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Si basa sul tema ricavato dalla parola Asch che legava il compositore ad Ernestine von Fricken.

Questo piccolissimo motivo è il tema che genera 20 episodi.

Anche qui c'è una festa mascherata e molte sono le citazioni. Rispetto a Papillon i brani sono più

ampi e definiti e con titolo.

Nessun'altra composizione di Shumann ha le caratteristiche di questo polittico policromo in cui si

succedono brani di diversa psicologia e significato chiudendo con la rumorosa marcia della Lega di

Davide.

Si inizia con un preambolo maestoso seguito da una cellula musicale brillante, confusione, allegria.

L'opera vuole esprimere attraverso le maschere la molteplicità del mondo.

Ecco allora Pierrot, Arlecchino, il primo stanco, assorto ma scosso da un cellula ritmica di 3 note

discendente. Arlecchino saltellante.

Preannunciano insieme i due atteggiamenti di Florestano ed Eusebio che arrivano dopo un Valse

noble, sfondo su cui si stagliano le diverse maschere. Eusebio si esprime con una lunga melodia

senza ritmo, un po' ondeggiante, introversa. A questa desolante melodia segue Florestano animato e

vitale.

Coquette rappresenta la leggerezza femminile, frivola e deliziosa. Il brano spiritoso distende gli

animi.

Compaiono poi tre maschere: Chiarina (dedicata a Clara) ha il ritmo puntato amato da Schumann,

Chopin malinconico e notturno ed Estrella (Ernestine) un dialogo di voci le cui anime si

comprendono.

Pantalone e Colombina continuano la serie di ritratti con Pantalone burbero e Colombina melodiosa.

Per ritrarre Paganini Schumann utilizza un elegante walzer tedesco.

Segue un altro momento triste Aveu (Confessione), due sole righe ma estremamente espressive, una

voce accorata interrotta da pause è la fine della festa. Promenade fa raffacciare la festa con una

marcia militaresca in cui ritorna la vivacità mascherata.

Si risentono i temi del preambolo, la stretta finale riporta allegria.

Dietro il fascino dei singoli ritratti Schumann vuole esprimere in musica il significato profondo

dell'esistenza, del suo continuo divenire, della molteplicità, della solitudine, dell'armonia con gli

altri.

Musicalmente il Carnaval si compone di brani legati da quattro note. Esse compaiono in quasi tutti i

pezzi.

Gli Studi Sinfonici Composti nel 1835, stesso anno del Carnaval, sono in forma di variazione.

Il tema non è di Schumann ma di un flautista dilettante, il barone von Fricken padre di Ernestine ma

le caratteristiche sono schumanniane essendo intimo e raccolto.

12 studi (probabile riferimento agli studi di Chopin)di cui 9 variazioni, 2 composizioni libere, finale.

Col termine "sinfonici" Schumann vuole indicare una impostazione orchestrale.

Tema misterioso, prima variazione arcana in forma fugata sullo stile di un quartetto d'archi.

La variazione seguente è molto diversa, intensamente cantabile, piena di pathos e liricità.

Nello studio successivo sembra di sentire la calda voce del violoncello.

Le due variazioni che seguono sono in antitesi tra loro: la prima è un canone accordale, rigido e

duro, la seconda è una danza giocosa, interessante è il passaggio tra le due dove si sente lo

sciogliersi della tensione.

Il sesto e settimo studio ci ripresentano un Florestano travolgente, in particolare nell'ultimo c'è un

perpetuum mobile instancabile fino alla fine che lascia l'ascoltatore in tensione costante.

Dopo una serie di brani brillanti arriviamo all'ottava variazione, posta al centro della raccolta come

spesso fa Schumann, lirica ma sempre basata su un ostinato che richiama la V fuga del I libro del

Clavicembalo ben temperato di Bach. Omaggio allo stile barocco.

Un'altra pausa lirica è rappresentata dall'undicesimo studio prima della conclusione dove due voci

dialogano.

Il finale ricorda la marcia conclusiva del Carnaval: 4 episodi accostati come in un'Ouverture lirica.

Ogni Studio ha una propria insistente struttura ritmica, lo spirito è eroico.

La composizione risulta ricca di colori, di virtuosismo, di energia, è molto diversa dallo stile pacato

della maggior parte delle composizioni di Schumann.

Nello stesso anno degli Studi Sinfonici Schumann compone la Sonata op.11.

È il suo primo approccio con la forma sonata che egli affronta con originalità e libertà.

In alcuni punti però si perde in passaggi faticosi e tecnici ma ha pagine splendide nel disordine

complessivo.

L'introduzione è tra le cose più alte di Schumann, lenta e misteriosa con una struggente melodia,

cantabile e intensa sopra un accompagnamento di terzine.

Segue a sorpresa un vivace motivo danzante con 2 elementi che si contrappongono: al basso una

insistente quinta saltellante e sopra un ostinato.

Il secondo tema sella Sonata predomina sul primo e ripete ostinatamente il ritmo come Schumann fa

spesso rivelando le insicurezze e le angosce del compositore. Anche in un tema spensierato come

questo egli riesce, nell'assurdo ripetere, a trasmettere inquietudine.

La poca capacità di sviluppare è un suo limite perchè non riesce a trasformare e ripete fino al

parossismo..

L'aria ci riporta al clima cantabile iniziale.

Lo Scherzo è ripensato in forma allargata con 2 trii. Sorprende l'ascoltatore con i suoi accenti

spostati, quasi stereofonico con 2 voci sovrapposte.

Il Finale è la parte più debole della composizione, disordinato e troppo lungo ma con 2 bellissime

melodie.

Nel primo e ultimo movimento si conferma la difficoltà di Schumann a trattare brani lunghi e

complessi.

Egli fu molto critico con la Sonata op.35 di Chopin affermando che non si può chiamare Sonata un

pezzo con" 4 creature bizzarre riunite" ma questo giudizio vale anche per la sua Sonata.

Anche in questo brano si intravede una narrazione: dal tormento introduttivo si passa al vitale

allegro, l'aria è la pace cui fa seguito la gioia dello scherzo.

Il finale equilibrato come un raggiungimento della trascendenza mistica tanto agognata.

Il riferimento allo stile classico è solo nel nome perché la Sonata è qui reinventata in stile

prettamente romantico.

Le esigenze strutturali e ispirative si conciliano nella Fantasia op.17.

Come prima di lui fecero Beethoven con le 2 sonate op.7 "quasi una fantasia" e Schubert con la

Wanderer anche Schumann trova nella Fantasia la giusta via per unire la libertà romantica alla

grande forma sonata.

La Fatasia op.17 ha 3 movimenti: Allegro in forma sonata, Scherzo e Adagio conclusivo.

Il I movimento è appassionato e si basa sulle 5 note discendenti del tema di Clara, a tratti

travolgente e a tratti lirico.

Al centro l'episodio "come una leggenda" è un corale religioso sempre più drammatico e ornato che

culmina poco prima della ripresa.

Al termine del I movimento c'è la citazione di un lied di Beethoven del ciclo "all'amata lontana".

Il II movimento è eroico, ritmo puntato con salti finali difficili ma anche qui troviamo una raccolta

melodia che ispirerà l'adagio finale dal ritmo pacifico ed uniforme con allusione al "chiaro di luna".

Il finale non è allegro come di consuetudine perché rappresenta il superamento dei conflitti.

I Fantastucke op.12 del 1837 sono 8 pezzi da caratteri diversi e ben definiti. Si stenta a capire l'unità

di questo lavoro ma ogni brano è compiuto in sé.

Il malinconico Des Abends (La sera), il travolgente Aufschwung (Slancio), il contemplativo Warum,

il bizzarro Grillen (Capricci), il lungo e appassionato In Der Nacht (Nella notte), la favola lieve

Fabel, i Traumes Wirren (Allucinazioni) moto perpetuo con tetro episodio centrale, il finale Ende

vom Lied riporta la serenità ma è quasi ironico.

I Fantasiestuke presentano una sorprendente libertà nel giustapporre gli opposti con una ricerca

tecnico-timbrica notevole pur in schemi formali riconoscibili e amati da Schumann: il Lied tripartito

e il rondò (Aufschwung), il ricorrere ad una melodia che fa un tutt'uno col disegno

dell'accompagnamento (Des Abends e Aufschwung), il dialogo tra le voci (Warum), il sovrapporsi

dei ritmi col fine di creare inquietudine (In der Nacht) e la ripetizione ritmica ossessiva drammatica

e sinistra (Traumes Wirren). Il brano più interessante per la sua origine letteraria è " In der Nacht"

dove il compositore si è ispirato alla storia di Ero e Leandro e al momento in cui quest'ultimo viene

risucchiato dai flutti mentre tenta di raggiungere la sua donna. Il brano è dunque oscuro e

appassionato e nella parte "un po' più lento" c'è il tema di Clara. Con questo brano Schumann torna

al polittico.

Dello stesso anno (1837) sono i Davidsbundlertanze op.6 a conclusione di una trilogia iniziata con

Papillons e continuata con Carnaval in cui è il ritmo di danza a fare da elemento unificante. Sono

18 piccoli pezzi firmati da Eusebio e Florestano.

Il brano non si discosta dalla fantasia. All'inizio Schumann pone un motto "finché i mortali vivranno

gioia e dolore si mescolano; siate sereni nella gioia e affrontate coraggiosamente il dolore". Nella

prima parte predomina Florestano con la consueta ritmica ostinata che culmina nelle danze centrali

8,9,10. Seguono composizioni più liete per finire con le ultime 4 danze dal suono immateriale Wie

aus die Ferne (voci di angeli). L'ultima danza lascia perplessi, è un walzer dissolto, ricordo della

festa.

Nei Davidsbundlertanze vediamo lo Schumann completo, ricco di idee, è il brano riassuntivo del

suo stile compositivo.

Kreisleriana del 1838 è una suite di 8 fantasie unite da un'idea: Kreisler era un personaggio creato

dallo scrittore tedesco E.T.A. Hoffmann, maestro di cappella romantico e sensibile in cui Schumann

si riconosce. La composizione introspettiva ed essenziale, Eusebio e Florestano vengono riproposti

ma non sentiamo più il ritmo di danza. Ovunque risuona il tema di Clara e man mano che si procede

gli accenti drammatici svaniscono e ci si avvicina al silenzio e al nulla.

Scene infantili del 1838 sono eseguibili da un alunno al terzo anno ma temute dai più grandi

interpreti, 13 brani brevi dove il compositore esprime il suo amore per l'universo infantile.

Il primo brano "di paesi e uomini lontani" è un incipit fiabesco e poi i bambini ridono, si rincorrono,

giocano, pregano e sono felici ma il turbamento di un grave avvenimento interrompe la descrizione

e Schumann sogna (Traumerei) e seguono quadretti più tranquilli con sere davanti al camino, giochi

sul cavallo di legno, una malinconico "Troppo serio", un nuovo gioco "ba-bau" ed infine il bambino

si addormenta. A questo punto "parla il poeta" paragonando la quiete notturna alla calma felice

dell'infanzia. Ancora una volta tutto si c

Dettagli
Publisher
A.A. 1991-1992
9 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/07 Musicologia e storia della musica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fermo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della musica dell'Ottocento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marino Massimo.