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Relazioni centro-periferia nei regimi autoritari
E' fondamentale la distinzione tra governo locale e potere locale. Il governo è debole e spesso per
mantenere la propria presa sul potere dipende dai potentati locali. Le relazioni tra centro e periferia
appaiono più personalistiche e meno strutturate che nelle democrazie liberali.
es. Cina
Relazioni centro-periferia nelle democrazie illiberali
Una democrazia illiberale offre un ambiente scarsamente idoneo a favorire relazioni fra centro e
periferia. Molte democrazie illiberali si trovano in paesi poveri, dove le amministrazioni subnazionali
mancano delle risorse per fornire una governance efficace.
Come nei regimi autoritari, le connessioni tra centro-periferia, e quindi fra capitale e campagne,
funzionano su base personale.
es. Russia Assemblee legislative
Capitolo 15
Un'assemblea legislativa è un organo rappresentativo collettivo che considera questioni pubbliche e dà
il proprio assenso, per conto di una comunità politica che si estende oltre il potere esecutivo, a misure
vincolanti di politica pubblica.
Le assemblee legislative non sono un organo di governo, non assumono decisioni fondamentali ma sono
alla base di una politica liberale e democratica.
Oggi l'importanza del Parlamento è sancita dalle carte Costituzionali. I parlamenti delle democrazie
liberali condividono il principio di esprimere la volontà popolare mediante un'assemblea.
Due cose è possibile dire con certezza di ogni Parlamento: quanti membri e quante camere ha.
L'ampiezza dell'assemblea riflette l'ampiezza della popolazione nazionale. Raramente la dimensione
indica la forza. Il numero delle camere varia: un parlamento dovrebbe averne una o due? Oggi la
configurazione più diffusa è quella del Parlamento unicamerale, mentre le assemblee bicamerali sono
tipiche dei Paesi più grandi, delle democrazie consolidate e sono presenti in tutte le federazioni: la
prima camera, detta anche “bassa” in genere è denominata “camera dei deputati” o “assemblea
nazionale”, mentre la seconda camera, detta anche camera “alta” è nota anche come “senato”.
I sostenitori delle assemblee bicamerali si soffermano sull'elemento liberale della democrazia,
asserendo che la Camera alta permette di riequilibrare i poteri in quanto tutela gli interessi dei singoli e
delle categorie minacciate dalla Camera bassa.
La Camera alta è spesso composta con criteri differenti rispetto alla bassa (il Senato italiano prevede
un'età più elevata rispetto alla Camera dei deputati sia per l'elettorato attivo che passivo).
Per quanto riguarda la relazione fra le due Camere: la supremazia spetta alla Camera bassa in caso di
bicameralismo debole tipico dei sistemi parlamentari, mentre in caso di bicameralismo forte tipico dei
sistemi presidenziali i poteri sono più equilibrati fra le due Camere.
Tre tecniche per selezionare i membri della seconda Camera: elezione diretta, elezione indiretta per
mezzo di amministrazioni locali/regionali, nomina affidata al Governo.
I membri della camera alta hanno un mandato più lungo, mentre quelli della camera bassa devono
sottoporsi a nuove elezioni ogni due anni.
Funzioni dei Parlamenti
• Funzione rappresentativa: la maggioranza dei parlamentari dà espressione agli interessi del
partito dalle cui file è stata eletta. Un parlamento sarebbe un microcosmo se fosse un modello in
scala della società rispecchiandone fedelmente le diversità sociali.
Oggi qualche Paese riserva una quantità limitata di seggi a determinate categorie: tali seggi
riservati sono designati ad accogliere esclusivamente i candidati di un certo gruppo (donne o
minoranze).
• Funzione deliberativa: il Parlamento opera su questioni pubbliche di importanza nazionale.
La funzione deliberativa può avere caratteristiche diverse : nel modello parlamentare basato sul
dibattito l'attività principale è il dibattito in aula, nel modello basato sulle commissioni il grosso
dell'azione ha luogo nelle commissioni.
• Funzione legislativa: moltissime costituzioni dichiarano esplicitamente la funzione legislativa
del Parlamento. La maggior parte delle proposte di legge proviene dal Governo, ma è il
parlamento che le approva e che, in sede di commissione, può modificarle. Nella gran parte delle
democrazie liberali tuttavia il controllo reale sull'emanazione delle leggi appartiene all'Esecutivo
i progetti di legge passano attraverso il Parlamento ma non è lì che vengono ideati e
→
nemmeno modificati a volte.
È nei sistemi presidenziali che il Parlamento detiene la maggiore autonomia in ambito
legislativo. La separazione dei poteri infatti limita l'influenza dell'Esecutivo sull'assemblea.
Il processo attraverso cui un Parlamento converte in legge una proposta ha caratteristiche
diverse per ogni democrazia, ma esistono dei passaggi comuni in quasi tutti i paesi la prima
→
fase consiste nel rinviare il documento alla Camera bassa per un approfondimento.
• Funzione di autorizzazione alla spesa: questa è una delle più antiche funzioni del
Parlamento, ma in molte democrazie oggi è puramente formale il controllo del bilancio
→
attiene più al mito che alla realtà del potere parlamentare. L'impossibilità di esercitare un reale
controllo finanziario è fra i punti critici del Parlamento moderno. In parecchie democrazie,
quando il bilancio arriva in aula è già definitivo.
• Funzione di controllo: l'ultima funzione del Parlamento è quella di controllo dell'Esecutivo.
Per fare ciò un Parlamento moderno dispone di tre strumenti principali:
- interrogazione o interpellanza parlamentare: si intende un quesito rivolto direttamente al
governo in caso di interrogazione; in caso di interpellanza invece degli esponenti del parlamento
interrogano il governo su questioni di spessore esigendo una risposta rapida a cui segue un
dibattito per giudicare se la risposta del governo sia soddisfacente o meno.
- dibattito straordinario e voto di sfiducia: il dibattito è un altro mezzo con cui l'assemblea può
chiedere conto all'esecutivo. Il voto di sfiducia è una decisione per stabilire se il governo possa
restare in carica o meno (in Francia e in Svezia è richiesta la maggioranza assoluta).
- commissioni di controllo
Commissioni parlamentari
Le commissioni parlamentari sono piccoli gruppi di lavoro creati per affrontare un'attività parlamentare
sempre più estesa e approfondita, in particolare nella Camera bassa. Possono assumere diversa forma:
le commissioni permanenti esaminano i disegni di legge, le commissioni ristrette sorvegliano i
principali organi del governo, le commissioni di conciliazione rivestono un'importanza crescente.
La capacità di incidere delle commissioni attiene a tre fattori: della competenza, della prossimità, del
sostegno.
Parlamentari
Nelle democrazie parlamentari il tema dominante è l'ascesa del professionista politico: il laureato con
scarse esperienze fuori dalla politica, il quale vede in essa un'opportunità di carriera e professione a
tempo pieno. I professionisti politici sono figure impegnate a tempo pieno che esigono reddito,
sostegno, scatti di carriera e trattamento pensionistico appropriati. Talvolta si dice che i professionisti
politici costituiscono una classe politica intesa come una categoria avente degli interessi condivisi.
Il ricambio parlamentare è superiore nei Paesi che adottano un sistema proporzionale.
L'effetto poltrona si riferisce al vantaggio di cui godono i parlamentari in carica che si ripresentano alle
elezioni. Negli USA, dove questo effetto è rilevante, si parla si seggio vacante per indicare un seggio
lasciato libero dall'attuale titolare.
Un limite ai mandati costituisce una soluzione drastica all'effetto poltrona e stabilisce un numero
massimo di rinnovi per gli incarichi elettivi tale strumento aumenta il tasso di ricambio ma riduce il
→
livello di professionismo.
I personaggi famosi passati alla politica si servono della celebrità acquisita in altri settori per entrare in
politica. I politici come personaggi famosi invece si presentano all'elettorato come se fossero star dello
spettacolo.
I Parlamenti nei regimi autoritari hanno un peso marginale. Tuttavia i regimi non democratici tengono
alla presenza di un Parlamento perché esso è lo strumento che conferisce legittimità, può servire a
integrare gli oppositori moderati, esprime malcontento, crea una minima integrazione tra centro e
periferia, rappresenta un bacino di potenziali reclute da arruolare nelle élite.
I Parlamenti nelle democrazie illiberali possono avere un certo rilievo politico in aree dove non c'è la
minaccia del Presidente. Capitolo 16 – ESECUTIVO
L’Esecutivo è il centro del sistema di governo che risolve le crisi, prende le decisioni e definisce le politiche a
differenza della burocrazia che deve, invece, applicarle; senza esecutivo non esiste governo. È responsabile
delle attività governative ed è composto da esponenti selezionati da meccanismi politici (elezioni).
In base all’azione dell’Esecutivo si può definire un governo come regime autoritario o democratico (dipende
se le regole costituzionali delimitano i poteri del Governo o sono assenti).
Per quanto riguarda le democrazie liberali, l’Esecutivo ricade in tre categorie:
1. GOVERNO PRESIDENZIALE:
Governa un’unica figura, il presidente (che funge da Capo dello Stato), eletto direttamente con un mandato
a termine così come il Parlamento da cui ne è indipendente (non si possono, quindi, deporre a vicenda) →
questa separazione dei poteri contraddistingue il presidenzialismo: ne segue una separazione dei ruoli per
cui i membri dell’Esecutivo non possono avere seggi in parlamento e viceversa.
In questo tipo di Governo, l’Esecutivo rappresenta il livello più alto di potere in quanto sovrintende alle
questioni nazionali, verifica l’applicazione delle politiche, costruisce il sostegno necessario a conseguire i
propri obiettivi e funge da guida nelle fasi critiche.
A favore del presidenzialismo si può dire che limita eventuali espansionismi del presidente grazie alle leggi
costituzionali ma in opposizione, si sostiene che possa presentarsi un momento di stallo nel processo
deliberativo e che il sistema stesso diventi instabile vista l’eccessiva frammentazione del potere.
Stati Uniti d’America
L’elezione del presidente avviene attraverso un apposito collegio elettorale (Electoral College), all’interno
del quale ciascuno Stato dispone di un numero di voti pari alla somma dei propri senatori (due) pi&ugr