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Le Funzioni
Funzione X, Y corrispondenza che ad ogni elemento di X associa uno e un solo elemento di Y. Si scrive:
f: X → Y oppure y = f(x)
Y è detta immagine di X: è l'insieme delle immagini e un sottoinsieme dell'insieme Y (cioè Y non corrisponde all'intero asse Y)
Proprietà delle funzioni
- f è iniettiva → ∀ x₁, x₂ ∈ X, x₁ ≠ x₂ ⇒ f(x₁) ≠ f(x₂)
- opp. se f(x₁) = f(x₂) ⇒ x₁ = x₂
- f è suriettiva → ∀ y ∈ Y ∃ x ∈ X t.c. y = f(x)
N.B. con Y si intende l'insieme delle immagini di X cioè il codominio
- f è biettiva → se è contemporaneamente iniettiva e suriettiva.
Se f è una funzione biettiva (biunivoca) allora esiste la sua funzione inversa f⁻¹ (cioè f è invertibile)
f: X → Y g: Y → X f(x) = y ⇔ f⁻¹(y) = x
N.B. se stai operando all'interno dell'insieme IR dei numeri reali, affinché f sia inivertibile è sufficiente che sia iniettiva.
(spesso posso restringere il dominico di f: X)
Logica
Predicato
aff. che contiene un elemento che va meglio specificato usando i quantificatori
Ex. x² ≥ 1 è un predicato
Proposizione
affermazione che posso considerare vera o falsa
Ex. ∃ x ∈ Q t.c. x² > 1 è una proposizione (vera)
Operazioni logiche tra due proposizioni P e Q generiche
- Negazione ¬ P → P è vera se è falsa e viceversa
- Congiunzione P ∧ Q → è vera solo se sia P che Q sono vere
- Disgiunzione P ∨ Q → è vera se almeno una tra P e Q è vera
- Implicaione P ⇒ Q → è falsa se è stato se P è vera e Q è falsa
- Doppia implicazione P ⇔ Q → è vera se sono entrambi vere o entrambe false
Leggi di De Morgan
¬ (P ∧ Q) = ¬P ∨ ¬Q
¬ (P ∨ Q) = ¬P ∧ ¬Q
L'affermazione ⇔ equivale a...
I TEOREMI
Ne esistono di due tipi, nel primo tipo P ⇒ Q e nel secondo tipo P ⇔ Q (dove P rappresenta l'ipotesi e Q rappresenta la tesi).
Tipi di dimostrazione dei teoremi del primo tipo:
- DIRETTA (se P è vera allora è vera anche Q)
- PER ASSURDO 1 (P ⇒ Q, se non è vera Q non è vera neanche P)
- PER ASSURDO 2 (P ⇔ Q equivalente a P ∧ Q è palesemente falsa)
- PER INDUZIONE (P(n) è vera per ogni n ∈ N) solo in N
Sì, dimostra che P(0) è veraSì, dimostra che se P(n) è vera → P(n+1) è veraallora P(n) vera ∀n
GLI INSIEMI
Ex. → insieme I: {semi carte} = {❤️⚙️♦️♠️}
- ❤️ ∈ I → singolo elemento appartenere all'insieme
- {♠️} ⊂ I → sottoinsieme è contenuto nell'insieme
Se l’insieme A = {❤️♠️} il suo insieme complementare è Ā = Ic = {⚙️♦️}
Dati due insieme generici A e B, esistono le operazioni di unione (A ∪ B)e di intersezione (A ∩ B), entrambe verificano le proprietà associativa e distributiva.
LEGGI DI DE MORGAN
- A ∩ B = A ∪ B
- A ∪ B = A ∩ B
Dati due insieme generici I e J, il loro prodotto cartesiano è:
I × J = {(a; b) : a ∈ I, b ∈ J}
P.S. (a; b) ≠ (b; a) perché sono coppie ordinate
Dato un insieme I generico, presi casualmente due suoi elementi, essisono in una relazione (a ~ b) che si definisce relazione di equivalenzase si rispettano tre proprietà:
- RIFLESSIVA a ~ a
- SIMMETRICA a ~ b → b ~ a
- TRANSITIVA a ~ b; b ~ c → a ~ c
L’insieme risulta così suddiviso in classi di equivalenza; i membridi ciascuna classe sono in relazione di equivalenza tra di loro.
Se X è un insieme finito, la sua CARDINALITÀ è il numero dei suoi elementi.
Due insiemi X e Y hanno la stessa cardinalità se esiste una corrispondenza biunivoca tra i loro elementi e i due insiemi dicono equipollenti.
Se un insieme X è equipollente ad un certo numero naturale Kn, di cardinalità n, si dice che è finito e la cardinalità è n. Se un insieme X è equipollente a N, si dice che è NUMERABILE e i suoi elementi formano una successione.
La cardinalità di N e quella di insiemi equipollenti ad N si indica anche con il simbolo No (che indica la cardinalità trascinabile).
- Z è equipollente a NN - anche Z è numerabile.
N 0 1 2 3 4
- Q è equipollente a N - anche Q è numerabile.
DIMOSTRAZIONE DI CANTOR
Tracciando le diagonali, notiamo
011/22112/23223/24Folga Diagonal e otteniamo una lista che contiene tutti numeri e che può essere messa in corrispondenza biunivoca
- R è equipollente all'intervallo (0,1)
TEOREMA DI CANTOR R non è numerabile (dimostro che (0,1) non è numerabile)
DIMOSTRAZIONE -
(Paradosso) se l'intervallo (0,1) fosse numerabile e, tutti gli x ? ⟨0,4⟩ dovrebbero poter essere elencati, supponiamo di poterli numerare.
X0 = 0.21432...
X1 = 0.4169...
X2 = 0.30845...
Incremento di 1 ciascuna delle cifre e, di accordo que, il numero generato 10,35... non è nell'elenco.
Quindi (0,1) non è numerabile.
Siccome R è più numeroso di Q, si dice che R ha la potenza del continuo (perché i numeri reali si differenziano ad una certa area denisvia e questa è anche potenza algebrica).
Altri insiemi che hanno presenza del continuo
- R — Q = { razionali ? }
- R2 = { (x,y) — x ? R }
- R3 = { (x,y,z) - x,y,z ? R }
Teorema di monotonia
Ogni successione {an} che sia monotona e limitata è convergente (an → L)
- Se {an} è crescente L è l'estremo superiore degli an (an → L ⇒ sup {an} = L)
- Se {an} è decrescente L è l'estremo inferiore degli an (an → L ⇒ inf {an} = L)
Dimostrazione
Ho una successione {an} monotona crescente e superiormente limitata
(∃ s sup {an}), voglio dimostrare che an → s
- Se s = sup {an}
- ∀ ε > 0 ∃ an | s - ε < an < s
- Corollario
- se {an} è crescente ⇒ ∃ lim an = sup {an}
- se an è limitata corrisponde al teorema
- se an non è limitata sup {an} = +∞
Questo teorema è così importante perché può essere applicato ad una particolare successione e garantisce l'esistenza del numero e.
an = (1 + 1⁄n)n ⇒
- {an+1} > an ⇒ {an} è crescente
- ∀ n an < 2,75 ⇒ {an} è sup limitata
⇒ ∃ limn→+∞ (1 + 1⁄n)n ed è uguale ad e.
Dopo aver stabilito che limn→+∞ (1 + 1⁄n) = e, posso dimostrare che
- an → +∞ ⇒ limn→+∞ (1 + 1⁄an)an = e
- bn → -∞ ⇒ limn→0 (1 - 1⁄bn)bn = e
- cn irregolare, |cn| → +∞ ⇒ limn→+∞ (1 + 1⁄cn)cn = e
Def.
ex = limn→+∞ (1 + x⁄n)n