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-APPARATO CARDIOVASCOLARE:
Ingrandimento dell’aia cardiaca
Tachicardia sinusale
Terzo e quarto tono
Polso alternante
Riduzione della pressione differenziale
-POLMONI:
Rumori umidi polmonari
Sibili espiratori (asma cardiaco)
Versamento pleurico
ADDOME:
Epatomegalia congestizia
Ascite
Reflusso epato-giugulare positivo
APPARATO URINARIO:
Nicturia
Oliguria
Criteri di Framingham: Per la diagnosi clinica di scompenso cardiaco sono necessari almeno 1
criterio maggiore e 2 criteri minori
CRITERI MAGGIORI:
Dispnea parossistica notturna
Rantoli polmonari
Edema polmonare
Cardiomegalia
Ritmo di galoppo S3
Aumento della pressione venosa
Distensione delle giugulari
Reflusso epato-giugulare positivo
CRITERI MINORI:
Dispnea da sforzo
Tosse notturna
Versamento pleurico
Capacità vitale ridotta
Tachicardia sinusale (>120 bpm)
Edema periferico
Epatomegalia
ESAMI DI LABORATORIO:
Raccomandati in tutti i pazienti:
Esame emocromocitometrico completo, elettroliti, stima del tasso di filtrazione
glomerulare, creatininemia, glicemia, emoglobina glicosilata, ormoni tiroidei, test di
funzionalità epatica, esame delle urine.
Dosaggio dei peptidi natriuretici atriali, in particolare del peptide natriuretico di tipo B e
della sua porzione terminale pro-BNP (alto valore predittivo negativo)
Attualmente utilizzati solo in ambito di ricerca:
noradrenalina
endotelina
renina
aldosterone
arginina-vasopressina
CONCLUSIONI:
I nostri risultati mostrano per la prima volta l’esistenza di una forma extracellulare della
proteina BAG3 rilasciata da cardiomiociti di pazienti affetti da scompenso cardiaco .
Successivamente il rilievo di anticorpi anti-BAG3 nel siero suggerisce che la proteina possa
attivare il sistema immunitario.
Si puo’ suggerire l’utilizzo della proteina eBAG3 e degli anticorpi anti-BAG3 come
potenziali biomarkers dello scompenso cardiaco per la valutazione e il monitoraggio della
malattia da soli o insieme a quelli già utilizzati e standardizzati.
Sono necessari ulteriori studi per correlare i valori di BAG3 con parametri clinici ,
ecocardiografici e funzionali cardiaci come frazione d’eiezione , classe NYHA, volumi
ventricolari diastolici e sistolici in un piu’ alto numero di pazienti.
ESAMI STRUMENTALI:
Raccomandati in tutti i pazienti:
ELETTROCARDIOGRAMMA: raramente normale (< 10% dei pazienti con disfunzione
sistolica), può mostrare aritmie atriali e ventricolari, disturbi di conduzione, segni di
ischemia e/o pregressa necrosi miocardica, ipertrofia, segni di sovraccarico.
RADIOGRAFIA DEL TORACE: può mostrare cardiomegalia, congestione polmonare,
versamento pleurico e/o pericardico, presenza di eventuali pneumopatie che determinano o
contribuiscono alla dispnea. Tali reperti non sono specifici e vanno considerati indicatori di
scompenso cardiaco solo in un contesto clinico caratteristico.
ECOCARDIOGRAMMA TRANSTORACICO: permette di valutare in modo accurato e
non invasivo l’anatomia cardiaca, la cinesi parietale globale e segmentaria, la funzione
sistolica e diastolica e, tramite metodica Doppler, la funzione valvolare. Inoltre può dare
informazioni fondamentali per comprendere l’eziologia dello scompenso.
DIAGNOSI DI SCOMPENSO CARDIACO DIASTOLICO:
Presenza di segni e sintomi di scompenso cardiaco
funzione ventricolare sinistra sistolica normale o solo
lievemente depressa (FE ≥ 45-50%)
Evidenza di alterato rilasciamento e/o distensibilità
ventricolare sinistra
CAUSE PRINCIPALI DI SCOMPENSO CARDIACO DIASTOLICO:
Ipertensione sistemica
Cardiopatia ischemica
Diabete
Obesità e sindrome metabolica
Patologie respiratorie
Valvulopatie
Pericardite costrittiva
Cardiomiopatia ipertrofica
Cardiomiopatie infiltrative
Malattie da accumulo (es. emocromatosi)
ESAMI STRUMENTALI RACCOMANDATI IN CASI SELEZIONATI:
Ecocardiogramma transesofageo: pazienti con inadeguata finestra ecocardiografica
transtoracica (es., pazienti obesi o ventilati), con patologia valvolare complessa, nei casi di
sospetta endocardite o di cardiopaita congenita, oppure nei pazienti con FA quando sia
necessario escludere la presenza di trombi nell’auricola sinistra.
Risonanza magnetica cardiaca: permette di valutare con estrema accuratezza e
riproducibilità i volumi cardiaci, lo spessore e la cinesi parietale, le valvole cardiache e il
pericardio; è controindicata nei pazienti con aritmie e nei portatori di dispositivi impiantabili
(es., PM, ICD)
Spirometria: nei casi in cui sia necessario confermare o escludere cause respiratorie della
dispnea e per esaminare il potenziale contributo della patologia polmonare alla
sintomatologia dispnoica.
Coronarografia: nei pazienti affetti da scompenso cardiaco a sospetta eziologia ischemica
(anamnesi positiva per angina da sforzo, alto profilo di rischio per cardiopatia ischemica)
Biopsia endomiocardica: deve essere presa in considerazione in pazienti con SC acuto ad
eziologia sconosciuta accompagnato da aritmie ventricolari e/o blocco AV, nei pazienti non
responsivi alla terapia standard e in quelli con SC cronico in cui si sospetta un disordine
infiltrativo o una cardiomiopatia restrittiva.
TEST FUNZIONALI:
Sono utili per la valutazione oggettiva della capacità di esercizio e della relativa sintomatologia:
Six-minute Walking Test
Test cardiopolmonare
TERAPIA DELLO SCOMPENSO CARDIACO CRONICO
Obiettivi:
1. trattare, se possibile, la causa che ne sta alla base
2 ridurre i sintomi
3 arrestare o rallentare la progressione dello scompenso
TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO:
- Riduzione dell’apporto giornaliero di sodio
- Riduzione dell’apporto giornaliero di alcol (abolire in caso di cardiomiopaita alcolica, negli
altri casi max 10-20 g/die, pari a 1-2 bicchieri di vino/die)
- Riduzione del peso corporeo nei pazienti obesi (BMI > 30)
- Abolizione del fumo di sigaretta
- Abolizione dei lunghi viaggi e il soggiorno a grandi altezze
- Vaccinazione annuali contro l’influenza e lo pneumococco
- Programmi di riabilitazione cardiaca nelle fasi II e III
- Restrizione dell’apporto dei liquidi solo nei pazienti con scompenso severo (soprattutto se
associato a iponatriemia)
- Monitoraggio del peso corporeo (un aumento di peso è spesso associato ad un aggravamento
dello SC e a ritenzione idrica, mentre la perdita di peso non intenzionale [se >6% rispetto al
peso abituale in assenza di ritenzione idrica in 6 mesi si parla di cachessia cardiaca] è di
frequente riscontro nei pazienti con SC severo ed è un importante indice prognostico
sfavorevole)
- Riposo nelle fasi di instabilità emodinamica
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO:
ACE-INIBITORI: sono raccomandati dalle più recenti Linee Guida come terapia di prima
scelta nei pazienti con funzione sistolica ventricolare sinistra ridotta (FE <40-45%) sia in
assenza che in presenza di sintomi.
Tali farmaci bloccano il sistema RAA, riducendo il postcarico, il precarico e il rimodellamento
ventricolare sinistro e determinano il miglioramento della sopravvivenza, dei sintomi e della
capacità funzionale.
Possibili effetti indesiderati sono rappresentati da: tosse (il più frequente), ipotensione, insufficienza
renale, iperkaliemia, angioedema).
Sono controindicati in presenza di stenosi renale bilaterali e nei pazienti con storia di angioedema.
L’ ACE inibitore dovrebbe essere utilizzato solo in pazienti con un’adeguata funzione renale
(creatinina ≤221 mmol/L o
≤2.5 mg/dL o eGFR ≥30 mL/min/1.73 m2) e con livelli sierici di potassio normali.
BETA-BLOCCANTI (carvedilolo, bisoprololo, metoprololo,
nebivololo): sono raccomandati in tutti i pazienti con scompenso cardiaco sintomatico e FE <
40% in condizioni emodinamiche stabili. Inibiscono l’attività del sistema nervoso ortosimpatico
determinando up-regulation dei beta-recettori e il ripristino della loro responsività. Determinano il
miglioramento della funzionalità ventricolare sinistra, della tolleranza all’esercizio fisico e
della classe funzionale NYHA attraverso la normalizzazione della relazione forza-frequenza e la
riduzione del consumo di ossigeno. Si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità,
l’ospedalizzazione e il rischio di morte improvvisa ( Three key trials [Cardiac Insufficiency
Bisoprolol Study II (CIBIS II), Carvedilol Prospective Randomized Cumulative Survival
(COPERNICUS), and Metoprolol CR/XL Randomised Intervention Trial in Congestive Heart
Failure (MERIT-HF)).
Controindicazioni: broncospasmo, bradicardia, ipotensione arteriosa.
Un beta-bloccante e un ACE inibitore dovrebbero essere utilizzati insieme prima possibile dopo la
diagnosi di scompenso cardiaco a FE depressa. Cio’ e’ dovuto in parte al fatto che gli ACE-inibitori
hanno modesti effetti sul rimodellamento mentre i beta-bloccanti spesso producono un sostanziale
incremento della FE.
DIURETICI DELL’ANSA (furosemide, torasemide, bumetanide): sono essenziali per il
trattamento sintomatico dello SC in presenza di ritenzione idrica con congestione polmonare
e/o congestione venosa sistemica. In caso di persistenza di ritenzione idrica è possibile
associare un diuretico tiazidico.
Principali effetti collaterali: ipokaliemia, iponatriemia, ipomagnesemia, disturbi dell’equilibrio
acido-base, iperuricemia, intolleranza glucidica.
DIURETICI RISPARMIATORI DI POTASSIO (amiloride, triamterene,
spironolattone) : dovrebbero essere somministrati in caso di persistenza di ipokaliemia in corso di
terapia diuretica nonostante la somministrazione di un ACE-inibitore.
ANTAGONISTI RECETTORIALI DELL’ALDOSTERONE (spironolattone,
eplerenone) : sono raccomandati in associazione con ACE-inibitori, Beta-bloccanti e
diuretici nello SC avanzato (classe III-IV NYHA). L’aldosterone determina ritenzione di
acqua e Na+ e, inotlre, induce attivazione simpatica, fibrosi miocardica, vascolare e
perivascolare. Il blocco di questi effetti tramite l’uso di antagonisti recettoriali
dell’aldosterone determina riduzione della mortalità
ANTAGONISTI RECETTORIALI DELL’ANGIOTENSINA II: hanno effetti simili a
quelli degli ACE inibitori . Possono essere impiegati in pazienti che risultano intolleranti
agli ACE-inibitori o in associazione a questi ultimi in pazienti che rimangono sintomatici.
VASODILATATORI : non hanno un ruolo specifico nel trattamento dello SC. I nitrati
possono essere utilizzati per migliorare la dispnea o nel trattamento di un’angina
concomitante. I calcio-antagonisti diidropiridinici possono essere utilizzati nei casi i
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