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FINANZA PUBBLICA IN ITALIA

Elementi e soggetti della finanza pubblica 37

Lo stato è solo una delle amministrazioni pubbliche che rilevano a livello di spesa pubblica.

L'aggregato più importante è costituito dalle Amministrazioni Pubbliche (AAPP), in generale queste comprendono organismi pubblici e istituzioni finanziate prevalentemente da esse che svolgono due funzioni:

  1. finitura di beni e servizi non designabili alla vendita;
  2. redistribuzione di reddito e ricchezza.

Più nello specifico, le AAPP comprendono:

  • Amministrazioni centrali: amministratori dello stato ed enti di ricerca, assistenza ed economici che hanno competenze su tutto il territorio dello stato.
  • Amministrazioni locali: enti pubblici la cui competenza è limitata territorialmente.
  • Enti di previdenza (INPS): unità istituzionali, sia centrali, sia locali, per l'erogazione di prestazioni sociali finanziate dai contributi sociali (generalmente obbligatori).

Entrate e uscite delle

AAPP sono rilevata da ISTAT e EUROSTAT secondo criteri diomogeneità che rendono possibili confronti temporali e tra Paesi diversi. Per questo motivo l'aggregato delle AAPP è diventato centrale in sede europea.

Per raccogliere dati sul bilancio delle amministrazioni pubbliche, si può fare riferimento a delle fonti:

  • Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica (RUEF, 15 aprile)
  • Relazione annuale della BI (fine maggio)
  • Documento di Economia e Finanza (DEF, aprile)

I conti delle AAPP sono conti economici, consolidati e di competenza:

  1. Economici: non comprendono le operazioni finanziarie che cambiano la composizione del patrimonio degli enti ma non il suo ammontare. Non considerano il fabbisogno finanziario.
  2. Consolidati: aggregano entrate e uscite di tutti gli enti componenti le AAPP (AC, AL, EP), cancellando i flussi finanziari (trasferimenti) tra questi soggetti.
  3. Di competenza: si riferiscono all'anno in cui la spesa è

impegnata o l'entrata è accertata, non all'anno in cui l'esborso monetario ha avuto luogo (concetto di cassa).

Struttura del Conto Economico consolidato delle AAPPLa cosa più importante peri bilancio di uno Stato è che ci sia pareggio tra attivo epassivo, anche al netto degli interessi.

Il valore del debito pubblico delle AP è una misura importante, così come il debitopubblico su PIL.

Saldo primario: differenza tra entrate e uscite, al netto degli interessi.

Entrate:

  • Entrate correnti: raccolte per il normale svolgimento delle attività dell'ente e per realizzare la redistribuzione.
  • Entrate in conto capitale: entrate straordinarie.
  • Prestiti.
  • Per beni e servizi destinati alla vendita: prezzi privati e tariffe (prezzipubblici e prezzi politici).
  • Per beni e servizi non designabili alla vendita: tasse, imposte (dirette oindirette), contributi sociali e contributi speciali.

Uscite:

  • Spese correnti:

effettuate per il normale svolgimento delle attività dell'ente e per realizzare la redistribuzione.

- Spese in conto capitale: per investimenti diretti e indiretti (co-finanziamenti).

- Spese di trasferimento: pagamenti effettuati senza un corrispettivo (prestazioni sociali).

- Spese per acquisto di beni e servizi: costituiscono domanda diretta e sono effettuate per l'acquisto di beni o servizi (consumi collettivi e investimenti).

- Interessi passivi.

Il 40% della spesa pubblica italiana è destinata alle pensioni, mentre la spesa per pensioni su PIL è intorno al 15%.

Molto variabile nel tempo è la spesa per interessi che dipende dal tasso di interesse.

Indicatori:

  • Pressione tributaria: rapporto tra imposte dirette + imposte indirette e PIL.
  • Pressione fiscale: rapporto tra imposte dirette + indirette + contributi sociali e PIL.
  • Risparmio pubblico: differenza tra le entrate correnti e le spese correnti.
  • Saldo (avanzo) primario: differenza tra

totale delle spese e totale delle entrate, al netto degli interessi sul debito.

Saldo (indebitamento) netto da finanziare: differenza tra totale delle spese finali e entrate finali.

Ricorso al mercato: differenza tra spese ed entrate complessive. Al netto dell’accensione di prestiti.

Debito pubblico: somma di tutti i disavanzi cumulati nel tempo. - stock aggregato di tutti gli indebitamenti.

Se le entrate non finanziano le uscite lo stato si finanzia attraverso il deficit. 41 La differenza tra indebitamento netto e saldo primario è dato dagli interessi.

La linea orizzontale è la misura di uno dei criteri di ammissione nell’UE: rapporto trade deficit di bilancio e PIL.

La finanza pubblica in Italia Il ricorso al deficit è cresciuto in maniera esponenziale, dagli anni 2000 in poi. Dal 2011 lo Stato ha richiesto alle AL uno sforzo elevato per ridurre la crescita del debito pubblico. 42

LA TEORIA DEL DEBITO PUBBLICO - IL DEBITO PUBBLICO IN ITALIA

è una variabile di stock che deriva dall’accumulo dei saldi di bilancio (variabiledi flusso) di uno Stato, dalla sua formazione al momento attuale.

E’ costituito sia da moneta che da titoli obbligazionari.

Si parla di peso del debito pubblico quando si fa riferimento alla sua spesa per interessi.

Normalmente, è il suo servizio, vale a dire il valore degli interessi passivi a carico del bilanciopubblico, ma in periodi particolari, timori sulla sua stabilità e sostenibilità.

Occuparsi di debito pubblico elevato è doveroso perché:

  • esso aumenta la spesa per interessi e quindi pressione fiscale;
  • possono salire i tassi di interesse (crowding out);
  • possono crearsi situazioni di insostenibilità del debito e manifestarsi crisi finanziarie.

Questa immagine evidenzia chi sono coloro che detengono il debito pubblico italiano: 43

Il valore del debito pubblico corrisponde al valore nominale di tutte le passività lorde consolidate delle

Amministrazioni pubbliche verso il settore privato (residenti esteri e nazionali, banche, famiglie, imprese...). E' costituito da biglietti, titoli, prestiti, etc.

Questa è la definizione ufficiale e che viene usata nei confronti internazionali. Ma essa contiene almeno due aspetti critici:

  1. Se ci si chiede se sia più corretto parlare di debito orto oppure di debito al netto di tutte le attività finanziarie possedute dal settore pubblico: secondo Bankitalia, le AAPP italiane possiedono tra azioni, obbligazioni, crediti, etc. circa 300 miliardi di attività finanziaria. Non si usa quindi il netto perché non esiste misura uniforme tra Paesi e perché alcune di queste risorse sono dubbie in quanto impiegate a fronte di impegni futuri (es. pensioni). E comunque è il debito lordo che deve essere rifinanziato.
  2. Ci si chiede se nel debito pubblico si dovrebbe considerare anche gli impegni non finanziari che il settore pubblico ha preso nei confronti del settore privato (es. contratti di fornitura di beni e servizi). Questi impegni non sono inclusi nel debito pubblico, ma possono comunque rappresentare un onere per le amministrazioni pubbliche.
confronti del privato (debito implicito): per esempio, prestazioni nel campo sanitario o pensionistico promesse ma non finanziate dagli esborsi futuri previsti. Oppure, il debito (moltiplicato per il relativo rischio) delle istituzioni finanziarie private visto che in caso di default lo stato dovrebbe comunque intervenire per salvarle. Si tratta di stime (ovviamente) controverse perché dipendono da assunzioni su crescita, invecchiamento della popolazione, domanda servizi, tasso di sconto etc, ma tutti utili comunque per capire la situazione. Il debito pubblico esiste perché: - Funzione di stabilizzazione: legata all'economia keynesiana, pone l'accento sul ruolo dello strumento fiscale nell'influenzare il livello dell'attività economica e/o dei prezzi. - Redistribuzione degli oneri di spese pubbliche tra diverse generazioni: il finanziamento della spesa pubblica con debito anziché con imposte consentirebbe di fare partecipare le generazioni

La tesi è controversa e dipende dalla soluzione che si da al quesito se l'onere del debito pubblico si trasmette alle generazioni future.

Realizzazione di una distribuzione ottimale delle aliquote fiscali: proposta da Barro nel 1979 all'interno della teoria della tassazione ottimale: per evitare distorsioni prodotte dalle imposte sarebbe ottimale una distribuzione delle aliquote fiscali costante nel tempo. Il debito pubblico realizza tale obiettivo evitando inasprimenti o riduzioni troppo brusche delle aliquote in presenza di shock alla spesa indotti da fattori esogeni, come guerre, calamità, etc..

Eliminazione di cause di fallimento del mercato, attribuibili alla presenza di incompletezza di mercati: il debito pubblico consente agli operatori economici di realizzare transazioni, in particolare di assicurazione, rispetto a possibili eventi futuri, che diversamente, a causa dell'incompletezza dei mercati, non sarebbero possibili.

mercati finanziari, non sarebbero possibili. L’emissione di debito potrebbe essere un modo per consentire composizioni ottimali dei portafogli. lo stato agirebbe quindi come innovatore finanziario.

Teorema dell’equivalenza Ricardiana

Problema: per finanziare spese straordinarie, è equivalente ricorrere a una imposta patrimoniale straordinaria o emettere un prestito? Inoltre, il debito pubblico non scarica gli oneri sulle generazioni future? Nazionalità dei sottoscrittori del prestito pubblico è rilevante?

Teorema: prestito e imposta sono strumenti equivalenti di finanziamento di spese straordinarie. Entrambi gravano esclusivamente sulle generazioni presenti.

Se lo Stato deve finanziare una spesa straordinaria di 2.000 può:

  • ricorrere a una imposta straordinaria di identico valore sui contribuenti;
  • emettere debito pubblico, vale a dire raccogliere la stessa cifra tra alcuni sottoscrittori.

Nel secondo caso, lo Stato dovrà pagare interessi (ai

sottoscrittori) e quindi ricorrere a maggiori imposte (sui contribuenti) per pagare questi interessi.

Successivamente al periodo di emissione del debito, quindi, il servizio al debito si caratterizza come un trasferimento dai contribuenti ai sottoscrittori (dalla mano destra alla mano sinistra).

L'imposta chiede dunque al contribuente una rinuncia immediata di 2.000; il prestito una rinuncia dilazionata dello stesso ammontare. Il confronto tra prestito e imposta diventa un confronto tra un'imposta ordinaria e una straordinaria.

Ma se l'orizzonte temporale è elevato, il debito scarica il costo sulle generazioni future. Ricardoe Barro (successivamente) rispondono che se le generazioni presenti hanno interesse a lasciare lasciti a quelle future (eredità), il problema diventa irrilevante.

Se i sottoscrittori fossero stranieri: nel caso di debito estero sembrerebbe venire meno la compensazione tra "mano destra e mano sinistra", perc

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A.A. 2020-2021
129 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LucreziaFranzoni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Balduzzi Paolo.