Anteprima
Vedrai una selezione di 1 pagina su 4
Scienze politiche Amoretti Pag. 1
1 su 4
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

LA COMUNICAZIONE POLITICA

Approcci teorici:

(1990) WOLTON definisce la comunicazione politica: inizialmente era lo studio della

comunicazione del governo e delle comunicazioni interne tra i politici, oggi invece comprende lo

studio della comunicazione della vita politica includendo i media,i sondaggi, il marketing politico.

(1995) FRANKLIN definisce la comunicazione politica: il campo della comunicazione politica

studia le relazioni tra media e sistema politico prendendo in esame il contenuto politico dei media,

quindi si occupa dell’impatto del sistema politico sul sistema dei media.

(1993) MEYROWITZ denuncia la confusione che regna nei media studies; il concetto di mass

media è ancora ambiguo. I media sono apparati tecno-industriali e organizzazioni istituzionali con

proprie logiche di funzionamento, ma anche risorse di potere per il controllo sociale.

Le origini

La comunicazione politica consiste nell’insieme dei processi d’interazione tra gli elementi di un

sistema politico e tra questo sistema e il suo ambiente. Per ALMOND la comunicazione politica è

una funzione di input il cui svolgimento costituisce un requisito necessario per il completamento di

tutte le attività rilevanti del sistema politico.

Gli orientamenti attuali di ricerca

4 approcci diversi:

1. L’approccio costruttivista.

Pone l’accento sui modi con cui le realtà politiche sono costruite, negoziate, rinegoziate da diversi

attori attraverso mezzi di comunicazione. I media possono originare cambiamenti del sistema

istituzionale e politico di una società; si possono identificare due metodi di manipolazione: le

pratiche pubbliche di persuasione e il controllo dei flussi di informazione

2. L’approccio critico.

Si occupa dell’influenza che i media esercitano sulla cultura pubblica; l’attacco più radicale

all’industria culturale dei media prende vita da Chomsky il quale spiega il modo in cui i messi di

comunicazione rafforzano l’agenda politica, economica e sociale delle elites. I media americani

sono come sistemi totalitari dove il potere e i soldi fanno si che le notizie da diffondere permettano

agli interessi del governo di indirizzare i loro messaggi al pubblico; appunto veicolano valori e

ideologie che legittimano i poteri esistenti.

3. L’approccio del media logic.

Sottolinea il forte impatto e le trasformazioni della media logic; secondo Altheide il concetto

centrale è il format, essi presiedono sia alla produzione che alla fruizione degli eventi-notizia.

Altheide definisce 4 punti essenziali:

- la struttura di controllo è un complesso di procedure logiche che definiscono le regole di

comportamento.

- Il controllo è trasmesso attraverso i formati

- La logica del formato ingloba gli altri ambiti istituzionali

- I media e la televisione non hanno confini istituzionali definiti

Secondo Meyrowitz influenzano il comportamento sociale perché ridisegnano gli ambienti sociali

in cui le persone interagiscono.

4. L’approccio cognitivista.

Pone il suo interesse sugli schemi cognitivi che agiscono da routine di controllo allo scopo di

selezionare e semplificare le informazioni provenienti da un universo comunicazionale.

LINGUAGGIO E POLITICA

Le origini.

Per comprendere le origini del potere politico si deve comprendere meglio il linguaggio. Laswell

cerca di comprendere i motivi della sconfitta della democrazia e come i regimi totalitari erano

riusciti ad ottenere il consenso; egli afferma che la propaganda è un’arma invincibile per la presa

emotiva delle ideologie delle masse.

Il linguaggio e la (de)costruzione della realtà politica.

Eldaman fa del linguaggio il principale fattore critico, egli sviluppa due nuclei problematici

fondamentali:

- attacco ai principi convenzionale secondo cui le convinzioni politiche sono razionale e le

azioni di governo rispecchiano la volontà del pubblico.

- Le comunicazioni di massa costituiscono l’ambito privilegiato per la costruzione degli

spettacoli politici.

Per Eldman il potere del linguaggio è dovuto alla sua capacità di soddisfare i bisogni e di suscitare

le emozioni degli uomini.

La politica è un gioco di parole.

L’interesse delle ricerca consiste nel trovare le figure retoriche che evocano significati profondi

delle tradizioni culturali degli States. Si prende la guerra come esempio la quale era uno stato

mentale retorico infatti gli USA hanno basato la loro battaglia sulla costruzione della figura del

nemico in nome dell’anticomunismo.

Retorica ed istituzioni: il caso della presidenza americana.

La presidenza è stata costruita retoricamente dai mass media; la costituzione americana optava per

una forma di governo non popolare ma rappresentativa, la presidenza Roosevelt modifica queste

pratiche retoriche ricorrendo al pubblico per l’attuazione della sua politica.

MEDIA E ISTITUZIONI DI GOVERNO

Il problema.

Nessuno si era reso conto che la stampa sarebbe stato il quarto potere che si sarebbe trasformato in

un vero e proprio soggetto politico, esso era visto come un completamento dei tre poteri. Il quarto

potere quindi ha sconvolto la tripartizione tradizionale ma non ha ancora prodotto l’innovazione di

una diversa forma di governo. C’era un conflitto tra valori costituzionali: quello del diritto

all’informazione e quello del diritto alla privacy; su questo conflitto le forze politiche fecero leva

ricorrendo a forme di censura, che esercitavano controllo sulla stampa.

Rappresentanza e rappresentazione.

I membri del congresso utilizzano i media per ottenere vantaggi politici nel corso della legislatura;

l’attenzione è rivolta ai media locali dove i singoli deputati sono in grado di esercitare un maggiore

controllo, una delle risorse più importanti è la diretta televisiva.

La giustizia mediatica.

Gioco di potere tra media e istituzione giuridica; emerge che saranno i media ad avere l’ultima

parola indicando ciò che è giusto e ciò che è vero alla collettività.

Elettore-spettatore.

Non è in balia dei messaggi comunicativi perché si traccia una linea tra stato e cittadini che

modifica il funzionamento dei pubblici poteri e modelli organizzativi delle democrazie

contemporanee. Ciò che conta con la scesa in campo politico della tv è la capacità dei leaders di

saper usare il mezzo a livello locale e nazionale; senza quello non si va avanti.

PARTITI ED ELEZIONI

Il problema.

in vari paesi stavano mutando le modalità di funzionamento dell’istituzione governo grazie alla

diffusione di forme di personalizzazione della politica e all’uso dei media all’interno dei processi di

comunicazione. In Italia ad esempio molte cose stavano cambiando, ci fu un ricorso alle figure

professionali come i tecnici pubblicitari; ma il ceto politico italiano continuava ad usare poco e

male le nuove risorse; dibattiti, sconti in diretta, talk show anche la politica europea si stava

americanizzando.

Le origini.

Nascono negli stata uniti e si diffondo soprattutto durante le elezioni del 1960, storico fu il faccia a

faccia tra Kennedy e Nixon. Da una parte però c’era chi sottolineava gli aspetti negativi dei media,

essi facevano prevalere le strategie d’immagine su quelle politiche. Da una parte però la tv aveva

riavvicinato i cittadini alla politica.

Orientamenti attuali di ricerca.

I processi elettorali sono alla base della democrazia rappresentativa; i media assolvono a tre

funzioni centrali nel processo elettorale:

- Giornalisti e editori determinano quali storie e temi meritano maggior attenzione.

- I media scelgono quali saranno i criteri di giudizio e di scelta del voto ai cittadini.

- Effettuano una sorta di monitoraggio dell’intero processo elettorale.

Come di vince un’elezione?

Ottenere l’attenzione dei media è uno dei principali obiettivi per una maggiore visibilità presso il

pubblico. Tutto quindi diviene una scena mediatica (discorsi, avvenimenti). Ma il pericolo più

corrente è la distorsione di ciò che si dice, i giornalisti fanno arrivare ai cittadini ciò che vogliono;

una tattica usata in Italia è l’attacco all’avversario, smascherarlo anche se non ci sono i presupposti.

A che punto siamo in Europa?

In Italia il rapporto tra politica e media è diverso: i media parlano dei politici , i politici parlano dei

media e nessuno parla di politica (siamo lontanissimi dal modello americano). In Francia il sistema

di semipresidente si avvicina molto a quello americano. In Europa possiamo parlare della diffusione

dell’American Style, l’impatto dei media quindi non deve essere sottovalutato anche se non

garantisce la vittoria dell’uno o dell’altro.

Dove stiamo andando.

Nel 94 Berlusconi si candida alla guida del paese, al governo quindi ci sono imprenditori. Forza

Nuova viene concepito come partito azienda in seguito si pone l’attenzione sulle risorse

comunicazionali e il partito diviene un partito mediale. L’ascesa al potere di personaggi come

Berlusconi sottolinea il cambiamento avutosi nella politica: non c’è più gavetta politica ma solo uno

sfruttamento delle risorse comunicazionale. Hanno però dei limiti: costi elevati, è facile infrangere

la legge.

OPINIONE PUBBLICA

La sua funzione è di natura politica perché si pone come un punto intermedio tra l’elettorato e il

potere legislativo. Non essendo più frutto di una discussione pubblica tra individui autonomi è

divenuta un istanza ricettiva delle strategie manipolatorie delle elites di potere. Secondo la teoria

dell’Agenda setting ( teoria delle comunicazioni che ipotizza la possibile influenza dei mass-media

sull’audience in base alla scelta delle notizie; l’obbiettivo principale è quello di rendere la notizia

saliente rispetto alle altre quindi indica l’abilita del media a trasferire un argomento da un agenda

privata a quella pubblica); i media non cercano di persuadere il pubblico ma prestano una lista di

cose sulle quali esprimere un’opinione. L’assunto fondamentale dell’agenda setting è che la realtà

sociale che è compresa dalla gente è mutata dai media. Essi non influenzano solo le opinioni del

pubblico ma anche i comportamenti. Neuman ha cercato di spiegare l’atteggiamento del pubblico

attraverso la sua teoria della spirale del silenzio. Gli individui hanno opinioni, temendo l’isolamento

non si esprimono per la paura di essere respinti; quindi verifica prime se nell’ambiente predomina la

sua idea, un punto di riferimento sono i mass media; i media infine tendono a convergere nella

produzione di news fornendone una visione distorta; cosi i gruppi di minoranza preferiscono non

esprimere la propria idea innescando cosi il meccanismo della spirale del sil

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
4 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher sarant di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Amoretti Francesco.