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CLASSE DI RESISTENZA:
Le classi di resistenza sono:
32,5
32,5R
42,5
42,5R
52,5
52,5R soglia minima di resistenza meccanica a compressione,
Il numero individua la in
R
28 giorni
N/mm2, misurata a secondo una determinata procedura. Il simbolo sta
a significare il comportamento meccanico del cemento alle brevi stagionature (R =
Rapido).
Classe di Resistenza a compressione (N/mm2) minima garantita a:
resistenza
(sigla) 2 giorni 7 giorni 28 giorni
32,5 16 32,5
32,5 R 10 32,5
42,5 10 42,5
42,5 R 20 42,5
52,5 20 52,5
52,5 R 30 52,5
Per la determinazione effettiva della resistenza meccanica di un cemento è necessario
”procedura standardizzata”,
adottare una in base alla quale alcuni
influenzare la resistenza meccanica
parametri, che potrebbero stessa, siano
rigorosamente mantenuti costanti da prova a prova.
TIPI DI CEMENTO:
La suddivisione dei cementi in base alla loro composizione prevede cinque tipi:
95% di clinker.
1) Cemento Portland: (un solo tipo) con almeno il
2) Cementi Portland di miscela: (17 sottotipi) dove il clinker è ancora
fumo di
predominante (almeno 79%) e dove gli altri costituenti (escluso il
silice impiegabile solo nell’intervallo 6-10%) possono oscillare entro due
21-35%
6-20%
intervalli: oppure . A
Nel primo caso apparirà nella sigla corrispondente la lettera , mentre se
B
l’intervallo composizionale è maggiore apparirà la lettera . La sigla dei
II
cementi è formata da , seguito dalla lettera A oppure B a seconda della
quantità di costituente minerale, ed infine da una lettera che individua
P L
specifico costituente minerale:
lo (S per loppa, per pozzolana naturale, per
M
calcare, ecc…). La lettera sta per composito, cioè costituito da più
costituenti minerali (loppa, pozzolana, cenere, ecc…).
Un esempio sono le sigle II/A-M oppure II/B-M a seconda del contenuto di
clinker.
Cemento d’altoforno :
3) (3 sottotipi), per il quale sono previsti 3 livelli
composizionali nel contenuto di loppa che vengono individuati nella sigla del
cemento con: A (loppa 36-65%), B (loppa 66-80%), C (loppa 81-95%).
minor contenuto di clinker
Quest’ultimo rappresenta il cemento con il
(che può scendere fino al 5%) e che proprio per questo si
caratterizza per il bassissimo calore di idratazione (apprezzato nei getti di
Sali
ottima resistenza all’ attacco
massa) oltre che per un del solfato, dei
disgelanti dell’acqua di mare.
e Ovviamente questo specifico cemento
se
d’altoforno (con sigla III/C) non potrà essere disponibile nelle classi di
più basse
resistenza (32,5, o al massimo 32,5R), per carenza del clinker
all’ottenimento di una elevata resistenza meccanica
necessario alle brevi
stagionature.
4) Cemento pozzolanico: (2 sottotipi) dove il contenuto di clinker è compreso
negli intervalli 65-89% (A) oppure 45-64% (B) e come costituente minerale è
cenere silicica
presente una miscela di , e pozzolana naturale o
microsilice
industriale. –
Il cemento pozzolanico (4) propriamente detto come del resto il
cemento d’altoforno (3) - si distingue rispettivamente dal cemento Portland alla
minor contenuto di
pozzolana (2) e del cemento Portland alla loppa (2) per il
clinker. Quindi, anche per il cemento pozzolanico, soprattutto per quello B con
maggior contenuto di pozzolana (36-55%), sarà difficile prevedere la
disponibilità nelle classi di resistenza più elevate (42,5R, 52,5, 52,5R).
contenuto di clinker ridotto
5) Cemento composito: (2 sottotipi), con un (40-64%
cenere silicica
oppure 20-39%) e con una miscela di loppa, pozzolana e come
costituenti minerali. Non va confuso con il cemento Portland composito (II/M)
più ricco in clinker e più povero in costituenti minerali.
2) I tre passaggi della distribuzione ottimale degli
(sarebbe l’inerte)
aggregati
1) Analisi Granulometrica
Per la determinazione della distribuzione granulometrica di un aggregato si ricorre
setacciatura
alla s e p a r a z i o n e mediante con setacci di diversa luce di
pesi
maglia ottenendo i delle singole frazioni granulometriche. Questi, espressi
%percentualmente% rispetto al peso di tutto il campione analizzato, consentono di
calcolare il materiale passante a ogni setaccio. Riportando in un grafico il materiale
passante in funzione dell’apertura del vaglio, si costruisce la cosiddetta curva
granulometrica del singolo aggregato.
2) Distribuzione granulometrica ottimale minor
massima densità possibile,
Per realizzare un conglomerato con la cioè con il
contenuto di vuoti interstiziali tra i singoli granuli, la curva granulometrica del
Fuller
deve seguire l’equazione proposta da
sistema solido (cemento + aggregato)
& Thompson : 1/2
P = 100 (d/D)
Dove P è la percentuale di materiale passante allo staccio con apertura d; D è la
massima dimensione (“diametro dell’elemento lapideo più grosso.
massimo”)
Se il sistema cemento + aggregato soddisfa granulometricamente l’equazione, si
massimo assortimento dimensionale,
realizza il nel quale gli elementi
vuoti interstiziali medi
fini
più sono allocati nei di quelli , e questi ultimi si
grossi
dispongono a loro volta nei vuoti esistenti tra i granuli più .
In ogni caso, un calcestruzzo che soddisfa granulometricamente l’equazione, e quindi
massimo impacchettamento possibile
presenta il per i suoi granuli solidi (cemento
+ aggregato), non coincide con un sistema che, miscelato con acqua, possa essere
facilmente messo in opera.
In pratica, un calcestruzzo che granulometricamente soddisfa l’equazione, proprio per
scarsamente
il denso impacchettamento dei suoi granuli, si presenta
lavorabile e richiede, pertanto, mezzi di compattazione molto sofisticati per
Bolomey
essere messo in opera. Per questo motivo, ha suggerito di modificare
A
leggermente la curva granulometrica ottimale introducendo un parametro che tiene
conto anche della lavorabilità richiesta e del tipo di aggregato disponibile (alluvionale
Bolomey
L’equazione di
o frantumato). : 1/2
P = A + (100-A) * (d/D)
Coincide con la prima se A = 0. Il parametro A assume i valori crescenti da 8 a 14 se
alluvionali
aumenta la lavorabilità del calcestruzzo e se si passa da aggregati
aggregati di frantumazione di forma irregolare
tondeggianti ad .
La scelta di D (diametro massimo) tanto nella prima equazione, quanto nella seconda,
deve tener conto dei seguenti vincoli:
1) Non deve superare il 25% della sezione minima della struttura (per evitare
di aumentare le eterogeneità del materiale);
2) Non deve superare la distanza tra i ferri di armatura diminuita di 5mm
(per evitare che l’aggregato più grosso ostruisca il flusso del calcestruzzo
attraverso i ferri stessi);
3) Non deve superare del 30% lo spessore del copriferro (per evitare che tra
casseri e ferri di armatura sia ostruito il passaggio del calcestruzzo)
Poiché le due equazioni rappresentano le distribuzioni granulometriche ottimali del
sistema aggregato + cemento, esse possono essere riferite al solo aggregato
normalizzando i valori di P se si conosce la percentuale di cemento (C) riferita al
peso di tutti i solidi (aggregato + cemento). Le equazioni seguenti rappresentano
Fuller Bolomey
rispettivamente le curve granulometriche ottimali di e di riferite
solo aggregato
al : 1/2 –
P = [100(d/D) - C / 100 C] *100
1/2 – –
P = [A + (100 - A)(d/D) C / 100 C] *100
3) Metodi di calcolo per la combinazione degli aggregati
In pratica è difficile reperire aggregati che, insieme al cemento, siano
granulometricamente conformi alle prime due equazioni precedenti, oppure che,
senza cemento, siano conformi alle due ultime equazioni. fini
Gli aggregati normalmente reperibili risultano o eccessivamente (sabbie) o
grossi pietrisco)
eccessivamente (ghiaia e per poter da soli soddisfare ai
requisiti granulometrici dell’aggregato ottimale.
Tuttavia, combinando più aggregati reali, purché granulometricamente diversi (per
ghiaia), è spesso possibile “costruire” un aggregato misto
esempio una sabbia e una
molto più vicino, rispetto ai singoli aggregati, a quello ottimale.
3) Il calcestruzzo allo stato fresco
Il calcestruzzo fresco è il calcestruzzo nella fase plastica nelle prime ore di vita.
Una delle principali caratteristiche importanti del calcestruzzo fresco da tenere in
l’attitudine di un calcestruzzo ad essere
lavorabilità
considerazione è la , ovvero
trasportato compattato
posto in opera, rifinito
impastato, , e senza che si
verifichino s e g r e g a zioni (lavorabilità = caratteristica che indica la capacità del
calcestruzzo fresco a muoversi ed a compattarsi).
La lavorabilità è una proprietà tipica del calcestruzzo fresco che condiziona anche le
prestazioni del calcestruzzo in servizio. Tuttavia spesso la prescrizione è spesso
disattesa in sede di progetto ed in cantiere con penalizzanti ed improprie aggiunte di
acqua.
I fattori che influenzano la lavorabilità sono: caratteristiche degli aggregati
acqua di impasto
(distribuzione granulometrica, Dmax, forma, tessitura), quantità e
dosaggio del cemento.
Raramente l’aggregato a disposizione rientra nei fusi richiesti dalle norme, è quindi
necessario combinare più aggregati in modo che nel complesso rientri nel fuso
granulometrico consigliato.
Nel calcolo degli impasti, stabilire la corretta composizione di un impasto in termini
di quantità dei componenti necessari è imperativo alla preparazione di 1 metro
cubo di calcestruzzo dotato delle proprietà ottimali:
avorabilità
Procedura dell’American Concrete Institute (ACI)
• fissato Dmax, la lavorabilità dipende dalla quantità di acqua. Perciò la si determina
dalla tabella, necessaria a fornire la lavorabilità desiderata (classe di consistenza) con
l’inerte a disposizione.
• in funzione di Rc (resistenza a compressione) desiderata dai grafici ACI, si
individua il rapporto a/c.
• noto rapporto a/c, si calcola il dosaggio cemento.
• su tabelle ACI si determina volume solido di inerte grosso da impiegare con la
sabbia per metro cubo di calcestruzzo.
• noti volumi di acqua, cemento e aggregato grosso si determina per differenza il
volume della sabbia.
Il principale test che si attua per determinare la lavorabilità di un calcestruzzo fresco
s