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D S M
vince sempre? Dipende, secondo Downs i partiti fanno proposte politiche per cercare di vincere le elezioni invece che cercare di vincere le
elezioni per poter poi effettuare le loro politiche preferite. Se questo fosse vero allora non dovremmo osservare, come è evidente in Europa,
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la presenza di partiti ideologicamente riconoscibili e lontani dalla mediana (limite della visione di Downs).!
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UN QUADRO DELLA FINANZA PUBBLICA IN ITALIA !
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Elementi e soggetti della finanza pubblica
L’aggregato più importante è costituito dalle “amministrazioni pubbliche” AAPP. In generale le AAPP comprendono organismi pubblici e
istituzioni finanziate prevalentemente da esse che svolgono le funzioni di fornitura di beni e servizi non destinabili alla vendita e
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redistribuzione di reddito e ricchezza. Più nello specifico le AAPP comprendono:
→
amministrazioni centrali amm. dello Stato ed enti di ricerca, assistenza, economici che hanno competenza su tutto il territorio dello Stato!
• →
amministrazioni locali enti pubblici la cui competenza è limitata territorialmente
•
! →
enti di previdenza unità istituzionali per l’erogazione di prestazioni sociali finanziate dai contributi sociali (generalmente obbligatori)
•
Entrate e uscite delle AAPP sono rilevate da ISTAT e EUROSTAT secondo criteri di omogeneità che rendono possibili confronti temporali e
tra paesi diversi. Per questo motivo l’aggregato delle AAPP è diventato centrale in sede europea. Fonti di riferimento: Relazione unificata
sull’economia e la finanza pubblica (RUEF, 15 aprile), Relazione annuale della Banca d’Italia (fine maggio), Documento di Economia e
Finanza (DEF, aprile). I conti delle AAPP sono conti economici (comprendono le operazioni finanziarie che cambiano la composizione del
patrimonio degli enti ma non il suo ammontare ovvero non considerano il fabbisogno finanziario), consolidati (aggregano entrate e uscite di
tutti gli enti componenti le AAPP cancellando i flussi finanziari, ovvero i trasferimenti, tra questi soggetti) e di competenza (si riferiscono
!!
all’anno in cui la spesa è impegnata o l’entrata è accertata, non all’anno in cui ha luogo l’esborso monetario).
!! Pagina 12 di 26
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La struttura del Conto economico consolidato delle AAPP
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• Entrate:
– entrate correnti: raccolte per il normale svolgimento dell’attività dell’ente e per realizzare la redistribuzione
– entrate in conto capitale: entrate straordinarie
– prestiti
– per beni e servizi destinati alla vendita: prezzi privati e tariffe (prezzi pubblici e prezzi politici)
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– per beni e servizi non destinabili alla vendita: tasse, imposte dirette o indirette, contributi sociali e contributi speciali
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• Uscite (spese):
– spese correnti: effettuate per il normale svolgimento dell’attività dell’ente e per realizzare la redistribuzione
– spese in conto capitale: per investimenti diretti e indiretti
– spese di trasferimento: pagamenti effettuati senza un corrispettivo, ovvero prestazioni sociali
– spese per acquisto di beni e servizi: costituiscono domanda diretta e sono effettuate per l’acquisto di beni o servizi
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– interessi passivi
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• Indicatori:
– pressione tributaria: (imposte dirette + imposte indirette) / PIL
– pressione fiscale: (imposte dirette + imposte indirette + contributi sociali) / PIL
– risparmio pubblico: (entrate correnti - spese correnti)
– saldo (o avanzo) primario: (totale spese - totale entrate) - interessi sul debito
– saldo (o indebitamento) netto da finanziare: (totale spese finali - totale entrate finali)
– ricorso al mercato: (spese complessive - entrate complessive) - prestiti
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– debito pubblico: stock aggregato degli indebitamenti!
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LA TEORIA DEL DEBITO PUBBLICO: IL DEBITO PUBBLICO IN ITALIA
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Che cos’è il debito pubblico!
Il debito pubblico è una variabile di stock che deriva dall’accumulo dei saldi di bilancio di uno Stato dalla sua formazione al momento attuale.
È costituito sia da moneta che da titoli obbligazionari. Si parla di ‘peso’ del debito pubblico quando si fa riferimento alla spesa per interessi
passivi (in Italia circa 70 miliardi di euro, il 5% del PIL). É importante occuparsi di un debito pubblico elevato perché se è elevato aumenta
anche la spesa per interessi e quindi la pressione fiscale per finanziarla: più è elevato il debito pubblico, maggiore è la quantità di risorse
pubbliche che devono essere dirottate dalla spesa corrente al finanziamento degli interessi. Ci può inoltre essere un effetto di ‘crowding out’
ovvero se si alza il debito pubblico, aumenta il rischio che il paese non sappia finanziare questo debito pubblico, aumentano quindi i tassi
d’interesse richiesti dai sottoscrittori dei titoli di debito pubblico e aumentano anche i tassi d’interesse richiesti dal sistema bancario ai privati.
Infine un elevato debito pubblico può portare a situazioni di instabilità, speculazioni di crisi finanziarie e così via. Il problema non è tanto il
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valore del debito pubblico/PIL quanto proprio la capacità che lo Stato mostra di saper onorare i suoi debiti.
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Da che cosa è costituito il debito pubblico
Il debito pubblico corrisponde al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle amministrazioni pubbliche verso il settore privato
(residenti esteri e nazionali, banche, famiglie, imprese) ed è costituito da moneta, titoli, prestiti etc. Questa è la definizione ufficiale usata nei
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confronti internazionali, ma che solleva almeno due aspetti critici: Vuol dire che
1. È più corretto guardare al debito lordo oppure a quello al netto di tutte le attività finanziarie possedute dal settore pubblico?
è vero che l’Italia ha uno stock di debito pubblico che vale il 130% del PIL però detiene anche attività finanziarie per circa 300 miliari di
euro. Quindi ci si chiede se sia giusto guardare al lordo o considerare anche la ricchezza di un paese. Si usa il debito lordo perché non
! esiste un criterio uniforme per misurare la ricchezza finanziaria tra paesi e comunque è il debito lordo che dev’essere rifinanziato.
2. Nel debito pubblico non dovremmo considerare anche gli impegni non finanziati che il settore pubblico ha preso nei confronti del privato?
Per esempio il nostro sistema pensionistico si basa su una promessa di pagamento da parte dello Stato nei confronti dei lavoratori che
stanno finanziando le pensioni in essere, si parla a questo proposito di ‘debito pensionistico implicito’ ovvero la somma di tutte queste
promesse che lo Stato fa dev’essere poi finanziata,naturalmente non è contabilizzata all’interno di un bilancio perché questo debito non
Quindi
è ancora emerso. ci si chiede se bisogna tener conto di questi debiti oppure no. Naturalmente si tratta di stime che dipendono da
assunzioni su crescita, invecchiamento popolazione, domanda servizi, tasso di sconto ma sono utili comunque per capire la situazione.
Un altro elemento di cui tenere conto è il debito, moltiplicato per il relativo rischio, delle istituzioni finanziarie private poiché in caso di
Quindi
default tipicamente lo Stato interviene per salvarle: si parla in questo caso di istituzioni too big to fail. ci si chiede se il debito
! pubblico dovrebbe tener conto anche del fatto che se le banche falliscono, lo Stato comunque deve intervenire.!
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Funzione del debito pubblico, perché esiste il debito pubblico
→ il debito pubblico esiste perché ha la funzione di stabilizzare l’economia: nelle fasi di allontanamento dalla
“funzione di stabilizzazione”
• piena produzione l’impostazione keynesiana sostiene che si possa aumentare la spesa pubblica perché questa sostiene il livello
dell’attività economica e dell’occupazione. Per cui per rispondere alle fluttuazioni del ciclo economico si può utilizzare lo strumento del
deficit che dovrebbe poi ripagarsi da solo nelle fasi di espansione. Pagina 13 di 26
! → il debito pubblico può essere utilizzato anche perché per
“per redistribuire degli oneri delle spese pubbliche tra diverse generazioni”
• finanziare alcune spese che non servono solo alla generazione corrente ma servono anche alle generazioni future, il debito pubblico ha la
particolarità di poter essere ripagato anche dalle generazioni future. Quindi se il beneficio di una spesa finanziata oggi ricade anche sulle
generazioni future, attraverso il debito pubblico, anche queste generazioni future concorrono in qualche modo a finanziarie quella spesa.
! Si tratta di una tesi intuitiva ma anche controversa come vedremo poi quando analizzeremo il ‘teorema dell’equivalenza ricardiana’.
→
“per il debito pubblico può essere utilizzato per fare ‘tax
realizzare una distribuzione ottimale delle aliquote fiscali” smoothing’ ovvero si
• tratta di un’idea proposta da Barro nel 1979 all’interno del dibattito sulla teoria della tassazione ottimale, per cui la tassazione ottimale tra
le altre cose nel tempo prevede una costanza delle aliquote. Questo massimizza l’utilità attesa degli individui perché se le aliquote sono
costanti il rischio che varino è minimizzato: non si fanno variare le aliquote nel tempo se, in caso di spese straordinarie, si può ricorrere ad
! un’altra forma di entrata ovvero al debito pubblico. →
“per consente
eliminazione le cause di fallimento del mercato attribuibili alla presenza di incompletezza di mercati” agli operatori
• economici di realizzare transazioni, in particolare di assicurazione, rispetto a possibili eventi futuri, che diversamente, a causa
dell’incompletezza dei mercati finanziari, non sarebbero possibili. L’emissione di debito pubblico potrebbe essere anche un modo per
! consentire composizioni ottimali dei portafogli, quindi lo Stato agirebbe come innovatore finanziario.
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Il Teorema dell’equivalenza Ricardiana
Abbiamo detto che una delle funzioni del debito pubblico potrebbe essere quella di far ricadere sulle generazioni future una spesa attuale. É
equivalente finanziare una spesa straordinaria attraverso un’imposta straordinaria oppure finanziarla attraverso il ricorso al debito pubblico?
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Il debito pubblico non scarica gli oneri sulle generazioni future? É rilevante la nazionalità dei sottoscrittori dei titoli di debito pubblico?!
Il teorema dell’equivalenza Ricardiana dice che è tutto equivalente, vale a dire l’imposta straordinaria e il prestito sono strumenti equivalenti
per il finanziamento di spese straordinarie