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La trasformazione delle assemblee in organi rappresentativi

Con l'aumento graduale dei cittadini che vivevano troppo lontani per poter andare a Roma senza difficoltà, le assemblee si trasformarono pian piano in organi rappresentativi, anche se la rappresentanza era pesantemente sbilanciata a favore di chi poteva partecipare. Il problema rimase comunque irrisolto. Quindi, dalla Grecia classica al XVII secolo, la possibilità di una legislatura composta non dall'intera cittadinanza ma dai suoi rappresentanti eletti rimaneva in gran parte al di fuori della teoria e della prassi del governo democratico o repubblicano. Nell'ortodossia prevalente si verificò una spaccatura importante nel corso della guerra civile inglese, quando i puritani si misero alla ricerca di un'alternativa repubblicana alla monarchia. Nell'elaborare la richiesta di un diritto di voto più allargato e di un governo rispondente a un elettorato esteso, i livellatori previdero lo sviluppo futuro del principio democratico, compresa la.necessità del sistema di rappresentanza. Ma la completa assimilazione della rappresentanza alla teoria e pratica democratica sarebbe avvenuta dopo più di un secolo. In realtà, la rappresentanza non fu inventata dai democratici ma si sviluppò nel Medioevo nelle assemblee convocate dai monarchi: i convocati provenivano dalle varie classi che dovevano rappresentare i diversi stati. Nello "spirito delle leggi" (1748) Montesquieu dichiarò che, poiché in uno stato esteso era impossibile che il popolo si riunisse come organo legislativo, esso doveva scegliere dei rappresentanti per fare quanto non poteva fare direttamente. Qualche generazione dopo Montesquieu, la rappresentanza era largamente accettata da democratici e repubblicani. Nel giro di pochi anni era ovvio e incontestabile che una democrazia dovesse essere rappresentativa. La conseguenza più importante era che il governo popolare non doveva più necessariamente essere.limitato agli stati di piccole dimensioni. All'interno del dominio più vasto della nazione-stato, potevano fiorire nuove concezioni dei diritti personali, della libertà individuale e dell'autonomia personale. Eppure il cambiamento creò alcuni problemi. Le istituzioni della democrazia rappresentativa allontanarono totalmente il governo dal contatto diretto con il popolo che ci si potrebbe chiedere se il nuovo sistema avesse ancora il diritto di chiamarsi democrazia. Inoltre, il vecchio principio di democrazia si trasformò in un sistema politico pluralistico in cui le associazioni autonome venivano considerate legittime, e così nacquero interessi e gruppi d'interesse. Poiché il bene pubblico si era frammentato in interessi individuali e di gruppo, l'antica credenza in base alla quale i cittadini potevano e dovevano perseguire il bene pubblico piuttosto che i loro fini privati divenne più difficile e persino impossibile da

sostenere.La logica dell'uguaglianza politicaIn certi luoghi e periodi specifici si verificano tre circostanze che favoriscono la fiducia nel processo democratico: 1) certe persone costituiscono un gruppo; 2) il gruppo è relativamente indipendente dal controllo esterno; 3) i membri del gruppo si ritengono più o meno ugualmente qualificati a governare. Questa idea è il Principio Forte di Uguaglianza. Le esperienze storiche rivelano due caratteristiche importanti del Principio Forte. 1. certe convinzioni simili al principio, accompagnate dallo sviluppo di un processo democratico sia pur grossolano, sono spesso apparse tra popoli che avevano poca o nessuna conoscenza della democrazia greca, della tradizione repubblicana o della scoperta della rappresentanza del 700 (es. innumerevoli associazioni tribali hanno sviluppato forme primitive di democrazia senza nessuna cognizione delle idee occidentali; e nel VI secolo a.C. i greci stessi non avevano precedenti a cui rifarsi).

2. Il Principio Forte non doveva essere necessariamente applicato in maniera estensiva; al contrario è stato spesso interpretato in modo molto restrittivo. Ogni volta che i membri di un gruppo o associazione arrivano a ritenere che il Principio Forte sia valido anche per loro, ciò tenderà a portarli all'adozione di un processo più o meno democratico al loro interno. Possiamo descrivere la democrazia che ne scaturisce rispetto al suo demo, ma non necessariamente rispetto a tutti gli individui soggetti alle decisioni collettive del demo stesso. Questo è un problema non risolto in modo soddisfacente da nessuna delle fonti più importanti della teoria e pratica democratiche: quali persone sono effettivamente qualificate in maniera adeguata e devono quindi far parte del demo?

La seconda trasformazione democratica: dalla città-stato allo Stato-nazione

Le moderne idee e pratiche democratiche sono il prodotto di due grandi trasformazioni

democrazia dalla città-stato al contesto dello Stato nazionale. Questo ha permesso una maggiore partecipazione politica e una rappresentanza più ampia della popolazione. Nel corso del XX secolo, l'idea di democrazia si è diffusa anche al di fuori del mondo occidentale, diventando una dottrina condivisa a livello globale. Sebbene la democrazia non sia ancora applicata in tutto il mondo, negli ultimi 50 anni ha acquisito una forza universale come idea politica, aspirazione e ideologia. Questo grande movimento di idee e pratiche democratiche ha portato a un profondo cambiamento nella concezione e nella realizzazione del processo democratico. La democrazia moderna si basa sulla partecipazione attiva dei cittadini, sulla protezione dei diritti umani e sulla responsabilità dei governanti verso la popolazione. In conclusione, la democrazia è diventata un principio fondamentale nella vita politica contemporanea. Nonostante le sfide e le critiche che affronta, rimane un'aspirazione universale per molti popoli in tutto il mondo.democratici già esistevano. Invece, in molti altri paesi, la transizione verso una forma di governo democratico ha richiesto la creazione di nuovi organi rappresentativi. 2. La centralizzazione del potere Con lo sviluppo dello Stato nazionale, il potere politico si è concentrato sempre di più nelle mani di un'autorità centrale. Le decisioni politiche che prima venivano prese a livello locale o regionale, sono state gradualmente trasferite al governo centrale. Questo ha portato a una maggiore uniformità delle leggi e delle politiche in tutto il territorio nazionale. 3. L'espansione del suffragio Con l'avvento dello Stato nazionale, il diritto di voto si è esteso a un numero sempre maggiore di cittadini. Inizialmente, il diritto di voto era riservato solo a una piccola élite di proprietari terrieri o uomini di potere. Tuttavia, nel corso del tempo, il suffragio si è esteso a includere anche le classi lavoratrici e le donne. 4. La creazione di partiti politici Con l'evoluzione verso lo Stato nazionale, sono emersi i partiti politici come strumento per organizzare e rappresentare gli interessi dei cittadini. I partiti politici hanno svolto un ruolo fondamentale nel processo democratico, offrendo ai cittadini la possibilità di scegliere tra diverse opzioni politiche e di partecipare attivamente alla vita politica del paese. 5. L'istituzione di un sistema giudiziario indipendente Nello Stato nazionale, è emersa la necessità di un sistema giudiziario indipendente per garantire l'applicazione imparziale delle leggi. I tribunali sono diventati un pilastro fondamentale della democrazia, assicurando che tutti i cittadini siano uguali davanti alla legge e che i diritti individuali siano rispettati. 6. La separazione dei poteri Con l'affermarsi dello Stato nazionale, è diventato sempre più importante separare i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Questo principio, noto come "separazione dei poteri", mira a evitare l'accumulo di troppo potere nelle mani di una singola autorità e a garantire un sistema di controllo reciproco tra i diversi organi dello Stato. 7. La promozione dei diritti umani La transizione verso lo Stato nazionale ha portato ad una maggiore attenzione ai diritti umani. I principi di uguaglianza, libertà e dignità umana sono diventati fondamentali per la costruzione di una società democratica. La tutela dei diritti umani è diventata un obiettivo centrale per i governi nazionali e per le organizzazioni internazionali. 8. La partecipazione politica Con l'avvento dello Stato nazionale, si è sviluppata una maggiore consapevolezza politica tra i cittadini. La partecipazione politica è diventata un diritto e un dovere per i cittadini, che possono esprimere le proprie opinioni, partecipare alle elezioni e influenzare le decisioni politiche attraverso il dialogo e la mobilitazione sociale.rappresentativo, infatti, ha introdotto importanti innovazioni nel modo in cui vengono prese le decisioni politiche. I sostenitori della riforma cercarono di estendere il diritto di voto per rendere gli organi già esistenti più rappresentativi. Inoltre, si impegnarono affinché la carica più alta fosse scelta dalla maggioranza dell'assemblea legislativa o direttamente dall'elettorato. I movimenti per la democratizzazione degli Stati nazionali in Europa e in America non nacquero dal nulla. Alcune delle istituzioni più caratteristiche della moderna democrazia, compreso il governo rappresentativo, non furono solo il risultato di astratti ragionamenti sul processo democratico e sui suoi requisiti, ma piuttosto il frutto di specifiche trasformazioni di istituzioni politiche già esistenti. Sarebbe comunque errato considerare la democratizzazione di organi legislativi preesistenti come un semplice adattamento di istituzioni già in vigore. Il governo rappresentativo ha introdotto importanti innovazioni nel modo in cui vengono prese le decisioni politiche.rappresentativo non si innestò sull'ideademocratica solo per affinità con le istituzioni già esistenti. Coloro che si assunsero il compito di modificarele istituzioni erano ben consapevoli del fatto che, per applicare la logica dell'uguaglianza politica a uno statonazionale di grandi proporzioni, la democrazia diretta delle assemblee dei cittadini doveva essere sostituitacon i governi rappresentativi.

2. L'estensione illimitata
Con la rappresentanza, automaticamente vennero a cadere i limiti delle dimensioni di una comunitàdemocratica. Un governo rappresentativo poteva agire su un territorio illimitato, con un numero illimitato diabitanti.

3. I limiti della democrazia partecipativa
Una conseguenza diretta dell'ingigantirsi delle proporzioni, è il fatto che alcune forme di partecipazionepolitica sono più limitate. In molte città-stato esistevano delle possibilità che in un paese democratico nonesistono a causa del

numero di abitanti e della sua estensione territoriale. Il limite teorico di una reale partecipazione politica, si restringe a misure che aumentano le proporzioni dello stato. La conseguenza di ciò è che un cittadino degli USA non può partecipare alla vita politica in maniera tanto completa quanto un cittadino di un demo molto più piccolo in uno stato molto più piccolo.

4. L'eterogeneità

Si può dire che quanto più una struttura politica più ampia ed estesa, tanto più i suoi cittadini tendono a differenziarsi tra di loro. La popolazione relativamente omogenea, che era un elemento fondamentale della visione della democrazia nelle città-stato, diviene così, da un punto di vista pratico, impossibile.

5. La conflittualità

Una conseguenza dell'eterogeneità è il moltiplicarsi delle fratture politiche; i conflitti divengono perciò un aspetto inevitabile della vita politica e vengono

accettati dalla mentalità e dalle procedure politiche come un elemento normale. Madison, all'assemblea costituente americana del 1787, affermò che poiché i conflitti d'interesse erano nella natura dell'uomo e della società, e poiché non si poteva reprimere l'espressione di questi conflitti senza contemporaneamente sopprimere la libertà, il miglior rimedio ai contrasti tra fazioni opposte era di ampliare le dimensioni del paese. Uno dei vantaggi dell'applicazione di un governo repubblicano su grande scala, era il fatto che i conflitti politici sarebbero sfociati molto meno facilmente in accanite lotte civili. 6. La poliarchia Le mutate dimensioni e le conseguenze che ne derivavano, contribuirono a far sviluppare un insieme di istituzioni politiche. Questo tipo di ordinamento politico è stato chiamato poliarchia. Si può giudicare la poliarchia da diverse angolazioni. Le interpretazioni della poliarchia, notevolmente

diverse tra loro, non sono inconciliabili, anzi sono addirittura complementari perché ciascuna pone l'accento su un diverso aspetto.

7. Il pluralismo sociale e organizzativo

Nasce nelle poliarchie un consistente numero di gruppi e organizzazioni sociali che sono relativamente

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Publisher
A.A. 2012-2013
8 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher deboraccah di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Nevola Gaspare.