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ELEZIONI E SISTEMI DI PARTITO
Il sistema elettorale da un punto di vista storico è stato una delle principali questioni di conflitto tra èlite al potere e
partiti di massa, con l’estensione del suffragio si è presentato una graduale prevalenza di sistemi elettorali
proporzionali; dal punto di vista scientifico si è affermata una rilevanza nelle conseguenze che può avere sui sistemi
politici e sui singoli partiti.
Secondo Cox il sistema elettorale è come una serie di leggi e di regole di partito che disciplinano la competizione
elettorale tra i partiti e all’interno dei partiti definizione che rivela le strategie della competizione politica fissando
le regole del gioco, esse riguardano la conversione dei voti in seggi; all’interno di questa prospettiva vi sono due
elementi: election law, legislazione sulle elezioni, regole generali del sistema elettorale come campagna e
procedimento elettorale e finanziamento dei partiti (chi ha diritto, quali condizioni…) e l’electoral alw, una legge
elettorale che stabilisce i meccanismi di traduzione dei voti in seggi (formula elettorale, premio dei seggi, tipo di
scheda).
Tipologie di sistemi elettorali:
1. maggioritario: sulla base della regola che utilizzano per definire la maggioranza che vince il seggio.
• plurality: la maggioranza è relativa o semplice (una maggioranza di voti), vi è un sistema a turno
unico in collegi uninominali ed il rischio di una scarsa rappresentanza (astensione, numero di candidati)
chi ottiene la maggioranza dei voti, non è detto che abbia ottenuto una maggioranza nazionale, ciò
nonostante viene eletto immediatamente.
• Majoirty: per vincere il seggio è indispensabile ottenere il 50%+1, una maggioranza assoluta, la
quale non si avranno candidati poco rappresentati. solitamente è difficile ottenere questa maggioranza al
primo turno, infatti spesso si passa al secondo turno (sistema a doppio turno), in cui vi è il ballottaggio tra i
due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti, essi si confronteranno per la maggioranza
relativa; altrimenti vi è un sistema di voto alternativo, un voto ordinale, vigente in Australia, in cui durante
il secondo turno, l’elettore deve esprimere una graduazione dei candidati, il candidato meno votato viene
eliminato, ed i suoi voti distribuiti tra i suoi avversari (procedimento che continua finché non si ottiene una
maggioranza assoluta).
2. Proporzionale: i seggi ottenuti nelle circoscrizioni plurinominali sono suddivisi tra i partiti in proporzione
alle quote di voti ottenute; vi sono delle variazioni tra i sistemi elettorali, possono essere introdotti vari tipi di
proporzionalità. La formula elettorale si fonda su una regola matematica che converte i voti in seggi, essa si
divide in due tipi:
• quoziente con attribuzione dei resti, che può generare distorsioni maggioritarie,esso è la
proporzione totale dei voti e dei seggi in palio.
• divisore in cui i resti non vengono attribuiti, i voti non vengono considerati, essi non sono
sufficienti per ottenere un seggio.
Elementi tecnici di dis-proporzionalità di un sistema elettorale:
• ampiezza delle circoscrizioni, il numero di seggi in un certo territorio, più il numero dei seggi è
elevato, più il sistema sarà proporzionale e quindi si abbassa il costo elettorale del seggio (anche i
partiti più piccoli possono conquistarne uno).
o soglie elettorali, il numero minimo di voti necessari ad un partito per ottenere dei seggi.
o Premio di maggioranza, premio dato in seggi al partito cha ha ottenuto la maggioranza relativa o
assoluta.
o Ampiezza dell’assemblea da eleggere, tanto è più ampia più vi sono le possibilità dei partiti per i
seggi.
Processi che caratterizzano il sistema elettorale: proiettivo, che cerca di favorire il più possibile la rappresentabilità;
e quello selettivo che agevola la governabilità.
Il caso italiano dal 1948-1993: la Camera dei deputati era caratterizzata da un sistema proporzionale puro, 32
circoscrizioni plurinominali, i seggi erano attribuiti sulla base della numerosità della popolazione, preferenze (al
massimo 4) e voti residui erano assegnati sulla base del collegio unico nazionale. 13
Scienza politica
3. Misto (un esempio è la legge elettorale Mattarella) = sistemi che vorrebbero tenere conto e soddisfare il
principio della rappresentabilità e quello della governabilità, essi adottano sia il metodo maggioritario che
proporzionale. Vi sono due tipi di sistemi elettorali misti:
• Indipendente o parallelo: in cui i due metodi coesistono ma non coincidono, non si influenzano l’un con
l’altro, le due camere sono elette in maniera diversa, e quindi le maggioranze hanno diverso valore.
• Dipendenti: il proporzionale dipende dalla distribuzione dei seggi prodotta dal maggioritario. Vengono
usati tutte i due i sistemi per eleggere un parlamento unicamerale, ma il proporzionale scatta
successivamente per correggere gli errori del maggioritario.
1993-2005: Mattarellum (legge Mattarella)= il 75% dei seggi erano assegnati attraverso il sistema maggioritario a
turno unico sulla base di collegi uninominali; il restante 25% dei seggi era assegnato con il metodo proporzionale
(con l’obbiettivo di correggere l’eventuale effetto maggioritario che poteva prodursi nelle due camere), nella camera
dei deputati vi era una soglia di sbarramento del 4% in cui era applicato lo scorporo rischiava di far svanire i
piccoli partiti; nella camera del senato i candidati sconfitti nell’uninominale venivano ripescati a livello regionale a
seconda del numero di voti ottenuti) attraverso un meccanismo differente da quello dell’assemblea va a favorire la
lotta politica ed il confronto tra due partiti principali (questo a causa della soglia del 4%).
2005-2013: porcellum (legge Calderoli) = sistema proporzionale con premio di maggioranza (del 55%) basato su
liste bloccate, in cui non è possibile scegliere una preferenza:
• Camera dei deputati: 340 seggi (su 630) erano attribuiti alla coalizione che otteneva più voti, non era
prevista una soglia minima, il partiti dovevano raggiungere una maggioranza ‘relativa’ per ottenere il
premio di maggioranza, infatti molti hanno vinto anche con il 35%. elemento sottoposto ad alte critiche.
Vi erano diverse soglie di sbarramento, per le coalizioni era più elevata, del 10% (esse dovevano essere
abbastanza alte), 4% liste non coalizzate (si scoraggiava la partecipazione dei singoli partiti) ed il 2% alle
liste coalizzate (piccole coalizioni).
• Senato: era eletto con un sistema che creava diversi problemi soprattutto in termini di maggioranze, il
senato era assegnato alla coalizione che aveva più voti a livello regionale (non nazionale come il
parlamento), i senatori dipendevano dalle diverse maggioranze relative delle regioni (il 55%, se ne
eleggono 10 per regioni, ne passavano 6). ogni regione manda in senato maggioranze diverse. Le soglie
di sbarramento erano del 20% per le coalizioni, 8% per le liste non coalizzate e il 3% per le liste coalizzate.
6 maggio 2015: italicum = riguarda solamente la camera dei deputati, il senato non è eletto nello stesso metodo.
Cerca di correggere molti aspetti della legge calderoni rimanendo comunque molto simile, è un proporzionale con
premio di maggioranza. Si è messa una soglia al premio di maggioranza evitando il meccanismo che chi prende la
maggioranza relativa ottiene anche quella assoluta. Alla lista che ottiene almeno il 40% dei voti viene assegnato il
55% dei seggi (340 seggi). rispetto alla legge del 53, la soglia si abbassa ma si abbassa anche il premio; nel caso in
cui nessuna lista (non coalizioni) superasse il 40% si va al ballottaggio tra le due prime liste, quella che prende più
voti ottiene il premio non vi è più l’elemento di proporzionalità. La soglia di sbarramento è del 3% a livello
nazionale. I 100 collegi sono plurinominali con capilista bloccati e preferenze di genere diverso, con l’obbiettivo di
ottenere delle maggioranze chiare e definite.
Effetti dei sistemi elettorali sui sistemi di partito:
Duverger (1951) ha studiato il sistema elettorale e sostiene che la legge del sistema maggioritario a turno unico di
tipo plurality, tende a concentrarsi su solo due partiti (portando al bipartitismo), portando un effetto riduttivo della
competizione elettorale e incoraggiando il voto strategico ( verso chi ha più possibilità di passare), per questo
motivo Duverger ipotizza un sistema a doppio turno o proporzionale al multipartitismo.
Sartori (2004), afferma che vi siano due condizioni necessarie per un formato bi-partitismo: dispersione territoriale
delle preferenze e presenza di un sistema dei partiti che si struttura su un sistema politico nazionale , l’esempio è
quello dell’India in cui vi è un sistema uninominale a turno unico che porta ad una frammentazione del sistema
politico piuttosto che un bipartitismo.
Sistema di partito: dimensione orizzontale delle relazioni tra partiti, sistemi di relazioni stabili tra partiti che
possono essere riferiti da ambiti territoriali diversi (nazione, regionale, locale o sovrannazionale). Sartori ha
individuato tre dimensioni cruciali del sistema dei partiti:
1. Formato: consiste nel numero di partiti:
- Monopartitici, regimi non democratici.
- Bipartitici, secondo D. è il più rilevante e l’unico funzionante.
- Multipartitici, tutti i sistemi con più partiti in competizione tra loro. 14
Scienza politica
Le critiche: non tutti i regimi sono monopartitismi, i bipartitismi sono delle eccezioni ed i multipartitismi
“funzionanti” sono delle piccole democrazie e sistemi a partito predominate del nord-Europa.
2. Dimensioni o forza dei partiti: per contenere i partiti:
- Tenere conto della loro forza.
- Dipende dalle dimensioni numeriche (seggi o voti), dal ruolo strategico e dai reciproci rapporti di
forza.
S. per risolvere la questione del conteggio dei partiti e dei reciproci rapporti di forza fissa delle regole di
conteggio che vanno ad esaltare i partiti più importanti e tralasciare quelli più deboli: il partito deve avere
un potenziale di coalizione (comporta una maggiore stabilità, è indispensabile per formare la maggioranza
in governo e si amplifica insieme al potenziale di ricatto) ed un potenziale di ricatto (tanto è maggiore
quest’ultimo, tanto maggiore sarà la rilevanza del partito all’interno del parlamento, difatti la sua presenza
condiziona la direzione della competizione e la produzione delle politiche pubbliche) i partiti che contano
non sono tutti, ma quelli che sono in grado di imporsi e ricattare la maggioranza.
3. Relazioni o meccanica: tipo di interazioni tra i partiti, per comprendere il partito bisogna tener conto
dell’ideologia di quest’ultimo e