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III° CAPITOLO – LA PROSPETTIVA “BUROCRATICA”

Una distinzione preliminare

Quando oggi si parla di burocrazia nella percezione diffusa dei cittadini e a come viene interpretata, vengono fuori espressioni come inefficienza, corruzione, lentezza, incomprensibilità.

Questa immagine negativa di erogatore della burocrazia non è soltanto un giudizio diffuso dei cittadini, ma è anche un giudizio scientifico. Vale la pena citare, uno dei sociologi a noi contemporaneo, Michel Crozier, il quale nel ’68 scrisse un libro, che tra l’altro lo rese famoso, dal titolo “La Burocrazia”. La tesi centrale di questo libro era sostanzialmente quanto segue: “La burocrazia è una macchina, un’organizzazione stupida, perché non sa correggere i propri errori; è, sostanzialmente, una macchina inefficiente e inefficace; anzi, quanto più cerca di correggere i propri errori, tanto più li riproduce”.

Egli

Inventò una "formuletta", che da allora è diventata famosa: "Circolo vizioso della Burocrazia". Con Crozier, l'idea della burocrazia come macchina ottusa, inefficiente, come organizzazione ingrana parte irrazionale ed irragionevole è diventata oggetto di attenzione scientifica. C'è un paradosso che bisognerebbe chiarire: come può essere che un'organizzazione che per Max Weber era la forma più eccelsa di razionalità ed efficienza, sia considerata a distanza di qualche decennio un'organizzazione irrazionale che produce inefficienza, incompetenza? Questo è un paradosso che per chi studia scienza dell'amministrazione deve necessariamente confrontarsi.

Per fare ciò, bisogna risolvere un problema di tipo terminologico. In realtà, quando Weber scrive di burocrazia c'è ne parla in due testi nei primi anni del '900: "Economia e società" e

“Parlamento e Governo nel nuovo ordinamento della Germania”. Egli ci parla di burocrazia, ma non inventa la parola, in quanto già da qualche secolo era diffusa come terminologia. Sembra che l’espressione “burocrazia” sia stata inventata in Francia ad opera di un economista ed intellettuale Vincent De Gourney, fisiocrate. Egli ha inventato qualche parola e qualche frase inventate universalmente conosciute: la parola è “burocrazia”; la frase è “laissez faire, laissez passer le monde va da lui meme”. Questa è una posizione di tipo liberale; egli ha una forte antipatia per l’amministrazione francese, assolutista per i vizi e le forme che prende l’apparato amministrativo, per come agisce. Egli pensa che una società burocratizzata sarebbe più libera e vivrebbe meglio. Allora, forte di questa sua convinzione, inventa un termine dispregiativo. De Gourney disse che – in realtà, i

regimi politici di oggi non sono né monarchie, né aristocrazie, né tanto meno democrazie, ma sono burocrazie. Secondo l'intellettuale, il potere reale non stava tanto nel sovrano, ma stava nella burocrazia. Questo termine - di tipo politico - nasce da bureau (che significa ufficio - scrittoio) e cratos (che vuol dire potere - dominio), una forma di potere gestita dai funzionari e non dal sovrano.

Nell'800 si sviluppa un altro significato di burocrazia - di tipo associativo (o sociologico) - che si diffonde ancora in Francia ad opera di alcuni romanzieri che cominciano a descrivere i vizi, le manie, le patologie comportamentali, culturali degli impiegati pubblici, cioè di quella massa di persone che sempre di più lavora per conto del sovrano e costituisce l'amministrazione.

Un terzo significato - di tipo organizzativo - deriva dalla Germania, in particolare tradizione prussiana (cameralistica) che intende per burocrazia

un modo di organizzare il lavoro pubblico, o meglio un modello organizzativo. Questo tipo di organizzazione ha tre caratteristiche fondamentali: è un'organizzazione gerarchica (e le persone che lavorano in quell'organizzazione sono sistemate in maniera piramidale); la specializzazione (una rigida assegnazione dei compiti); la formalizzazione (ordini, comandi, ordinanze che arrivano attraverso norme). Da queste prospettive, quando si dice che sta crescendo la burocratizzazione, si possono voler dire tre cose: a) sta aumentando il potere dei funzionari; b) sta aumentando il numero degli impiegati pubblici; c) stanno aumentando le organizzazioni che hanno queste caratteristiche. 2. Max Weber e l'analisi della burocrazia nel mondo moderno 2.1 La burocrazia come "modello" organizzativo Come si è detto, Weber ha utilizzato la parola burocrazia nei tre significati quali potere, crescita degli impiegati pubblici e come apparato organizzativo. Però, egli quandoaffronta il concetto di burocrazia non chiarisce che cosa si intenda, al punto che è successo un paradosso nel paradosso. Weber ci parla di burocrazia, sostanzialmente in due fonti: in "Economia e società" e in "Parlamento e Governo nel nuovo ordinamento della Germania". Nel primo, ne parla come un tipo di organizzazione efficiente, quello che lui avrebbe chiamato idealtipo di burocrazia razional-legale; nel secondo, da una prospettiva politica, ne parla in termini negativi come macchina di potere, inefficiente. Un paradosso nel paradosso, perché all'indomani della seconda guerra mondiale (ma anche prima) in America quando gli americani cominciano a leggere Weber lo traducono in inglese attraverso antologie, nel senso che selezionano dei pezzi del suo pensiero. La conseguenza è che per molto tempo la teoria dell'organizzazione americana è convinta che Weber ha soltanto una visione positiva della burocrazia, mentre manca.

L'altra visione weberiana più complicata e negativa della visione di burocrazia. Quest'idea che Weber parli di burocrazia come macchina razionale in parte è vero, però è esasperata dal fatto che l'analisi organizzativa, specie, in America, tende a leggere selettivamente l'opera di Weber o in maniera sistematica e comprensiva.

Weber ha una doppia visione di burocrazia: L'analisi scientifica, cioè l'idea di burocrazia che serve come concetto per capire alcune cose, come lo sviluppo dello Stato moderno, si trova contenuto in Economia e società. Qui, si trovano due significati: un significato generale, che sottolinea il fatto che i funzionari non sono elettivi e nemmeno ereditari, bensì stipendiati; un significato tecnico, per sottolineare un ideal-tipo, un modello, cioè un modo per ragionare attorno alla realtà, un modo per costruire dei paragoni, dei criteri, punti di riferimento.

con i quali ci si può confrontare. Un'organizzazione è burocrazia se se si hanno determinate caratteristiche e Weber ne individua dieci (decalogo) strutturali (e due comportamentali) per il quale il complesso dell'apparato amministrativo consiste, nel tipo puro, di funzionari singoli, i quali: - obbediscono, essendo personalmente liberi, solamente ai doveri oggettivi d'ufficio; - in una precisa gerarchia d'ufficio; - con precise competenze; - sono assunti (non eletti) in forza di contratto, cioè (in linea di principio) in base di una libera selezione; - secondo la qualificazione specializzata – determinata nel caso più razionale, mediante un esame e comprovata da un diploma; - sono ricompensati da uno stipendio stabilito in denaro, e per lo più con diritto alla pensione; - considerano il proprio ufficio come professione unica e principale; - vedono dinanzi a sé una carriera; - lavorano nella più completa separazione dei mezzi.

amministrativi e senza appropriazione del proprio ufficio; sono sottoposti alla stessa rigorosa disciplina d'ufficio e a determinati controlli. (Le due caratteristiche comportamentali riguardano: l'imparzialità dei funzionari rispetto al cittadino-utente; il ruolo esecutorio della burocrazia pubblica in maniera responsabile ed efficiente). Questa è l'intuizione di idealtipo di Weber che è un modo per ragionare e guardare alla realtà. Le dieci caratteristiche strutturali caratterizzano, secondo Weber, un modello di organizzazione burocratica che egli chiama "razional-legale". Per Weber, una burocrazia è razionale, perché è un mezzo per raggiungere degli obiettivi; è legale, in quanto macchina che non funziona arbitrariamente, ma è regolata da norme e il suo comportamento è prevedibile. Sintetizzando al massimo, le caratteristiche della burocrazia sono: gerarchia - rapporti di sovra e subordinazione

(principio della onniscienza gerarchica);specializzazione o divisione del lavoro – specificità della distribuzione di responsabilità e compiti, ma capacità di fare tutto quello che fanno gli altri che si trovano allo stesso livello(principio di onnicompetenza funzionale);formalizzazione – si fissano i comandi in regole, in norme (esistenza di un manzionario, uno statuto, un regolamento, di prassi);spersonalizzizione – agire “senza amore e passione” (principio di imparzialità).E’ stato già detto, che ci sono tre significati che può assumere (e che storicamente ha assunto) il termine “burocrazia”: come forma di potere, come gruppo sociale o associazione, come modello organizzativo. Max Weber utilizza un po’ tutti e tre i significati: a) prospettiva politica; b) prospettiva associativa; c) prospettiva organizzativa. Quando Weber inizia a ragionare sulla burocrazia si deve confrontare con questi significati,

comunque, già abbastanza presenti. Si è già avuto modo di vedere come Weber si muove lungo le tre definizioni: in particolare, c'è una distinzione molto importante tra come egli parla di burocrazia in Economia e società e come ne parla negli scritti politici. Quando egli parla di burocrazia in un significato scientifico, utilizza due accezioni: una generale e una tecnica. Negli scritti politici, invece, troviamo altre due accezioni: una di carattere politologico e l'altra sociologica. Dal Tipo ideale di Burocrazia si ricavano le seguenti dimensioni organizzative: - LA GERARCHIA DELL'AUTORITÀ (i poteri posizionali) è: - impersonale (compete ai ruoli) - limitata (sfera di accettazione) - prevedibile (la sfera di accettazione si può negoziare) - coincidenza tra ruoli e competenze - DIVISIONE DEL LAVORO (specializzazione, centralità delle competenze) - MECCANISMI DI COORDINAMENTO (formalizzazione) oltrela gerarchia:
  • Regole e procedure
  • Piani e programmi di lavoro

DIMENSIONI DELL

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A.A. 2008-2009
68 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/03 Scienza delle finanze

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher luca d. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienza dell'amministrazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Petroni Angelo Maria.