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Gruppi di pressione

Se i partiti sono stati considerati, di solito, attori fondamentali della democrazia, i gruppi d'interesse hanno suscitato invece più perplessità; proprio il timore di un loro ruolo negativo nella democrazia ha indotto molti studiosi di scienza politica a dedicare particolare attenzione ai gruppi d'interesse.

Nella storia sono sempre esistiti: come le corporazioni medievali o i gruppi professionali che si affermano dal 19esimo secolo; con l'avvento della politica di massa nascono i sindacati mentre negli ultimi decenni sono nate le società di lobbying che hanno il compito di fare da tramite tra le aziende e la politica. Questa crescita di importanza delle lobby, secondo Tilly, è stata portata avanti dalla modernizzazione ma anche dalla crescita del livello di istruzione, che porta ad un bisogno di informazioni.

Lo studio dei gruppi segue tipicamente un approccio comportamentista che, dunque, studia l'approccio degli

individui rispetto a quello giuridico classico. La letteratura sui gruppi è prevalentemente americana e, inizialmente, è anche positiva nei loro confronti; a seconda dell'autore ci saranno delle definizioni positive ma che pongono enfasi diverse: - Bentley (inizio del 900) pone l'enfasi sull'interesse. Li definisce come ogni sezione della società con i propri interessi che agisca o tenti di agire. - Truman (metà del 900) pone l'enfasi sull'atteggiamento definendoli come qualsiasi gruppo che, sulla base proprio di atteggiamenti condivisi, presenta domande ad altri gruppi della società. - Almond e Powell (fine 900) pone l'enfasi sull'appartenenza sostenendo che sono individui legati da comuni preoccupazioni e interessi, che sono consapevoli di questo legame. Un gruppo di interesse può essere definito come un insieme di persone, organizzate su base volontaria, che mobilita risorse per influenzare le decisioni e

Le conseguenti politiche pubbliche. Data la varietà del fenomeno sono state elaborate diverse classificazioni e tipologie in relazione sia alla struttura organizzativa che alle strategie utilizzate.

Funzione principale dei gruppi è l'articolazione degli interessi: formulazione di una domanda politica da parte di un gruppo o individui in forme e modalità diverse.

Le strategie dei gruppi sono influenzate dalle caratteristiche dei sistemi politici nazionali, dunque il gruppo d'interesse può essere distinto tanto dai movimenti sociali quanto dai partiti perché:

  • A differenza dei movimenti sociali c'è un'associazione formale con una vera e propria organizzazione. Questo elemento accomuna il gruppo al partito.
  • Diverso obiettivo tra gruppi e partiti, infatti i primi vogliono solo influenzare le decisioni pubbliche e sono rappresentati di interessi specifici; i secondi sono gatekeepers (filtri) che selezionano solo determinate.

Domande e non altre. Dunque, i caratteri fondamentali di un gruppo di interesse sono l'aggregazione volontaria e la libera partecipazione.

Obiettivo dei gruppi:

  • Influenzare le decisioni pubbliche (diverso dai partiti che cercano di far eleggere rappresentanti in parlamento)
  • Articolare interessi, formulare domande politiche e aggregare domande in rappresentazioni generali (diverso dai partiti che devono filtrare e aggregare domande in rappresentazioni generali).

NB: i gruppi d'interesse sono differenti rispetto ai gruppi di pressione, termine che sottolinea l'azione politica di questi ultimi mentre non tutti i gruppi d'interesse si attivano in politica.

Tipi di gruppi di interesse teorizzati da Almond e Powell:

Per quanto riguarda la modalità organizzata di articolazione degli interessi, i gruppi possono essere distinti in 4 tipi, tenendo però conto che i primi due assomigliano a movimenti sociali perché parlano di gruppi d'interesse non formattati.

organizzati e non associativi:
  • Anomici disorganizzati
  • Non associativi basati su un'identità collettiva ma senza struttura organizzata
  • Istituzionali all'interno di organizzazioni complesse (chiesa o forze armate)
  • Associativi strutture specializzate per rappresentare gli obiettivi di un particolare gruppo
In realtà i gruppi si distinguono anche per le modalità d'azione e per le risorse. Modalità di azione: sono abbastanza diverse, infatti abbiamo sia forme dirette che indirette (da semplici comunicazioni a campagne verso l'opinione pubblica fino ad arrivare agli scioperi-modalità di scioperi più radicali). Obiettivi: invece la distinzione è tra gruppi di interesse speciale, che difendono interessi parziali, dai gruppi di interesse pubblico, che difendono un interesse comune o temi semplicemente più generali di altri. Il problema infatti dei gruppi d'interesse pubblico è che

Saranno sostenuti dall'astragrande maggioranza delle persone ma pochi saranno realmente disposti ad impegnare le proprie risorse, avendo quindi minore probabilità di farsi sentire rispetto a nuclei più piccoli che sono più capaci di mobilitarsi perché maggiormente interessati alla tematica portata avanti rispetto ai gruppi d'interesse pubblico.

Modalità d'azione e obiettivi condizionano e sono condizionate dalle risorse a disposizione dei gruppi.

Risorse:

  • Economiche. I gruppi che ne dispongono possono usare sanzioni materiali, come togliere finanziamenti
  • Numeriche (es. sindacati)
  • Di influenza (valgono le conoscenze personali)
  • Conoscitive (dovute al controllo di conoscenze tecniche relative al settore in cui si esprimono i gruppi d'interesse)
  • Organizzative (derivanti dall'esistenza di strutture efficienti del gruppo)

simboliche (gruppi religiosi); I gruppi che ne dispongono sapranno meglio mobilitare l'opinione pubblica, attuando una forma di sanzione indiretta.27

Gruppi e partiti si scambiano influenze e risorse; i partiti infatti possono aver bisogno delle conoscenze tecniche dei gruppi e anche della loro cooperazione per realizzare determinate politiche.

L'influenza di partiti e gruppi può variare, infatti un caso estremo è rappresentato dalla occupazione, situazione nella quale uno o più partiti prevalgono sui gruppi il gruppo è una struttura ancillare rispetto al partito. Un rapporto di simbiosi si ha invece in quella situazione in cui partito e gruppo si rinforzano a vicenda nelle rispettive sfere di attività si trovano in una posizione paritaria. Ipotesi intermedia tra le due varianti precedenti è quella della neutralità, nella quale i partiti mantengono il loro ruolo di gatekeepers ma i gruppi sono autonomi rispetto ad essi.

Situazione completamente opposta all'occupazione è, invece, l' egemonizzazione situazione nella quale un gruppo prevale totalmente su un partito o, addirittura, si crea un partito che è espressione politica del gruppo. Teoria pluralista La teoria pluralista dei gruppi d'interesse è quella classica americana che presenta un approccio realistico alla politica e mettendo l'accento sull'importanza delle azioni; in questa teoria la presenza dei gruppi garantisce un certo equilibrio fra spinte contrastanti, infatti c'è concorrenza tra una pluralità di piccoli gruppi d'interesse; qui la politica è mediatrice tra i diversi gruppi che non sono organizzati neanche gerarchicamente e nessuna può rappresentare il monopolio degli interessi. C'è un ruolo positivo svolto dai gruppi, riuscendo ad avere una garanzia di equilibrio fra spinte contrastanti: secondo Truman infatti la sfida dei gruppi attivi portaalla mobilitazione dei gruppi latenti (quelli che, pur condividendo un interesse non si sono ancora organizzati per difenderlo). Gli effetti della partecipazione sono visti come particolarmente socializzanti: la vita nelle associazioni educherebbe all'interazione con gli altri e insegnerebbe a comunicare e collaborare. La tolleranza reciproca sarebbe, dunque, facilitata dalle appartenenze multiple. Gli individui che si organizzano sono meno dipendenti dalle istituzioni pubbliche, infatti i gruppi esprimono la capacità della società di organizzarsi dal basso mentre lo stato è arbitro e mediatore fra i diversi gruppi. Forti sono state le critiche proposte a questo modello, partendo dal fatto che la mobilitazione dei gruppi non è solo limitata ma è anche fonte di disuguaglianze: le risorse contano e alcuni gruppi si organizzano e mobilitano meglio di altri. Per di più, la presenza di un comune interesse non è sufficiente a formare un gruppo per.

Il paradosso dell'azione collettiva, infatti, l'individuo potrebbe agire da free rider. In ultimo possiamo dire che la teoria dei gruppi considera equivalenti tutti gli interessi in gioco, rendendo il governo incapace di resistere alle pressioni esterne e realizzare il bene collettivo.

Schimitter negli anni '70 arriva a dire che il pluralismo è un sistema di rappresentanza degli interessi dove le unità costitutive sono multiple, volontarie, in competizione tra loro, non strutturate gerarchicamente o organizzate dal governo e non esercitano il monopolio della rappresentanza.

Questo modello in Europa non funzionava perché funzionava un modello neocorporativo.

Neocorporativismo è un sistema di rappresentanza degli interessi dove le unità costitutive sono singole, monopolistiche, non competitive, strutturate gerarchicamente, differenziate funzionalmente, riconosciute, se non organizzate dal governo, non competitive tra loro, che esercitano complessivamente.

punto di vista della formattazione HTML, il testo può essere formattato nel seguente modo:

Il monopolio della rappresentanza. È una forma di regolazione sociale, cioè di coordinamento e regolamentazione delle attività dei diversi gruppi che, però, sono monopolistici nel proprio settore e ottengono un riconoscimento privilegiato da parte dello stato. Le associazioni esercitano pressioni sul comportamento degli iscritti, imponendo sanzioni e offrendo servizi.

Le cause che portano allo sviluppo di un sistema del genere sono le economie integrate nei mercati internazionali, i forti partiti socialisti e, in ultimo, le associazioni degli interessi ben strutturate (4 democrazie scandinave). L'obiettivo è però quello di assicurare la pace sociale.

Dal punto di vista della rappresentanza, gli interessi sono organizzati in modo da avere il monopolio della rappresentanza in settori diversi mentre lo stato garantisce una posizione ufficiale di queste associazioni, inserendole in maniera diretta nel processo decisionale, negoziando con esse.

mo è un modello di governance in cui il governo collabora strettamente con i gruppi di interesse, come i sindacati e le associazioni di categoria, per prendere decisioni politiche e gestire l'economia. Questo modello si basa sull'idea che la partecipazione dei gruppi di interesse nella formulazione delle politiche pubbliche possa portare a decisioni più efficaci e legittime. Dal punto di vista del controllo politico, il neocorporativismo può essere considerato un modo per mantenere il potere e l'influenza del governo su questi gruppi di interesse. Attraverso la collaborazione e la negoziazione con i gruppi di interesse, il governo può cercare di controllare le loro richieste e limitare la loro capacità di agire in modo indipendente. Inoltre, il neocorporativismo può anche essere utilizzato come strumento per limitare la partecipazione politica e la pluralità di opinioni. Se il governo collabora solo con alcuni gruppi di interesse selezionati, può escludere altri attori politici e limitare la diversità di punti di vista nella formulazione delle politiche pubbliche. In conclusione, il neocorporativismo può essere considerato un modello di controllo politico in cui il governo collabora strettamente con i gruppi di interesse per prendere decisioni politiche e gestire l'economia. Tuttavia, è importante considerare anche i possibili effetti negativi, come la limitazione della partecipazione politica e la riduzione della pluralità di opinioni.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
82 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vvvv. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Libera Università internazionale degli studi sociali Guido Carli - (LUISS) di Roma o del prof Emanuele Vincenzo.