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PROMESSI A UNA FORMA
Capitolo 1:
- Metodo delle scienze e metodo in pedagogia
- Oltre il metodo pensare la critica (criticare – kritiké da krino, giudicare
scelta ragion veduta) spazio interrogante crisi esercizio della libertà
verso una pedagogia critico-radicale
nel tempo si spiega la forma e il tempo è scandito dalla
- Epistemologia
cura; parla della cifra ontica e antropologica dell’uomo vulnerabilità,
finitezza etc. cambiamento panta rei nel momento in cui sono non sono
sguardo retrospettivo relazione tra epistemologia e pedagogia (le 2+1
oggettività approdo: da sogg a ogg
vie) + Bachelard ( mai una volta per
tutte) Kuhn Scheler M. Zambrano (dal metodo come a priori del pensiero
al metodo come cammino nel pensare).
Capitolo 2
VITA, ESISTENZA E FORMA
- Oggetto: formazione umana, non ci si può interrogare su cosa sia l’essere
umano: Guardini: permanenza che diviene. Forma a cui siamo promessi:
vivente vita vissuta. La pedagogia deve essere collegata alla vita: vita vissuta.
Il fine dell’educazione paradosso è la sua fine (MANTEGAZZA: paragone di
L’essere
vita e morte con il processo educativo che deve morire quindi finire).
finito si trova ad essere de-finito dal suo stesso limite .
- La vita: la più famigliare e la più oscura delle cose: che cosa è? Vita vissuta a
esser-ci
noi conoscibile. Forma – tempo – cura. Heidegger: (essere- avere
un mondo, non esiste un mondo senza io e un io senza mondo – inscindibili)
tempo – scandito dalla cura.
La formazione è espressione della vita è essa stessa vita, non un accessorio.
Vita come vita vissuta, soggettiva ognuno è unico e particolare. Non
considerando questi aspetti la pedagogia si ferma all’uomo astratto e non a
quell’uomo in particolare. Breve discorso sulla cura come a priori
pedagogico. 6
- Lo strappo dell’esistenza come pathos della differenza e della cura: aldo
masullo: patico: explerior erlbnis (vissuto) critica alla tecnologia
- Pensare criticamente la morte come cifra della condizione umana:
pedagogia della morte; tabu: colpa CULTURA e PEDAGOGIA (tecniche
didattiche). Critica all’uomo post moderno che non ci pensa e non riflette
‘’La cosa che muore’’.
(cosa assurda per Pascal). Antonio Erbetta
Gadamer: salute vs malattia; vita vs morte. La nascita può essere
casuale la morte è certa. Il nostro cammino scandito da vita e morte in
mezzo ci si prende forma e ci si da forma attraverso il tempo di una vita, che
si dispiega mediante la cura.
- Educare alla vita e quindi alla morte
- Ars morendi
- L’ordinario morire: il morire durante un lutto.
- Il peggiore dei mali è essere morti prima ancora di morire
Terzo capitolo
TEMPO E FORMA
- Che cosa è il tempo? Si parla di life long education, educazione
permanente Kronos vs Kairos; il tempo è cambiamento, non solo
quantitativo ma ancor più quantitativo. Questo cambiamento ci atterrisce è
avvertito
vissuto, è percepito, è questo ci destabilizza, ambiguità,
inquietudine ma questo ci fa nascere e rinascere pensare criticamente il
tempo come un dare senso a sé stessi. tempo e identità
PATICO vs COGNITIVO
Tutta la storia da uomo astratto uomo concreto con il proprio vissuto bla
bla
Si può reagire al tempo in due modi: raggirandolo o dimorandolo.
Tempo scandito dalla CURA: autentica o inautentica; compito pedagogico
coniugare tempo e cura.
Ci sono due dimensioni del tempo: strutturale (le attività che impegnano il
tempo e anche la non attività il tempo subito che è comunque formativo); il
modo di porsi, gli atteggiamenti e il concetto che abbiamo del tempo.
- Tempo delle scienze: NEWTON: TEMPO ASSOLUTO; EINSTEIN: teoria
della relatività ristretta.
- Henri Bergson: il tempo delle scienze vs tempo della vita (DURATA,
passato, presente futuro connessi sono ammessi salti sbalzi dilatazioni) il
tempo della coscienza non esiste senza la MEMORIA -> risultato di tutta la
storia di vita di un individuo. Il passato ci stuzzica sempre e si accumula
influenzando il presente che a sua volta guarda il futuro.
‘’la ricerca del tempo perduto’’
- PROUST: grande debolezza: essere una
costellazione di momenti e attivo. Visione vicina alla fisica, ma ogni istante è
caratterizzato da una particolare dimensione patica e rappresentazione.
Carattere negativo del tempo perché è finito, limitato e termina con
l’avvento della morte come fare? Mediante la memoria, il ricordare
attraverso cui si forma l’identità personale. Non da importanza al presente.
Quando tutto sta per finire ci rendiamo conto dei valori significativi e 7
duraturi. ‘’essere e il tempo’’
- HEIDEGGER: l’essere umano è esso stesso tempo, il
tempo dell’agire, dell’azione, l’esistenza tutta è il non ancora del poter
essere. Futuro. (esistenza, futuro; esserci, passato; essere nel mondo
presente) SCANDITO DALLA CURA. Futuro come consapevolezza della morte.
L’orologio ci dà indicazioni sul presente ma non sul passato e futuro.
- ALDO MASULLO: ‘’Tempo e grazia’’: riflessione su ESPERIENZA e la
dimensione del PATICO.
Esperienza concreta (erlebnis – dimensione del patico) VS
esperienza intellettiva (experior – dimensione semantica). la
temporalità è esperita prima attraverso il patico solo dopo si potrà percepire
a livello cognitivo e riflettere sull’esperienza. Il vissuto, il patico è
estremamente personale questo configura la soggettività, la vera essenza
umana. La soggettività del tempo, è essere affetti, perdita,
scombussolamento, scossi e prima di esserne cognitivamente consapevoli ci
si avverte attraverso il pathos dello scotimento. Siamo scossi, perché il
tempo è limitato e noi ne siamo consapevoli, e termina con la morte e
questo fa paura per questo bisogna accettarlo è DIMORARE IL TEMPO, vera e
unica dimora dell’uomo fondata sul cambiamento. ETICA REATTIVA
(impiegare il tempo nelle attività) etica attiva (dimorare il tempo accettare
la nostra condizione).
- RICOEUR: ‘’Tempo e racconto’’: valore formativo dell’autobiografia, nel
racconto convergono due aspetti, la tensione verso il futuro, e la retroazione
critica e riflessiva nel passato (IDEM, passato; IPSE, futuro). questo
significa curarsi di sé da qui la digressione sulla cura.
- MARIA ZAMBRANO: dare tempo a ciò che non ha avuto tempo; la
vita è il tempo della formazione – ricollega tempo cura e forma;
importanza della memoria per dare tempo a ciò che non ha avuto tempo. Il
passato però non ci deve determinare passivamente.
Capitolo 4
Il paradigma della CURA
- Considerata dalla pedagogia come categoria debole mentre è un a priori
pedagogico, e precondizione e precede sia l’educazione che la formazione. È
cifra ontica e antropologica dell’essere umano. Cura= salvare. Noi esseri
finiti, dati ma dinamici e plastici, essenzialmente vulnerabili possiamo
abbiamo bisogno di cura. Dall’inizio alla fine. Siamo incompiuti, siamo
consapevoli della morte e del tempo finito questo è scandito dalla cura che
ci rende unici ci da forma e ci permette di rinascere. Pascal= metafora
canna. JONAS: cura del neonato, obbligazione morale. Cura autentica vs
cura inautentica 8
- CURA E TEMPO: si ha tempo se si ha cura, si ha tempo per le cose per cui
si ha cura, cooriginari equiprimordiali e indissociabili. La dimensione
temporale strettamente collegata alla cura è il FUTURO.
- HEIDEGGER: il nostro essere unico la nostra soggettività la nostra identità e
Si è ciò di cui ci si occupa di
concepibile e conoscibile attraverso la cura.
ciò di cui ci si prende cura . La cura precede: volontà desiderio, impulso
etc. la cura permette all’uomo di divenire uomo.
- Su esistenza e formazione. La forma umana tra datità e
trascendenza; datità apertura, progettualità, ulteriorità, incompiutezza,
dinamicità staticità, plasticità, tra permanenza e mutamento. Siamo tutto
questo.
- Tre dimensioni della cura: CURA DI SE’ (metafora nietzsche barbaro
VOLO UT SIS, voglio che tu sia
predone giardiniere), CURA DEGLI ALTRI (
ciò che sei e puoi essere S. Agostino; soprattutto quando le differenze sono
BINSWANGER esistenza mancata
abissali malattia mentale forme di
incastrati nel presente compito pedagogico?; partecipazione emotiva)
CURA DEL MONDO – AMBIENTE ANIMALI
- Paradigma della cura e la prospettiva della progettazione
educativa: il progetto comunque tende a ripetere e omologare qualunque
esso sia. La relazione tra educando e educatore implica soggettività e
intersoggettiva, cura autentica e non violenza. Le tecniche didattiche non
tengono conto di ciò.
Il viaggio come metafora dell’esistenza e della formazione come
- cura di sé in Nietzsche
Appartenere per poi appartenersi da normatività
(comprendere il
libertà
senso delle norme) a (ognuno con una sua morale, realtà, e norme).
Tra Jonas e Levinas – il primo importante atto di cura lo sguardo madre
bambino
L’uomo non è solo scelta ma anche caso e destino : noi uomini siamo
più i nostri accidenti che non la nostra scelta assoluta. 9
SCHEMA 3° LIBRO: STORIA DELLA PEDAGOGIA
L’EDUCAZIONE IN GRECIA – iliade (forza norma) e Odissea (bellezza
ragione)
6 – 7 SECOLO:
SPARTA governo totalitario– spartiati, perieci (contadini
commerciati) iloti (schiavi) famiglia fino ai 7; 8-20 formazione militare dal
pedonomo; 21 diventa soldato fino ai 60.
6 SEC:
ATENE costituzione di tipo democratico; scuola grammatica,
musica, ginnastica o palestra (grammatista, citarista, pedotriba) concetto
di paideia: ideale formativo – formazione legata alla cultura di
riferimento. Fino ai 7 famiglia, dai 7 ai 16 va nelle tre scuole con il
pedagogo; efebia 18-20 formazione militare
Seconda metà 5 sec:
SOFISTI – sapere come acquisizione del potere
sociale e come garanzia del benessere sociale – retorica e sophia.
Acquisizione dell’arte di eccellere nella politica; vero è ciò che si
considera vero e che si riesce a far considerare tale; maestri del disordine
e della corruzione
469-399 a.C: Socrate;
contro i sofisti ma paragonato allo stesso,
sap