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Deformazione nei mezzi continui
Facciamo l'ipotesi di continuità dell'oggetto fisico per cui non vi sono punti isolati e qualunque porzione può essere considerata come un solido continuo con una certa densità.
Consideriamo la descrizione cinematica del campo di spostamento. Supponiamo un corpo che al tempo t0 occupa la configurazione C0 e in questo caso consideriamo un punto P individuato dal vettore posizione x nella configurazione iniziale e al tempo t > t0 e deformazione avvenuta, il corpo cambia configurazione e il punto P sarà diventato un punto P' individuato del vettore posizione x'. Lo spostamento sarà:
u = x' - x
Nell'intorno di P consideriamo un punto Q che è individuato a partire da P con il vettore posizione dx e a deformazione avvenuta il punto P si sarà trasferito nell'intorno da P' detto Q' e individuato da dx'.
Per dare una descrizione di tutti i punti su come si portano e quindi dare una descrizione della deformazione nell'intorno di P, la funzione X'(x) deve essere una funzione continua ossia:
"presa una successione di punti convergenti a P nel campo e0, la trasformazione da C0 a C1 è continua se ad ogni punto della successione interna a e0 l'immagine a P è anch'essa. "
un punto di conoscienza in C: il carico è P.
Lo spostamento può essere scritto:
du = dX'
mediante un operatore lineare:
dx = dX' - dy'
dX' = dU + dX
ma ricordando che il differenziale è il gradiente dello spostamento
dX' = ∂U + ∂X dX
dX' = (I⋅X) + ∂x dX
la quantità ha portato è detta gradiente della trasformazione.
F = I + ∂U
Siccome la deformazione va continuata chiediamo che il
determinante del gradiente della trasformazione sia non nullo
ossia è invertibile l'oggetto X'(X).
In particolare per il tempo
siamo, siccome valutato in un insieme in cui la deformata
è calcolato sarà indefinito e si ha che:
∂x1 / ∂y1
∂x1 / ∂y2
∂x1 / ∂y3
∂x2 / ∂y1
∂x2 / ∂y2
∂x2 / ∂y3
∂x3 / ∂y1
∂x3 / ∂y2
∂x3 / ∂y3
=
1 0 0
0 1 0
0 0 1
si nota che:
det(∇x) = 1 >
col passare del tempo, le configurazioni cambiano e il determinante
sarà sempre non nullo, e ciò esprime la conservazione della
continuità di F.
Il determinante Jacobiano rappresenta la variazione di volume
dell'elemento trasformato dalla deformazione, che è il preso
il carico in ogni punto.
cosθ' = cosθ + m2εm
cos(θ - δ) = cosθcosδ + senθsenδ = cosθ + m2εm =
γ = m22εm/senθ
quando m=1 ma avendo sono due archi antigual allora senθ:
γ = m3mi2εi
DILATAZIONE VOLUMETRICA
Le somme delle dilatature lungo i 3 oxi e la varianze di volume: quando la varanazione volumetrica specifico calcolate con la fetaca del tecnore Ȝ
Il volume venule:
- stato infigmuto V0 = Δx1. Δx2. Δx3
- stato degradato V0 = Δx1 (1+ε1) Δx2 (1+ε2) Δx3 (1+ε3)
algere:
V0 = (1+ε1)(1+ε2)(1+ε3)
V0 = V6 ( 1 + ε1 + ε1ε2 + ε3 + ... )
date che raunse in incicle deformature exiudeituna dequei touj ele proditi, iv otaiuc:
V0 = V6 (1 + ε1 + ε2 + ε3)
use:
ΔV/V0 = V6 - V0/V0 = ε1 + ε1 + ε1 = Tr (Ȝ)
Si dimostra anche che le direzioni principali sono ortogonali:
Siano λ1 e λ2 due autovalori distinti tra loro:
E1m1 = λ1m1
E2m2 = λ2m2
moltiplico scalarmante la prima per m2 e la seconda per m1:
m2·E1m1 = λ1m1·m2
m1·E2m2 = λ2m2·m1
sottraiamo le due relazioni:
m2·E1m1 - m1·E2m2 = λ1m1·m2 - λ2m2·m1
(λ1 - λ2)·m1·m2 = ∅
da cui dato che λ1 ≠ λ2 ne è:
m1·m2 = ∅
Perchè i eigl lines?
Supponiamo di aver calcolato λ1 relativo a m1; le autovalue lineare lungo span m1 non nulla:
E1 = m1 E · m1 ≡ λ1 m1 · m1 = λ1
λ1 → M1
λ2 → M2
λ3 → m3
γ = 0
ortogonali
null ore agiscono delle forze d'interazione F e delle coppie
d'interazione N. Nel caso di corpi continui si è visto che:
lim ∆A→0 E = tm ≠ 0
lim ∆A→0 M = 0
(non esistono monogonie)
il vettore tm è detto tensiune e dipende del punto e della
giacitura del piano
t = t(P, m)
Allora, le tensiuni sono dei sforzi che agiscono su delle
giaciture.
Per le tensiuni vale il teorema di reciprocità:
tnm = tmn
tmn = t(-m) = - tnm = - t(m)
t(-m) = - t(m)
TENSIONI PRINCIPALI E DIREZIONI PRINCIPALE DI TENSIONE
Abbiamo visto che il tensore ammette: tn = [T]m e ad ogni normale alle faciture in punto interno al solido è un vettore applicato in P, tn. Ora il nostro obiettivo è stabilire una terna privata tn rispetto alle quali il tensore invariabile voglio trovare la tensione tm rispetto alle normali che am- metta componente tangenziale nulla. Chò significa imporre: tn = T m = λm (tensione / normale) in forma matriciale: (T - λI)m = 0 si deve risolvere questo sistema con la condizione ||m|| = 1. Allora se lo vedessimo come un sistema di 3 equazioni nelle 3 incognite (m1, m2, m3) può capitare che la matrice ha rango comunque e ammetta come soluzione banale (0, 0, 0) che va contro la nostra condizione. Per risolvere ciò devo eliminare il rango e imporre: det(T - λI) = 0 ciò mi traduce nell'equazione caratteristica nell'incognita λ: λ3 - J1 λ2 + J2 λ - J3 = 0 i cui coefficenti J1, J2 e J3 sono; indipendenti rispetto al sistema di riferimento e prendono il nome di invarianti della tensione; hanno le seguenti espressioni: J1 = tr(T) (tensione normale media) J2 = 1/2 { J12 + tr(TT) } (distorsione) J3 = det(T) (volume) essendo il tensore T simmetrico, le soluzioni dell'equazione caratteristica sono reali. Dall'equazione di 3° grado troviamo: λ1, λ2, λ3 e scrittura in sostituibile alle volte nelle matrici