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La relazione tra processo e sistema

Se sull'asse del processo la relazione tra gli elementi è in praesentia, sull'asse del sistema la relazione è più astratta, perché ivi si dispiegano gli elementi che potrebbero stare al posto di un'entità linguistica, e dunque la relazione è in absentia.

Nel caso della lingua naturale, il processo prende il nome di testo, e il sistema prende il nome di lingua. L'analista ha di fronte a sé un testo, cioè un processo linguistico, e deve prima di tutto separare un processo dall'espressione e un processo dal contenuto. Questi due processi devono essere analizzati separatamente. Attraverso l'analisi del processo si deve trovare, sottostante ad esso, un sistema.

La rappresentazione grafica dei due assi è solo convenzionale. Ciò che conta del processo è l'ordine posizionale: gli elementi occupano delle posizioni precise e sono collegati secondo delle regole.

L'ordine posizionale del processo è interno e non va confuso con la manifestazione esteriore nello spazio e nel tempo, vale a dire che non è una questione di prima o dopo, ma una questione di compatibilità e di condizionamento: gli elementi si implicano e si combinano secondo particolari rapporti di dipendenza. È importante sottolineare che l'asse del processo entra nel dominio della forma e non della sostanza. Hjelmslev sottolinea come l'esistenza di un sistema sia presupposta necessariamente dall'esistenza di un processo: il processo viene a esistere grazie al fatto che c'è un sistema sottostante che lo governa e determina nel suo sviluppo possibile.

Lo scopo dell'analisi è scomporre l'oggetto in componenti più piccole: ciò che importa non è la divisione di un oggetto in parti, ma uno svolgimento dell'analisi conforme alle interdipendenze tra queste parti.

E che ne renda conto adeguatamente. Hjelmslev arriva a sostenere che l'oggetto esaminato e le sue parti esistono solo in virtù di queste dipendenza: gli oggetto si possono descrivere solo attraverso le dipendenze, e questo è l'unico modo per definirli e coglierli scientificamente. Una totalità non consiste di cose, dice Hjelmslev, ma di rapporti. L'analisi consiste nella registrazione di certe dipendenze fra certi termini di un testo. Si tratta di un punto fondamentale, di un vero e proprio manifesto dello strutturalismo: per Hjelmslev qualsiasi conoscenza scientifica è conoscenza di rapporti. L'analisi del processo e del sistema, quindi, deve portare alla descrizione dei rapporti tra gli elementi linguistici, cioè delle dipendenze. Hjelmslev propone una classificazione delle dipendenze: le dipendenze reciproche, in cui un termine presuppone l'altro e viceversa vengono chiamate INTERDIPENDENZE. L'interdipendenza tra i

Termini di un processo è chiamata Solidarietà: nelle lingue si ha spesso solidarietà tra morfemi di categorie diverse entro la stessa forma grammaticale. L'interdipendenza tra i termini di un sistema è chiamata COMPLEMENTARITÀ: può esserci complementarità tra sostantivo e aggettivo, o tra vocale e consonanti. Le dipendenze unilaterali, in cui un termine presuppone l'altro ma non viceversa, vengono definite determinazioni. La determinazione tra i termini di un processo è chiamata selezione, ed è anche nota come reggenza: c'è selezione tra una preposizione e ciò che segue. In italiano il grafema Q deve essere seguito dal grafema U, e questa relazione necessaria tra le due figure è una reggenza. La determinazione tra i termini di un sistema è chiamata specificazione. Le dipendenze più libere, in cui due termini sono compatibili ma nessuno dei due presuppone l'altro, sono chiamate COSTELLAZIONI.

Le costellazioni entro un sistema sono chiamate autonomie. Si definisce costante un funtivo la cui presenza è condizione necessaria per la presenza del funtivo, rispetto al quale esso ha funzione. Con variabile intenderemo un funtivo la cui presenza non è una condizione necessaria per la presenza del funtivo rispetto a cui esso ha funzione. Pertanto si possono definire l'interdipendenza come una funzione tra due costanti, la determinazione come una funzione fra una costante e una variabile, la costellazione come una funzione tra due variabili.

-2.3.4 Invarianti e varianti: la prova di commutazione

Il principio di riduzione dice che ogni analisi deve essere tale da portare alla registrazione del numero più basso possibile di elementi. Sulla base di questo principio, l'analisi deve riuscire a portare delle varianti alle invarianti. Questa riduzione dalle varianti alle invarianti si può ottenere attraverso un prova di scambio. Se c'è una

Relazione fra una correlazione dell'espressione e una correlazione del contenuto, allora si tratta di due segni diversi, di due invarianti: se tale relazione manca, allora non si tratta di due segni diversi ma solo di due diverse varianti dello stesso segno.

La prova di scambio che permette l'identificazione delle invarianti rispetto alle varianti prende il nome di commutazione. La commutazione è dunque uno scambio su un piano che provoca uno scambio sull'altro piano della lingua (cane/pane). Si definisce invece PERMUTAZIONE uno scambio di elementi linguistici sull'asse del processo che provoca uno scambio corrispondente sull'altro piano della lingua (Il falegname pialla una porta / Il falegname porta una pialla).

MUTAZIONE sarà il termine comune per commutazione e permutazione: la commutazione si definisce come una mutazione che si attua sull'asse del sistema, mentre la permutazione come una mutazione che si attua sull'asse del processo.

SOSTITUZIONE invece è il termine che indica l'assenza di mutazione tra i membri di un paradigma (R normale e R moscia: lo scambio non provoca cambiamenti sul piano del contenuto). Il FONEMA è il nome che si dà a una classe di suoni che possono scambiarsi l'uno con l'altro senza che ciò produca cambiamenti di significato. (R normale e R vibrante uvulare appartengono alla stessa classe di suoni: il fonema R). I fonemi sono entità astratte, nel senso che indicano classi di suoni: nessun parlante emette dei fonemi, ma emette delle realizzazioni concrete (dette varianti o allofoni) del fonema. Se la fonetica studia i suoni linguistici dal punto di vista dei loro aspetti fisici, la fonologia si occupa della funzione distintiva dei suoni, nel senso che mediante la prova di commutazione procede all'identificazione dei fonemi. Se in una parola sostituiamo un suono con un altro e otteniamo un cambiamento di significato, allora i due suoni sono.riconoscano i fondamenti strutturali del linguaggio. Questo implica l'analisi delle relazioni tra i diversi elementi del sistema linguistico, sia sul piano dell'espressione che sul piano del contenuto. Per quanto riguarda il piano dell'espressione, Hjelmslev sostiene che la distinzione tra invarianti e varianti debba essere determinata attraverso la prova di commutazione. Questo significa introdurre una trasformazione sintattica nel sintagma per verificare se tale trasformazione comporti un cambiamento nel significato. Nel caso dell'esempio del gatto/gatta, la commutazione del genere produce una trasformazione nell'espressione (da gatto a gatta), il che implica che il genere sia un invariante del sistema dell'espressione. Sul piano del contenuto, la stessa procedura deve essere seguita. La commutazione del significato di felino con quello di suino comporta una trasformazione nell'espressione (da gatta a scrofa), il che implica che felino e suino siano invarianti del sistema del contenuto della lingua italiana. In conclusione, secondo Hjelmslev, la ricerca delle invarianti semantiche è fondamentale per comprendere i fondamenti strutturali del linguaggio. Questo implica l'analisi delle relazioni tra i diversi elementi del sistema linguistico, sia sul piano dell'espressione che sul piano del contenuto.arrivare a una descrizione esauriente del piano del contenuto. Tale descrizione presuppone la possibilità di spiegare e descrivere un numero illimitato di segni anche dal punto di vista del loro contenuto. Si tratta quindi di arrivare attraverso la prova di commutazione, al reperimento di un numero limitato di figure del contenuto. L'importanza di questa proposta sta nel fatto che sancisce la stessa procedura d'analisi sia per il piano dell'espressione sia per il piano del contenuto: espressione e contenuto si differenziano per le diverse organizzazioni formali e sostanziali, ma il principio di analisi è identico per entrambi i piani. Ne consegue che se per il piano dell'espressione si possono trovare degli elementi minimi e in numero limitato, allo stesso modo si ritiene possibile trovare gli atomi del contenuto, cioè quelle figure che combinandosi garantirebbero la costituzione di significati. Secondo Hjelmslev anche per il contenuto si può

arrivare ad avere inventari limitati di figure.–2.4 Una tipologia di linguaggi: sistemi semiotici e sistemi simbolici

Nei Fondamenti della Teoria del Linguaggio, Hjelmslev sostiene che le considerazioni fatte sul linguaggio naturale siano applicabili a tutti i sistemi linguistici, essendo appunto essa una teoria formale che non dipende dalla sostanza. La linguistica tradizionale ha sancito la supremazia della fonetica, ma a una forma possono essere coordinate sostanze diverse: gesti, scrittura, grafica.

Secondo Hjelmslev è sperimentalmente dimostrabile che qualunque forma dell'espressione linguistica può essere manifestata in sostanze dell'espressione completamente diverse. Tuttavia i linguaggi hanno potenzialità diverse, e Hjelmslev vuole trovare le caratteristiche tecniche per differenziarli. Egli distingue due tipi di linguaggi: i linguaggi ristretti (o non linguistici) che possono servire a certi fini, e i linguaggi non ristretti (o linguistici), che

si adattano dappertutto e possono tradurre gli altri linguaggi (e per questo sono detti anche linguaggi passe-partout). Esempi di linguaggi ristretti sono l'algebra, il linguaggio dei semafori, un esempio di linguaggio non ristretto è la lingua naturale. Tutti i sistemi sono interpretabili, è cioè possibile coordinare loro una materia del contenuto. Bisogna però vedere se tutti i sistemi sono biplanari, o se il principio di semplicità non impone di riferirsi a un solo piano. Perché si possa parlare di due piani è necessario che essi non siano conformi, cioè che i due piani, quando vengono provvisoriamente costruiti, non presentino ogni punto la stessa struttura, con un rapporto biunivoco tra i funtivi di un piano e quelli dell'altro. Secondo Hjelmslev se c'è conformità i due piani dell'espressione e del contenuto di fatto si riducono a un unico piano, e il sistema si dirà MONOPLANARE. Sembrasia il caso dei giochi, ove a ogni entità del contenuto corrisponde un'entità dell'espressione (a ogni pezzo degli scacchi corrisponde un tag html).
Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
96 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Uranus75 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze semiotiche del testo e dei linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Tani Ilaria.