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NONNE, VEDOVE, DIVORZIATE, PENSIONATE

Fare una storia a un bambino non è un compito esclusivamente materno; incombe anche alla nonna, come spiega questa madre adottiva, intervistata in Québec da H.Belleau: "Io sono qualcuno che ha bisogno di conoscere la mia storia, le mie radici, sono anche stata educata così. E trovavo che fosse tanto più importante per dei bambini adottati. Per esempio, ho comprato un libro ai miei genitori perché scrivano ai miei figli. Il libro dei nonni. Pensavo che i miei genitori fossero vecchi e mi dicevo: 'almeno avranno questo dei loro nonni. Allora l'ho regalato a mamma, mi pare tre anni fa, per la festa della mamma. Sapevo che non era un regalo, sai [ride], bisogna riempirlo. Penso che ci siano 25 pagine da riempire, ma sono tre anni che lo fa. Dice che l'ha finito".(14) Come sottrarsi a quest'obbligo quando è in gioco il ruolo di madre e di nonna? Si percepisce qui la forza prescrittiva.

degli album. Per il momento in Francia gli album della nonna sono molto meno diffusi di quelli di nascita, ma la loro pubblicazione corrisponde ad una pratica seguita e alla richiesta supposta degli acquirenti. L'esame del contenuto di un album molto recente (pubblicato nel febbraio 1999), intitolato L'album di mia nonna (15) permette di vedere ciò che ci si aspetta da questa scrittura. Come gli album di nascita, è un libro con copertina rigida, illustrato, composto da una cinquantina di pagine il cui sottotitolo ne esplicita la funzione: "Un libro-regalo da riempire con la tua nonna per conoscerla meglio". Si rivolge dunque ai bambini e alle loro nonne, assieme alle quali dovrebbero riempire i riquadri lasciati vuoti apposta. Sulla prima pagina si può leggere una citazione tratta dal Deuteronomio (16) relativa al dovere di memoria, che conferisce di primo acchito a quest'impresa ludica una forte legittimità. Il testo comprende due parti:

inizio dell'album, potresti utilizzare i seguenti tag HTML:

“La storia di mia nonna” e “Io e mia nonna”. Comincia in maniera classica con “La genealogia della nonna”, una piramide di caselle vuote da riempire con nomi, cognomi e date delle vite degli avi dei due rami della famiglia, la cui cima è occupata da un ragazzino fra i sette e gli otto anni, cioè l’età dell’ideale destinatario di quest’album: “Chiedi a tua nonna di aiutarti a riempire le caselle. Se ci riuscite, bravi! Ora ne sai molto di più sulle tue origini!”.

Seguono una presentazione della nonna, una pagina sulla sua nascita, i suoi genitori, i suoi fratelli e sorelle, amici e amiche, le canzoni che amava, il suo giocattolo preferito, il suo angolino segreto, la sua più grande birichinata, il suo miglior ricordo, i suoi voti a scuola. Annullando la distanza del tempo, questa parte ha visibilmente la funzione di avvicinare il bambino a quella che, una volta, fu anche lei una bambina. Allo

stesso tempo i particolaririchiesti sulla vita quotidiana della nonna (“Chiedile come ci si riscaldava, se c’era unfrigo, il telefono, ecc...”) hanno una funzione chiaramente pedagogica. Non si tratta10soltanto di aiutare il bambino ad inserirsi nella sua ascendenza, ma anche di favorireil suo apprendimento del tempo e della storia.

La seconda parte, “Io e mia nonna”,propone dei giochi per la conoscenza reciproca. A fianco ad un riquadro vuotoprevisto per incollare la foto del bimbo ancora neonato con la nonna, una paginasollecita la scrittura congiunta dei due destinatari: “Raccontami, nonna, di quando eropiccolo”. Poi segue una foto della nonna oggi, i suoi gusti, il suo carattere, le sueattività, e quelle svolte insieme dai due protagonisti. Queste pagine hanno dunquel’obiettivo di creare l’occasione di un nuovo dialogo fra nonna e nipote, insomma diintensificare i loro scambi.

La sorprendente costruzione di questo album

non deve nulla all'immaginazione dei produttori che, in maniera del tutto evidente, si basano su un'osservazione reale dei rapporti fra nonna e nipote intorno alla scrittura. L'esperienza di Lucette, nonna di sette nipoti (la prima ha 23 anni e l'ultimo qualche mese) che ha cominciato a scrivere la storia della sua vita dal primo giorno della sua andata in pensione, ne è un esempio eccellente. Oggi ha finito il primo tomo delle sue memorie, intitolato "Ricordi d'infanzia", che va dalla nascita ai mesi precedenti il suo matrimonio; il secondo e il terzo volume, che dovrebbero raccontare il seguito della sua vita, sono entrambi redatti a metà. Lucette non procede speditamente come vorrebbe nel suo "lavoro" - è così che parla della sua scrittura autobiografica - perché è rallentata da quello che chiama il suo "lavoro" di nonna: "Ho molto lavoro in questo momento: una nonna si occupadei suoi figli e dei suoi nipoti. Ne prendo uno con me, poi un altro... quindi non ho lavorato molto quest'anno!" Associando scrittura del passato e obblighi di nonna, l'album darebbe dunque una legittimità ad un'attività libera che potrebbe essere percepita come un hobby che fa da pericoloso concorrente al vero e proprio "lavoro" di nonna. Notiamo tuttavia che l'impresa autobiografica di Lucette è stata sostenuta di primo acchito dai suoi figli. Sulla prima pagina del primo volume si legge: "Voglio qui rintracciare, per i miei figli e i miei nipoti, alcuni episodi della mia vita, perché sappiano chi è davvero la loro madre e la loro nonna, come ha vissuto lungo tutta la sua esistenza, attraverso la sua infanzia, la sua gioventù, la sua vita adolescente, di sposa e di madre di famiglia, il suo periodo di lavoro, quello della pensione". Questo volume, che comincia col suo primo ricordo, la nascita.

delfratellino nel 1935 (lei aveva 4 anni), e finisce nel 1952, corrisponde perfettamente alla narrazione sollecitata dagli autori dell'album di cui abbiamo appena parlato: ricordi d'infanzia, descrizione precisa della casa natale coi dettagli che dovrebbero far comprendere le differenze storiche (sulla mancanza di comfort e di elettrodomestici, i vestiti dell'epoca, le attività e i giochi infantili), presentazione della famiglia, in particolare dei nonni e dei genitori le cui descrizioni sono vive e sempre positive, dei rapporti coi cugini, col quartiere, con gli amici. Racconta nei minimi dettagli le birichinate e i giochi infantili, le meravigliose vacanze in campagna nel villaggio dei nonni, descrive la natura e gli animali. La narrazione si rivolge soprattutto ai nipoti che vivono in città e che spera meravigliare, divertire e istruire. Dà le definizioni delle parole che potrebbero non capire, si rivolge direttamente a loro ("leggerete, avrete

una prova”) per attirare meglio la loroattenzione, ricordando così che questa narrazione è destinata a loro, che il tempo11passato a scrivere non viene loro sottratto, ma al contrario completamente dedicato. Èvero che è tanto più consapevole del carattere pedagogico della sua opera, in quantola sua vita è segnata da ciò che i nostri contemporanei considerano la grande storia,quella delle guerre. La cittadina dell’est della Francia dove abitava coi suoi genitorifu occupata dai tedeschi nel 1939, e tutta la famiglia partì precipitosamente per il sud.Racconta l’esodo, l’accoglienza calorosa ricevuta dalla sua famiglia, gli anni vissutida rifugiata. Non è questo il tipo di narrazione sollecitata nell’album, nel punto in cuiil bambino dovrebbe chiedere a sua nonna di raccontare “un episodio della sua vitache l’ha segnata di più”?Questo primo scritto, stampato in cinque copie,

è stato regalato ad ognuno dei suoi figli i quali, dice lei, "l'hanno apprezzato", e ha stretto i legami con molti dei suoi nipoti. Prima di mettersi a letto, legge l'inizio del suo "libro" a un suo nipote di otto anni, come fosse una storia. Le fa molte domande, chiedendo sempre più dettagli: perché la nonna aveva rotto il suo salvadanaio per comprare un fratellino? Cosa diventerà la nonna dopo la sua morte? Nonna e nipote hanno lunghe conversazioni su questa grave questione. Con una delle sue nipoti, diciassettenne, la complicità intorno a queste scritture è ancora più forte, perché lei si interessa molto "a tutto questo", dice la nonna, cioè al suo passato, alla storia (ha fatto molte domande sulla guerra, periodo che stava studiando al liceo) ma anche alle scritture personali. Lei stessa tiene un diario che lascia dalla nonna, per essere più sicura, autorizzandola anche a.

Leggere, tanto si sente in confidenza con lei. Non le confida forse i suoi piccoli segreti, il nome dei suoi innamorati, e soprattutto la mancanza di intesa con sua madre? Come mostra chiaramente la seconda parte dell'album, le scritture della nonna sono un pretesto per dialoghi rinnovati, per l'approfondimento delle relazioni privilegiate che una nonna dovrebbe avere coi nipoti sin dalla loro nascita.

QUALE IDENTITÀ FEMMINILE?

Il tempo della nonna sarebbe dunque l'ultima tappa di un percorso di donna, fatto di tempi successivi e discontinui: quello della ragazza, della sposa, della madre, ognuno associato ad una scrittura particolare, e che esprime delle soggettività diverse. L'incontro amoroso, seguito dalla costituzione della coppia (e dal matrimonio), così come la prima maternità, costituirebbero ancora i passaggi principali che definiscono questi diversi "stati di donna" messi in evidenza per le società rurali da

Yvonne Verdier e inscritti nella lunga durata europea. Queste rappresentazioni dell'identità femminile sono confermate dall'etnografia del mondo dell'al di là. Fra gli esseri liminali che formano la coorte degli spiriti, a fianco a quelli che non hanno vissuto il tempo normale della loro vita (i morti prematuri) figurano gli esseri che non hanno compiuto un passaggio essenziale: i non battezzati, certo, ma anche, per le donne e solo per loro, la fidanzata, la donna morta di patto, la zitella. Tutte figure di donna dall'identità incerta, dal destino incompiuto. È la forza di un sistema simbolico che lega la sorte postuma delle donne al compimento del loro destino sociale, esso stesso ancorato nelle rappresentazioni della loro fisiologia, quella della donna mestruata, feconda, in menopausa, come ha dimostrato Y. Verdier (17). L'analisi di Nathalie Heinich sulle rappresentazioni della figura della femminilità nellala letteratura occidentale fra il XVIII e il XX secolo ha ampliato l'analisi da un altro punto di vista (18). Questo dimostra che
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
18 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di ETNOLOGIA e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Sarnelli Enrico.