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TASSATI CON L'IRPEF I SOCI

L'irpef è l'imposta sul reddito delle persone fisiche. È progressiva e a scaglioni.

Il presupposto dell'IRPEF è il possesso di determinati redditi; ovviamente il "possesso" va accertato in funzione della specifica categoria di reddito. Bisogna verificare se i redditi percepiti devono essere tassati al momento in cui sono percepiti (principio di cassa) o in base alla competenza.

L'istruzione in Italia è regolata dal ministero dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca (MIUR), con modalità diverse secondo la forma giuridica (scuole pubbliche, scuole paritarie e scuole private). La formazione professionale dipende invece dalle regioni. Il sistema scolastico italiano è strutturato in 3 cicli di istruzione: Istruzione primaria (elementari di 5 anni - riforma Moratti). Istruzione secondaria che comprende la scuola secondaria di primo grado (di durata triennale).

La scuola italiana è divisa in tre cicli: la scuola dell'infanzia (dai 3 ai 6 anni), la scuola primaria (dai 6 ai 11 anni) e la scuola secondaria di primo grado (dai 11 ai 14 anni). Successivamente, ci sono la scuola secondaria di secondo grado (dai 14 ai 19 anni) e l'istruzione superiore, che include l'università, l'alta formazione artistica, musicale e coreutica e la formazione professionale.

La capacità contributiva è regolata dall'articolo 53 della Costituzione, che stabilisce che "tutti sono tenuti a concorrere alla spesa pubblica in ragione della loro capacità contributiva". La giurisprudenza interpreta la capacità contributiva come l'idoneità di ciascun individuo a contribuire alle spese pubbliche. Il reddito complessivo delle persone fisiche, al netto dei costi di produzione, rappresenta la manifestazione più evidente della capacità contributiva e serve a determinare l'imposta progressiva.

reddito sono stati considerati indici diretti di capacità contributiva il patrimonio e gli incrementi di valore del patrimonio. Possono considerarsi indici indiretti i consumi e gli affari. Ovviamente non tutti i consumi possono considerarsi espressione di capacità contributiva specie se attengono a beni di prima necessità. La capacità contributiva deve essere effettiva e non ipotetica nonché attuale ovvero riferita al presente (non al passato e non al futuro) Situazioni uguali --- uguali regimi impositivi ne consegue quindi che a situazioni diverse trattamento tributario disuguale.

La curva di Lorenz: descrive il grado di diseguaglianza nella distribuzione del reddito. Ogni punto della curva indica la percentuale di reddito ricevuto nella realtà da una percentuale di famiglie. Lo scarto della curva di lorenz dalla curva della perfetta uguaglianza è indicato dall'area ombreggiata, che costituisce una misura del grado di diseguaglianza.

Nella distribuzione del reddito. Quanto più ampia quest'area, tanto maggiore è la distanza della distribuzione effettiva dalla perfetta uniformità. Nel caso di completa diseguaglianza, l'area coinciderebbe con il triangolo 0AB.

La curva di Phillips: 15 Analizza la relazione fra la variazione percentuale dei salari monetari e il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna tra il 1861 e il 1957. Evidenziava che con i tassi di disoccupazione > al 5,5% - i salari si riducevano < al 5,5% - i salari tendevano a crescere. Intorno al 5,5% i salari rimanevano costanti. Se il tasso di disoccupazione era intorno al 2,5% il tasso di crescita dei salari si aggirava intorno al 2%, via via che si riduceva il tasso di disoccupazione aumentava il tasso di crescita dei salari monetari. Il tasso di disoccupazione non è mai sceso sotto l'1%. Nell'elaborazione di Phillips il tasso di disoccupazione è la variabile indipendente mentre il tasso di crescita dei salari monetari è la variabile dipendente.

Variazione dei salari monetari è la variabile dipendente. La disciplina del sistema pensionistico: La pensione rappresenta la principale prestazione previdenziale contemplata dal nostro ordinamento e consiste in una rendita che viene riconosciuta al lavoratore al raggiungimento di una certa anzianità anagrafica e contributiva ovvero a seguito di eventi che determinino una riduzione permanente, totale o parziale, della sua capacità lavorativa. Analogamente a quanto avviene in altri Paesi, anche il sistema pensionistico italiano, a seguito della riforma intervenuta nel 1995, poggia essenzialmente su due pilastri: un primo pilastro, costituito dalla previdenza obbligatoria, che viene gestito da enti pubblici (il principale è l'INPS) e che assicura a tutti i cittadini una pensione base; un secondo pilastro, costituito dalla previdenza complementare (o integrativa), che ha carattere volontario e che mira a incrementare il reddito già assicurato.

All'individuo dalla pensione minima. La disciplina del sistema sanitario:

  • La redistribuzione del reddito: La redistribuzione del reddito consiste nel ripartire la ricchezza tra i soggetti che hanno contribuito a conseguirla. Il reddito (o retribuzione) è il corrispettivo in denaro che viene pagato a coloro che offrono i fattori produttivi. Il reddito è uguale al consumo più il risparmio. Il reddito può essere chiamato:
    • Salario, remunerazione del fattore lavoro
    • Rendita, remunerazione del fattore natura
    • Interesse, remunerazione del fattore capitale monetario
    • Profitto, remunerazione dell'imprenditore
  • I redditi possono anche essere raggruppati in tre categorie:
    • Redditi da lavoro dipendente, remunerazione dei lavoratori subordinati, ovvero che lavorano sotto le dipendenze di qualcuno
    • Redditi misti, remunerazione dei lavoratori autonomi
    • Redditi di proprietà, remunerazione del fattore capitale e del fattore natura

Diversi tipi di distribuzione del reddito:

  • Distribuzione funzionale, ripartizione della ricchezza considerando la funzione produttiva che i soggetti svolgono
  • Distribuzione personale, ripartizione della ricchezza tra i vari soggetti economici considerando la quantità di ricchezza posseduta da essi
  • Distribuzione territoriale, ripartizione della ricchezza considerando le varie aree del paese (ad esempio: nord/sud o le singole regioni)
  • Distribuzione settoriale, ripartizione della ricchezza considerando i diversi settori produttivi

La spesa pubblica secondo Keynes:

La spesa pubblica secondo Keynes non doveva essere finanziata dall'emissione di carta moneta, che avrebbe così creato inflazione, bensì dai prestiti pubblici che avrebbero generato reddito senza intaccare le risorse (utilizzare i risparmi per gli investimenti). Altro modo di finanziare la spesa pubblica è attraverso il prelievo fiscale. È vero che il prelievo fiscale di tipo progressivo.

redistribuisce i redditi per i ceti meno abbienti che hanno maggiore propensione al consumo, ma l'aumento del prelievo fiscale riduce gli effetti del moltiplicatore. Infatti un incremento della domanda pubblica, provocato da un aumento di spesa pubblica, avrà effetti minori perché le imposte riducono quella parte di reddito che gli individui possono destinare ai consumi.

La spesa pubblica: la spesa pubblica è costituita dall'erogazione in danaro che lo stato e gli altri enti pubblici effettuano al fine di produrre beni e servizi che occorrono per soddisfare i bisogni della collettività. L'insieme delle spese pubbliche è definito fabbisogno finanziario. La spesa pubblica è costituita dalla somma delle spese correnti e di quelle in conto capitale. Si utilizza il concetto di bilancio di cassa (principio di contabilità nazionale) per la spesa pubblica.

La teoria del Pareto: La teoria dell'Ottimo paretiano elaborata da

Vilfredo Pareto è un concetto per cui "un sistema è efficiente se non è possibile aumentare il benessere di un individuo senza diminuire il benessere di qualcun altro". L'efficiente allocazione delle risorse è data da 3 condizioni: 1) Efficienza produttiva (non è possibile diminuire la produzione di un bene senza diminuire la quantità prodotta di un altro bene) 2) Efficienza nello scambio (si riceve ciò che si desidera) 3) Efficienza sociale (preferenze della collettività rispetto a situazioni economiche alternative). La funzione di benessere è rappresentata dalle curve di indifferenza sociale e l'ottimo paretiano si ha quando la curva di trasformazione è tangente a una di queste curve di indifferenza. La traslazione delle imposte nel monopolio: L'imposta fissa non può essere traslata in quanto ci si allontanerebbe dal punto di Cournot (punto di massimo profitto). In quanto aumenterebbe il prezzo.diminuirebbe la quantità prodotta e quindi si ridurrebbe il profitto e si avrebbe un allontanamento dal punto di Cournot. L'imposta proporzionale alla quantità prodotta invece può essere traslata in quanto il tributo cresce con la quantità e quindi il monopolista ha interesse a ridurre tale quantità per ridurre l'imposta e tale riduzione dell'offerta determinerebbe un aumento del prezzo di vendita. Se invece l'imposta è proporzionale al profitto non può essere traslata. La traslazione delle imposte nell'oligopolio e nella concorrenza monopolistica: Ci sono tre possibili scenari in quanto è difficile valutare la traslazione di imposta nell'oligopolio e nella concorrenza monopolistica. I tre scenari sono: 1. Il prezzo è deciso dalle imprese in base ad una strategia. 2. Il prezzo è determinato da accordi tra imprese. 3. Il prezzo è determinato in base al criterio del mark up. Se aumenta ili clienti saranno propensi ad acquistare il bene da chi non ha aumentato il prezzo, quindi l'onere sarà sostenuto dalle imprese stesse. L'imposta potrà essere traslata ai clienti attraverso l'aumento del prezzo. L'imposta è considerata un costo aggiuntivo per cui sarà trasferita interamente ai consumatori. Nel mercato di concorrenza monopolistica la curva di domanda non è molto elastica come nel mercato di concorrenza perfetta. Quando viene introdotta un'imposta sui beni il prezzo aumenta ma la traslazione è minore sia rispetto a quanto avverrebbe in regime di concorrenza perfetta sia rispetto a ciò che accadrebbe in un mercato di monopolio. La traslazione delle imposte nella concorrenza perfetta: La traslazione delle imposte è il processo economico per cui il contribuente, giovandosi di una posizione di privilegio, tende a riversare parte o l'intera quota del tributo pagato su altro contribuente che nehe può essere chiamato a rispondere delle proprie azioni. Tuttavia, è importante sottolineare che il concetto di responsabilità non si limita solo al peso legale delle azioni, ma include anche la responsabilità morale e etica. La responsabilità legale implica che un individuo o un'organizzazione debba rispondere delle proprie azioni di fronte alla legge. Ciò significa che se una persona commette un reato o viola una norma legale, può essere chiamata a rispondere delle proprie azioni in tribunale e subire eventuali conseguenze legali, come multe o pene detentive. Tuttavia, la responsabilità non si limita solo al contesto legale. Ogni individuo ha anche una responsabilità morale ed etica verso se stesso, gli altri e l'ambiente. Questa responsabilità implica che ogni persona debba agire in modo etico e rispettoso verso gli altri, prendendo decisioni consapevoli che non arrechino danno o pregiudizio agli altri o all'ambiente. In conclusione, la responsabilità implica sia il peso legale delle azioni, che la responsabilità morale ed etica. Ogni individuo ha il dovere di agire in modo responsabile, sia dal punto di vista legale che morale, per contribuire a una società più giusta e sostenibile.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
11 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher pieraro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza delle finanze e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi Roma Tre o del prof Giuseppe Mattia.