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TEOREMA DELL’EQUIVALENZA RICARDIANA:
E’ equivalente finanziare una spesa straordinaria attraverso una tassa straordinaria
oppure è meglio finanziarla attraverso il debito pubblico? il debito pubblico deve essere
pagato anche dalle generazioni future?
il teorema dice che è tutto equivalente. Imposta patrimoniale straordinaria e prestito è
equivalente, debito pubblico non scarica sulle generazioni future (non ha un effetto
diverso dall’imposta patrimoniale straordinaria). Lo stato emette una imposta
straordinaria per pagare la spesa straordinaria ma poi si impegna a ripagare il prestito e
a far pagare gli interessi ai contribuenti. Imposta e prestito sono misure equivalenti (in
uno il sacrificio è istantaneo, nell’altra è dilazionato). con il pagamento dilazionato
pagheranno anche coloro che oggi non sono ancora nati.
e.g. padre e madre e bambino, papà e mamma pagano l’imposta. il loro patrimonio
diminuisce del valore dell’imposta. il bambino cresce e erediterà un patrimonio pari ad
m-imposta.
E’ vero che anche i figli pagheranno, ma potranno usare quei soldi che non sono stati
usati per pagare l’imposta straordinaria. E’ un problema se i sottoscrittori fossero
stranieri. Nel momento in cui lo stato ha bisogno di aumentare le imposte (perchè non
riesce a tenere sotto controllo il debito), ma i soldi che sono arrivati non hanno intaccato
il patrimonio generale delle famiglie italiane. L’unica differenza evidenziata da Modigliani
è quella corpontamentale, dal punto di vista teorico non ci sono differenze. Se si chiede
subito l’imposta straordinaria la famiglia si impoverisce ma poi ha l’incentivo al risparmio,
se invece vengono chieste rate annuali, la famiglia risulterà meno povera. Viene quindi
favorito il ricorso al debito anche se tuttavia la razionalità economica è identica, perché
lo sforzo economico è uguale.
lezione 8 - capitolo II E VI Bosi.
Le procedure attualmente in vigore prevedono:
-strumento di controllo: patto di stabilità interna (fino al 2015) il patto di stabilità interno
infatti è stato abolito.
-strumenti di coordinamento: patto di stabilità e crescita.
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Le politiche di bilancio sono articolate in due semestri sostanzialmente, nel primo
(chiamato semestre europeo) il consiglio stabilisce le priorità di politica finanziaria e di
bilancio per gli stati europei. Nel secondo semestre: gli stati recepiscono le
raccomandazioni all’interno del disegno di legge di bilancio (DDLB) e documento
programmatico di controllo (DPB).
La fase finale è rappresentata dal monitoraggio. L’organismo nazionale indipendente
denominato ufficio parlamentare di bilancio (UPB). Esiste una normativa apposita per la
redazione del bilancio.
L. 163/2016 unifica legge di bilancio e legge di stabilità in un’unica legge di bilancio. Il
bilancio è un documento che dovrebbe realizzare una certa trasparenza. Il bilancio dello
stato attuale: illustra documenti di entrate/spese. Il programmatico: contiene l’effetto
degli interventi posti in essere nello stato.
sistema pensionistico- 1. Rendimento
In sistemi economici che mostrano tassi di crescita elevati, sono sistemi nei quali i
sistemi di ripartizione non dovrebbero affrontare crisi.
I metodi di calcolo: retributivo e contributivo. R è la retribuzione, in basso può avere un
numero, cioè l’anno in cui si percepisce la determinata retribuzione. L sono gli anni di
lavoro. Rp è retribuzione pensionabile. Ts è il tasso di sostituzione.
2.Le prestazioni
In italia per molto tempo beta è stato uguale allo 0,02 (2%), chi lavora per 40 anni la
pensione sarà uguale a 40x2=80% della retribuzione pensionabile. La retribuzione
pensionabile è stabilita dalla legge, può essere uguale all’ultima retribuzione ricevuta,
oppure alla media delle retribuzioni guadagnate durante la carriera lavorativa.
In francia si usa la retribuzione media dei 25 migliori anni di retribuzione.
1000:15=66 francesco ha diritto a percepire la pensione di 66 all’anno, prima dello
scadere dell’aspettativa di vita se muore egli avrà pagato più contributi di quello che
prenderà la pensione. Il montante contributivo è fittizio, sono contributi raccolti e già
usati quelli di silvia e francesco. Silvia ha un’aspettativa diversa, la sua pensione sarà
uguale a 50, il metodo contributivo è neutrale. Si potrebbe però usare un modo per
calcolare la prospettiva di vita in modo diverso sia per silvia che per francesco.
aspettativa di vita differenziata o aspettativa di vita media?
L’aspettativa di vita dipende anche dal tipo di luogo nel quale si è vissuto, dal reddito
posseduto precedentemente. Dal punto di vista dell’equità sociale, ci sono ripercussioni
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apprezzabili e altre meno. Il montante contributivo (nazionale) si calcola prendendo R1 e
i contributi del primo anno: alfa.
Non c’è uno dei due sistemi che renda più dell’altro, dipende. Nel sistema a
capitalizzazione il tasso di rendimento dipende dal tasso di interesse del mercato.
Lavorare un anno in più, lo stipendio potrebbe essere più alto, il numeratore aumenta
(aumenta il montante contributivo) e il denominatore diminuisce (diminuisce l’aspettativa
di vita).
Inadeguatezza dei rendimenti.
Nel sistema a ripartizione i rendimenti sono stabiliti dalla legge, il sistema può subire il
rischio che i rendimenti non siano particolarmente elevati. Il rischio di rendimenti troppo
bassi è un rischio che colpisce il sistema pensionistico durante la fase di accumulo, è un
rischio più grave nel sistema a capitalizzazione.
Problemi di occupazione: meno persone che lavorano e quindi poche persone che
finanziano il sistema pensionistico. Chi subisce il rischio di una situazione simile sono gli
stessi lavoratori, potrebbero pagarne le conseguenze i pensionati ma solo in un raro
caso.
Il pensionato è in pensione, scopre che l’aspettativa di vita è aumentata e scopre di
avere una pensione minore rispetto a quella attesa. Una popolazione invecchia se oltre
ad aumentare l’aspettativa di vita, c’è anche un calo delle nascite. Con l’indicizzazione
dei prezzi e dei salari, bisogna garantire l’aumento delle pensioni. Se non c’è
indicizzazione, allora il rischio ricade direttamente solo sui pensionati. I rischi si
ripercuotono diversamente, un modo per approcciare il problema di crisi di sistema
pensionistico è quello di provare a rileggere il rapporto in un modo diverso. Moltiplico
spesa pensionistica/PIL . Indice di dipendenza indica le persone che si trovano in età
lavorativa (15-60 anni).
Aumentando l’età pensionabile, il numero delle persone che hanno diritto alla pensione
sulle persone totali, diminuisce.
Per tenere sotto controllo la spesa pensionistica e il PIL, l’indice di dipendenza deve
diminuire. Ciò accade soltanto agendo sul denominatore.
Il punto centrale di risoluzione: aumentare l’ammontare dei lavoratori, o attirarli dai paesi
vicini.
Politiche per le nascite: dare un ammontare (e.g. 160 euro) a chi comunque avrebbe
avuto un bambino, significa non rendere efficiente la spesa fatta per dare loro i soldi.
Dall’altro lato, la percentuale di donne che lasciano il lavoro dopo due figli è pari al 50%.
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Tasso di occupazione:se aumenta il tasso di occupazione diminuisce il rapporto spesa
pensionistica su PIL.
Per aumentare l’occupazione femminile: orari di lavoro flessibili, e altri incentivi.
Rapporto fra pensione procapite e spesa procapite. L’indicatore di sostenibilità agisce
sulla pensione, da luogo a pensioni più basse. Dei quattro strumenti visti, il tasso di
eleggibilità e il tasso di sostituzione agiscono e creano conseguenze immediate.
Meccanismi contrattuali possono non essere studiati, si riparte a studiare dai costi di
transizione.
Tutti contribuiscono a pagare le pensioni, chi paga i contributi oggi paga la pensione di
chi è pensionato oggi. Questo è il sistema a ripartizione. Passando da un sistema a
capitalizzazione ad un sistema a ripartizione, il free lunch (pasto gratis) i costi di
transizione o non ci sono o ci sono solamente benefici. Caso difficile e differente rispetto
al processo inverso. Chi in un sistema di capitalizzazione passa ad un sistema di
ripartizione, fa emergere un debito pensionistico. Viene presentato il conto di un pasto
gratuito sfruttato prima.
da vedere: Caso Cile.
Il sistema pensionistico può avere finalità diverse e in base a queste può essere più o
meno equo. Da ricordare la figura vista prima.
Le più importanti riforme pensionistiche italiane. Passare da un sistema a
capitalizzazione ad un sistema a ripartizione è molto semplice. Nel 1970 finisce il
periodo del sistema a capitalizzazione. Dal 93-95 cambia quello che è sempre stato il
sistema, vedi introduzione di fondi pensione.
Prima del 92, in Italia c’era un sistema pensionistico particolarmente generoso, il metodo
di calcolo era quello retributivo. 2% era il tasso di rendimento, la media era calcolata
sugli stipendi degli ultimi 5 anni. Il tasso di sostituzione corrisponde al coefficiente di
rendimento (?)
Indipendentemente dagli anni di anzianità era possibile percepire una pensione con 35
anni di contributi, significa che chi aveva iniziato a lavorare in età giovane aveva un’età
pensionabile relativamente giovane. Riforma Amato 1992, le pensioni di vecchiaia si
ottengono con 20 anni di contributi. le regole di applicazione: entra in vigore nel gennaio
del 1993, si applica ai nuovi assunti, non si applica a chi era già in pensione e non si
applica a chi aveva già più di 15 anni di contributi. La riforma Amato avrebbe comunque
leggermente abbassato la pensione x rispetto alla riforma pensionistica precedente.
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1995. riforma Dini. La più importante riforma pensionistica italiana è questa. Non si tratta
di una riforma perfetta, ma significativa. Viene effettuata la scelta di rottamare il metodo
di calcolo retributivo e viene introdotto il metodo di calcolo contributivo. La scelta del
legislatore è stata di collegare i contributi versati con il PIL (i contributi hanno un tasso
di rendimento che è la media del tasso di crescita del PIL dei precedenti 5 anni). Se
l’andamento del PIL è negativo, la legge parla di rivalutazione, e in questo caso si
applica un tasso di rivalutazione positiva (visione dal punto di vista giuridico). La riforma
Dini rende flessibile l’età pensionistica, anche se meno anni di lavoro e più aspettativa di
vita si traducono in pensione più bassa. pensione di anzianit