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Capitolo 5: Tra militanza e burocratizzazione: che cosa sono i partiti politici
I partiti: una definizione. Per Weber i partiti sono associazioni fondate su una adesione libera che attribuiscono ai propri capi una posizione di potenza all'interno di un gruppo sociale e ai propri militanti vantaggi personali o possibilità di perseguire propri fini. Il partito è quindi un'associazione orientata ad influenzare il potere. Mentre i ceti attengono all'ordinamento sociale e le classi all'ordinamento economico, i partiti per Weber sono legati alla sfera della potenza sociale. Weber intende la potenza come la possibilità di imporre il proprio volere ad altri soggetti anche contro la loro resistenza. In particolare nelle democrazie occidentali i partiti mirano all'occupazione delle cariche elettive, da cui la definizione di Antony Downs secondo cui i partiti sono compagini di persone che mirano ad ottenere il controllo del governo a seguito di regolari elezioni.
2 Le funzioni dei partiti.
- Innanzitutto i partiti sono mediatori tra lo Stato ed i cittadini (istituzioni pubbliche e società civile). Essi aggregano e rappresentano più interessi individuali a differenza dei gruppi di pressione che rappresentano solo specifici interessi.
- I partiti strutturano il voto incanalando le differenziazioni politiche in pochi principali canali con i quali gli elettori si identificano.
- I partiti svolgono una funzione di socializzazione politica integrando i cittadini nella comunità e a volte inducendoli a sacrificare i propri interessi per quelli della comunità.
- I partiti consentono la funzione democratica di controllo dei governati sui governanti, la presentazione dei candidati alle cariche pubbliche nelle liste dei partiti consente agli elettori di conoscere la loro proposta politica e li responsabilizza verso gli elettori stessi.
- I partiti sono i principali protagonisti della formazione delle politiche pubbliche, elaborano i programmi.
Li presentano agli elettori e con essi competono alle elezioni con gli altri partiti.
Alle origini dei partiti, alle origini delle democrazie parlamentari, i partiti erano comitati elettorali organizzati da notabili che si mobilitavano per proteggere singoli interessi. Fino al 19° secolo essi si costituivano attorno a notabili come signori fondiari, avvocati, parroci, insegnanti, cioè a notabili che si occupavano di politica in modo collaterale ma avevano un’altra attività principale e godevano di una certa considerazione sociale che consentiva di attribuire loro uffici. L’elezione consentiva ai signori locali di controllare le risorse provenienti dall’esecutivo per distribuirle in modo clientelare alla propria ristretta cerchia di elettori. I partiti di notabili si attivano nella fase della campagna elettorale come dei comitati costituiti da una dozzina di persone appartenenti ad una elite che è in grado con il proprio status sociale di attrarre.
altrepersone che si allineano sulla posizione politica di questi notabili. Il partito di notabili si basava suuna rappresentanza individuale cioè si limitava a rappresentare interessi di gruppi di elettoripromuovendo l’elezione di rappresentanti disposti a sostenere tali interessi, questo partito è tipico diuna società con un basso grado di partecipazione e resta inattivo nei periodi tra un’elezione e l’altra.
4. Il partito ideologico di massa. La struttura dei partiti si modifica con la nascita dei partiti di massacaratterizzati da un apparato burocratico che si avvale di funzionari a pagamento. L’estensione deidiritti politici ai non notabili cioè a coloro che non dispongono di risorse attraverso cui finanziare lapropria attività politica porta alla professionalizzazione della politica. Con il partito burocratico dimassa si afferma la figura del politico di professione, per Weber chi vive di politica ed è sprovvistodi
rendite e patrimoni ha maggior interesse alla causa della politica e all'idealismo politico in quanto non è interessato alla conservazione economica della società come possono esserlo i notabili. I partiti di massa sono organizzati per sezioni e non per comitati, la sezione a differenza del ristretto comitato di notabili è aperta a tutti e mira ad aumentare il numero degli iscritti a prescindere dalla loro capacità di influenza sociale, inoltre le cariche non sono onorifiche ma corrispondono ad una reale divisione del lavoro. Una struttura tipica dei partiti comunisti è la cellula che coinvolge gli operai delle grandi fabbriche in progetti politici più ampi, la cellula è un organismo permanente che non concentra le proprie attività come il partito di sezione in riunioni periodiche, ma è una comunità attiva ogni giorno nelle fabbriche dove gli operai lavorano. Il partito nelle moderne democrazie svolge una funzione diintegrazione sociale e di costruzione dell'identità per i propri aderenti. I partiti socialisti esercitano un'influenza nei vari aspetti della vita quotidiana attraverso un reticolo di associazioni vicine al partito che organizzano la vita dell'iscritto e non solo il suo orientamento elettorale offrendo solidarietà, mutuo appoggio e un'identità riconosciuta dai compagni e dal resto della società. Alla base del processo di identificazione vi è l'ideologia che salda la convinzione di condividere fini comuni e rafforza il potere dei leader che conoscono la dottrina e sono in grado di applicarla. Fratture sociali e partiti politici. I partiti politici presenti in ciascun paese, secondo Rokkan, riflettono fratture sociali che si sono storicamente presentate: due conflitti si sono presentati nel processo di costruzione dello stato nazionale: un conflitto tra stato centralizzante contro la resistenza delle popolazioni sottomesse dellePeriferie e province e un conflitto dello Stato contro i privilegi storici della Chiesa e due conflitti sono stati prodotti dalla rivoluzione industriale: un conflitto tra interessi agrari e imprenditori industriali ed un conflitto tra capitalisti (proprietari agricoli e datori di lavoro) e lavoratori (braccianti e operai).
La frattura centro-periferia. Il centro è l'area di territorio privilegiata da dove i detentori di risorse economiche, politiche, culturali emanano decisioni, mentre la periferia è la parte di territorio distante dai luoghi dove si prendono le decisioni politiche ed è economicamente dipendente dal centro e culturalmente differente dal centro. Le molte tensioni tra centro e periferia di rado sfociano in una politicizzazione del conflitto, tuttavia fattori culturali come una lingua propria e diversa contribuiscono a creare un'identità territoriale alimentata da partiti regionalisti che mirano ad esaltare le diversità culturali.
distoria rivendicando forme di autogoverno. 5.2 La frattura Stato Chiesa. La costruzione dello Stato nazione provocò un aspro conflitto tra Stato e Chiesa, entrambi intendevano affermare le proprie prerogative nei campi del controllo della morale e delle norme sociali e quindi poter controllare ad esempio la celebrazione del matrimonio, la concessione del divorzio, e soprattutto l'istruzione che il potere temporale avocava per sé ma con l'affermarsi dell'istruzione obbligatoria essa passò sotto il controllo dello Stato provocando proteste. Nacquero così partiti come in Italia il partito popolare e poi la democrazia cristiana che espressero le richieste di buona parte dei cattolici. 5.3 La frattura città campagna. La rivoluzione industriale approfondì il contrasto tra aree rurali ed urbane dando luogo a schieramenti politici contrapposti all'interno dei parlamenti tra partiti conservatori agrari e partiti liberali radicali, un temaParticolarmente aspro di contrasto era costituito dalle barriere doganali per proteggere i prezzi della produzione agricola nazionale.
La frattura capitale-lavoro. La rivoluzione industriale non portò solo ad uno scontro tra campagne e città ma anche un conflitto interno all'industria tra imprenditori e classe operaia. In tutte le democrazie europee i lavoratori tentarono di migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro fondando partiti che chiedevano maggiori tutele allo Stato.
Sul tema dell'intervento dello Stato per ridurre le disuguaglianze sociali si è sviluppata la contrapposizione tra partiti di destra e di sinistra, con la destra favorevole ad un minor intervento dello Stato e minore tassazione e la sinistra favorevole ad un maggior intervento dello Stato nei servizi sociali. Le classi dirigenti che reagirono alle rivendicazioni dei partiti operaicon la repressione come in Italia, Austria, Francia, Spagna provocarono la radicalizzazione.
della contrapposizione politica in quanto le riforme anche graduali apparivano poco realizzabili, mentre dove le elite furono più aperte come in Gran Bretagna e paesi scandinavi si ebbe la formazione di partiti laburisti moderati. 5.5 Le famiglie di partiti. Von Beyme ha introdotto il concetto di famiglie spirituali di partiti: 1) partiti liberali e radicali: dal 19° secolo difesero gli interessi della borghesia contro i proprietari terrieri, i diritti civili come la proprietà privata e i radicali rivendicarono l'estensione dei diritti politici assumendo posizioni anticlericali, ancora oggi mirano a limitare l'intervento dello Stato in economia e nella società; 2) partiti conservatori: emersero per difendere gli interessi dei proprietari terrieri e del clero in opposizione ai liberali, contrari all'estensione dei diritti civili e politici erano fedeli ai diritti tradizionali sostenendo l'ordine e la stratificazione sociale, i partiti conservatori.Attuali sono per la deregolamentazione e la limitazione dell'intervento dello stato come i liberali, rimanendo ostili all'estensione dei diritti civili e politici.
Partiti socialisti e socialdemocratici: nacquero nel 19° secolo all'esterno dei parlamenti in stretto contatto con i sindacati per sostenere la classe operaia e le rivendicazioni dei diritti politici e sociali, intendevano trasformare il sistema capitalista all'interno delle procedure democratiche. Alcuni partiti socialisti nel 2° dopoguerra assunsero la denominazione di socialdemocratici rinunciando alla socializzazione dell'economia e sostenendo le tesi keynesiane.
Partiti democristiani: formatisi nel 19° secolo in opposizione alle democrazie liberali per sostenere in particolare le tesi della chiesa cattolica, assunsero posizioni conservatrici, pur favorevoli ad alcuni diritti sociali rimasero contrari ai diritti civili come il controllo delle nascite e in tema di diritto di famiglia.
5) partiti comunisti: fondati dopo la rivoluzione russa per scissione dal partito socialista, vicini alle posizioni sovietiche e contrari all'intervento nella prima guerra mondiale, convinti della necessità di una rivoluzione sociale.