica con le sue regole [illustrate da Machiavelli] non è solo critica al potere.

Gerusalemme liberata poema epico è nella scala gerarchica al vertice nel mondo cristiano, è il

punto più alto della gerarchia letteraria, la tragedia non è conciliabile con l’ideale della cristianità, è

legittimo che Tasso decida di utilizzare questo genere.

Tasso ha un forte senso di appartenenza al mondo cristiano in cui vive, non disconosce la

cristianitas dell’epoca in quest’ottica può diventare motivo di dispiacere non essere riconosciuto

come grande poeta.

Discorsi sull’arte poetica discorsi s

Dettagli
A.A. 2009-2010
15 pagine
6 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulia.canella di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Damiani Rolando.