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LIMITI TEORIA NEOCLASSICA:
- Non tiene conto della presenza di individui altruisti
- Non spiega fenomeni di disequilibrio (es: disoccupazione)
- Accetta la distribuzione dei redditi esistente
BENI MERITORI:
Non presentano problemi di non rivalità e non esclusione, soddisfano bisogni trasversali alla distinzione tra beni pubblici e privati, si tratta di beni per cui lo stato antepone i suoi bisogni a quelli dei cittadini. Lo stato ha propri bisogni, necessità che non sempre coincidono con quelle dei consumatori. Sono beni che pur non presentando le caratteristiche dei beni pubblici sono forniti dallo stato in quanto meritevoli sotto il profilo etico. Lo stato impone il consumo di determinati beni privati (es: casco)
ECONOMIA DELLA FELICITÀ:
L'obiettivo è il raggiungimento della felicità, i livelli di benessere vengono quantificati senza utilizzare il reddito ma attraverso indicatori soggettivi che tengono conto di quanto le persone siano soddisfatte della
Loro vita. Il reddito è uno strumento e non un obiettivo. La felicità aumenta almeno che proporzionalmente al reddito per due motivi:
- Influenza del reddito relativo: si è felici solo se il reddito aumenta relativamente agli altri
- Effetto adattamento: all'aumentare del reddito aumenta anche la soglia di reddito ritenuto soddisfacente.
Bene pubblico puro: è uno dei fallimenti del mercato, un bene è definito pubblico se non rivale (quando il consumo può avvenire da parte di due o più soggetti) e non escludibile (se non è possibile escludere qualcuno dal consumo di quel bene).
Bene tariffabile: escludibile, ma non rivale (autostrada, istruzione: limite della congestione, c'è un limite fisico al numero di consumatori che deriva dalla dimensione delle aule)
Bene comune: non escludibile, rivale (riserva pesca, strade pubbliche nei centri cittadini, miglioramenti della tecnologia possono consentire di risolvere alcuni
problemi)Secondo la teoria positiva: la domanda aggregata in caso di beni privati è uguale alla somma orizzontale delle domande individuali, somma delle quantità (PREZZO unico e QUANTITA differenziata). La domanda aggregata di un bene pubblico è uguale alla somma verticale delle domande dei singoli individui, ovvero per ogni quantità si sommano le disponibilità a pagare dell'insieme di soggetti (PREZZO differenziato e QUANTITA uguale).Secondo la teoria normativa: per i beni pubblici la condizione di ottimo si ha quando la somma dei saggi marginali di sostituzione tra bene pubblico e privato, di tutti gli individui, è uguale al costo marginale di produzione del bene pubblico. Questo è ottenibile solo se si conoscono tutte le preferenze. Free riding fenomeno per cui gli individui non hanno interesse a rivelare le loro preferenze riguardo i beni pubblici, se si chiedesse ad un soggetto quale valutazione marginale attribuisce al bene pubblico,
Questo sarebbe tentato a dare una valutazione inferiore alla verità, e poiché il prezzo che copre il costo in un'economia di beni pubblici è pari alla somma delle valutazioni marginali degli individui, la sottovalutazione fa sì che le imprese produrrebbero in perdita. Questo problema può essere visto come un fenomeno di asimmetria informativa di tipo: selezione avversa; il cittadino dispone di un'informazione che lo Stato non ha. Per questo problema in un'economia decentrata il bene pubblico non viene offerto e non viene domandato, è necessario l'intervento pubblico. Un livello efficiente di offerta di beni pubblici corrisponde al punto di intersezione tra curva di domanda e curva di offerta ma nella realtà le decisioni sulla quantità di beni sono prese dallo Stato attraverso un processo politico. Il comportamento di chi tende a dichiarare che il bene pubblico non gli interessa, confidando in atteggiamenti
più onesti da parte degli altri, è un comportamento strategico, per tali problemi e utile ricorrere alla teoria dei giochi: il risultato che ottiene un certo soggetto dipende non solo dal suo comportamento ma anche da quello di altri che interagiscono con lui.
Si consideri il caso di un bene da cui possono trarre vantaggio molti individui, A è uno di questi. Se A è uno dei tanti che possono trarre vantaggio dalla produzione del bene pubblico, Non contribuire costituisce la strategia dominante. Se i giocatori sono solo 2, ciascuno sceglie senza sapere cosa fa l’altro e ciascuno sceglie egoisticamente: In una situazione di piccoli numeri si apre lo spazio di contrattazione e ciascun individuo acquisisce una maggior consapevolezza del peso della propria decisione, assente nel caso dei grandi numeri.
Dunque l’azione non coordinata di soggetti egoisti non sempre porta all’ottimo sociale, La mano invisibile non sempre funziona. Tuttavia esistono molti
esempi in cui i soggetti contribuiscono volontariamente alla fornitura di beni pubblici puri o misti: volontari antincendio.. Comportamenti cooperativi sono sistematicamente più diffusi dei comportamenti da free rider. (per un bene privato è semplice esprimere le proprie preferenze, sulla base della decisione di acquistare o meno). Il mercato non produce un'allocazione pareto efficiente in presenza di: 1. Insufficiente concorrenza 2. Esternalità 3. Beni pubblici 4. Informazione asimmetrica I fallimenti del mercato sono uno dei motivi per cui è necessario l'intervento pubblico, che prova a correggere l'esito del mercato per migliorare il benessere collettivo. (intervento pubblico guidato da ragioni di efficienza). In termini generali le cause del fallimento possono essere: - Difficoltà tra le parti che operano nel mercato di trovare un accordo per uno scambio anche se vantaggioso per entrambe (monopolio) - Mancanza di controllo pieno sui beni, sulleRisorse e sul modo di utilizzarle- Mancanza o incompletezza delle informazioni necessarie per lo scambio o presenza di costi per ottenerle.
È corretto guardare allo sviluppo basandosi solo sul PIL? Esso è facile da misurare ma:
- Sviluppo umano: le persone sono la ricchezza delle nazioni
- Sviluppo sostenibile: risponde ai bisogni delle generazioni esistenti senza compromettere il soddisfacimento dei bisogni futuri.
FALLIMENTO DEL MERCATO COME INSUFFICIENTE CONCORRENZA: i mercati non concorrenziali sono quelli mercati in cui il compratore o il venditore possono influenzare il prezzo: oligopolio (interazione tra poche imprese), monopolio (unico produttore), monopsodio (unico acquirente). Se in concorrenza perfetta il prezzo è uguale al costo marginale e nel lungo periodo il prezzo è uguale al minimo costo medio, nelle industrie non concorrenziali il prezzo è diverso dal costo marginale.
FALLIMENTO DI MERCATO: MONOPOLIO
Il monopolista per massimizzare il profitto
Pone il suo prezzo al livello a cui corrisponde l'eguaglianza tra ricavo marginale e costo marginale, tale prezzo è superiore al costo marginale dell'ottimo paretiano. La soluzione di monopolio non è dunque pareto efficiente, perché ci sarebbe spazio per aumentare il benessere di qualcuno senza ridurre quello di altri. Il monopolio porta ad una sottoproduzione e ad un minor benessere. Se il monopolista vuole aumentare la quantità venduta deve ridurre i prezzi. Tramite la scelta di Q* l'impresa monopolista determina il prezzo, esercitando il suo potere di mercato. Cosa si può fare?
- Rimuovere le cause che portano ad un solo offerente, estendendo la possibilità di entrata in quel mercato a più imprese
MONOPOLIO NATURALE
Situazioni di mercato in cui il formarsi del monopolio è inevitabile vengono chiamate: monopolio naturale, esso tende a formarsi quando l'offerta da parte di una sola impresa avviene a costi
piccola per essere conveniente. Quindi, il monopolio naturale si verifica quando un'impresa è in grado di produrre a costi medi inferiori rispetto ai suoi concorrenti, a causa delle economie di scala. Le economie di scala si verificano quando i costi fissi sono elevati e non variano al variare della quantità prodotta. Ciò significa che all'aumentare dell'output, i costi medi diminuiscono. Questo permette all'impresa di produrre a costi inferiori rispetto ai suoi concorrenti, creando un vantaggio competitivo. Quando un concorrente tenta di entrare nel mercato di un'industria con economie di scala, l'impresa già presente può minacciare di aumentare la produzione a un costo marginale inferiore. In questo modo, la quota di mercato lasciata al nuovo entrante è troppo piccola per essere conveniente, scoraggiando così la concorrenza. In conclusione, il monopolio naturale si verifica quando un'impresa è in grado di produrre a costi medi inferiori rispetto ai suoi concorrenti, grazie alle economie di scala. Tuttavia, la presenza di economie di scala non è l'unico fattore determinante per l'esistenza di un monopolio naturale.piccola per consentire di produrre ad un costo marginale vantaggioso). Il monopolio naturale può anche dipendere dalle condizioni della domanda, quanto più la domanda è elevata tanto più è probabile che il monopolio naturale cessi di esistere. Se si considerano imprese multiprodotto o a produzione congiunta occorre valutare la presenza di economie di scopo (esse esistono quando il costo di produzione congiunta è inferiore al costo della produzione separata); in questi casi l'esistenza di economie di scala non è rilevante per l'esistenza o meno del monopolio naturale, diventano fondamentali invece le economie di scopo. In ogni caso nel breve periodo la STRUTTURA DEI COSTI è una delle possibili ragioni alla base di un monopolio, nel lungo periodo è l'unica ragione alla base dell'esistenza di un monopolio. Generalmente a costi medi decrescenti corrispondono ingenti costi fissi (servizi a rete, ferrovie). Come
può intervenire lo stato? - Se il monopolista fissa il livello di Q dove prezzo dove costo marginale =ricavo marginale, lo stato dovrebbe fissare il livello di Q dove il prezzo è uguale al costo marginale. Se si adotta questa soluzione il monopolista subisce una perdita che corrisponde ai costi fissi, che la condizione pareto efficiente non consente di coprire. È necessario supporre che lo stato copra questa parte con imposte in somma fissa al fine di evitare distorsioni. Tuttavia applicare lump sum taxes è complicato. - Coprire i costi con imposte diverse dalla lump sum taxes ma distorsive, l'onere dell'eccesso dei costi sui ricavi grava su tutta la collettività - Fissare il prezzo pari al costo medio, i costi fissi sono così coperti, ma si manifesta una perdita di benessere, ma comunque inferiore a quella che si sarebbe verificata in caso di monopolio privato. L'onere dell'eccesso dei costi sui ricavi grava solamente su chi fa- Monopolio legale: barriere all'entrata originate da:
- Regolamentazione governativa che concede il diritto esclusivo di produrre o vendere un determinato bene o servizio a un'azienda o a un gruppo di aziende.
- Leggi che limitano l'accesso al mercato da parte di nuovi concorrenti attraverso requisiti di licenza o autorizzazione.
- Diritti di proprietà intellettuale che proteggono l'innovazione e impediscono ad altri di utilizzare o commercializzare un'idea o un'invenzione senza il consenso del titolare del brevetto o del copyright.