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Estratto del documento

Invece nei paesi cattolici la chiesa svolse un'attività quasi antagonistica agli stati

nazione, basti pensare al caso italiano e la questione romana.

Lezione 10

La democratizzazione non è un processo unidirezionale. Si possono distinguere due tipi

di crisi. Le masse che inizialmente sembrano apatiche, possono essere sfruttate

da movimenti che ne sfruttano il malcontento delle masse, con una conseguente

svalutazione del sistema. Vi è un cambio di regime se i cardini saltano e si cambia

gerarchia di potere. 1 Sistema conflitti rilevanti 2 politici coinvolti 3 maturità della

democrazia prima di crollare 4 crisi sociali ed economiche. I primi sintomi di una crisi

sono la radicalizzazione dello scontro politico e una frammentazione del sistema dei

partiti. Vi è una instabilità dei governi. Si possono creare le condizzioni in cui alcuni

attori istituzionali possono mettere a repentaglio la stabilità del regime. In primo luogo

i militari. Ci sono anche i magistrati o il presidente della repubblica. Questi stessi attori

possono anche favorire la stabilità. Se gli attori in gioco non trovano un compromesso,

la crisi si compie. Viene meno il patto fondante. Hanno u ruolo di rilievo gli attori

internazionali. Vedi la guerra spagnola. 1 la transizione 2 instaurazione 3

consolidamento 4 stabilità 5 crisi. La transizione è un periodo intermedio in cui i tratti

del precedente assetto non sono ancora del tutto venuti meno. Essa termina si

svolgono le prime elezioni libere e poi si approva la carta costituzionale. La seconda

fase si ha quando vi è il pienonriconoscimento dei diritti civili e politici. I militari

ritornano nelle caserme. Morlino si sofferma sugli attori rilevanti del processo e

distingue tra attori interni ed esterni al precedente regime compresi gli internazionali.

Interni sono l'esercito le elite di governo l'alta burocrazia. Non è necessariamente un

male la loro permanenza nel nuovo. Non tutto i processi di democratizzazione

finiscono alla stessa maniera. Lezione 11

La democrazia ha maggiori possibilità di instaurarsi, quanto più è ampio l'accordo alla

basa. Vi deve essere un accorda tra tutti gli attori, sia interni che esterni. È molto raro

che un processo di democratizzazione, soltanto nelle opposizioni. Vi sono delle

eccezioni, nel portogallo il processo di democratizzazione è stato condotto da militari.

La fase di transizione si ha quando alcuni giovani ufficiali iniziano ad essere favorevoli

a maggiori liberalizzazioni. Naturalmente importante è il background culturale nel

quale le forze di democrazia operano. Per esempio la presenza di partiti politici pre

regime, i quali possono tornare alla ribalta dopo il regime, volgono a favore della

democratizzazione, in quanto vi è nella storia del paese un atteggiamento politico.

Chiaro è il caso Italiano. In questo caso si parla di ridemocratizzazione. D'altro canto

la maggiore durata del regime volgerà a sfavore, in quanto gli abitanti sono abituati a

determinati istituti. Ora si farà riferimento ad un opera di Morlino, “Democrazia tra

consolidamento e crisi” Il secondo capitolo è dedicato agli indicatori dei processi di

democratizzazione. La fase di instaurazione si considera chiusa quando si hanno le

prime elezioni libere. Oppure quanto entra in vigore la norma che l'esercito torna sotto

il controllo dei civili. Poi vi è un processo di routinizzazione. Morlino propone di

analizzare sul campo il ruolo del capo dello stato, poi òla durata e la composizione dei

governi, i rapporti tra l'esecutivo e il legislativo, poi i rapporti tra il potere dello stato

centrale e quelli locali, il ruolo delle forze armate, la magistratura, gli eventuali

mutamenti nel sistema elettorale, le alleanze internazionali. Per quanto riguarda il

capo della stato, e il suo ruolo, bisogna fare attenzione al suo mutamento, che può

indicare una crisi di regime qualsiasi esso sia. Se ne viene meno la sua centralità ci si

avvia ad una fase di consolidamento. Può succedere che nella fase di transizione, il

capo dello stato può assumere un ruolo che va oltre alle regole formali, godendo di

prestigio formale o essendo anche un generale dell'esercito. Bisogna poi vedere la

durata dei governi, più vanno a lungo, più sono solidi, migliore è il processo di

consolidamento. Per i rapporti tra esecutivo e legislativo, morlino propone di mettere

l'accento sull'iniziativa legislativa, se rimane sempre è comunque appannaggio di uno

dei due poteri si ha consolidamento. Importante anche la chiarificazione dei rapporti

tra poteri centrali e locali. Il rapporto fra militari e civili è stato già analizzato poc'anzi.

Per la magistratura, come accaduto in Italia, può accadere che entri in conflitto con

esecutivo e legislativo. Si possono avere anche sfumature nette come quando i

magistrati sono evidentemente politicizzati e continuano a perseguire determinati

attori politici. Importante poi è il verificarsi o meno di continui mutamenti nelle regole

elettorali. Più sono continui, peggiore è il consolidamento della democrazia. Infine è

chiaro che se si fa parte per anni di un'organizzazione sovranazionale, stabilizza la

propria posizione agli occhi dei partners internazionali. Al contrario come nell'attuale

caso ucraino, si hanno delle instabilità. Vedi la reazione della Russia. Negli ultimi anni

si è avuto un pesante arresto nei procesi di democratizzazione. In media le democrazie

sono economicamente più ricche, hanno meno a che fare con la guerra, sono più

efficienti sul fronte della corruzione e soprattutto le grandi libertà garantite agli

individui. Spesso però in un passaggio di forma di stato vi è un peggioramento delle

condizioni economiche come accaduto in medio oriente o in ucraina. La cosa si

aggrava se le altre democrazie a livello internazionale soffrono di crisi di

legittimazione. Ad un certo punto le democrazie occidentali sono state accusate di

debolezza e hanno perso il loro fascino, in primo luogo per la crisi finanziaria e poi per

l'ascesa della cina. I danni della crisi sono stati sia di tipo psicologico che economico.

Hanno minato la sicurezza della ricchezza. Inoltre sono stati ripianati i debiti delle

banche con i soldi pubblici. Al contempo l'occidente ha perso il monopolio del

benessere, eroso da quello cinese. Il tenore di vita dei cinesi è raddoppiato una volta

ogni dieci anni negli ultimi trenta anni. Cresce quindi l'appeal delle ricette economiche

cinesi in confronto dei modelli liberal democratici.

Lezione 12

Ritorniamo sul tema della caduta di fascino delle liberal democrazie verso i paesi

emergenti. Un articolo del times muove un'analisi realista sull'ucraina e i paesi

orientali, dove erano sorti movimenti a favore della liberal democrazia, poi bloccati e

sopraffatti dagli eventi della storia. La costuzione di un regime democratico è

un'impresa di molto superiore a quella della distruzione di un regime non democratico.

L'idea è che le difficolta maggiori sono di tipo culturale. Stesso problema affrontato da

Morlino quando propone di analizzare la cultura politica del paese in questione.La tesi

del pezzo è che il fascino delle democrazie liberali è appannato da due variabili

indipendente. In primo luogo la crisi finanziaria e in secondo luogo l'ascesa

prepotente a livello economico mondiale della Cina. Si è vista una certa commistione

di interessi tra poteri di stato e poteri finanziari con l'impiego di soldi pubblici per

ripianare i soldi delle banche. Dato che lo stato democratico risponde maggiormente

alle istanze della finanza e meno a quelle dei cittadini, subisce una crisi di legittimità.

Mentre prima le performance economiche liberal democratiche erano le migliori, ora

altri modelli di sviluppo, come quello cinese, ottengono risultati nettamente migliori. Il

regime cinese, pur lamentando una carenza di diritti politici, ha molti altri punti di

forza agli occhi dei paesi emergenti.Il regime cinese ha investito molto sui diritti sociali

come i fondi politici, aumentando la propria legittimazione da parte dei cittadini. Tutto

questo, mentre nelle liberal democrazie non ci sono segni di miglioramento anzi di

peggioramento. Gli intellettuali cinesi sostengono che le liberal democrazie si siano

date la zappa sui piedi. In Cina ogni tot anni vi è un ricambio generazionale, molto

meritocratico. Mentre, come sostengono gli intellettuali cinesi, le democrazie non

garantiscono la meritocrazia. In fin dei conti il regime cinese gode di un fascino molto

maggiore. Come si è visto in Ucraina e Russia, questi paesi hanno abbandonato

l'obbiettivo della liberal democrazia dirottando altrove. Inoltre la guerra in Iraq,

fondata sul rapporto fittizio in cui si sosteneva che Saddam avesse armi di distruzione

di massa. Tutto ciò era falso. Il vero obbiettivo era esportare la liberal democrazia.

Cresce sempre il parere che la storia dell'esportazione della democrazia sia una scusa

per coprire un nuovo imperialismo o per favorire instabilità permanente. A distanza di

22 anni lo stesso Fukujama si autosmentisce sostenendo che la pianta della liberal

democrazia non può mettere radici su terreni pietrosi. Ora passiamo a Rokkan.

L'obbiettivo della sua ricerca è iquadrare i tipi di frattura che sono emersi in europa e il

modo in cui queste si sono politicizzate. Tutte queste frattura emergono in seguito al

verificarsi di giunture critiche, ciò processi o eventi storici. Inoltre vuole studiare come

queste fratture abbiano dato vita a sistemi di partito. Secondo R. i partiti politici

rappresentano i principali attori del canale territorale elettorale. Queste fratture

avrebbero caratterizzato la nostra moderna politica di massa. R. scrive negli anni

sessanta. Quindi un po datato ma non vetusto. Perchè i sistemi politici europei

occidentali si presentano così diversi tra loro nonostante il fatto che tutti sono stati

sottoposti a processi storici simili, vedi nascita stati nazione o rivoluzione industriale.

La risposta sta nell'individuazione di differenti strutture di frattura. Esse sono emerse

in seguito alla formazione dello stato nazionale, primo tipo di frattura. A seconda di

come esso è stato svolto, si sviluppano diversi sistemi di frattura. R. non ha mai

defiinito il concetto di frattura, ma lo collega direttamente alla politicizzazione, quindi,

come detto nela fase metodologica, lo affianca ad un termine simile. Le frattura,

secondo il suo allievo, sono conflitti prolungati e ad altissima intensità, che sarebbero

emersi nel corso del processo di costruzione dei moderni stati nazionali. R. intende

verificare se esiste una corrispondenza tra i diversi tipi di frattura e i diversi sistemi

politici dei vari paesi. Prende come punto d

Dettagli
A.A. 2014-2015
16 pagine
3 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaspare.sarandria di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza politica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Pizzimenti Eugenio.